Occhio al candidato Sindaco (n.1): a colloquio con Vincenzo Servalli (PD): “Meno sprechi, servizi efficienti, attenzione massima alla sicurezza ed alla solidarietà”

Una delle foto ufficiali di Enzo  Servalli

Una delle foto ufficiali di Enzo
Servalli

Per far conoscere più da vicino i vari candidati che concorreranno alla poltrona di Sindaco nelle prossime elezioni di primavera, Vivimedia pubblicherà una serie di interviste individuali, con una cadenza di due settimana di distanza al massimo tra l’uno ed il successivo ed offrendo uno spazio simile ad ognuno di loro.

La serie è aperta da Enzo Servalli, candidato del Partito Democratico (consigliere comunale e capogruppo PD nella consiliatura in corso), che ha conseguito la candidatura prevalendo nelle primarie cittadine di fine ottobre su Enrico Bastolla, Raffaele Fiorillo (ex Sindaco di Cava) e Antonio Palumbo.

La prossima intervista riguarderà Armando Lamberti, candidato dell’Associazione Per Cava, e sarà pubblicata lunedì 12 gennaio.

Partiamo dalla carta d’identità e dallo stato civile?

Sono cavese doc, di nascita e residente, ho 47 anni, sono coniugato con Maria Vitale, ho due figli, Alfonso di 12 anni e Mariano di 8.

Attività lavorativa?

Svolgo attività di brokeraggio assicurativo. Sono un professionista indipendente, gestisco una rete di collaboratori. In altre parole ogni giorno molte decisioni da prendere.

Insomma, ti alleni per quando dovresti decidere da Sindaco…

Se devo prendere come un augurio, ti dico di sì… Se è solo una constatazione, ti dico di sì lo stesso, perché l’augurio me lo faccio da me.

Risposta arguta, da comunicatore… Ma torniamo alla scheda personale. Titolo di studio?

Laureato in Scienze Politiche, il che mi offre una base di competenza fondamentale per le mie aspirazioni. Alle Superiori mi sono diplomato geometra, il che mi ha offerto la necessaria concretezza per supportare le mie aspirazioni e, spero, la mia futura attività di Sindaco.

E sei di nuovo andato “a pallino”, il che offre l’immagine di una passione viva per supportare le tue aspirazioni … A proposito di passioni, quali sono i tuoi hobby?

Il principale è la lettura. Quando ero più giovane mi ero innamorato dei grandi classici, soprattutto italiani, poi,crescendo, ho capito l’importanza della lettura come formazione non solo personale ma anche sociale e mi sono appassionato saggistica, alla storia, all’economia.

Sul tuo podio ideale, quali libri collochi?

Con riferimento alle letture giovanili, senz’ altro il libro “Cuore”, mitico “vangelo” dell’identità di tante generazioni. Quanto alle letture dell’età matura, mi ha entusiasmato a suo tempo “Dei delitti e delle pene”, di Cesare Beccaria, che ha aperto un varco fondamentale verso il recupero in chiave illuministica e liberale della Dignità umana. E poi, quanto a saggezza di vita, il De senectute (La vecchiaia), un inno alla saggezza del grande Norberto Bobbio.

Bene. Ora possiamo scendere, o salire, nel campo della politica. I tuoi modelli ideali, di oggi, ieri, di sempre?

Non ho dubbi. Di oggi, Matteo Renzi, per il tentativo di fondere dinamicamente pensiero e azione e la capacità di andare anche controcorrente; di ieri Walter Veltroni, per la pulita forza degli ideali e la capacità di innovazione (non dimentichiamo che il Partito Democratico è nato dalla sua iniziativa); di sempre, Sandro Pertini, per l’ integrità morale, la coerenza, il senso dello Stato, il coraggio della lotta e del rischio in nome dei propri ideali, lo spirito del socialismo più sano.

A proposito, tu alla politica ti sei avvicinato proprio attraverso il Partito Socialista, ai tempi di Craxi e Martelli.

E, a Cava, di Bove, Panza, Altobelli, Agrusta, Cosimo Maiorino… è stato un tempo controverso, ma comunque ricco di idee e di spirito di modernità.

Dato che stai facendo riferimenti specifici ai valori, mi dici quali sono secondo te le tre qualità più importanti per un politico?

Non ho dubbi: Eticità, Capacità di Azione, Umanità. Tre valori diversi ma strettamente connessi e connettibili tra di loro per creare una figura ideale di politico. A queste aggiungerei la capacità di “essere popolo” e saper parlare con il popolo.

Tu non sei nuovissimo alla politica. Oltre che uno dei leader dell’opposizione, sei stato per un certo periodo assessore al Commercio nel periodo della Giunta Gravagnuolo. Ritieni di essere stato allora “uomo del popolo”?

