Vetranto, itinerario bagnato ma fascino immutato.
Passeggiata bagnata, ma passeggiata non sfortunata. O almeno non del tutto.
Il quarto Itinerario d’ambiente, che il 10 gennaio doveva portare all’esplorazione della zona di Vetranto ed alla riscoperta del sentiero che una volta portava da Cava giù a Molina, a Vietri ed alla Marina, è stato tarpato in parte dalla pioggia (ma poi è sopraggiunto il sereno) in parte dalla possibilità pratica di ripercorrere lo storico sentiero. Ma non ha perso il suo fascino di fondo.
Innanzitutto, perché ha troneggiato la visita della storica Chiesa di Santa Maria della Purificazione. E qui non c’era pioggia che teneva, essendo praticamente tutto al coperto. Così, sotto la guida sapiente dell’Architetto Pio Silvestro, che ha curato i lavori di restauro, della storica guida Lucia Avigliano Guida e del Presidente AST Mario Galdi è riapparsa sulla scena la fascinosa vicenda della Chiesa.
Dopo circa sessant’anni è tornata a vivere, di quella vita che l’aveva nobilitata per oltre un millennio, dal VI secolo, dai tempi in cui l’Abate Pascasio vivificò sulla discesa da Castagneto verso Molina la prima comunità cristiana della Valle Metelliana. Una realtà, quindi, ben antecedente all’Abbazia Benedettina di Alferio Pappacarbone.
Per secoli la Chiesa di Vetranto ha rappresentato un punto di riferimento di fede, di accoglienza ed anche di ristoro per coloro che da Cava si spostavano verso Vietri e Salerno e, mancando l’attuale strada nazionale, dovevano attraversare il vallone oltre San Francesco e incunearsi nella via boscosa che dalle colline discendeva verso il mare.
Tempo, incuria, bombardamenti, mancanza di fondi, ruberie varie hanno progressivamente depauperato la Chiesa, senza contare che anche il valore del passaggio è andato progressivamente diminuendo, data l’esistenza della Statale.
Grazie all’impegno dei sacerdoti della Madonna dell’Olmo, da Padre Raffaele Spiezie a Padre Silvio Albano all’attuale parroco Padre Giuseppe Ragalmuto, grazie alle donazioni generose della popolazione ed agli aiuti istituzionali, i lavori di restauro sono arrivati al traguardo. È tornata a farsi bella la stupenda cupola arabescante, che purtroppo si può guardare un poco dal piazzate posteriore e si può ammirare intera solo dalla frontale strada per Santiquaranta. È tornato forte e saldo il campanile, hanno ritrovato un pulito vigore le ampie navate interne, con le eleganti decorazioni rimaste ed il sarcofago dell’Abate Pascasio. È ritornata alla sua Casa Madre l’emozionante statua ottocentesca della Madonna della Purificazione, opera di Giovanni di Nola. Nel corso dell’inaugurazione è stata riportata al suo posto, tra gli applausi, la colorata immagine della Madonna Addolorata. Sull’altare, la croce lignea è stata infiorata da un suggestivo ed artistico Cristo in croce di Emilio Socci, che, pur partendo dalle linee tradizionali, non ha rinunciato a lasciare il segno del suo stile gravido di movimentate torsioni del corpo e di parlanti colori. E sul Terrazzino Paradiso, per chi ha la fortuna di accedere, è possibile godersi a trecentosessanta gradi un vorticoso giro panoramico che comprende campanile, cupola, San Liberatore, la gola di Vietri col mare, Dragonea, Monte Finestra e Monte Castello.
Tutto questo, oltre alla suggestione di una calata nella cripta, si sono goduto gli appassionati “itineranti”. Ed al termine, dopo la consueta presentazione del “segno” dell’Azienda, in questo caso tabelloni con la storia della Chiesa, il godimento è stato santificato dal consueto e saporito buffet, con stuzzichini salati e dolci, tra cui stavolta spiccavano delle castagnole al cioccolato dal retrogusto avvolgente.
E così anche questo itinerario è finito in gloria. Alla faccia della pioggia …
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