Decimo anno della Rassegna Incostiera e tante iniziative di Cultura in Piazza. Successo e curiosità per l’effervescente trattatello “De Guallera” di Diego Davide
ATRANI (SA) e COSTA D’AMALFI. ‘A guallera: è un termine tra i più popolari, sconsigliato perché troppo volgare; eppure va ben oltre i limiti della pura napoletanità,.in quanto depositario di situazioni quotidiane e di una dimensione esistenziale che si ritrovano anche in altre culture, altri dialetti e perfino in forme di letteratura “nobili”.
Scrivere un libro sulla guallera non era facile: forte il rischio di scivolare nei facili effetti dello sketch tirapplausi e senza spessore, o di farsi divorare dallo spettro di un intellettualismo antropologico capace di approfondire ma anche di far scendere una guallera abbondante.
Ci voleva una “capa fresca”, sottolineando con il termine sia la qualità della scrittura sia la freschezza comunicativa dell’affabulazione. E la “capa fresca” è arrivata, nella persona del trentottenne Diego Davide, giovane dottore di Ricerca in Scienze storiche, collaboratore alla cattedra di Storia Moderna e Contemporanea presso l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa. Il suo trattatello, De Guallera (ed. Ad est dell’Equatore), fin dal titolo latinapoleggiante promette il giusto equilibrio tra la fondatezza della ricerca storica e il rispetto dei colori e dell’identità popolari.
E ne è venuto fuori un libro tutt’altro che guallaruso, scattante, che riesce a parlare al colto e all’inclito, apprezzabile al tradizionale amante della lettura per l’ampiezza delle citazioni storiche, linguistiche, mitologiche, letterarie,culturali in senso lato, e nello stesso tempo tale da diventare un’amabile e divertente compagnia anche per chi, e purtroppo sono tanti e troppi, è allergico al libro in quanto tale.
Il segreto sta nella tecnica, intelligentemente ruffiana. Si parte da un’espressione guallereggiante, se ne individuano l’origine e il significato, se ne coglie il sangue della quotidianità, stimolando alta l’attenzione del lettore e/o dell’ascoltatore. Quindi si apre una cazzeggiante chiacchiera da caffè in cui tra un cazzeggio e l’altro si spalancano finestre su personaggi e situazioni importanti di ieri e di oggi. L’elemento guallaruso viene introdotto attraverso fatti e fattarielli ora veri ora verosimili, spesso contaminati con riferimenti improbabili ma illuminanti al presente mediatico, mescolando il tutto con la sfottente serietà della conversazione alla napoletana.
E così, nel percorso di quindici sfarfalleggianti capitoli (più un glossario) intorno ai significati reali e metaforici di guallera, che saranno poi l’ossatura del libro (è un’ernia inguinale, che per traslato può indicare sia lo scroto sia una predisposione dell’anima), si sviluppano riflessioni sulle “varianti da guallera”, da quella abboffata a quella sfrantecata, da quella a plissé a quella a pizzaiola, dalla guallecchia alla paposcia e via dicendo.
Con la tecnica cui prima accennavamo, incontriamo ad esempio, in pieno XVII secolo, i grandi Giovambattista Basile e Giulio Cesare Cortese in lamentoso passeggio da disoccupati riorganizzati, illuminati dalla scelta di fare gli scrittori, magari partendo alla patana, non quella tuberosa ma quella amorosa, e dalle ironie sulla guaddara, o guallera che sia: E così sono nate la Gatta Cenerentola (Basile) e la Vajasseide (Cortese), alias due tra i capolavori fondanti della lingua napoletana.
Guallera e orgoglio virile litigano a braccetto in tante circostanze e il loro litigio produce frustrazioni e anche esagerazioni storico sociali? Certo che sì… e per spiegarcelo Diego Davide ci proietta prima nelle esposizioni pelviche degli “storici” tre giorni della prima visita militare di una volta e poi arriva alla maxistoria, ricordando che pare proprio che Hitler avesse un testicolo in meno e Francisco Franco pure. Come a dire che la dittatura può anche essere facilitata e insanguinata dalla voglia di dimostrare di avere le palle che non si hanno. Lo sappiamo che non è storiografia, ma solo un angolo della storia non trascurabile: chi ci dice che se Napoleone fosse stato un po’ più alto sarebbe rimasto Napoleone?
Ma non è storia forse scoprire l’intenzione da parte di Benito Mussolini di Voronoffizzare l’Italia, cioè di ridarle gli attributi giusti, sul modello del sovietico Voronoff, che ne aveva sperimentato il trapianto sulle scimmie? E poi, sarà pure leggenda, ma non è un gossip gustoso parlare di un’operazione plastica di George Clooney per togliere le rughe allo scroto e fare più contanta Elisabetta Canalis? Già, un difetto anche per lui: in fondo, ‘u cchiu’ bunariello tene ‘a guallera e ‘o scartiello… A proposito di gusto, a noi napoletani fa passare la fame l’idea di una Sagra della guallera,, ma a quanti nel mondo l’appetito vien stuzzicato all’idea di mangiarsi dei bei testicoloni cotti in tutte le salse? E chi più ne ha più ne metta…
Ogni capitolo, per tenere alta l’attenzione, è caratterizzato da una frase o da una situazione di quelle che bucano la scena: chi non si fermerebbe a rievocare la cantilena dei tifosi di calcio su Vava, Didi. Pelè che erano a’guallera ‘i Cané, scoprendo un detto che esprime manifesta e dileggiante inferiorità? Certo, il confronto in questione non era proprio da fare: il popolare calciatore fu comprato da Lauro non perché era il più bravo, ma perché era il più nero di tutti in un mondo calcistico in cui tiravano al massimo i brasiliani scuri alla Pelè… Che poi qualche gol l’abbia fatto e sia stato adottato a Napoli, è un altro discorso…
Sì, ridiamo, ma riusciamo poi a ridere ancora quando ci soffermiamo, ad esempio, su un detto popolare come Vado e vengo cu’ sta guallera che teng’ (scritto come nel libro, dichiaratamente non da napoletano classico…)? Quel proverbio ci ricorda la condizione di tanti che sono costretti a faticare terribilmente per tirare la carretta dell’esistenza, anche quando le forze fisiche e magari anche quelle psicologiche, non ti sorreggono più.
