Le rappresentazioni delle città nella pittura pompeiana
NOCERA SUPERIORE (SA). Continuano gli incontri previsti dal ciclo di conferenze promosse dall’Amministrazione Comunale di Nocera Superiore e dall’Assessorato all’Estetica e Bellezza della Città di Nocera Superiore.
Questa volta sarà il professor Umberto Pappalardo, (Dal 2002 Professore di Archeologia Greca e Romana presso l’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli) a discutere dell’attualissimo tema delle rappresentazioni delle città nella pittura pompeiana, soprattutto per Nuceria, un centro archeologico di primaria importanza nella Campania d’età romana. Il tema proposto è particolarmente interessante per Nocera Superiore, come ci tiene a precisare il primo cittadino, Giovanni Maria Cuofano, «in quanto da poco è stato varato il nuovo Piano Urbanistico Comunale che tra gli obiettivi primari da perseguire vede l’assetto archeologico e le future campagne di scavo soprattutto nel Parco Archeologico Urbano, fiore all’occhiello di questa Amministrazione».
Pappalardo ha sintetizzato, all’Assessore Teobaldo Fortunato, promotore del ciclo di Incontri Nucerini, il suo intervento con queste parole: «In quale misura gli affreschi romani con paesaggi possono essere utili per la ricostruzione dell’aspetto delle città antiche? Quali elementi derivano da una visione fantastica e pittorica della realtà e quali da un’osservazione di modelli architettonici reali? Dagli esempi disponibili possiamo affermare che i diversi tipi di paesaggi architettonici sono luoghi in cui lo spettatore si riconosceva, capaci appunto di generare senso del luogo. Questo discorso vale ancora di più per gli esempi di II stile pompeiano (ad esempio, Boscoreale e Oplontis), laddove manca la figura umana, in quanto lo spettatore diveniva egli stesso attore nelle architetture. Le pitture più realistiche sono quelle del genere “popolare, come la famosa “Rissa fra Pompeiani e Nucerini».
Esse propongono immagini riprese dalla vita reale, senza pretese di idealizzazione o di agganci col mito. Sarà proprio in questo tipo di pitture e nel loro “realismo” che si dovranno cercare i presupposti per una ricostruzione, quanto più fedele, delle realtà architettoniche che sono alla base della forma urbis antica.
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