Giornata della memoria: il poeta Gerardo Sangiorgio, sopravvissuto all’orrore dei lager, nel ricordo di Antonio Donadio

libro-gerardo-sangiorgio-vivimediaPer la “Giornata della Memoria” (27 gennaio), Antonio Donadio, su invito dalla “Fondazione Sangiorgio” di Biancavilla in provincia di Catania, ha ricordato Gerardo Sangiorgio (1921-1993). Nativo di Caserta, visse poi a Catania. Fu poeta e umanista sopravvissuto all’orrore dei lager. Dopo l’8 settembre 1943, la scelta coraggiosa di non aderire alla Repubblica di Salò,da cristiano e antifascista, gli costò anni di profonda e inumana sofferenza nei campi nazisti. Ogni anno la Fondazione che porta il suo nome, ne ricorda la figura anche attraverso scritti di noti intellettuali che aderiscono all’iniziativa come Edoardo Sanguineti, Claudio Magris, Massimo Cacciari, Yves Bonnefoy, Franco Cardini, etc. Nel suo scritto, una Lettura critica della poesia “A mia madre”, Antonio Donadio ha sottolineato come nei versi di Sangiorgio si ravvisi “l’ orma inalienabile della millenaria cultura mediterranea. Nel ricordo della madre defunta, la consapevolezza del già fu – e non più sarà- attrae e vibra di una presenza, seppur dolorosamente inespressa: “inatteso varco la porta/senza trovare te a spianarmi la fronte”, pur tuttavia incancellabile. Attimi vissuti incessantemente che invece di dissolvere l’entità stessa del ricordare affranto del figlio-poeta, offrono uno spiraglio, una finestra spalancata sul possibile, o forse sul certo. Lei ancora, come in vita: “ non preghi per te/ preghi per noi ancora, /come ci promettesti in quell’ora di gelo”.


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