L’ETA’ DELLA PAURA MERAVIGLIOSA nella lirica di Rodolfo Vettorello
Un vetro verde di bottiglia
Erano gli anni che si andava, a notte,
lungo le strade di periferia,
in cerca di un superstite locale.
Un po’ di vino rosso nel bicchiere
al tavolino di quell’osteria,
per fare l’alba. Poi di corsa a casa,
dormire un’ora, poi di nuovo:
via!
Erano gli anni della timidezza,
la malattia che fa tremare il cuore
per il terrore folle di sbagliare.
Tenersi lungamente per la mano
al lume di una lampada discreta,
farsi coraggio,
col versare piano
un ultimo bicchiere e quella voglia
di bermela con gli occhi,
lei che amo,
traverso un vetro verde di bottiglia.
Rodolfo Vettorello
da “In ripetuti soffi” – Poesie- Rhegium Julii (RC) 2014
Strada di periferia. E’ una notte di tanti anni fa. Il poeta è in cerca di un locale ancora aperto, “superstite”, per “fare l’alba”. Turbinio di stati d’animo che vengono dettati da una strana malattia, la timidezza tipica della giovinezza “Erano gli anni della timidezza/ la malattia che fa tremare il cuore /per il terrore folle di sbagliare”. Anni giovanili vissuti in un paese come tanti altri dove le ore con passo lento vengono scandite da incontri al bar o all’osteria. Un incontro d’amore “al lume di una lampada discreta” davanti ad una bottiglia di vino rosso. Si cerca coraggio anche nel semplice atto del versare (ma “piano”) del vino per l’ultimo bicchiere. Ma la sete è di ben altra natura! “Bermela con gli occhi”. Eccolo, sembra vederlo il volto dell’amata “traverso un vetro verde di bottiglia.” Simboli di un qualcosa d’irripetibile: la giovinezza. Fragile e che pretende particolare attenzione come vetro; verde bottiglia come età trasparente fatta d’impalpabili sogni, attese emozioni. E’ l’età della paura meravigliosa. Poesia godibilissima impreziosita – nel suo apparente andare prosastico- qua e là da un gioco di rime: periferia v2/ osteria v 5 con richiamo assonante al verso ottavo: via; intreccio di rime al mezzo: cuore v 10 / terrore v 11, tremare v 10/ sbagliare v 11; pregevole l’allitterazione (vv.12/13) delle lettere N e M unite alle vocali E e A: TeNErsi lungAMENte per la MAno/ al luME di uNA lAMpada; rime: mano v 12/ piano v 15 in assonanza con amo v 18 e, in chiusa finale, una rima esemplificativa dell’intera lirica: voglia v 16 / bottiglia v 19.
Rodolfo Vettorello. Nato a Castelbardo (PD) nel 1937. Laureato in architettura al Politecnico di Milano ha operato nel settore pubblico e poi nella libera professione. Presidente o membro di giuria di diversi premi letterari. Ha al suo attivo circa venti volumi di poesia che gli sono valsi premi e riconoscimenti tra cui il “Premio G. Trisolini 2012” per la raccolta “In ripetuti soffi” da cui è tratta la poesia in oggetto.
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