Quasi quaranta … e li mette in mostra. Il Piccolo Teatro al Borgo di Mimmo Venditti festeggia un gran compleanno con un’esposizione e sette spettacoli
CAVA DE’ TIRRENI (SA). L’Italia in scena al Theatre résidence Palace di Buxelles… Nel cartellone, Luca Ronconi con Goldoni, Renzo Giovampietro con Leopardi, Laura Betti con Pasolini, Carlo Cecchi con Pirandello… e il Piccolo Teatro al Borgo di Cava de’ Tirreni con Scarpetta. E, come direbbe il buon Peppino, ho detto tutto.
Essere i quinti di cotanto senno, in una manifestazione internazionale, è di per sé una patente di qualità e di rappresentatività. L’evento, avvenuto alla fine del secolo scorso, è sicuramente una delle ciliegine più succose di una torta bella grande: quella dei primi quaranta anni di vita del Piccolo Teatro al Borgo di Cava de’ Tirreni, fondato nel dicembre 1976 da Mimmo Venditti, che allora già da circa vent’anni calcava le scene, e da un gruppo di amanti appassionati del teatro, molti dei quali reduci anche loro dal GAD, (Gruppo Attori Dilettanti), fondato negli anni Sessanta, che è stato in qualche modo il ventre uterino del futuro Piccolo Teatro.
Da quel lontano e vicino 1976 (come passano in fretta i decenni!) la formazione è cresciuta, si è radicata nel territorio, si è fatta apprezzare in campo nazionale ed anche in campo internazionale (Belgio e Austria). Lo testimonia il cartellone (un’immagine dell’Italia e di spicchi del Centro Europa, con bandierine e didascalie) che campeggia nella Mostra celebrativa dei primi (quasi) quarant’anni, esposta nel Complesso di Santa Maria al Rifugio dal 20 al 28 agosto e corredata da un éxploit di sette spettacoli diversi in nove giorni tratti dal suo repertorio classico, ispirato ai grandi del teatro napoletano (De Filippo e Scarpetta) e integrato da testi dello stesso Mimmo Venditti, tra cui la plurirappresentata commedia Mio marito aspetta un figlio.
È stata un’emozione entrare nelle sale espositive tutti insieme, nel momento dell’inaugurazione, avvenuta alla presenza del Sindaco Vincenzo Servalli e di altri prestigiosi esponenti della Giunta e dell’Amministrazione. Da una parte, la vista ariosamente scenografica di storici oggetti di scena (tra questi, gli eduardianii fuochi artificiali de Le voci di dentro e il famoso presepe di Casa Cupiello) e delle fotografie e locandine di una vita, testimoni di una presenza viva nei cartelloni di tutta Italia ed anche, come si è detto, di Austria e Belgio.
Dall’altra parte, il sorriso compiaciuto degli storici attori-amici del Gruppo presenti all’inaugurazione, il PTB doc Matteo Lambiase in testa, punta di un iceberg foltissimo, comprendente i tanti PTB di ieri e di oggi, che sono poi venuti a vedere e a vedersi (da Raffaele Santoro a Enrico Passaro, da Carmela Lodato a Iolanda Lambiase, e scusate che non possiamo metterci a citarli tutti….), ed anche i familiari collaboratori tecnici di sempre di Mimmo e, naturalmente, anche coloro che, Claudia Scermino–Filumena Marturano in testa, purtroppo sono già volati via lasciando la scia di un caldo alone di affetto accompagnato da un commosso applauso.
In un angolo, dietro, la sala principale, faceva capolino l’allestimento delizioso di un retroscena teatrale, con i vestiti e gli oggetti in bella fila: una stanza non percorribile, vuota di persone e strapiena di ricordi e di un’anima lunga una vita e un’identità.
Al centro di tutti, lui, Mimmo Venditti, il demiurgo attore-regista-scrittore, che del Piccolo Teatro al Borgo è stato ed è Padre, Figlio e Spirito (la santità lasciamola stare….). È stata un’emozione in più cogliere gli spruzzi di emozionato orgoglio con il quale ha presentato al Sindaco Servalli, al Vicesindaco Senatore ed al Consigliere Del Vecchio le immagini storiche della sua creatura, di cui tanto si è compiaciuto, per cui tanto ha sorriso e con cui è riuscito anche ad asciugare qualche lacrima nascosta.
