CAVA DE’ TIRRENI (SA). Occhio al candidato n.7: Cettina Capuano. Io, prima donna candidata a SindacA, per una politica veramente di sinistra … Se non ora, quando?
Settimo appuntamento nel nostro viaggio alla scoperta dei candidati a Sindaco per le elezioni di primavera. Dopo Servalli, Lamberti, Marco Senatore, Stefano Cicalese, Michele Mazzeo e Marco Galdi, ecco Cettina Capuano, prima donna candidata a SindacA nella storia della nostra Città, sostenuta dalla lista al femminile “Se non ora, quando?” e da un’altra lista gravitante intorno a Rifondazione Comunista, con riferimento specifico a gran parte dell’area alla sinistra del PD.
Di prossima pubblicazione, l’intervista a Renato Aliberti, candidato di uno schieramento gravitante intorno a “Fratelli d’Italia”.
Partiamo dall’anagrafe e dall’attività lavorativa?
Sono Maria Concetta Capuano. Sono nata a Cava de’Tirreni il 26/05/1959 . Nel 1986 ho vinto il concorso al Ministero del Lavoro, in servizio presso gli Uffici Provinciale del Lavoro e trasferita al Centro per l’Impiego di Maiori/ Cava de’ Tirreni. Sono Istruttrice Esperta Centri per l’Impiego e responsabile dell’orientamento fino al 2011 al Centro per l’Impiego di Cava ed ora assegnata al servizio Innovazione Tecnologica della Provincia di Salerno.
Titoli di studio?
Sono in possesso del diploma di maturità Magistrale.
Quali sono i tuoi hobby?
Amo leggere ed ascoltare musica ( ho studiato pianoforte e solfeggio), adoro viaggiare e perdermi in nuovi luoghi, conoscere nuovi posti e nuovi popoli con le loro tradizioni (grazie alla passione tramandata da mio padre). Tra le mie passioni più grandi c’è quella dei mercatini dell’usato, espressione della mia filosofia di vita: riuso e riutilizzo di ciò che agli occhi di qualcuno può essere considerato scarto, rifiuto. Grazie a questa passione, nel corso degli anni scorsi, sono nati vari mercatini da me organizzati a Cava come ad esempio il Mercatino dell’Abbondanza Frugale.
Sul tuo podio ideale, quali libri collochi e perché?
La scelta è espressione del momento in cui la domanda mi è posta. A seconda di ogni momento della mia vita ho un libro che mi porto nel cuore. In questo momento segnalo sicuramente “ La Casa degli spiriti” di Isabel Allende. Però sul podio in virtù del mio campanilismo metelliano voglio citare alcuni libri di autori della nostra città. Avanzi di Pippo Zarrella, che parla di storie di disagio e marginalità e Anche Dio Lavora di Antonio Armenante, una serie di racconti-inchiesta sull’esperienza vissuta direttamente dall’autore con i senza fissa dimora della Provincia di Salerno; Senza Ritorno, di Patrizia Reso, che parla delle vittime del più grande incidente ferroviario della storia d’Italia, quello di Balvano in provincia di Potenza. Cittadini cavesi che narrano di dinamiche e questioni spesso dimenticate che riesco a portare in alto il nome di Cava de’ Tirreni fuori dalle mura cittadine.
E quali film e perché?
Film che mi emozionano e che allo stesso tempo hanno segnato la mia vita nel corso degli anni sono Pane e tulipani (Silvio Soldin), La vita è bella ( Benigni), Saturno contro (Ferzan Özpetek), Va dove ti porta il cuore (Cristina Comencini) . Mi piacciono i film che hanno qualcosa da dire. L’arte al servizio del sociale.
Quali sono i tre cardini della tua etica personale?
All’interno di questa campagna elettorale, attraverso il mio sito personale www.cettinacapuano.it ho iniziato il progetto “Ridare senso alle parole”. Parole svuotate e smunte dalla vecchia politica che oggi devono ritornare di moda. Tra queste, una delle più abusate e dimenticate è la parola “etica” come coerenza di caratteri e rispetto di una deontologia politica spesso bistrattata. Un’etica come un idra a tre teste composta da umiltà, dignità ed educazione. Principi cardine che orientano non solo la mia attività politica ma anche quella di madre all’interno della mia famiglia e in ambito lavorativo dove da sempre sono stata in contatto in uno dei momenti più delicati della vita di un uomo o di una donna, la perdita e la ricerca di un lavoro.
