In porto la XII edizione del Concorso “Maria SS. Dell’Olmo”: nuovo trionfo della scrittrice siciliana Palma Civello. Ad Antonio Oliviero il Premio “Silvio Albano”
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Il Ponte sullo Stretto colpisce ancora …
La XII edizione del Concorso Nazionale di Poesia e Prosa Mariana “Maria SS. Dell’Olmo” indetto dal Convento dei Padri Filippini della Basilica dell’Olmo di Cava de’ Tirreni, ripreso lo scorso anno per iniziativa di Padre Giuseppe Ragalmuto dopo una forzata interruzione, è stata ancora una volta caratterizzata dalla presenza massiccia e di alta qualità di un gruppo di amici e scrittori targati Sicilia. Un ponte ideale, i cui primi mattoni sono stati immessi dalla presenza sacerdotale a Palermo di Padre Raffaele Spiezia, attuale Rettore della Basilica dell’Olmo, e di Padre Silvio Albano, parroco della stessa Basilica fino al 2009, anno della sua precoce scomparsa, gravida di rimpianti e di semi per la perdita di un testimone attivo di Vangelo vivo e l’onda lasciata dal suo fecondo insegnamento pastorale.
I mattoni del Ponte quest’anno sono stati sia quelli “storici”, in primis Palma Civello, Toti Palazzolo, Grazia Condorelli, sia la new entry Maria Rita Campobello, che figurano tra i premiati, sia gli altri concorrenti che, pur senza raggiungere il podio, hanno inviato lavori stimolanti e comunque apprezzati.
Palma Civello, insegnante palermitana in pensione, scrittrice e poetessa di gran vaglia, autrice di testi profondi, problematici e propositivi, ha fatto piazza pulita, vincendo sia la Sezione Prosa che quella di Poesia. A sbancare sono stati il racconto Come una sarta (un “sogno reale per capire limiti e potenzialità”, in cui una celestiale figura ricuce gli strappi e favorisce la scalata verso il cielo) e la poesia Guardo le tue mani, in cui con amore, forza d’animo e fede ed umiltà, si sublimano e si riscattano i nodi che soffocano il cuore e la mente. Il palermitano Toti Palazzolo oramai è un amico fisso della Festa, della Basilica e della Madonna dell’Olmo. I primi di settembre è sempre qui, con il suo sorriso dolce e cordiale: se poi alla torta dell’amicizia si aggiunge un premio letterario, ecco la ciliegina bella succosa. Quest’anno, confermando il successo del 2015, ha meritato con La prima volta, un racconto in cui rievoca il suo impatto, prima emozionale e poi ragionato, con la fi gura di Maria. E palermitana è anche Grazia Condorelli, terza nella Prosa con un intenso racconto devozionale che parte dalla guarigione sperata e pregata di suo figlio da una grave forma di malattia.
A completare il poker di Sicilia, la new entry Maria Rita Campobello, insegnante in pensione, poetessa, scrittrice e blogghista della fede, proveniente da quel di Messina. La sua prima volta qui al Concorso è stata sorridente come i petali di vita da cui si lascia profumare, limpida come una goccia di Madre Teresa e calda come un cuore che vuol essere messaggero di sole. Con la poesia Madre di Dio, ha fatto rivivere i segni celesti della divina maternità e gli emozionati silenzi dell’anima di una donna che sente pulsare nel suo ventre una nuova vita ed il palpito dell’eterno.
Sul podio, oltre ai segnalati speciali Maddalena Della Mura, di Maiori, e Josefina Citro, di Mercato San Severino, è salito anche un cavese, il prof. Giuseppe Siani, già plurivincitore nelle prime edizioni del Premio, che con la poesia La Messa (non) è finita, classificatasi seconda, ha consacrato in pieno il tema di quest’anno, Maria Madre dei nostri giorni, immaginando una scena terribilmente attuale di eterna Pietà: il sacrificio di Cristo che rivive in quello di Padre Ravel, sgozzato sull’altare a Rouen, la Madre dolente che piange il figlio crocifisso, cioè sempre Maria, madre universale di ieri e di oggi.
Padre Silvio Albano, che nonostante la scomparsa rimane una delle luci sempre vive della Basilica, ancora una volta è stato “presente-assente” nella consegna del Premio a lui consacrato fin dal primo anno dopo la sua scomparsa e dedicato a testimoni attivi di evangelica fraternità.
Il Premio quest’anno è toccato ad Antonio Oliviero,generoso collaboratore della vita della Basilica, tenace ed appassionato promotore di gruppi di preghiera, attiva e responsabile guida mariana, testimone e attore di concreta solidarietà.
Antonio Oliviero, nato a Cava de’ Tirreni nel 1939, nella prima fase della sua esistenza è stato un brillante operatore commerciale e un fotografo di gran successo. Dopo un momento lungo di dolorosa crisi esistenziale, ha trovato nuova linfa nella conversione a Maria ed in particolare a Medjugorje. Si è distinto nella formazione e gestione di gruppi di preghiera, nell’organizzazione di numerosi viaggi come guida mariana, nella realizzazione di La nostra Medjugorje, un libro dedicato al suo rapporto con un altro Padre storico della basilica, Padre Giuseppe Lando. Il Premio gli è stato assegnato soprattutto per la raccolta di fondi ai fini della realizzazione di una condotta d’acqua corrente a beneficio della Casa di Riposo per anziani di Ljubuški, diretta da Suor Paulina Kvesic, con la quale Oliviero ha stabilito un filo diretto di solidale amicizia, a nome suo e dell’intera collettività metelliana.
Alla fine della premiazione, avvenuta domenica 4 settembre nella Basilica dell’Olmo, abbraccio generale con i giurati-lettori di VersoCava presenti o assenti (Maria Alfonsina Accarino, Lucia Antico, Lucia Criscuolo, Maria Teresa Kindjarsky D’Amato, Emanuele Occhipinti, Rosanna e Teresa Rotolo, Anna Maria Violante e lo scrivente, che ha fatto anche da conduttore). Quindi, tutti uniti prima intorno alle classiche foto ricordo, e poi accanto a un succulento buffet offerto da Antonio Oliviero per condividere la gioia del Premio Albano.
A dominare, almeno nel corso della serata, è stata, come lo scorso anno, la ricerca di limpidezza e di purezza del cuore evocata dallo spirito giubilare, quella che permette appunto di giubilare con limpida gioiosità e di fare di ognuno di noi una goccia dell’Oceano d’amore auspicato da Madre Teresa, per felice coincidenza proclamata santa proprio nel giorno della premiazione.
Con queste premesse, l’appuntamento al prossimo anno è d’obbligo, con la speranza di una ripresa totale di quel volo che era stato interrotto bruscamente per qualche anno e che pure aveva stabilito una ampia rete regionale e nazionale per il Concorso.
Già così, tuttavia, il Concorso, con la luce “filippina” della Basilica, ha gettato semi e ha prodotto alcune di quelle gocce che, per dirla con madre Teresa, ci distinguono dalle lordure del mondo e ci permettono di risplendere della Bellezza, quella con la B maiuscola di Bacio dell’Amore. E non è poco …
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