Al Club Universitario battesimo de “Il trafficante di sogni”. Giacomo Casaula, con la sua band e con Linda Siani, “sogna” e fa sognare
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Venerdì 12, presso il Club Universitario Cavese di Cava de’ Tirreni è andato in scena uno spettacolo totalmente nato dalla mente di chi nei sogni ci crede e prova a realizzarli.
‘Il trafficante di sogni’ è stato pensato da Giacomo Casaula – giovane studente di Lettere presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e diplomato all’Accademia Cavese del Piccolo Teatro al Borgo diretta da Mimmo Venditti – che, insieme a un gruppo di amici musicisti, ha fatto rivivere momenti di grande musica e teatro con semplicità e freschezza. Un titolo interessante per uno spettacolo che si è posto come obiettivo ben preciso quello di scavare nelle dinamiche dell’anima degli spettatori quelle emozioni che vengono fuori solo grazie ai grandi contributi artistici. La piacevole serata ha visto l’intervallarsi una serie di monologhi in prosa e poesia di ampio respiro: sonetti di William Shakespeare, una poesia di Catullo, la grande prosa teatrale di Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello e un monologo da brividi tratto da ‘Novecento’ di Alessandro Baricco. Giacomo, inoltre, ha letto alcuni brani tratti dal suo romanzo Scie ad andamento lento (edito prossimamente) e ha coinvolto l’attento pubblico in sala con una nutrita serie di brani dell’indimenticato Fabrizio De Andrè, cantati da solo o in coppia con Linda Siani.
Il gruppo, seppur composto da musicisti giovani, ha dimostrato di saper eseguire e interpretare brani di un certo livello e tutti si sono distinti per la bravura dimostrata senza alcuna pretenziosità. Alle chitarre c’erano Davide Trezza e Francesco Oreste, alla batteria Luca Senatore, alle tastiere Ernesto Tortorella e al basso Marco Forleo.
L’intento – riuscito – dello spettacolo era quello di un viaggio e un sogno particolare, dal sapore antico ma con l’ambizione di essere attuale e fortemente moderno. La sensazione, infatti, che si percepisce spesso quando ci si trova di fronte a questi artisti, scrittori e cantanti – a prescindere dal gusto personale che ti porta per qualche assurda e sconosciuta ragione a prediligere un artista piuttosto che un altro – è che non c’è niente di più giusto del cercare le risposte alle domande sul futuro proprio scavando nel passato, un passato in cui il traffico di sogni dei nostri genitori o dei nostri nonni può essere facilmente accostato al nostro, con le stesse perplessità e le stesse ambizioni. Una splendida occasione di condivisione di cultura che si può produrre anche a partire dalla più giovane età, con semplicità, coraggio e voglia di divertirsi. (Caterina Giangrasso)
La prima volta che ho visto Giacomo Casaula è stata una sorpresa, un primo passo. La seconda volta un’attesa, per cercare conferme. La terza volta è proprio una cosa seria: spettacolo in piena regola. È con questo spirito di grande curiosità che ci accomodiamo ancora una volta nella sala del CUC, ospiti della signora Annamaria Garofalo, pronti a goderci quest’anteprima di Giacomo Casaula e della sua band: Francesco Oreste alla chitarra, come Davide Trezza, Marco Forleo al basso, Ernesto Tortorella alle tastiere, Luca Senatore alla batteria e Ermelinda Siani voce aggiunta.
Li presentiamo subito perché loro non sono solo accompagnatori, sono parte integrante, sono compagni di questo “Trafficante di sogni” nel viaggio che sappiamo da dove parte, ma sinceramente non vediamo ancora dove si potrà fermare. Non deve essere stato un caso la scelta del monologo di Baricco, “Novecento” che non è l’apertura della serata, ma è stato sicuramente il suo picco più alto: il dramma della scelta, il limite dell’infinito e la certezza del limite. Dov’è la fine del mondo? Perché da cose finite, come i tasti di un pianoforte che sono solo 88, si generano cose infinite come la musica… e la necessità di avere coraggio per vivere, in una Terra colpita dagli uomini e uomini colpiti dalla follia dei loro simili…
I temi affrontati sono grandi, Giacomo è provato dopo questa esibizione: lui stesso ha vissuto l’esperienza di un’immensità persa nel perimetro di una nave…
Ma nella valigia di un trafficante di sogni ci sono tanti articoli, De Andrè, Eduardo, Pirandello, Casaula, Catullo, Shakespeare e pezzi di manifattura artigianale. Non vi elencherò i dettagli della mercanzia, vi racconterò del loro effetto dopo l’esposizione.
Il mercante Giacomo ha dimostrato di avere grandi qualità e la prova che ha affrontato, come sempre, è stata soprattutto con se stesso. Ha messo su uno spettacolo di forza, di valori, di sogni. Alcuni sogni li aveva già sognati: erano quelli della certezza, dei colossi. In loro ha riposto tutta la sua fiducia ed è stato splendido.
Se c’è stata una “pecca”, ed è già forte come termine, è stato forse nel momento del “suo” sogno: quello nuovo, quello appena partorito. Un bimbo appena nato che non sa ancora camminare e di cui lui è un papà giovane e dunque inesperto. Se sei stato bravo zio, sarai ottimo papà. Abbraccia di più la tua creatura, dalle la fiducia che merita e crescerà forte come quelli che hai conosciuto così bene, così profondamente da riportarli in vita a distanza di tanti anni.
Rivivere i sonetti di Shakespeare, i passi di Pier Paolo Pasolini e la sua Bandiera Rossa, il dramma e l’umorismo di Eduardo “…non vi chiedo di pregare per me, ma vi chiedo di non proibirmi di pregare per voi..”, è stato emozionante. E poi le canzoni di De Andrè: Bocca di Rosa lui la cantava quasi come una nenia, con la rassegnazione a volte tipica di un vissuto diverso. Giacomo ci mette rabbia, la sua condanna all’ipocrisia viene più dalla voce che dalle parole.
E poi (Erme)Linda. Sembra una bomboniera: carina, impeccabile, una bellissima voce pulita che tenta di addolcire il tono forte dell’ingombrante vicino. Ma la convivenza è dura per lei. La sua sarà carriera di cantante, lui è un camaleonte e sul palco la mimetizza con la sua stessa pelle.
Stai diventando un mostro di bravura, caro Giacomo. Dal palco riesci perfino a mangiarti il pubblico con gli occhi. Quello sguardo profondo, che ti serve per attraversare anni e secoli per vestire i panni di altri uomini, trafigge anche noi della sala. Non hai tempo né voglia di aspettare di sapere cosa ti diranno dopo: vuoi catturare le loro emozioni al momento: SONO TUE. Devono restituirtele. Fai Paura. E sei splendidamente accompagnato.
Vai leone, lupo, pantera, cacciatore più che mercante di sogni. Ci hai lasciati facendoci sapere del tuo prossimo impegno, su un palco che oggi va per la maggiore quale Il Blu di Prussia di Napoli, il 17 di dicembre. Ma ci hai anche detto che “sognare non vale niente se non si lotta per i propri sogni.”
Noi ne siamo convinti, così come sappiamo che in un futuro non molto lontano saranno ancora più famosi i teatri che ti vedranno protagonista. E allora ribadisco un piccolo pensiero. Metti nel tuo sogno un po’ di forza in più. Dagli credibilità in modo che non passi inosservato nell’esposizione della tua già ricca e meravigliosa mercanzia. Ma il manufatto originale, va valorizzato ancora di più.
Noi aspetteremo, perché il premio che ci regalerai sarà fantastico. (Paola La Valle)
foto di Gianina Maria Volpe
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