“E’ arrivato l’inverno” una poesia del grande Attilio Bertolucci, padre del regista Bernardo, scomparso da poco

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La mia scelta, questa volta, è caduta su una poesia di Attilio Bertolucci, padre di Bernardo, celebrato regista scomparso da poco e di Giuseppe, anch’egli eccellente regista e sceneggiatore, amico e collaboratore, tra gli altri, di Massimo Troisi e di Roberto Benigni, morto prematuramente nel 2012. Perché una poesia, proprio, di Bertolucci? Il figlio Bernardo, doverosamente, è stato oggetto di omaggi da parte di tutti i mezzi d’informazione anche con riproposizioni dei suoi film, in primis L’ultimo imperatore, opera che gli valse ben nove premi Oscar. Con un certo disappunto, però, ho potuto notare che pochi, pochissimi, hanno ricordato che era figlio di Attilio. “Non sapevo neppure che suo padre fosse stato un poeta” sorprendente affermazione di un collega giornalista. E non solo unico. Ricordare il papà Attilio, non solo perché uno dei maggiori poeti del Novecento, ma per il forte legame che ebbe con i figli e ai quali dedicò parecchie liriche che sarebbe bene andare a rileggere (o a leggere per chi addirittura ignora questo legame). Tra queste: “A Giuseppe, in ottobre”, “A Bernardo”, “ Per B…. “ poesia nota e molto antologizzata dove gli aeroplani di carta con cui il piccolo Bernardo gioca, si perdono nell’aria “ come farfalle notturne” senza più far ritorno, proprio come non torneranno più quei dolci momenti vissuti assieme. E poi la bellissima “Bernardo a cinque anni” in cui si parla di un primo distacco dai genitori “Tu hai salutato con un cenno debole/ E un sorriso patito, sei rimasto/ Ombra nell’ombra un attimo, ora corri/ A rifugiarti nella nostra ansia”. Mi è sembrato, quindi, doveroso parlare del poeta Bertolucci scegliendo, per questo mese di dicembre, una poesia a tema. 

E’ arrivato l’inverno

E’ arrivato l’inverno
a questi viali
chiari e spogli,
vestito di una pelle
bianca e nera,
un bastone di betulla
e un fiore di giacinto
tra i capelli.
Ha incantato le timide fontane
i grigi fiumi
gli asciutti venti.
E’ passato solitario
di mattino, sulle ringhiere dei balconi
e sui davanzali delle finestre
è fiorita la neve.

Attilio Bertolucci

(da La lucertola di Casarola, Garzanti 1997)

Rappresentazione dell’inverno, originale, lontana da stantie immagini oleografiche: per Bertolucci, l’inverno che arriva non è il vecchio brontolone che tutto sconquassa e di cui, potendo, se ne farebbe volentieri a meno, ma un’ammaliante figura umana dalla pelle bianca e nera, che si regge a un bastone di betulla (la betulla: legno elastico ma resistente e nome dal “suono carezzevole” dato dal gruppo consonantico della doppia elle finale) e un giacinto tra i capelli. Una figura che non solo non fa paura, anzi, incanta la natura tutta. Da notare gli aggettivi timide, grigi e asciutti, quasi che rispettivamente, le fontane, i fiumi e i venti partecipassero con deferenza al suo arrivo senza cercare d’arrecare alcun disturbo. Arrivato solitario di mattino, l’inverno, non visto da nessuno, lascia solo un candido segno del suo passaggio: sui davanzali delle finestre/è fiorita la neve.

Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 1911 – Roma, 2000) poeta tra i più importanti del novecento. Scrittore e traduttore si è occupato anche di cinema per la radio e ha diretto una trasmissione televisiva di vari temi culturali. Tra le sue opere in versi, citiamo: Sirio, Minardi, Parma, 1929; Fuochi in novembre, Minardi, Parma, 1934; La capanna indiana, Sansoni, Firenze, 1951 ;Viaggio d’inverno, Garzanti, Milano, 1971 ; La Camera da letto vol. I, Garzanti, Milano, 1984 e vol. II , Garzanti, Milano, 1988; La lucertola di Casarola, Garzanti, Milano, 1997. Tutta la sua produzione in Opere a cura di P. Lagazzi e G. Palli Baroni, Mondadori (I Meridiani), Milano, 1997


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