Coronavirus. La Voce dei Poeti: Mario Rondi

Mario Rondi, poeta di quella terra bergamasca che in questi mesi sta pagando un alto tributo di vite umane e di contagiati, ancora una volta, fedele al suo stile, traccia in Corona-virus “un quadro” di una realtà fantastica, onirica, dove la natura, tema centrale dell’intera sua ampia produzione poetica, diviene un originale interlocutore che supera luoghi comuni o stantie rappresentazioni olografiche.

CORONA-VIRUS

Non suonano le campane, per la strada
non c’è nessuno, si evitano i contatti,
la tortora si lamenta, la mia poesia
ha perso le rime, ma che resta
di baci e carezze? Le primule
sbocciano nei boschi col sorriso
del vento che scompone le pensate
di un piccolo ghiro risvegliato
che voleva mangiare foglie e gelato.

Mario Rondi

Questo mortale virus non rende spettrale tutto, desertificando l’intero pianeta dalla presenza dell’uomo, ma ha tra le sue vittime illustri persino la Poesia. Ha perso la sua anima, “la mia poesia/ ha perso le rime”, i suoi temi più dolci da sempre, “baci e carezze”. Tutto è sconvolto, la natura ha smarrito i suoi ritmi, la sua armonia creatrice e vitale. Il poeta Rondi non sceglie cervellotiche argomentazioni per spiegarsi tutto questo, a lui, come fa sempre, basta guardarsi attorno, leggere e interrogare la natura, gli alberi, gli animali, le cose; gli basta denunciare il silenzio delle campane, il canto infelice di una tortora, e persino del vento che mette in crisi un saggio ghiro ”scompone le pensate/di un piccolo ghiro”. Ghiro che non voleva altro, come suo viscerale costume, che mangiare le foglie e, nella surreale strafigurazione poetica, mangiare un gelato come ogni bambino avrebbe fatto in questi primi giorni di primavera annunziata come sempre dalle primule che sbocciano nei boschi col sorriso del vento.

Poesia che ha nell’enjambement la cerniera essenziale, la colonna che regge magistralmente i versi che non si poggiano su alcuna rima (in sintonia su quanto affermato dal poeta che “ha perso le rime”), rima che però significativamente è ritrovata baciata nei due versi finali (risvegliato/ gelato) che risuonano come tocco di dolce sinfonia, presagio di un sano agognato risveglio della Natura tutta.

Mario Rondi vive a Vertova, in provincia di Bergamo, dove è nato nel 1949. E’poeta, scrittore per ragazzi e studioso di cultura popolare. Numerose le sue pubblicazioni. Tra i libri di poesia, citiamo: Corpo & poesia, con nota critica di Lucio Klobas (Geiger, 1978); La luna in ammollo, con nota critica di Alberto Cappi (Edizioni del Leone, 1987); Sonetti silvestri, con introduzione di Mario Ramous (Edizioni Araberara, 1995); Il vento dei saturni, con introduzione di Maurizio Cucchi (idem 1996); Il nastro della fuga, con una nota di Vincenzo Guarracino (Book, 1997); Medicamenti, con introduzione di Sandro Gros-Pietro (Genesi, 2009); Cabaret (Genesi 2014); Stramberie d’amore (Lubrina-LEB.:2019). Per la narrativa da segnalare: La mancanza (Campanotto, 1998); Veleni e caramelle (idem 2001); La felicità nei sogni (Piero Manni, 2004); Un libro per ragazzi: Storielle per ragazzi e non, con disegni di Ayax Barnes (Campanotto Ragazzi, 2013); Nel mondo delle fiabe (Zeta Ragazzi, 2015).


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