CAVA DE’ TIRRENI (SA). L’Assostampa “Barone” batte il cinque. Fuoco estivo con tre giornalisti e due scrittori e a settembre si riprende con Caramiello e Pino Aprile


Le ultime settimane sono state uno sprint continuo e proficuo per l’Associazione Giornalisti di Cava e Costa d’Amalfi “Lucio Barone”, che ha organizzato ben cinque manifestazioni pubbliche: due presentazioni di libri e tre incontri con giornalisti della serie Pagine di parole.

pagine di parole 1 cava de' tirreni vivimedia

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Il 5 giugno, nella Mediateca Marte, Flora Calvanese e Emiliano Amato hanno conversato con la quirinalista dell’Unità Marcella Ciarnelli (foto 1): un fiorire di aneddoti scherzosi e serie riflessioni sulla sua vicinanza professionale ed umana con il Presidente Giorgio Napolitano ed in particolare sul suo rapporto conflittuale con Silvio Berlusconi, che, bollandola come stalinista, una volta l’ha stoppata prima della domanda in una conferenza stampa e, pur se con la sua giocosa canzonante cavalleria, non ha mancato di punzecchiarla sul contrasto tra la sua eleganza signorile e l’appartenenza al mondo per lui nefando dei “comunisti”.

L’11 giugno, al Social Tennis Club, Franco Romanelli, coadiuvato da Antonio Di Giovanni, ha condotto con conviviale intelligenza una brillante conversazione col Caporedattore del Mattino Luciano

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Pignataro (foto 2) sul giornalismo gastronomico. Si è passeggiato con appetitose parole sulle indagini effettuate in loco dai

giornalisti esploratori in assaggio nei ristoranti esaminandi, ma si è anche riflettuto sulla possibilità di trasformare la gastronomia in opportunità economica anticrisi, come è capitato alla collettività cetarese, che per fronteggiare la riduzione drastica dei proventi da pesca ha puntato sulla qualità e l’originalità dei suoi prodotti, colatura in testa.

L’11 luglio, in piena, estate, conversazione in Mediateca sulla spettacolarizzazione dell’informazione con Marco De Marco, direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno, giornale locale allegato al  Corriere della Sera, con una personalità autonoma tale da far tremare con la sua forza di fare opinione.  Ne sa qualcosa il Presidente della Regione Campania  Bassolino: la Gazzetta di De Marco disse che il re era nudo quando gli osanna si sprecavano e lo rivestì in parte quando invece si sprecarono le invettive. Molto stimolante questo incontro fin dall’introduzione: un collage di frammenti di satira televisiva preparato con classe e brillantezza dalla spigliata intervistatrice Imma della Corte (coadiuvata dal Presidente Walter Di Muncio), attiva e fattiva vicepresidente della “Barone”, a cui ha poi fatto da pendant nel finale un altro collage ispirato alla spettacolarizzazione della cronaca nera, in testa il giallo di Avetrana con frammenti illuminanti sulle figure dei protagonisti attraverso le loro voci, colte in particolare prima del coinvolgimento giudiziario.

Tra i numerosi temi trattati, oltre alla spettacolarizzazione, che De marco non ama ma non senza riconoscerne l’efficacia (vedi Saviano), di spicco le tecniche moderne di informazione, che alcuni demonizzano come spersonalizzanti e segni di un tramonto. Per De Marco invece sono comunque albe di un nuovo mondo ancora da decifrare nelle sue specificità, così come lo era la nascita della scrittura ai tempi di Platone e Socrate, che pure fu maledetta in quanto assassina della comunicazione a memoria. E invece…

 

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Interessantissima anche l’analisi sulle diverse modalità di comunicazione tra la generazione vicina alla Terza Età e quella degli under 30. Secondo De Marco, non c’è mai stato un fossato così grande tra le due fasce, neppure nel ’68, quando, sia pure per contestare, i giovani facevano degli anziani un punto di riferimento, mentre invece oggi si sono superdiversificati interessi, linguaggi e purtroppo anche prospettive.  Altro che cambiare il mondo, come nel ’68: oggi i giovani sono costretti a stare in trincea per far sopravvivere esangui speranze ed opportunità…(foto 3, con la presenza dell’Ass. alla Cultura Teresa Sorrentino, che ha portato un acuto saluto “formato Mac Luhan”).