Con i colorati toni ed espressioni che lo caratterizzano, ha raccontato il compiacimento di circa mille rappresentazioni, di cui cinquecento o poco più a Cava ed il resto in tutte le regioni d’Italia e non solo d’Italia. Ha ricordato il piacere di vedere in tante cittadine anche piccole il culto del teatro e la presenza di una sala cittadina e contestualmente l’amarezza per non poter annoverare tra queste la nostra Cava. Qui… un teatro vero per decenni non c’è stato e poi quando c’è stato era troppo piccolo per essere un teatro vero e poi quella sala anche se c’era non si capiva se era di tutti, di nessuno o di qualcuno e poi speriamo che dopo i lavori attualmente in atto ci sarà ancora e sarà funzionale alle esigenze dei tanti gruppi che ad esso si avvicinano…
Venditti ha raccontato della nascita del Piccolo Teatro al Borgo, quando venne alla luce in una piccola sala teatrale al Borgo, presto abbandonata per motivi logistici, e della piccola Odissea che ha avuto in patria per trovare una sede adeguata, fino al 1996 quando il Comune ne ha finalmente concesso una nei corridoi sotterranei della Scuola Elementare Mazzini, dove poi ha potuto prendere vita l’Accademia che tuttora fa da fecondo vivaio per le scene cittadine. E ha parlato della gran consolazione ricevuta da Mons. Palatucci quando concesse stabilmente i locali dell’ex refettorio del Seminario. La sede stabile fu poi revocata da Mons. De Palma, ma in quella sala tuttora è possibile almeno presentare piccole rassegne. E ogni volta, tra un racconto e l’altro, spuntava un nome, grande da sempre nel cuore di Mimmo, quello di Errico Salsano, a suo tempo Presidente dell’Azienda di Soggiorno, che ha fatto da levatrice al momento della nascita e poi tanto ha sostenuto la vita del PTB. Fino alla precoce e dolorosa scomparsa, si stava molto impegnando per dotare Cava di un piccolo ma funzionale teatro cittadino: a lui Mimmo avrebbe dedicato quello esistente, se fosse esistito, e vorrebbe dedicare quello futuro, se esisterà.
Insomma, un fiume in piena, alla Mimmo, ma pieno di tanta acqua corrente e tanti fermenti vivi, alla Mimmo.
Un fiume che ha permesso per decenni di fecondare le rive della Cultura cittadina, creando un ponte con la grande cultura teatrale campana, cercando di trovare una bilancia non sempre facile tra l’hortus conclusus del linguaggio scenico tradizional-popolare e frammenti delle nuove identità, stimolanti e vitali, ma non sempre di facilissima digestione (vedi il tentativo di andare oltre proponendo un testo di Manlio Santanelli).
Comunque, in tanti momenti della sua storia il PTB ha saputo essere fortemente rappresentativo della nostra cultura e della nostra identità, perché ha messo in scena ed ha esportato testi di qualità con spettacoli che hanno trovato tanto consenso in città ed in regione e tanti apprezzamenti nelle tante sedi di rappresentazione nazionali e oltre.
Con la sua vita e la sua presenza, il PTB è stato, ed è, un inno al Teatro stesso ed alla sua benefica funzione sociale che lo caratterizza fin dai tempi della sua nascita nell’antica Grecia, quando era la voce e coscienza della polis.
È la sua magia, la magia di un luogo dove a sala piena i polmoni di un attore perdono ossigeno ma il cuore si ingrossa a dismisura, dove tutto è finto ma niente è falso, perché è la vita che lo genera e gli dà colore e calore per cercarvi meglio anche il suo stesso senso. Come diceva quel tale, il cinema ti fa ricco, la televisione ti rende famoso, ma il teatro ti fa bene. E il Piccolo Teatro al Borgo alla città ha fatto tanto bene, anche quando la città non gli faceva del bene.
E gli auguriamo, e ci auguriamo, che in occasione della Festa del Cinquantenario il bene si sia finalmente trasformato “in meglio”. Cin cin!
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