CAVA DE’ TIRRENI (SA). I novant’anni del Dott. Silvio Gravagnuolo, Cavaliere della Repubblica … e degli affetti familiari

In questi tempi di sconvolgimenti, in cui tanto si è parlato e si parla dei medici e della medicina nella nottata della pandemia, ci fa veramente tanto piacere festeggiarne uno, un nostro concittadino, in pieno sole, senza i tuoni della malattia e col sorriso bello della vita. Ci riferiamo al dottor Silvio Gravagnuolo, anzi al Cavaliere della Repubblica Silvio Gravagnuolo, che è stato proclamato tale il 2 giugno del 2010 in una solenne cerimonia per i suoi meriti professionali, civili ed umani, e che il 16 maggio taglia a braccia alzate il traguardo dei novant’anni.

Lo taglia non solo a braccia alzate, ma con pedalate vigorose, dato che ancora partecipa con qualità e passione all’attività del Laboratorio di analisi cliniche, a sostegno dei titolari attuali, che sono i figli Raffaele e Eugenio. In questo Studio, grande tutto l’arco della vita, la sua presenza è l’anima stessa di una struttura efficiente ed a misura d’uomo, così come egli ha sempre concepito la professione medica e per certi versi anche il comportamento “esistenziale”. E possono ben testimoniarlo le migliaia di utenti che hanno avuto usufruito delle sue prestazioni personali e laboratoriali, ricavandone la soddisfazione di responsi affidabili ed il sorriso della comunicazione e dell’amicizia.

Gravagnuolo comunque ha avuto modo di far emergere la sua professionalità e la sua esuberante personalità anche all’interno dell’Unità Sanitaria Locale, nel cui poliambulatorio è stato un protagonista per oltre trent’anni, durante la seconda metà del secolo scorso.

Lunga e feconda è stata anche la sua presenza nel sociale, iniziata fin dai primi anni Cinquanta, quando, nella sua qualità di Consigliere dell’Ente Comunale di Assistenza, egli ha proposto e realizzato numerose iniziative miranti ad alleviare le sofferenze dei meno abbienti: tra queste, l’assistenza gratuita, l’assegnazione temporanea degli alloggi, l’istituzione della Mensa di Carità.

A completare il ritratto, ricordiamo la sua partecipazione attiva alla vita cittadina, sia come Consigliere dell’Azienda di Soggiorno e Turismo, sia come Dirigente della squadra di calcio della Cavese, di cui è sempre stato “amico e tifoso”, sia soprattutto come membro dell’Ente Comitato organizzatore della Festa di Monte Castello. Grazie anche alla forza di un grande squadra dirigente e dalle ricche disponibilità economiche di “cinque italie fa”, fu durante il periodo della sua collaborazione che avvenne l’incontro, generatore di edizioni memorabili, con il grande regista televisivo Enrico Tovaglieri (tra l’altro, lo scenografo de “I promessi Sposi” nell’edizione televisiva con Alberto Sordi, Dario Fo e Franco Nero) ed il prestigioso fuochista Panzeri, colui che curò lo spettacolo folkloristico ai Campionati Mondiali di Calcio di Roma ’90.

Per tutto questo Silvio Gravagnuolo è stato proclamato Cavaliere, ma noi siamo certi di interpretare i suoi sentimenti festeggiandolo soprattutto con un caldo abbraccio per quello che è stato, ed è, come persona e nella vita familiare.

Se la “navigazione” nella vita sociale ed in quella lavorativa è stata intensa, serena e produttiva, il faro di ogni luce per Silvio Gravagnuolo è stato collocato nel dolcissimo porto della famiglia, alla quale non a caso due anni fa, in segno di gratitudine e di affetto, e per godersene i frutti non “nella memoria” ma ancora nella pienezza della vita, egli ha dedicato una calda e intensa pubblicazione “autobiofotografica” dal titolo La mia bella vita con voi.

Una famiglia unita e felice, con tre figli (Raffaele, Eugenio e Annalisa) e sei nipoti e successiva fioritura di pronipoti, una famiglia guidata e illuminata per cinquantotto anni dalla coppia d’oro e d’acciaio di Silvio e della sua carissima Gianna (scomparsa quattro anni fa, lasciando un incolmabile “buco nero”): una coppia testimonial del matrimonio, della famiglia, dei valori più caldi e profondi della vita. Tutti insieme, hanno formato un nucleo che ha esaltato la luce dell’essere senza mai rifiutare quella dell’avere, con la coscienza che l’avere è la luce riflessa dell’essere, e non viceversa.

A cementare questa dimensione, valgano le parole bellissime che egli ha rivolto ai suoi familiari nella già citata autobiografia. Dopo aver espresso la sua soddisfazione per la nomina a cavaliere egli tiene a precisare: Eppure vi giuro che “non me sono salito nemmeno di un centimetro”. Io non mi sono sentito più importante di prima né ho considerato che quell’evento pubblico fosse più importante dei miei affetti privati e della passione che ho sempre messo e contino a mettere nel mio lavoro. La cosa più importante per me (e scusate se sto ripetendo volutamente tante volte questa parola) è stata sentire quanto io sono importante per voi e quanto voi siete importanti per me. E non certo perché sono Cavaliere, ma perché io sono Silvio. Papà, nonno, dottore, zio, amico, ma comunque prima di tutto semplicemente Silvio.

Parole da abbracciarlo con tutto il sorriso del cuore… Anche perché è bello sapere che Silvio c’è…

Cin cin, carissimo Silvio… e buona continuazione del viaggio… e della “tua bella vita con loro”!


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