Non solo pagine di parole, ma anche libri. Il 12 giugno Teresa Fasano, intervistata nel grande Salone del Palazzo

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Vescovile da Walter Di Munzio e Magrina Di Mauro (foto 4), ha emozionato con  la sua opera prima, Crollo di un’identità, in cui, con una scrittura articolata e istintiva, suggestiva e profonda, rievoca il suo difficile cammino purgatoriale dall’inferno di un terribile trauma infantile: la perdita della famiglia in seguito al crollo della casa in cui abitava.

E poi, il 25 giugno, un tuffo nella Lingua Napoletana e nella Letteratura Italiana del Seicento: al Social Tennis, con la superdotta relazione dell’Isp. Agnello Baldi,  è stato presentato Lo Tasso Napoletano (Edizioni Area Blu), in cui, a cura di Vito Pinto (foto 5 e 6), Dirigente della “Barone”, viene riproposto in edizione anastatica Gerusalemme Liberata, il grande poema che Torquato Tasso scrisse per esaltare le Crociate e che concepì non solo nella natia Sorrento ma anche nella ricca Biblioteca dell’Abbazia Benedettina. La trasformazione (non proprio una traduzione) è di Gabriele Fasano, un intellettuale di spicco nell’epoca , ben conosciuto  anche a livello

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nazionale (ad es. dal Redi, che lo cita nel suo Bacco in Toscana). Tra le curiosità legate al libro, sia la conferma documentata che Fasano è di Dragonea (allora appartenente a “La Cava”) e non di Solofra, come viene riferito anche dalle fonti librarie più accreditate, sia la traslocazione in Cava e dintorni di episodi e situazioni, con riferimenti molto gustosi, tra l’altro, anche all’eterna contesa tra Cava e Salerno, che facevano tra loro come cani e gatti (per approfondimenti, vedi il servizio specifico su CavaViva).

Insomma, una conclusione alla grande della prima fase della gestione del neopresidente Walter Di Munzio, ben degna di quelle pur degnissime di Antonio Di Giovanni ed Antonio De Caro. Si è caratterizzata per una grande ricchezza e qualità di iniziative, svoltesi in strutture aperte (in primis il Marte) e quindi con maggiore possibilità di partecipazione dei cittadini. Gli incontri sono stati abbastanza affollati (più di pubblico che di giornalisti…), ma si può ancora dare di più. Pagine di parole, incontri di giornalismo,in precedenza aveva visto la presenza di figure di prestigio come la free lance Luisella Battaglia, corrispondente nei paesi arabi, e lo straordinario Renzo Rossellini, figlio di del regista Roberto e lui stesso giornalista d’assalto, e l’accoppiata- legalità del prof. Isaia Sales (prestigioso docente di storia della criminalità) e della giornalista Amalia De Simone, fondatrice della Radio dedicata a Giancarlo Siani, giornalista martirizzato della camorra.

 

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In particolare, la Barone vorrà caratterizzarsi ancor più per un’azione costante a difesa dei diritti dei giornalisti, soprattutto quelli giovani, ed a promozione di un ‘attività che sta vivendo un tempo di epocali trasformazioni, con annessi rischi paurosi e nello stesso tempo fascinose prospettive.

Appuntamento a settembre, ora, con la ripresa di Pagine di parole, che concluderà la prima serie con due incontri in linea con la qualità di sempre: sempre in Mediateca, Luigi Caramiello il 13 settembre parlerà con Walter Di Munzio di Giornalismo e Cinema, e a distanza di una settimana gran botto finale con Pino Aprile, che converserà con Vito Pinto di giornalismo nell’ottica del Meridione.

E poi, ripartenza per nuovi e ambiziosi obiettivi qualificanti, con l’augurio e la speranza che si raggiungano tutti. Alla fine, il cinque battuto sarebbe un applauso di congratulazioni capace di andare ben oltre il numero…


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