Poi, nello sviluppo della conversazione, solito volo tra situazioni che attirano: la guallera del nonno vista come faticoso pallone ‘e Maradona, il male ai testicoli ai tempi del sesso inibito o del petting forzato, un pensiero ai travagli masturbatori dei tempi in cui si diceva che chi segava troppo finiva col diventare cieco…
E poco dopo Davide ci proietta in un mirabolante svolazzo storico in cui si passa dalle guallarate di Pulcinella ai tagli dei testicoli propiziatori o addirittura rituali (vedi nell’antica Roma i seguaci della dea Cibele) fino all’ipotetico taglio delle palle dei primi Pontefici, che si diceva avrebbero governato meglio senza il parco giochi in zona inguine e poi comunque avrebbero comandato perché comandare è meglio che fottere….
Quante verità in questi cazzeggi! E ne abbiamo citati solo alcuni, nella miriade di citazioni e di fattarielli di cui Davide ci inonda. Ovviamente ci fermiamo, sperando solo di aver stimolato la curiosità di scoprire questo elastico tra la guallera napoletana e gli stati d’ animo scivolosi dei guallarosi di tutto il mondo, che ora nun tengono genio (espressione coloritissima per indicare attacchi di pigrizia), ora si scatenano per appendere le guallere alla testa del nemico di turno ora sbuffano per sentirsi la guallera sfrantecata, alias le palle rotte di universale diffusione.
Alla fine, la sensazione che resta più forte è l’aver fatto un viaggio nell’anima napoletana, sviscerata nel gioco delle citazioni e delle relazioni in tanti dei suoi vari aspetti, in un puzzle esilarante e stimolante.
Se ne coglie lo spirito dissacrante e mordace, la volgarità non volgare, l’energia vitale energica anche nella non vitalità, la voglia di aggredire la vita con i colori del proprio linguaggio. Non sono situazioni belle, quelle descritte, ma alla fine, al netto dei cazzeggi, sono vere.
E quando poi si coglie il legame anche con la cultura letteraria e con le vicende della storia, ci rendiamo conto anche che questa dimensione ha un suo valore intrinseco, al di là di ogni complesso di inferiorità per cui oggi sembra che la lingua napoletana trasmetta meno autorevolezza solo perché esprime la voce di una realtà a volte degradata. Davide sembra dire: per favore, smettiamola di vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto. Noi siamo noi, e abbiamo ancora un grande avvenire dietro le spalle. Riconosciamolo e andiamo avanti. E, aggiungiamo noi, non facciamo come quel signore che in una piazza di Lucerna in Svizzera dichiarava il proprio imbarazzo di chiamarsi Ciro in un mondo di Jan, Joseph e Karl. E dimenticava che Ciro, nome tanto napoletano, significa Imperatore e addirittura Dio….
Insomma, ‘a vulimme fernì ‘i ce vuttà ‘nterra e ‘i ce sfranteca’ ‘a guallera?
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Approfittiamo della recensione del libro De guallera per ricordare che è stato recentemente presentato nella Piazzetta di Atrani in occasione della manifestazione ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo, giunta ormai alla sua decima edizione con una formula bella e stimolante: portare libri e performance per le cittadine e le piazze della Costiera Amalfitana, ora promuovendo le realtà territoriali ora aprendosi a quelle nazionali ora esponendo opere di artisti significativi ora sostenendo il lancio di manifestazioni caratterizzanti ora facendo interagire istituzioni, operatori turistici e culturali con le forze vive della cultura e dello spettacolo. In due mesi, ogni estate, ogni volta sono almeno una cinquantina le iniziative previste. Moltiplichiamo il tutto per dieci anni e per le iniziative collaterali sorte in altre parti d’Italia, dove ..incostieraamalfitana.it sta portando il suo marchio, e avremo la portata della sua importanza.
Tutto questo grazie all’inventiva ed allo sforzo del suo fondatore, il giornalista e scrittore Alfonso Bottone, che come novello Atlante se la accolla ogni anno e vi ha trasmesso la dinamicità della sua visione culturale. Quella che gli ha permesso di ricevere recentemente due premi significativi: uno a Nola in una sezione del Premio Oscar Wilde, lo “speciale” Letteratura Spoleto Festival Art, e l’altro alla Camera dei Deputati (Premio Comunicare l’Europa 2016).
Complimenti, don Alfo’, e che le tue spalle ti permettano di reggere il mondo di ..incostieraamalfitana.it ancora per tanti anni e di tenere abbottonate tante iniziative capaci di mettere in primo piano quel mondo della Cultura oggi attaccato da tutte le parti!
Ma, ci raccomandiamo, senza che il peso ti faccia scendere la guallera e anzi con la conservazione sempre viva delle due boccettine in essa contenute…
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