Quel giorno del ‘93 di Maria Luisa Spaziani a Cava

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da sx Donadio, Spaziani, Vice console greco, Foscari. Biblioteca Comunale di Cava, 8 aprile 1993

E’ morta Maria Luisa Spaziani, ultimo grande poeta del novecento. Non solo cara amica di Montale, conobbe e frequentò i più grandi intellettuali europei. Persino Picasso: in casa sua, dove ebbi il piacere di essere ospite, tra pile di libri sparsi dappertutto anche sul pavimento, faceva bella mostra un ritratto che il grande maestro le aveva fatto negli anni ‘50. Ascoltarla era per me come sfogliare un prezioso manuale di storia della letteratura. La nostra generazione di poeti deve tantissimo ai suoi consigli, ai suoi incoraggiamenti, alle lezioni di poetica presso il ”Centro Internazionale di Poesia Eugenio Montale” di Roma da lei fondato alla morte del poeta e diretto fino ad alcuni anni fa. Fu lei che con convinzione nei primi anni ottanta, di me, tra l’altro, scrisse: “Donadio nel panorama un po’ generico della nuova poesia é una sicura promessa”. Alla Spaziani è legato anche un ricordo che ha al centro la nostra città. Era la primavera del 1993 e il poeta -guai a chiamarla poetessa !- venne a Cava a presentare un mio libro in versi “Per le terre di Grecia”. Memorabile serata, non solo per me, ma anche per i moltissimi che affollarono la sala della Biblioteca Comunale.

Spaziani e Donadio al Centro Montale di Roma 1992

Spaziani e Donadio al Centro Montale di Roma 1992

Ricordo che quando comunicai la cosa al prof. Pino Foscari, il docente universitario era a quel tempo assessore alla cultura, stentò a crederci: “La Spaziani viene qua a Cava?” mi chiese con mal celata meraviglia. Non solo si soffermò lungamente sul mio libro, ma tenne anche una lectio magistralis sulle “donne in poesia” . Si mostrò entusiasta dei portici, specie del borgo Sciacciaventi; davanti alla “Chiesa di Mamma Lucia” ascoltò, interessatissima quanto le raccontai sulle eroiche vicende della nostra concittadina. La serata si concluse a “Vill’Italia”. Elegante ristorante di quegli anni dove oggi, ahimè, troneggia un anonimo supermercato. Ancor più di se stessa, durante la cena, parlò molto di Montale recitandone, a memoria, la nota lirica ”L’anguilla”. Mi promise che sarebbe ritornata: ” Cava è una cittadina molto bella, un gioiellino”. Cosa che però non avvenne. In tutti questi anni ho avuto il piacere d’incontrarla ancora tante volte; per una reading delle mie liriche, al Centro Montale di Roma, ci fu la pubblicazione di una plaquette con opera litografica di Alfonso Vitale. Tanti i ricordi che ho di lei, anche di particolari come quando, a sorpresa, si andò a cena in un ristorante cinese nei pressi della sua abitazione romana. Le tenni segreto che non amo per nulla la cucina cinese. Il monile portafortuna, un elefantino, regalo del proprietario del ristorante, è anch’esso lì tra i miei ricordi come silenzioso testimone di qualcosa d’irripetibile. Ciao poeta Maria Luisa.


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