Dall’1 settembre multa (buona e giusta, o forse no) di 500 euro per l’errato conferimento dei rifiuti. Ma come si “paga” l’immondezzaio della Pietra Santa?
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Ci sembra giusto apprezzare l’iniziativa del Vicesindaco Nunzio Senatore, assessore all’Igiene Urbana, e più in generale dell’Amministrazione Servalli, di dare con la collaborazione della Polizia locale una stretta decisa ai controlli sul conferimento dei rifiuti, che negli ultimi mesi e forse anni è apparso sempre più disordinato, sregolato e improduttivo. Lo è stato per colpevoli distrazioni amministrative, ma anche per la non sempre soddisfacente collaborazione di tanti cittadini, ben poco disposti a dedicare tempo e spazio per la raccolta differenziata ed ancor meno a scendere di casa nell’ora in cui si sta in pigiama o, orrore orrore, a camminare dai cinquanta metri in su per trovare il bidone o la campana giusta. Il pesce, notoriamente, non puzza solo dalla testa…
Va quindi nella giusta direzione la notizia che finalmente sia dei cittadini privati sia degli esercizi commerciali sono stati multati (150 e 250 euro) per conferimento in giorni, orari o contenitori impropri.
È sicuramente un segno di allarme per tutti coloro che finora si adagiavano nella comoda anarchia. Sicuramente qualcuno sarà corso ai ripari, rispettando le regole, un po’ come i ragazzi a scuola, quando si mettono a ristudiare affannosamente perché il prof sta interrogando non solo i volontari o i programmati, ma chiunque…
L’allarme per i “comodi” (e forse anche per il semplice cittadino corretto cui una volta tanto di “sbagliare”) diventa ancora più grande, alla notizia che dall’1 settembre le multe per privati ed esercizi commerciali sono state equiparate alla monumentale cifra di 500 euro.
Questo segno deterrente dovrebbe ulteriormente rallegrarci, eppure la cosa non ci convince del tutto.
A parte il fatto che i controlli, per coerenza, dovrebbero essere più costanti e per di più in ore di solito non molto “vigilate”, fatichiamo ad immaginare il vigile che abbia il coraggio di stilare un verbale di multa corrispondente al mensile di un dipendente al nero, o in bianco nero.
E ancor più fatichiamo ad immaginare la faccia di un cittadino che, dopo la sanzione, se ne andrà bel bello alla posta a pagare il bollettino e non farà fuoco e fiamme per farsela togliere o ridurre e, se il fuoco non avrà bruciato tutto, alla fine non deciderà di far finta di niente in attesa che l’onda si plachi, tanto “mica lo arrestano”. E comunque si sentirà vittima sacrificale di un’ingiustizia, essendo lui, o lei, l’unico ingiusto, o ingiusta, che pagherebbe tra tanti ingiusti che non pagano una punizione che sarebbe comunque buona e giusta. Insomma, un po’ l’effetto Cocoricò, la discoteca di Rimini chiusa quattro mesi per la morte di quel ragazzo per over dose per mancanza di controlli, in un mondo dove si è abituati a controllare solo il tagliandino del biglietto d’entrata.
E comunque, a prescindere, è giusto stabilire quasi a freddo una sanzione del genere, senza mettere dappertutto manifestini d’allarme?
Quanto è praticabile questa sanzione? Non si corre il rischio di ripetere in altro campo e per l’ennesima volta la finzione delle sanzioni per padroni di cani sporcatori, con disposizioni cariche di minacciose prebende ed esiti molto vicini al “multe zero”?
Non si corre il rischio della boutade propagandistica che finisce col fare la fine delle grida manzoniane, con gli Spagnoli che stabilivano pene terribili per i criminali e i prepotenti, ma che poi non inquisivano nessuno, soprattutto se era uno dei loro?
Non sarebbe meglio ipotizzare controlli molto, molto più serrati (stile telecamere), e una multa più ridotta, molto più ridotta, ma vera e incancellabile? Forse che non brucerebbe ugualmente al cittadino inadempiente il pagamento di “soli” cinquanta o cento euro?
E non sarebbe ancora meglio impegnare risorse ed entusiasmo per una campagna di educazione civica generalizzata nelle scuole, come si fece all’epoca dei primi tempi della Se.T.A, vent’anni fa, con risultati che allora per anni furono definiti stupefacenti e che posero Cava all’avanguardia nella Campania e nel Sud Italia?
E non sarebbe ancora meglio del meglio ripensare (come pare che l’Ammistrazione stessa si stia riproponendo) all’intera politica del conferimento e dello smaltimento, magari facendo pagare un’imposta, non una tassa fissa, in funzione del consegnato, o effettuando il prelievo porta a porta, o prendendo in considerazione l’ipotesi “rifiuti zero” e affini, che negli ultimi anni più di una parte politica ha proposto (ricordiamo l’ex Sindaco e Presidente del Bacino Raffaele Fiorillo e il Movimento Cinque stelle e lo stesso Partito Democratico nel programma elettorale)?
In attesa di tutti questi ripensamenti, intanto, ci stupisce e ci fa anche un po’ arrabbiare e vergognare l’abbandono in cui da mesi, e quindi anche ad opera di chi adesso per altre zone si sta adoperando per una maggiore igiene pubblica, è stata lasciata la strada ascendente della Pietra Santa. Poco più di un mese fa proprio Vivimedia, con un video proposto da Livio Trapanese, denunciò la presenza non solo di cartacce diffuse figlie di amori in auto, ma anche di divani, materassi e oggetti sporchi e ingombranti. Per di più con uno sbarramento al termine della salita da Cava, che chiude la strada senza nessun preavviso in basso e, data la carreggiata stretta, impedisce la svolta di direzione e costringe ad andare in retromarcia oppure a fare una spericolata manovra a rischio immersione nel fosso ai lati. Ironia delle ironie, nella piazzetta c’è un cartello, che recita l’invito a difendere la natura ed a gettare le cartacce negli appositi cestini (che non ci sono per niente). Firmato, il Comune di Cava de’ Tirreni.
Senza commento.
In questo mese poco o nulla o nessuno si è mosso. I materassi sono ancora là, i divani pure, gli oggetti di arredamento e robaccia varia pure, compreso il morso di pudica vergogna che prova un cavese a percorrere o a mostrare uno degli angoli più belli e storicamente più significativi della Città.
Tra dieci giorni, alla Badia ci sarà la Festa Rinascimentale (ndr: e venerdi 21 agosto nel chiostro dell’Abbazia Benedettina si terrà il recital pianistico di Anna Kravtchenko). Diamo quindi per scontato che sarà ripulito tutto. In questo anche il Vicesindaco ci ha correttamente rassicurati. La domanda però viene spontanea: e… se non ci fosse stata la Festa Rinascimentale? Tutto sarebbe rimasto come prima? Riprendendo la metafora scolastica, bisogna proprio attendere gli esami per studiare, o non sarebbe meglio farlo sempre durante tutto l’anno scolastico?
Sappiamo bene che è difficile controllare chi va a insozzare la zona e quindi fargli un’adeguata multa, ma non esageriamo nell’adagiarci sulle difficoltà … e non dimentichiamo che la Pietra Santa, per quanto immondezzata e “incasinata” in tutti i sensi, è anch’essa Cava.
E la nostra Città ha sempre avuto un decoro che non può essere tradito proprio sul più bello … e nel più bello …
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