I tuoi modelli ideali in politica?
I miei modelli ideali di politica sono quelli che porto nel cuore fin da ragazza e che dovrebbero appartenere ad ogni uomo e donna che vive all’interno di una democrazia pluralista. Sono i principi che hanno orientato i costituenti all’adozione della Carta Costituzionale nel 1948, ma che oggi da un punto di vista sostanziale spesso sono dimenticati. Il diritto di ogni persona (e non solo dei
cittadini) all’affermazione delle proprie libertà. Sia nella sua accezione di libertà di che in quella più complessa delle libertà da. Uno Stato e un Comune che sia libero di orientare le proprie politiche dal basso verso l’alto e non viceversa, sentendosi libero da ogni pressione di qualsiasi tipo per affermare un’ uguaglianza sostanziale e non solo formale.
Nel corso della storia italiana chi più ha incardinato tale modello a mio avviso sembra esser stato Enrico Berlinguer, mentre attualmente mi sento molto vicina a Pepe Mujca attuale presidente dell’Uruguay che incarna quanto di buono la sana e pulita politica può e deve fare per i suoi cittadini.
E nella storia della politica cittadina?
Una domanda imbarazzante che potrebbe farmi fare qualche nuovo amico o qualche nuovo nemico. Senza dubbio Riccardo Romano, lontano parente di mio padre, che ho molto apprezzato e stimato nel corso degli anni per il contributo che ha dato alla Città. Attualmente persone professionalmente preparate che hanno rappresentato qualcosa di importante per la nostra città sono a mio avviso Achille Mughini, Raffaele Fiorillo e, come donna di indubbie qualità, Flora Calvanese. Ops credo di aver citato solo politici di sinistra, forse perché ho frequentato sempre questi ambienti e non ho mai strizzato l’occhio all’altra parte.
Quali sono secondo te le tre qualità più importanti per un politico?
Non credo che siano delle qualità che debbano caratterizzare un politico bensì qualsiasi persona che ricopra un’attività pubblica. La qualità più importate è il vivere tra la gente, capire ed ascoltare le persone senza perdere mai il contatto con la realtà, al fine di portare alla casa comunale i problemi e le necessità di tutti senza dimenticarsi da dove si arriva e cosa si vuole fare. Altrimenti si rischia di divenire una pedina espressione dei poteri economici in città.
E quali i tuoi tre principali difetti?
I difetti? Dovrebbero indicarli chi mi conosce. Mi reputo una persona verace, schietta e sincera. Tre caratteristiche che in politica sono considerate un difetto, ma che personalmente mi proteggono contro le dinamiche del compromesso silente che in alcune stanze del potere spesso si cela, a danno del popolo inconsapevole, purtroppo.
Quali sono le principali motivazioni del tuo avvicinarti alla politica?
Non mi sono avvicinata alla politica ora. Ho sempre fatto politica fin da adolescente. Nel corso della mia maturità ho avuto sempre maggiore interesse per la politica dei movimenti, maturando la consapevolezza che le cose potessero cambiare grazie alla forza delle persone. Poi però in una parentesi della mia vita ho erroneamente e banalmente pensato che si potesse cambiare qualcosa attraverso lo strumento del partito politico, questo fin quando non mi sono resa conto del fatto che soprattutto a livello locale la politica partitica mi tarpava le ali, limitando e comprimendo il mio essere. E come nelle migliori delle storie, sono ritornata a fare politica attraverso le persone, per le persone grazie al movimento Se non ora quando?
Perché, pur partecipando alla vita politica e sociale, sei uscita allo scoperto proprio adesso?
Perché non c’è tempo. Perché non c’è più tempo. Non c’è tempo per noi, ma soprattutto per i nostri figli, i quali si vedono sfuggire dalle mani il loro futuro come un palloncino all’elio. Se non ora, quando?
Ti sei candidata “dopo” la nomina di Servalli o “a causa” della nomina di Servalli?
