La Città di Cava de’ Tirreni e le sue non comuni peculiarità

Poche, se non rare, Città della “nostra Bella Italia” hanno caratteristiche eguali a quelle di Cava de’ Tirreni! 

Nel passato è stata agli albori della gloria, quale: Città Regia, Città Fedelissima, Città Eucaristica e, nell’ultimo decennio, Città del Folklore; vediamole insieme.

1. Città Regia sin dal 10 Luglio 1432, ovvero Città demaniale, cioè alle dirette dipendenze della Casa regnante, ovvero infeudabile, come dispose la Regina Giovanna II d’Angiò – Durazzo (Zara il 25 Giugno 1373 – Napoli 2 Febbraio 1435), quando successe sul Trono del Regno di Napoli al defunto suo fratello, Re Ladislao d’Angiò – Durazzo (1414).

Infatti la Città di Cava, il toponimo Città di Cava de’ Tirreni origina dal 23 Ottobre 1862, non è mai stata sotto la diretta egida di un Re, di un Principe, di un Duca, di un Marchese, di un Conte o di un Barone.

L’ultimo tentativo di porla sotto la sua “reggenza” fu il Principe Pietro Antonio Sanseverino di Salerno, osando chiederla al Sovrano Carlo V d’Asburgo, quando questi il 22 Novembre 1535 transitò per la nostra Città; ma gli andò male! 

2. Città Fedelissima dal 4 Settembre 1460, come riportato nella lettera acclusa alla “Pergamena in Bianco”, entrambe a firma del Re Ferdinando I d’Aragona, detto anche Ferrante, per aver, i nostri avi, mantenuto i devastanti “guasti” inflitti dagli angioini alla Città di Cava dal 20 al 28 Agosto 1460, con l’aiuto militare del Roberto Sanseverino, Principe di Salerno.

3. Città Eucaristica dall’autunno del 1656, per il “Miracolo Eucaristico”, che consentì la fine della peste bubbonica;

4. Città del Folklore dal 26 Giugno 2011, prima in Italia, per voto unanime della Federazione Italiana Tradizioni Popolari (F. I. T. P.), nel rispetto del Decreto Legislativo n. 460 del 1997, quale Ente attivo al Tavolo Tecnico del Ministero dei Beni e Attività Culturali.

È attorniata da 18 Frazioni pedemontane, l’ultima in ordine di tempo Sant’Anna all’Oliveto, tutte “sorte” prima del mille e con altrettante Chiese parrocchiali, tutte della stessa epoca.

È gelosa custode dei resti mortali di:

a) 4 Santi, i primi Abati del Cenobio Benedettino Cavense: Alferio, Leone, Pietro e Costabile, a quest’ultimo si deve l’attuale “cittadina” di Castell’Abate, alle porte del Cilento, mentre all’Abate Pietro la costruzione del Castello che cinge tutt’oggi l’attuale Frazione del Corpo di Cava, con alte mura, otto bastioni e due porte d’accesso al maniero;

b) 8 Beati, che come i citati quattro Santi, sono stati anch’essi Abati del citato Cenobio: Simeone, Falcone, Marino, Benincasa, Pietro II, Balsamo, Leone II e Leonardo;

c) 3 Servi di Dio: Padre Giulio Castelli, l’Abate Mauro De Caro ed il Redentorista Pietro Paolo Cafaro.

Di tali 15 personaggi del “mondo ecclesiale” ci riserviamo, a breve, di dare puntuali informazioni, significando che solamente i resti mortali dei Servi di Dio: Padre Giulio Castelli e del Redentorista Pietro Paolo Cafaro non riposano nel Cimitero della millenaria Abbazia Benedettina della Santissima Trinità del Corpo di Cava.


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