Penso proprio di sì. Del resto, io sono sempre uomo del popolo, perché vengo da una famiglia di onesti e sani lavoratori. Credo di aver stretto legami importanti con artigiani e piccoli commercianti e di aver lasciato una scia solida, rispetto alla dispersività dei miei successori

Perché dispersività?

Beh, ad esempio, basta considerare il Centro Commerciale Naturale, che è stato una nostra creatura. Non mi pare che sia stato coltivato come si doveva. Eppure era, ed è, una fonte potenziale di grande benessere e dinamismo economico per la Città.

Ma con i tempi che corrono, come pensi di poter rivitalizzare questo Centro Commerciale?

Tutto il tratto da Piazza Amabile a San Francesco deve diventare un fermento di iniziative, di proposte, di offerte. Ed uno sforzo in più deve essere fatto per inserire Cava nel giro degli escursionisti delle Crociere e nell’ indotto del movimento per le Luci d’artista: un’opportunità che è stata finora poco sfruttata.

Vuoi diventare un Fra Gigino laico?

Perché no? Ma, come sarebbe opportuno fare sempre anche con Fra Gigino, ogni iniziativa deve e dovrà essere correttamente regolamentata e diretta.

Le iniziative non bastano. Occorre anche garantire tranquillità e sicurezza. Sai bene che questi sono temi sempre molto caldi e sentiti.

Indubbiamente. Ma sfondi una porta aperta. Anzi, colgo l’opportunità per ricordare che quando sono stato assessore ho dato inizio ad un piano di videocontrollo della Città, non solo nel Borgo ma anche nelle frazioni, troppo spesso dimenticate. E Santa Lucia, Pregiato, Passiano, Annunziata sono stati i primi beneficiari. Ma poi, anche qui, qualcosa si è rotto. Il progetto è stato ora trascurato ora abbandonato. Ma da Sindaco sarà una delle mie priorità.

Vale come promessa e come impegno. A proposito di priorità, quale sarebbe la tua prima mossa in caso di elezione a Sindaco?

Quella che ho annunciato sia in sede di campagna per le primarie sia in occasione della presentazione della mia candidatura. La riduzione delle tasse e l’abbattimento degli sprechi.

In che settore pensi si possa agire?

Nomineremo un commissario alla revisione della spesa. Durante le primarie ho parlato di un Cottarelli cavese che dovrà dirci come operare. Penso ad esempio, all’utilizzo più marcato della posta certificata via web. Risparmieremmo tonnellate di carta, e sarebbe anche una bella scelta ecologica. E poi, sviluppare l’utilizzo diffuso dell’illuminazione a LED. Una spesa d’investimento all’inizio, tanto risparmio in seguito.

Che fine farebbero i soldi risparmiati?

Diminuzione delle tasse ed investimenti nei settori legati alla solidarietà sociale, in primo luogo.

A proposito di solidarietà, nei dieci punti del tuo programma, la solidarietà ha un ruolo molto significativo, accanto all’impegno di fare finalmente di cCva la Città della Solidarietà. Mi pare però che anche Galdi avesse proclamato le stesse cose e che lui stesso abbia poi mostrato attenzione verso i disabili e le Associazioni che li rappresentano. Ad esempio, ha rivitalizzato l’Osservatorio, ha anche indetto un Consiglio Comunale monotematico sull’argomento.

È vero, e all’occorrenza anche noi dell’opposizione abbiamo dato una mano. Però, di fatti se ne sono visti pochi. Questo settore è una delle tante promesse mancate da Galdi.Ad esempio, le barriere architettoniche sono rimaste più o meno tutte.

Dato che stiamo parlando di Marco Galdi, mi dici secondo te quali sono le principali differenze tra te e lui?

Innanzitutto, io sono un uomo del popolo ed un esempio di mobilità sociale: pur provenendo da famiglia non certo ricca, ho avuto la possibilità di effettuare studi qualificati e perfino di specializzarmi alla Scuola di direzione Aziendale della Bocconi. Conosco quindi sia l’opportunità della qualificazione professionale sia il valore del sacrificio. Di Galdi, che comunque è una degnissima persona, non si può certo dire che è in questo senso un “uomo del popolo”.

Altre differenze?

Non si può certo dire che Galdi sia stato un uomo di squadra, o un leader capace di costruire una squadra forte e stabile. Basti pensare ai 25 assessori in quattro anni.Per di più, su alcuni punti, credendo di stare nel giusto (e i piedistalli non gli sono mai mancati….), ha preso decisioni poco discusse ed alla fine avventate e dannose. L’acquisto della COFIMA insegna…

Io per natura sono uomo del dialogo e della squadra. Alzi la mano chi ha colto in me atteggiamenti autoritari. Cercherò di fare lo stesso da Sindaco. Autorevole, ma non autoritario. Però esigente nel rispetto del cammino una volta che la “squadra” ha preso una decisione.

