“Ottobre”. Vediamo come Rocco Scotellaro, immagina il suo arrivo.

Ottobre

di Rocco  Scotellaro

montecastello+cappuccini_we

 

 

 

 

 

 

L’estate si trascina

i cardi inariditi

e la mosca pusillanime

le strade sparse di paglia,

il vuoto alle finestre,

il prezzemolo verde ancora

e il garofano nei vasi

ora che ottobre s’impone.

Ottobre è là: quella nuvola nera

attesa sulla collina

piegata dai tocchi della sera.

Da “E’ fatto giorno” Mondadori, 1954

L’arrivo di ottobre magistralmente “raccontato” da Scotellaro. Eccolo Ottobre icasticamente rappresentato in una nuvola nera “attesa sulla collina”. A me piace immaginare che questo quadretto (dai cardi ormai riarsi, alla fastidiosa mosca, al prezzemolo ancora verde, ai garofani fino alla nuvola) gli sia stato ispirato, restandogli negli occhi, dalla sua permanenza presso il Convento dei Frati Cappuccini di Cava posto sulla collina di Monte Castello, dove solo pochi anni prima aveva frequentato la scuola media. Quando scrisse questa poesia Scotellaro, aveva 19 anni. Era il 1942.

Rocco Scotellaro era nato a Tricarico (Matera) nel 1923. Non solo poeta, ma anche uomo politico dalla forte denuncia della drammatica condizione dei contadini lucani a cavallo della seconda guerra mondiale. Mori, stroncato da un infarto, nel dicembre del 1953 a soli 30 anni.


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