Tra cortei, canti, danze e riflessioni celebrata la Giornata della Pace, all’insegna del profumo e contro l’indifferenza
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Trenta gennaio, Giornata della Pace, celebrazione di alto profilo e “in gruppo”, promossa dall’Arcidiocesi Amalfi Cava, organizzata con la collaborazione del Punto Pace Pax Christi, realizzata con la partecipazione di numerose realtà associative e parrocchiali, costruita con spirito e temi capaci di “bucare” l’attenzione ed arrivare diritto alla mente ed al cuore.
La parola d’ordine giusta al momento giusto, in questi tristi tempi di smottamento sociale e tensioni armate: “Vincere l’indifferenza, conquistare la pace”. Parola d’ordine dettata da un Papa che sta sfoderando tutte le “armi” a sua disposizione per costruire un mondo di ponti senza muri, un mondo in cui nessuno rinunci a portare il suo mattone.
Affascinante la parola d’ordine, contenuta nel manifesto e nel titolo della manifestazione: Il profumo della Pace. Profumo reale, portato dai partecipanti per distribuirlo agli altri, come fece la donna che unse Gesù. Profumo metaforico: cospargere l’altro è il segno dell’accettazione, della disponibilità, della solidarietà. Profumo ecumenico: una carica odorosa contro la globalizzazione dell’indifferenza in una società ogni giorno più piena di cerotti, bombe, violenze, ingiustizie di tutti i generi.
E poi, la Pace cercata, vissuta, danzata. Prima, si è formato un corteo trascinante, al seguito dell’Arcivescovo Mons. Orazio Soricelli, del Vicesindaco Nunzio Senatore, del Coordinatore del Punto Pace Pax Christi di Cava Antonio Armenante; un corteo ricco di canti, di colori, e di ritmi che donavano il pieno di energia, grazie anche al contributo di una band parrocchiale molto speciale, guidata con slancio coinvolgente e tenera combattività dalla “paladina” Marilena Ronca.
Quindi, tutti insieme, nel complesso di Sant’Alfonso, a costruire spezzoni di ponte attraverso le parole di don Angelo Mansi, Vicario episcopale per la Pastorale, che attraverso una parabola ha raccontato la ricerca del profumo di se stessi, necessario per profumare il rapporto con gli altri.
E poi, le parole infuocate di Antonio Armenante che, dopo aver disegnato la proposta di una Rete solidale tra le famiglie e aver tuonato contro le banche che finanziano il commercio delle armi (e siamo noi a finanziarle…) e contro le spese di morte (guerre, armi, cacciabombardieri F 35) che vengono sempre preferite alle spese di vita (scuole, ospedali, tutela del territorio), alla fine ha invitato a mobilitarsi, con firme e iniziative similari contro tale sconcio, a cominciare dalla richiesta scritta ai politici locali di votare contro la ratifica dell’acquisto degli F 35.
Hanno emozionato e stimolato le parole di costruzione solidale della bella storia di Lucia di Padula, accompagnata da Degol, il migrante che tempo fa lei ha ospitato in casa e poi si è integrato ed è diventato autonomo: una storia iniziata con l’ospitalità offerta ad un gruppo di migranti nel proprio agriturismo e poi sviluppatasi attraverso un’osmosi non facile ma intensamente cercata tra culture e costumi diversi.
Ha colpito al cuore il resoconto di Pasquale Vitale, che ha raccontato la pressione dei volontari internazionali dell’Operazione Colomba, che in Palestina cerca di porre un argine all’espulsione progressiva dei palestinesi dai loro villaggi.
Hanno creato feconde tracce di cammino le conclusioni di Mons. Orazio Soricelli, che ha colto al volo l’occasione per ricordare l’importanza di un cammino “veramente” cristiano, che per essere tale, oltre che ispirato alla pratica dell’amore e della solidarietà, non può e non deve essere comodo né alieno dal provocare “scomodità”.
Chiusura alla grande con le poetiche metafore della splendida poesia- preghiera di don Tonino Bello, “Un’ala di riserva”, un inno alla solidarietà ed allo sforzo per realizzarla, recitato con coinvolgente impatto vocale dall’attore Andrea Adinolfi (fondatore della Scuola Casa Teatro) e danzato magnificamente in un passo a due da Anna Chiara Di Donato (maestra di danza, fondatrice dell’Associazione Ars tua) e Francesco Morriello (allievo del Liceo Coreutico “Alfano I” di Salerno). Sublimate dalle celestiali note morriconiane di Nuovo Cinema Paradiso, danza e recitazione hanno creato il classico momento magico, in cui le emozioni e le motivazioni individuali si dissolvono e si esaltano in un afflato collettivo che non si scioglie neppure dopo il grande e convinto applauso finale.
L’afflato vero era stato già creato dalla ben riuscita manifestazione e soprattutto dallo spirito e dagli ideali che l’hanno animata. Non ideali fumosi, perché quando si parla di Pace, si parla di tutti, perché la Pace coinvolge la vita sociale come quella quotidiana di ognuno di noi, e la frase “La Pace comincia da me” non è un’astrazione, considerando tutti i momenti della giornata in cui, nel nostro privato, ci troviamo a scegliere tra ponti e muri.
Perciò l’Andate in Pace che ha concluso la manifestazione, così come succede con tanti rituali ecclesiastici, è un augurio ricco e fecondo, ma non è certo l’invito al riposo.
In fondo, come suggerisce don Tonino Bello, anche se l’invito richiama più la vestaglia da camera che lo zaino del viandante, dobbiamo rivoltare la mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista, non è un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.
Papa Francesco l’ha capito, lo sa e sta cercando di farcelo capire in ogni modo.
Ha ragione. Non lasciamolo solo. In fondo, anche a questo può servire “Il Profumo della Pace” …
- L’Arcivescovo Soricelli ed il Vicesindaco Senatore in prima fila dietro lo striscione guida
- Lo striscione della Pace davanti alla Chiesa di Sant’Alfonso. A destra, Antonio Armenante
- La musica della Pace
- Guglielmo Cirillo, aficionado della Giustizia sociale, si scalda il collo e il cuore con i colori della Pace
- La grinta musicale di Marilena Ronca
- Lo striscione del Punto Pace Pax Christi contro il commercio delle armi
- Da sin. don Angelo Mansi, Antonio Armenante, Mons. Soricelli, Nunzio Senatore
- Da sin., Francesco Morriello, Anna Chiara Di Donato, Degol, Andrea Adinolfi salutano dopo la danza su “Un’ala di riserva”
- Un momento della danza “Un’ala di riserva”
- Un altro momento della danza
- Lucia e Degol raccontano il loro incontro. In primo piano a sinistra, Rosario Pellegrino, Direttore della Caritas Diocesana. Sullo sfondo, i musici
Commenti non possibili