La parola decisione compare spesso nel tuo vocabolario, accanto alla parola “concretezza”. Renzismo o servallismo?

Tutti e due, credo, ma soprattutto senso di fare la cosa giusta. Partendo da quelle minime, beninteso. Rispetto alla Pubblica Amministrazione, io mi considero, e mi considererò, un Medico di pronto Soccorso, non un luminare dei Congressi.

Non pensi che con queste tue affermazioni, pur corrette, sottovaluti il ruolo di leader forte, che pure è auspicato dalla gente e che finora non sembra essere stata una delle tue caratteristiche primarie?

Si può essere forti in tanti modi, anche senza gridare. Se saprò essere una guida sicura di un convoglio ben affiatato, sarà quella la mia forza. Penso che la dote principale di un Sindaco sia quella di avere una chiara idea di città e perseguirla con determinazione, equilibrio, serietà.

Non è questo il momento di parlare del programma dettagliato, perché mi sembra di aver capito che, fatte salve le linee guida, lo realizzerai dopo una consultazione ampia di cittadini ed associazioni. Però, qualcosa sulle alleanze e sulle discriminanti la possiamo dire.

Non sono d’accordo con chi dice “Né destra né sinistra, ma avanti”. Per me il campo del centro-sinistra rimane irrinunciabile, almeno come obiettivi e valori. Chi li condivide e lavora per perseguirli, può essere ben accetto. Ma c’è alleanza ed alleanza, c’è appoggio e appoggio…

Corretto, ma un po’ vago…

Non si può andare oltre, in questa fase.

E per quanto riguarda la moralità di cui abbiamo parlato prima?

Posso dire con convinzione che una discriminante non può essere l’indagine giudiziaria. Vale la presunzione di innocenza fino al giudizio definitivo. Naturalmente, esiste poi l’opportunità politica legata ad ogni singolo caso.

Anche qui, un colpo al cerchio ed uno alla botte…

L’alternativa sarebbe un radicalismo miope e pregiudiziale, non ti pare?

Forse, ma vedremo coi fatti.

E confermeremo coi fatti che questa è la svolta buona.

A proposito, sarà questo il tuo slogan definitivo? Non richiama un po’ troppo il vento del cambiamento di Galdi, che poi è stato più bonaccia che tempesta?

Anche questo lo dimostrerò coi fatti. Però, tanto per chiarire, non è detto che sarà questo lo slogan definitivo. La vera campagna deve ancora partire…

Come pensi, in sede di primo turno e di eventuale ballottaggio, di superare i rivali non tanto di Centrodestra, quanto del Centrosinistra? Per esempio, come riaprire un dialogo con Città Democratica, dopo che sei stato uno dei più duri con Gravagnuolo ai tempi del distacco dal partito?

Partiamo dal Pd ma parliamo a tutta la città. Per città intendo i cittadini non pezzi di ceto politico. Quanto a Città Democratica da quel poco che ho capito mi pare di poter dire che l’elemento unificante, direi la mission del gruppo sia la critica feroce ai limiti dell’odio politico al Pd. Io non mi nutro di tali sentimenti. Sono un uomo d’amore.

E con l’opposizione all’interno del partito, che pure non si può sottovalutare, come pensi di comportarti?

Il partito democratico conto proprio di trovarlo il più possibile unito a sostenermi. Grazie alla forza delle idee e delle proposte, che comunque genereremo insieme.

Anche gli ex avversari delle primarie?

La porta è aperta per una costruzione comune.

Il problema è che bisogna attraversarla, quella porta. E bisogna vedere anche quanto è aperta e chi si trova dall’altra parte. Comunque, prendiamo atto della disponibilità e vedremo. E i voti della gente, quelli che contano per l’elezione e che vanno guadagnati anche oltre gli schieramenti?

Credo di partire da una base buona. Sono stimato e benvoluto da molti e sono considerato una persona affidabile. Rappresento una novità, nella Città e rispetto al fallimentare Galdi. Prometto cambiamenti, ma non salti nel buio. Non mi sembra poco.

Ora bisogna convincere sull’affidabilità dell’eventuale squadra. A proposito, perché non fai come Fiorillo ai tempi vincenti di Alleanza di Progresso e dichiari già i nomi di almeno due o tre assessori?

Ci penserò. Mi sembra un’idea interessante.

E quanto alle capacità leaderistiche e di immagine?
Te l’ho già detto. Non sono un novellino. Saprò parlare alla mente, al cuore e alla “pancia” degli elettori. E vincerò, ci credo fortemente. Anzi, vinceremo tutti. Perché alla fine è il noi che io voglio realizzare. E quel noi non è solo il Pd. Quel noi siamo tutti i Cavesi …


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