Forse questo modo di fare le primarie (sia quelle dello scorso ottobre che quelle della settimana scorsa) che mi hanno vista essere in prima linea per la buona riuscita di esse, dove credevo che ci fossero, e dove non ci sono stati, segnali di cambiamento che personalmente auspicavo da tempo all’interno del partito democratico. Un partito ormai giunto al capolinea che si trincera dietro strumenti di democrazia diretta, ma che in fin dei conti rappresenta solo una legittimazione dei vecchi poteri politici. Il PD già da tempo non mi rappresentava come donna, ma ancor di più non mi rappresentava come donna di sinistra. Non mi sono candidata né dopo, né a causa della nomina di Servalli. Mi sono candidata perché Servalli non rappresenta la sinistra a Cava.
Il tuo distacco dal PD è segno anche di un distacco dalla politica nazionale del Partito o è il segno di una tensione solo locale?
Cito qui un passo delle mie dimissioni “Il modo di fare politica di questo partito, oggi, non mi appartiene, non parla al mio cuore, alla mia pancia e da qui che parte la mia decisione. Nei progetti che mi vedono coinvolta, tutti, ci devo credere per prima per poi poter coinvolgere gli altri. Se questo non avviene mi è molto difficile sposarli”.
Nella tua scelta ha inciso di più il fatto di essere donna o di volere una politica più di sinistra?
Non credo che una cosa escluda l’altra, ma sicuramente la voglia di volere una politica non più di sinistra, ma di sinistra, l’ha fatta da padrone. Ridare senso alle parole, cominciando per la lettera “S” da Sinistra. Se non ora quando?
Quali i problemi più evidenti dell’essere donna a Cava? E come pensi di affrontarli?
I problemi delle donne di Cava rientrano nella categorie della non eccellente qualità della vita che si vive nella valle metelliana. Ma sono problemi condivisi che vanno affrontati senza disparità di genere. Fra le varie soluzioni a costi davvero minimi, ma che migliorano la vita delle donne cavesi, abbiamo istituito anche con alcune donne candidate al Consiglio Comunale il Piedibus, che si preoccupa evitare di far fare salti mortali alle donne e ai genitori per andare ad accompagnare all’andata e al ritorno i loro bimbi a scuola. Questo incide non solo sulla qualità della vita dei genitori, evita l’inquinamento delle auto, crea un compenso minimo per i volontari ed inoltre, cosa più importante, fa socializzare a piedi lungo il cammino verso la scuola bimbi di classi differenti.
Ritieni che ci sia bisogno di semplici disposizioni di legge oppure che sia auspicabile un cambio globale di mentalità e di cultura, soprattutto in campo politico e sulla questione femminile? E come pensi di affrontarlo?
C’è bisogno di un cambio globale di mentalità e soprattutto di educazione culturale inmerito. Incentivare la partecipazione delle donne in politica ed educare alla parità di genere fin dalla scuola dell’infanzia evitando fin da piccoli ad esempio letture o giochi solo per maschietti o per femminucce. Ne vale della qualità della vita non solo politica. In virtù delle disposizioni di legge oggi tutte le liste sono alla ricerca di quote rosa. Ma l’inserimento delle donne in politica non avviene nel modo giusto. Qualche giorno fa parlai di donne che hanno “poco da pretendere”. Ho l’impressione che molti partitini e liste cittadine che oggi tentano di sedurre le donne, le vogliano così, di poche pretese. Donne protagoniste attive, non donne di facciata per assecondare il volere degli uomini.
Pensi che i grandi lavori in atto a San Giovanni e Villa Rende possano incidere sulla vita, sull’identità e sull’autostima della Città?
Sono strutture che incidono e gravano anche senza lavori sulla città. Vanno ristrutturate subito e rese fruibili per la città. Bisogna stabilire quale sia l’obbiettivo finale delle operazioni. Stabilire le priorità in questo momento cosi difficile per tutti i cittadini. Contenitori da utilizzare con scelte ponderate ed oculate.
Cava non ha bisogno di grandi opere, ha bisogno di mantenere bene quelle che ci sono. Non dobbiamo essere succubi del salernocentrismo. Una scommessa sarebbe già custodire quelle che abbiamo oggi. Stabilire a priori e in modo trasparente cosa fare nel rispetto di una programmaticità. Non bisogna affidarsi a schizofreniche improvvisazioni.
Immaginiamo che il tuo giudizio sull’Amministrazione Galdi non sia positivo. In ordine di importanza, le cinque imputazioni principali per te sono…
Il Trincerone, piazza Abbro, la Cofima, assegnazione delle case popolari (acquisizione al patrimonio comunale), l’errore sulla tassa per i rifiuti, la fusione metellia/consorzio, i vari bandi di concorso,variazioni di bilanci poco chiare, poca trasparenza dei siti, compresi quelli sui bilanci delle partecipate. Un elenco analitico che non necessita alcun commento.
