Galdi come “il pifferaio magico”

palazzo-di-citta-piazza-abbro-cava-de'-tirreni-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). La politica ed il centro destra cavese sono nel caos e sfiorano, anzi centrano in pieno, il ridicolo. Dopo la sfiducia non sfiducia dei Fratelli d’Italia che hanno scaricato il sindaco Galdi ma hanno atteso l’iniziativa di Gravagnuolo e Bove per sottoscrivere la mozione di sfiducia, a raggiungere livelli mai visti prima è Forza Italia che è allo stesso tempo in maggioranza e all’opposizione. I forzisti, infatti, sono riusciti nella “impossible mission”, con un assessore, Vincenzo Passa, che si è dimesso, ed uno, Fortunato Palumbo che resta in carica, anzi aumenta le deleghe. Con due consiglieri comunali, Massimo Esposito e Annalisa Della Monica, che annunciano di essere passati all’opposizione, e il capogruppo, non più capogruppo, Enrico Polacco, che sostiene il sindaco Galdi. A differenza dei Fratelli d’Italia che alla fine la mozione di sfiducia l’hanno firmata, i forzisti si sono ibernati. In questo marasma troneggia il sindaco Galdi, che ha perfettamente interpretato la massima “dividi et impera” ed è riuscito a rendere ridicoli i suoi ex amici di cordata. La dispora del Pdl, infatti, ha prodotto i gruppi, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Responsabili per Cava, Nuovo Centro Desta e ben nove rimpasti di giunta in quattro anni. Marco Galdi può fregiarsi del titolo di sindaco più equilibrista della politica cavese di sempre. Il trucchetto di accettare i compromessi di volta in volta richiesti, distribuendo contentini a desta e a manca, ma di essere alla fine sempre un uomo solo al comando, ha finora funzionato, alla fine però ha dimostrato anche tutta la incapacità e l’inconsistenza di una classe politica fatta di appartenenze a gruppi e persone di potere, piuttosto che uniti da un credo e da un progetto politico. Nel caos del centro destra cavese, la civica Città Democratica ha cercato strumentalmente di infilare anche il Pd ed il neo candidato sindaco Vincenzo Servalli, nella speranza di convincere i consiglieri comunali del partito di Renzi a firmare la mozione di sfiducia a Galdi che a rigor di logica, se ci fosse, dovrebbe equivalere alla caduta dell’amministrazione comunale nel Consiglio comunale fissato per il prossimo 21 novembre. Restano, invece, sulle posizioni espresse dal primo momento Servalli & C., disponibili a mandare a casa il sindaco Galdi ma in Consiglio comunale, senza prestare il fianco alla diatriba tutta interna al centro destra cavese. Arrivati a questo punto, però, da più parti si sta facendo strada l’ipotesi di rompere gli indugi e sottoscrivere la mozione di sfiducia.


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