Ad un mese dalla scomparsa, ricordiamo Adolfo Corinaldesi, pittore dalla mano dorata e geniale signore delle maioliche. Un artista tutto da riscoprire e rivalutare
CAVA DE’ TIRRENI (SA). È passato poco più di un mese dalla scomparsa precoce, a soli sessantuno anni, di Adolfo Corinaldesi e ci sembra giusto, ora, a mente più fresca dopo la botta forte dell’emozione, rendere il giusto omaggio ad un artista geniale, un cavese che guardava al mondo e che ha avuto l’occasione per essere guardato e ammirato dal mondo ma non ha sempre avuto il piacere di essere riconosciuto come tale dai suoi concittadini.
Riportiamo qui un affettuoso ed emozionato ricordo scritto da Paola La Valle, che ha avuto modo di conoscere bene lui e la sua famiglia, ed uno stralcio della nota critica scritta per lui dall’artista Maria Teresa Kindjarsky per la pubblicazione del suo catalogo personale. Prima però è opportuno delineare, sia pure per linee brevi ed essenziali, il suo profilo esistenziale ed artistico.
Nato il 14 luglio 1954 a Cava de’ Tirreni, pur essendosi diplomato in una disciplina tecnica come la ragioneria, ha sempre coltivato la passione dell’arte a trecentosessanta gradi, con l’obiettivo di essere capace di dipingere, disegnare, lavorare la maiolica, la ceramica e la tela, caratterizzarsi nel figurativo come nell’astratto, nella decorazione come nel restauro. Ha cominciato ad esporre quando aveva solo ventuno anni, e da allora si è fatto apprezzare in tutta Italia ed anche all’estero, con un riferimento particolare negli Stati Uniti, dove, dopo essersi specializzato nella tecnica della maiolica umbra, nel 2004 ha esposto a San Francisco una personale di pittura e maiolica sul tema Ars et Amor.
Proprio in questi due settori ha raggiunto negli ultimi anni i risultati più convincenti. Nella pittura, ha sfruttato al meglio le sue eccellenti qualità di disegnatore, non limitandosi alla iniziale rielaborazione di quadri rinascimentali di altri autori, ma producendo opere originali, realizzate con un impasto tecnico assolutamente originale, ricche di suggestive tonalità di luce e di figure ad alto tasso di espressività, colte a volte con fascinosi lampi di genio espressivi. Tra tutti, segnaliamo il bellissimo volto del Cristo in “Le lacrime della storia”, le dolci e chiaroscurali palpitazioni de “L’attesa”, il tenero incontro generazionale di “Primi e ultimi passi”, le misteriose evocazioni di “Calme trasparenze”. Recentemente una serie di suoi dipinti, illustranti corpi di donna ed incentrati sulla violenza che essi subiscono, è stata esposta in Australia.
Il meglio di sé Corinaldesi lo ha offerto tuttavia nelle maioliche, di fascinoso ed immediato impatto, ricche di colori, fascinose figure e forme avvolgenti, espressione di una vulcanica energia interiore, arricchita di brividi d’amore e nello stesso tempo calda di una tenebrosa inquietudine esistenziale.
A Cava, nonostante non sia stato sempre profeta in patria come sperava (forse anche per il suo carattere sensibile e generoso, ma di non facile accesso), ha comunque avuto modo di effettuare una apprezzata mostra personale antologica nel 2005, a Santa Maria al Rifugio, ed ha donato ufficialmente un grande quadro della Pace, offerto gratuitamente alla Città in occasione del premio Mamma Lucia e della visita di un gruppo di ragazzi del Medio Oriente.
Per questo, il nostro, ed altri articoli che ci auguriamo vengano scritti sulla sua figura, oltre che un omaggio personale alla sua figura artistica, vogliamo fortemente intenderlo anche come l’avvio di un recupero forte e convinto da parte di tutta una collettività, tale da completare un rapporto intenso tutto da scoprire, riscoprire ed apprezzare. (FBVitolo)
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Non ti avevo dedicato neanche una parola quando ho saputo che ci avevi lasciato. Così, all’improvviso. In un giorno che è stato brutto dal mattino; un’altra vita finita, poi tu che solo pochi giorni prima avevo scoperto malato. Ma non ho voglia di parlare di quello che non c’è più di te.
Ho letto molte cose in questi giorni da parte di persone che ti hanno dedicato pensieri, ricordi della tua sensibilità, della tua arte magistrale.
