CAVA DE’ TIRRENI (SA). La scomparsa di Agnello Baldi, “erede” di Della Corte e colonna di Cultura

Docente autorevole e stimato, appassionato cultore della conoscenza e della ricerca, acuto indagatore delle antiche epigrafi, saggista di livello nazionale, critico letterario di profondo respiro e certosina attenzione, storico competente delle vicende legate al nostro territorio, conferenziere dotto, eloquente e prestigioso, punto di riferimento della vita culturale cittadina e non solo, persona affabile e disponibile. Insomma, una colonna che ha dato sostegno e linfa alla vita della nostra comunità nei decenni appena trascorsi.

Per questo, pur nonostante la delicatezza e la discrezione con cui è stata annunciata la scomparsa del prof. Agnello Baldi, che è spirato nella “sua” Cava de’ Tirreni l’8 luglio scorso all’età di ottantaquattro anni, non può naturalmente essere “silenzioso” anche il ricordo della sua figura. Giusto allora ripercorrere, almeno per grandi linee, le tappe di una prestigiosa carriera “letteraria e culturale” che lo ha visto protagonista per oltre mezzo secolo.

Laureato in Lettere Classiche presso l’Università di Napoli con una tesi sull’archeologia pompeiana, fu allievo di Matteo Della Corte, pompeiani sta di livello internazionale, cavese anche lui, che lo designò nel testamento morale come continuatore dei suoi studi.

Ordinario di Italiano e Latino nei Licei, ultimo dei quali il “Marco Galdi” di Cava de’ Tirreni, dal 1987 fino al pensionamento il prof. Baldi è stato Ispettore Ordinario del Ministero della Pubblica Istruzione. E per anni ha collaborato al Dipartimento di Italianistica dell’Università di Salerno; tra i risultati prodotti, la scoperta a Malta e lo studio di una rara edizione dei sonetti italici di Enrico Poerio.

Come studioso, ha prodotto oltre duecento pubblicazioni, tra cui spiccano le sue preziose ricerche in campo archeologico, punto di riferimento per gli studiosi di tutto il mondo (soprattutto quelli di lingua tedesca, una lingua che per lui era, se non madre, almeno “sorella”): La Pompei giudaico-cristiana (1964), Iscrizioni pompeiane (1982), L’anatema e la croce (1983).

Molto alto anche il livello dei suoi lavori di critica letteraria, tra cui ricordiamo gli studi e le iniziative sull’amatissimo Dante Alighieri, da Dante nella prospettiva del Risorgimento (1961) a Nel regno del maledetto lupo (Inferno- Canto VII – 1993).

Ha collaborato a riviste specialistiche nazionali e, nella sua qualità di giornalista, ha scritto vari articoli anche sull’Osservatore Romano.

Nel 1973 ha fondato a Cava con Fernando Salsano e Padre Attilio Melloni la Lectura Dantis Metelliana, tuttora viva e vegeta, che è una delle poche “Lecturae” dantesche italiane dove, oltre a conferenze specifiche, vanno “in scena” a cicli tutti i canti della Divina Commedia. Per tutto l’arco della sua vita Baldi ha curato, diretto e seguito con amore e immutata passione questa “sua” creatura, diventata con gli anni una della stelle polari delle stagioni culturali metelliane.

Negli ultimi tempi ha partecipato al Comitato Scientifico del Premio Letterario Nazionale “Badia di Cava de’ Tirreni”, riservato agli studenti, e, ultima carica attiva, è stato tra i componenti del Comitato Scientifico del neonato Centro Studi per la Storia di Cava, oggi composto dal fior fiore degli intellettuali cavesi, diretto dal prof. Giuseppe Foscari e già in grado di segnare profondamente la vita culturale della nostra Città.

Proprio al Centro Studi, oltre che alla Lectura Dantis metelliana e naturalmente all’Amministrazione Comunale, la scomparsa del prof. Baldi lascia idealmente il testimone delle prossime commemorazioni e della memoria futura di un uomo che tanto ha dato e che merita di “vivere” nell’immaginario collettivo della nostra Città.

Parafrasando Ugo Foscolo, uno dei poeti a lui più cari, i suoi lavori e il ricordo della sua presenza attiva a egregie cose il forte animo accenderanno. E per fortuna, a Cava, crediamo proprio che i “forti animi” in questo senso non manchino. Bisogna solo stimolarli e “accenderli”…


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