Ma non c’è proprio niente da salvare, secondo te?
La poca chiarezza dei provvedimenti ha offuscato anche ciò che poteva apparire benevolo. Non sono fra coloro che solo in virtù dell’appartenenza politica deve denigrare l’avversario, ma in questo caso forse Marco Galdi si è circondato di personaggi poco chiari, che lo hanno indotto in errore nonostante la sua enorme preparazione didattica e la sua essenza umana, preparazione e sensibilità che sono state “accoppate” dai poteri forti.
Quali sono le principali differenze tra te e Marco Galdi, a livello personale e politico?
Fortunatamente io non mi sono circondata di saltimbanchi della politica e mai lo farò. Marco ha subito l’arroganza del Cirielli di turno, Schillaci, Luigi Napoli, persone di dubbia capacità che hanno compromesso la sua esperienza alla casa comunale. Non avendo resistito, ne è stato prima vittima e poi complice. Forse la mia concretezza e la mia volontà di chiamare le cose per quello che sono mi differenzia da Marco sia nella vita politica che a livello personale.
E tra te ed i principali concorrenti di area, cioè Servalli e Mazzeo?
Entrambi si nascondono dietro simboli di partito. Hanno giocato a nascondino nel momento in cui occorreva mettersi in gioco per la città. Sono stati entrambi consiglieri di opposizione. Sono politici da anni che hanno svolto una opposizione silente, priva di contenuto, spesso strizzando l’occhio alla maggioranza, per chissà quale motivo.
Se fossi stata tu sindaca, nell’era Galdi, ci dici in ordine di importanza quattro decisioni che avresti preso diversamente da quelle che ha preso lui?
Non avrei indebitato noi, i nostri figli e i nostri nipoti con l’acquisto della Cofima. Acquisto che non solo non comprendo ma di cui non capisco le finalità. Ci dica il nostro primo cittadino cosa ne vuole fare e in che modo voglia operare. Anzi colgo l’occasione per comunicargli che qualora dovessi diventare sindacA siamo tutti pronti a ringraziarlo per l’acquisto ma che, accedendo ad un mutuo personale, siamo pronti a rivenderla a lui stesso allo stesso prezzo pagato. Vogliamo ridare un futuro ai nostri figli e a Cava questo provvedimento ha indebitato non solo loro, ma anche i nostri nipoti.
Non è stato in grado di reperire i fondi per l’apertura di un ufficio esperto in bandi europei al fine di acquisire i fondi comunitari per lo svolgimento di determinati progetti. Questa sarà una delle mie priorità.
In campagna elettorale, pensi di caratterizzare la tua immagine soprattutto come …
Non ho alcuna intenzione di caratterizzare la mia immagine come qualcosa di diverso da quella che sono e da sempre sono stata. Non darò alcuna immagine di me diversa da quella che mi caratterizza da sempre. Come ho sempre detto, prima le persone.
Compatibilmente con le emergenze economiche, cosa potrebbe caratterizzare un’Amministrazione di “sinistra senza se e senza ma”?
Creare una lista delle cose da fare e cominciare dal basso. Da chi non può darti niente in cambio perché non ha niente. Cominciando dagli ultimi per essere primi. Restituire la dignità da chi l’ha soffocata troppo spesso negli ultimi anni.
Con quali criteri sceglieresti gli Assessori? Pescheresti anche dal Consiglio Comunale?
Ho una chiara idea di come scegliere i futuri assessori. Sceglierei certo 3 donne e 3 uomini al di fuori del consiglio comunale che hanno dimostrato competenze nell’ambito lavorativo, dell’associazionismo o del proprio impegno civile in città. Persone competenti per far riemergere la nostra Cava.
Qualche ricetta già pronta per rilanciare l’economia cittadina?
