Nello scontro sui fuochi dell’Assunta interviene con decisione il Vescovo. E Fra Gigino chiede scusa per la sua reazione
CAVA DE’ TIRRENI (SA).
Botte proibite, botte e risposte, Don Camillo e Peppone …
Si è sbizzarrita in giochi di parole e pittoreschi richiami l’immaginario popolare di fronte allo scontro che ad alto tasso di roventi comunicati e polemiche dichiarazioni dal pulpito sta coinvolgendo il Sindaco di Cava Vincenzo Servalli ed il Rettore del Santuario di San Francesco e Sant’Antonio, don Luigi Petrone, per tutti Fra Gigino.
Come è noto, il conflitto è stato dichiarato da Fra Gigino dopo il rifiuto del Sindaco di concedere l’autorizzazione per lo spettacolo pirotecnico dell’Assunta, da effettuare in piazza la sera del 15 agosto. Motivo: non aggiungere, per fuochi religiosamente immotivati (l’Assunta è venerata nella Chiesa del Purgatorio, non al santuario di san Francesco) nuove occasioni di lamentela per i rischi alle cose e per il disturbo arrecato da fragori e fumo ai malati del vicino ospedale ed agli abitanti della zona.
Reazione “da leone”, anzi da Solleone, di Fra Gigino, che dal pulpito della chiesa, durante una celebrazione eucaristica, ha pronunciato parole di rottura contro il Sindaco ed il Comune, minacciando tra l’altro di chiudere il parcheggio usato per i visitatori dell’ospedale e di proprietà dei frati, oltre che di mandare (e “affidare”…) in corteo al Municipio tutti i poveri che usufruiscono della mensa, finanziata anche con queste iniziative. Ciliegina sulla torta, ha rivendicato il suo ruolo di organizzatore principe delle feste religiose-civili, accusando i sacerdoti delle altre parrocchie cittadine di essere incapaci di avere idee originali e di essere dei puri fotocopiatori dei suoi programmi.
Reazione ulteriore del Sindaco, che ha dichiarato la sua solidarietà al clero cittadino, invitando Fra Gigino a non cadere in atteggiamenti smodati poco in linea con la vocazione e la pratica francescana.
Intanto l’Assunta si avvicina e cresce la curiosità di scoprire quale decisione finale sarà finalmente assunta.
Tutto lascia pensare però, che la “vittoria” (ammesso che si possa chiamare così l’esito di uno scontro tutto sommato poco esaltante) toccherà al Sindaco, sia perché è suo diritto far rispettare il ruolo delle istituzioni in casi del genere, sia perché egli è intervenuto con decisione e correttezza formale su un tasto molto sentito da quella parte della popolazione che poco ama gli eccessi di Fra Gigino. E a cedere dovrà essere il pur vulcanico e tante volte meritevole Fra Gigino, secondo noi non per l’intenzione di aggiungere agli altri un nuovo spettacolo pirotecnico (se ne fanno tanti e dappertutto, anche nelle feste private…), ma perché, mentre nel merito tutto sommato avrebbe potuto rivendicare qualche ragione, nel metodo, con le sua reazione aggressiva e le minacce di ripicche e gli attacchi al clero, si è, almeno per l’occasione, alienate parecchie simpatie.
A dare la “botta” finale, il meritorio e forse risolutivo comunicato emesso dall’Arcivescovo di Amalfi-Cava Mons. Orazio Soricelli, che è intervenuto nella contesa con piglio da arbitro e spirito di mediazione, da una parte bacchettando Fra Gigino per i suoi eccessi di metodo, ed anche di merito, dall’altra proponendosi come promotore di un incontro di pacificazione tra i due contendenti.
Incontro che naturalmente ci auguriamo ci sia al più presto e che abbia un esito coerente con la qualità e la dignità del Sindaco e del Rettore. Ma ancor più ci auguriamo che non ci siano più lamentele e proteste per superbotte e strafeste affidate alle iniziative ed ai permessi occasionali, ma semplicemente si riesca ad emettere un regolamento chiaro, condiviso da tutti, al quale attenersi in ogni circostanza.
E ancor più ci auguriamo che la religione non sia riduttivamente imprigionata in una congerie di rituali formali, feste paganeggianti e adorazioni vagamente feticistiche di reliquie più o meno sacre, ma soprattutto sappia aprirsi come una linfa di vangelo vivo attraverso quei valori di fraternità e solidarietà che del resto continuano ogni giorno ad essere esaltati dal buon Papa Francesco, gran critico dei contenuti sacrificati alle forme, dei sacerdoti “asettici” e di tonache troppo pulite per essere troppo lontane dai greggi che devono guidare. Fermo restando, naturalmente, che in questi casi il pesce “spuzzi” non solo dalla testa ma anche dalla coda, alias dalla domanda spesso dominante di tante persone, che si lasciano sedurre con facilità dalle varie feste dello struzzo, rimangono indifferenti di fronte all’applicazione dei valori cristiani e intanto si setono a posto solo perché si fanno il segno della croce.
Nell’attesa, ecco il testo completo del meritorio comunicato di Mons. Orazio Soricelli.
Al mio rientro dall’esperienza con i Seminaristi ad Acerno, ho trovato una incresciosa situazione che si è venuta a creare dopo le esternazioni ed interviste rilasciate da fra Gigino e che hanno coinvolto il Sindaco ed il Clero.
Ho incontrato personalmente il Frate francescano e ho avuto modo di ascoltarlo e di ribadire alcune considerazioni che ritengo doveroso rendere pubbliche.
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Innanzitutto sottolineo che tra le istituzioni ecclesiali e quelle civili ci sono stati sempre rapporti di reciproco rispetto e collaborazione.
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Ho manifestato chiaramente il mio dissenso per certi interventi, espressioni ed atteggiamenti che non sono confacenti ad uomini di Chiesa.
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Ho evidenziato che non è corretto utilizzare il pulpito, luogo dell’annuncio della Parola di Dio, per affermazioni discutibili ed irriverenti verso persone o istituzioni.
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Fra Gigino chiede scusa per le parole adoperate e domanda comprensione e considerazione.
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Mi riservo di promuovere, quanto prima, un incontro di chiarimento, tra il Sindaco ed il Religioso, per riprendere un cammino di concordia, di rispetto e di costruttiva collaborazione, in vista del bene comune.
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Inoltre ribadisco che gli spettacoli pirotecnici, se rendono più bella la festa, tuttavia, devono essere contenuti, sobri, ragionevoli, tali da non recare fastidio alle persone ed offendere i poveri.
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Infine, invito tutti a tener presente che le feste religiose, istituite per celebrare i grandi avvenimenti della Storia della Salvezza, nonché le meraviglie operate dal Signore nei Santi e per promuovere, incrementare e manifestare la fede, non si riducano a manifestazioni culturali, folcloristiche e gastronomiche, disancorate da un’autentica adesione alla fede.
Cava de’ Tirreni, 8 agosto 2015 + Orazio Soricelli
- Vincenzo Servalli
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