Ma io con te ho sempre litigato. Ci siamo scontrati dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti. La tua arte come scudo di ogni follia. È vero, sei, eri, un artista. Hai disegnato cose stupende, hai incastrato dentro le tue maioliche un animo che nella realtà non hai mai saputo o voluto raccontare davvero. E ora non potrai nemmeno venire a discutere di ciò che ti dirò!
Ti ricordi la tua passione per come scrivo? In fondo sei stato uno dei primi ad amare i miei pensieri, tanto da farli diventare presentazione della tua mostra qui a Cava, tanto da chiedermi di inaugurare il tuo laboratorio, tanto da rendermi immortale in un tuo quadro. Un quadro a cui avevi dato un titolo che poi hai cambiato, ma io e te lo ricordiamo ancora.
Si, sei stato un folle. Un folle genio, peccato che tu abbia imprigionato la tua arte dentro una corazza. Quando facevi trapelare ciò che c’era dietro, erano meraviglie quelle che venivano fuori, ma troppo spesso le sommergevi con quell’aria da burbero che ti piaceva assumere.
Cava ha parlato poco di te, ora come prima. Ma tu l’hai amata tanto, con i suoi personaggi, le sue storie, con i campioni che l’hanno attraversata.
Hai lottato per uscire dall’anonimato di una città snob, chiusa, lobbista, che sa curare solo interessi di parte, ma l’hai fato preferendo lo scontro, vantandoti di come ti amassero fuori, fino in America e non a casa tua. Nemo profeta in Patria, sembra scontata come frase. Ma per te è ancora più vera. Tu eri incompreso quasi ovunque. Ma hai lasciato grandi segni della tua presenza. I dipinti, la tua passione per i dettagli, le mani, ti ricordi quante volte me ne hai parlato?
So che da qui a un mese sarebbe partita la tua scuola, un sogno che stava per diventare realtà. Una vittoria su quella burocrazia e quel sistema che hai sempre combattuto, e che ti aveva concesso un sì giusto in tempo per non viverlo. Anche in questo ti hanno preso in giro? Ma forse non c’erano molti che potevano continuare la tua arte, la tua stessa passione, la tua stessa “follia”.
Ciao caro Adolfo, non ci siamo salutati in vita, non ci siamo più scambiati rimproveri e litigi, come vecchi amici sanno fare, ma con te non ho assolutamente l’impressione di essermi lasciata. Sei sempre qui intorno, il tuo cane lo vedo ogni mattina, a lui manchi di sicuro, ti viene incontro. Non sa che non tornerai, ma noi sappiamo che non hai fato in tempo ad abbandonarci, no, non l’hai fatto.
In ogni sfumatura di colore, in ogni sguardo, in ogni oggetto dove hai voluto lasciare la tua firma, potremmo rivederti, ritrovarti. Per sempre.
Tu vivrai molto più di noi caro Maestro. Egoista. Come sempre! (Paola La Valle)
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La memoria, l’amore, la verità, la vita, si fondono e si estrinsecano in unico coro a più voci, nelle opere di questo artista cavese poliedrico, istrionico, rude, a volte iroso eppure dolcissimo, sensibile, a volte tenero, che riesce a farci vivere momenti di ineguagliabile lirismo.
Nei suoi dipinti, sospesi per sempre in una sorta di velata nostalgia, troviamo forme classiche avviluppate con tocco sapiente, in una plasticità che ammalia, forme che guardano al passato pur interrogando costantemente il futuro.
Corinaldesi dipinge corpi in modo magistrale, ma non si esaurisce in questo la sua arte. Egli valica i confini dell’immagine perché è se stesso, con la sua anima che tende a raccontare alle sue tele.
Ed è anche e soprattutto ceramista, arte in cui eccelle, estrinsecando un’altra parte di sé, tanto diversa dal Corinaldesi pittore. Con la ceramica esplode infatti nell’artista tutta la passione dell’uomo moderno, che vive emozioni forti, immediate. L’uomo che plasma la materia, scavandola, modellandola, in un’esaltazione di forme plastiche dai colori brillanti, dove anche immagini classiche rivisitate si trasfigurano e vivono una nuova, moderna dimensione.(Maria Teresa Kindjarsky D’Amato)
- Adolfo Corinaldesi
- Una maiolica di Corinaldesi
- Adolfo Corinaldesi – Sorrisi di paglia
- Adolfo Corinaldesi – Padre Pio
- Adolfo Corinaldesi – Eleonora
- Adolfo Corinaldesi – La prima vendemmia
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