Intercettare i fondi comunitari legati alla formazione, creare un albo di aziende disposte ad ospitare ragazzi degli istituti superiori ( a vantaggio dell’aziende che farebbero da enti formatori); collegarsi al turismo generato dalle navi crociera che arrivano al porto di Salerno(si conoscono in anticipo le date di attracco e quindi organizzare con i gruppi folkloristici cavesi spettacoli sulle banchine con brochure e manifesti pubblicizzanti Cava), un sistema integrato Cava-Salerno-Costiera Amalfitana- Costiera Cilentana ed una mobilità sostenibile. Far sostare i turisti a Cava e poi, utilizzando mobilità sostenibile, spostarli in costiera o a Salerno. Cava attualmente ed ingiustificatamente è esclusa dalle dinamiche turistiche, che potrebbero solo migliorare la condizione dell’economia cavese.
Da dove prenderesti i soldi per il reddito di cittadinanza?
Per il reddito di cittadinanza, il denaro necessario sarà intercettato da un fondo di solidarietà che verrà costituito tagliando e razionalizzando i costi della politica e delle consulenze esterne. Abbiamo già delle somme che potranno essere risparmiate, che son venute fuori dagli studi che abbiamo effettuato.
OK per l’osservatorio sociale sulla povertà nel tuo programma, ma concretamente come pensi di poter agire per combatterla?
Attraverso la fiscalità a favore dei nuclei familiari in condizioni di disagio, il rilancio degli affitti concordati, gli aiuti scolastici e l’eliminazione di tasse per l’iscrizione. Idee e spunti di partenza che vengono finanziati con una massima attenzione allo spreco di ogni genere.
Ed il microcredito, come Sindaca come pensi di incentivarlo?
Il microcredito è un punto importante per molti cittadini che si vogliono lanciare in un’ idea ma che non hanno mezzi, strumenti e possibilità. Abbiamo la convenzione con il Confidi, “Consorzio di Garanzia Collettiva dei Fidi”, un consorzio italiano che svolge attività di prestazione di garanzie per agevolare le imprese . Possiamo utilizzare questa convenzione che, sembra, essere caduta nel dimenticatoio. Inoltre si potrebbe stipulare anche una convenzione con Banca Etica per aiutare le piccole imprese. Sfruttare al massimo Invitalia con esperti del settore con consulenti a disposizione dell’amministrazione.
Cosa potrebbe fare un Sindaco di Cava per ridurre il distacco culturale e politico che c’è tra la Città e le aziende della zona industriale?
Rafforzamento del tessuto industriale della città mantenendo alto il livello di attenzione e di interlocuzione anche critica in rapporto alle strategie delle principali aziende presenti sul territorio e il sostegno all’articolata rete delle imprese e al commercio del territorio , settori esposti agli effetti economici della crisi internazionale. Una casa comunale aperta, anche per loro, con meno burocrazia, con fasi di ascolto continue e, perché no, anche possibilità di sgravi per le piccole imprese che rischiano ogni giorno la chiusura, che sono maggiormente presenti sul nostro territorio e che danno lavoro a molte nostre famiglie.
Da chi gradiresti di essere sostenuta o chi preferiresti sostenere in un eventuale ballottaggio?
Sono una persona che pensa a come superare le difficoltà step by step, di volta in volta. Ho imparato a superare gli ostacoli con questa tecnica che mi permette, per ora, di vivere bene quest’avventura. Ci devo pensare, certamente, ma non da sola. Ho 48 donne e uomini che come me si stanno sacrificando per raggiungere il nostro obiettivo comune. A loro, rappresentanti della società civile, domanderò e con loro decideremo. Insieme.
Ci dici cinque buoni motivi per cui la gente dovrebbe votare te e non altri candidati?
Il giorno della mia candidatura ufficiale , della conferenza stampa, ho ricevuto moltissimi messaggi sia in rete sia telefonicamente, sia con messaggi privati con manifestazioni di pubblico piacere. Devo dire che mi sono molto commossa e che i miei colleghi hanno vissuto in diretta questo delicato momento. La sala piena di amici, di gente comune che mi aspettavano mi ha confermato l’affetto e la stima che i cavesi mi hanno sempre dimostrato. Evidentemente vedono in me una di loro, una cittadina come loro, che si appresta a rappresentarli. A loro chiedo di non darmi solo un voto ma di essere con me. La condivisione, la partecipazione, l’ascolto di tutti è l’unica cosa che potrà far cambiare in meglio la nostra città. Tutti uniti, con idee chiare, scegliendo da ora le priorità, un passo alla volta, sapendo di non avere la bacchetta magica, io credo che potremmo dire: ce l’abbiamo fatta. Gli elenchi motivazionali li lasciamo agli altri.
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