Presentata nel Salone dei Marmi la raccolta poetica di Vittorio Pesca, “Amore di Dio”, un recupero della Fede e dell’Innocenza nelle tempeste di giorni amari
SALERNO. Un inno alla Fede e all’Amore, nella ricerca e nel recupero della parte più innocente e più consapevole dell’anima.
E tanto calore, tanti sorrisi e congratulazioni da parte dei numerosi amici ed estimatori che sono accorsi, in gran parte non come semplici spettatori, ma come “spettattori”, dato che, oltre ad applaudire il poeta Vittorio, hanno loro stessi commentato il libro e declamato delle liriche ed offerto testimonianza di un rapporto che è, esso stesso, fonte di poesia e di calore umano.
Questo il filo rosso della serata di venerdì 10 ottobre, svoltasi a Salerno presso il Salone dei Marmi del Palazzo di Città, per la presentazione dell’ultimo libro di Vittorio Pesca, Amore di Dio.
Sono intervenuti l’on. Guido Milanese, i prof. Ermanno Guerra (Assessore del Comune di Salerno), Elena Ostrica (Presidente del Centro Artisti Salernitani), Florinda Battiloro (Presidente dell’Associazione “Il Caffè dell’artista”), Mariarosa Palmieri, Angela Furcas, Antonella Sparàno, Carmen Scarano, Luigi Crescibene. Hanno declamato poesie Angela Furcas, Pina Sozio, Anna Maria Maio, Carmen Scarano, Emanuele Occhipinti, Marco Pesca, Virginia di Filippo (in inglese), Rosanna Rotolo, Teresa Rotunno, Mario Apicella, Carmine Bilotti, Cristina Pellegrino, Antonella Sparàno, Florinda Battiloro. Gli intermezzi musicali, tutti graditi, coinvolgenti e di classe, sono stati realizzati dalla cantante Giovanna Petretta, chansonnièrealla francese (che ha alle spalle un bella carriera, con punte nazionali, presenze Rai e partneriato con Memo Remigi) , accompagnata dal tastierista Rosario Cantarella, e dal cantante chitarrista Mimmo di Salerno, chansonnier esperto della canzone napoletana e trascinante “posteggiatore” a voce piena.
Ha relazionato, declamato e condotto il sottoscritto scrivente, Franco Bruno Vitolo.
Con questo volume Pesca ha completato così la sua prima “collana dalle sette perle”, con una raccolta di poesie in cui, pur conservando sempre il suo poetare semplice e chiaro, si distacca leggermente dai temi dominanti delle sei opere precedenti.
In precedenza, Pesca aveva raccontato le speranze, le delusioni, le fatiche e le conquiste della sua esperienza di emigrante, (Cuore di emigrante, Pietre nel cuore, Canti d’amore, Un’altra vita,), la malinconica e struggente rosa dei ricordi piena di spine (), il viaggio dell’esistenza, il rapporto con la parte terminale della vita ed il contatto con l’oltre (Al di là, Nuvole del tempo).
I temi clou di questa raccolta, la Fede e l’Amore, rappresentano da sempre la spina dorsale dei testi, del pensiero e dell’anima di Vittorio Pesca, cantore della famiglia, del lavoro, della lealtà nei rapporti, della solidarietà personale e sociale, del rapporto con le radici cilentane (è originario di Piano Vetrale di Orria), nella difesa di un’identità che viene da lontano e guarda lontano e che ha rappresentato la stella polare di tutta la sua navigazione, salvandone la rotta nei momenti più difficili. .
In questa raccolta Dio è la figura dominante, ora come riferimento di preghiera e di speranza, ora come fonte di solidarietà e amore, ora come padre amorevole, accogliente risolutore di dubbi e problemi, ora anche come padre offeso dal figlio peccatore che tende la mano in cerca di perdono.
I versi con cui Pesca si rivolge a Dio o parla di Dio sono preghiere nude, semplici, sussurrate a labbra semichiuse da un uomo ormai maturo alla ricerca dello spirito bambino che gli ridia la pupilla innocente dell’infanzia, delle radici e della sua identità. Un’ innocenza tanto più necessaria in un mondo travolto dalla violenza, dalla corruzione, dalla mancanza di “centri di gravità permanenti”.
Da questa luce religiosa, si snodano poi le varie liriche, che inizialmente sono professione di Fede, inni alla Speranza, stimoli alla Carità, poi si aprono ai valori più alti di cristianità ed umanità ed ai massimi testimoni del Vangelo, cioè i Papi che negli ultimi tempi hanno guidato il cammino della Chiesa.
Si va da Pio XII, luce di verità, ansia e dolore nel tenebroso buio orrore della guerra, fino al volo di Papa Francesco, venuto dai margini miseri della terra con ali di angeli e sospiri, con la bisaccia piena di amore e di bontà.
Tutte le altre poesie dipendono da questi valori e dalla lezione di queste figure, a prescindere dall’argomento specifico. E non a caso la raccolta termina con la contemplazione delle porte del cielo davanti alla croce della salvezza e si conclude brillantemente con l’agrodolce partenza degli uccelli per altri mondi, metafora vibrante e dolente degli esili e delle migrazioni a cui siamo costretti in questa vita. Eppure, il messaggio finale parte proprio da questi uccelli, perché ci richiamano il piacere dell’anima in volo, la nostalgia di altri cieli ed altri tramonti, che possano risplendere di fronte alle nostre anime finalmente purificate.
Il messaggio complessivo, alleggerito a sua volta da qualche lirica più specificamente ludica (come quella in cui il poeta si diverte a giocare col suo gattino), è arrivato al folto pubblico, che ha gradito ed ha applaudito tanto. Alla fine ha stretto il poeta in un abbraccio affettuoso, sancendo il successo di una serata feconda sul piano della comunicazione, stimolante per il suo omaggio alla poesia dello spirito ed allo spirito stesso dell’ispirazione poetica… ed anche giustamente gratificante, dato che dai Dirigenti del Centro Artisti Salernitani, di cui è socio attivo sempre, Pesca ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di una medaglia d’oro alla carriera.
Il sorriso finale del buon Vittorio lascia intuire che, completata la prima collana delle sette perle, ha già pronto un nuovo filo per inserirvi nuove perle e farle luccicare con le luci di quella purezza che è la stella polare del suo cammino di poeta e di uomo.
Per un lettore ed un appassionato di poesia, sono queste le collane più gradevoli e più facili da indossare. E non vanno mai fuori moda ….
- Vittorio Pesca
- Da sin., Luigi Crescibene, Angela Furcas, Vittorio Pesca
- Antonella Sparano e Carmen Scarano
- Il cantante Mimmo di Salerno in azione
- La cantante Giovanna Petretta
- Il saluto dell’on. Milanese
- La consegna delle rose in una serata senza spine
- Nella fila anteriore, da sin. Gudrun, moglie di Vittorio Pesca, Emanuele Occhipinti, Rosanna Rotolo
- Vittorio Pesca con la rappresentante di una comunità bulgara
- La consegna della medaglia d’oro alla carriera
- Foto di gruppo alla fine della serata
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