CAVA DE’ TIRRENI (SA). Alla scoperta del Signor G(iacomo Casaula). Vent’anni di freschezza ed un talento versatile e creativo

C’è un talento nuovo coi fiocchi che si aggira sotto i portici di Cava de’ Tirreni: il suo nome è Giacomo Casaula.

Ha solo vent’anni e rotti, ma già ha avuto modo di far brillare le luci della sua estrosa e versatile creatività.

Stiamo imparando a conoscerlo come scrittore, poeta, attore, cantante, show man. Ed in ognuna di queste manifestazioni si sente il seme dell’artista, un seme che ha già germogliato petali colorati e si avvia, con il naturale trascorrere del tempo, a far fiorire l’intera pianta da iridescente giardino, il che avverrà in non molto tempo, soprattutto se troverà i giusti giardinieri e sarà il giusto giardiniere di se stesso.

I primi squilli pubblici Giacomo ha avuto modo di suonarli come attore in erba presso la scuola di Mimmo Venditti, dove era utilizzato più volte come istrionico caratterista, in funzione della sua tendenza ad accentuare, anche comicamente, toni e movimenti.

Contemporaneamente, però, egli ha avuto modo di offrire una brillante performance all’ultimo Premio Letterario “Badia”, dove, pur se ammesso solo come riserva alla prova finale, oltre a mostrare le sue capacità di analisi letteraria e di scrittura “laterale” e non banale, si è divertito in una prova creativa all’insegna del “piacere di essere uno” ed è salito sul podio dei vincitori.

Come si dice e come si auspica sempre, il più bello doveva ancora venire. Così, in questi due anni, Giacomo ha imboccato o sta imboccando i due binari, che potrebbero caratterizzarne brillantemente il futuro.

Esaltandosi come show man, si sta specializzando con la sua band in cover di grandi cantautori: De André e soprattutto Giorgio Gaber. Le serate dedicate al magnifico Signor G si stanno moltiplicando ed ogni volta si avverte uno spicchio di dolce in più, come segno della maturità sua e dei suoi compagni (tra cui spicca il già brillante monologante Giuseppe Salsano). A noi della “terza generazione” fa naturalmente molto piacere il recupero di un cantore geniale della nostra storia che a dire la verità è defunto ma non è mai morto, ma nel caso di Casaula fa quasi impressione sentire sempre di più il tocco fisico e tonale gaberiano.

Giacomo, che già gli somiglia non poco per il fisico longilineo ed il volto leggermente oblungo e l’aria dinoccolata, quando canta le sue canzoni ed interpreta i suoi monologhi, si abbevera del suo spirito e giorno dopo giorno si sta impossessando delle pause, degli occhi vagamente strabuzzati, delle espressioni irridenti, del corpo “girante”, delle vaghezze grottesche che caratterizzavano le prestazioni gaberiane.

Tutto questo varrebbe poco se alle spalle non lo sostenesse una voce intonata e improntata alle classiche sfumature del big Giorgio. Del suo repertorio, da giovane del XXI secolo, egli naturalmente ha estrapolato di meno i testi specificamente politici e di passaggio datato, di più quelli problematici e profetici e le canzoni armoniosamente danzanti intorno a noccioli di contenuto terribilmente seri e/o razionalmente emozionali.

L’altro “binario” merita molto, ma soprattutto merita il rispetto della discrezione, perché è in gestazione: si tratta di un romanzo, opera prima di Giacomo, che dovrebbe essere pubblicato entro la fine dell’anno o giù di lì.  È un “metaromanzo” che  “ad andamento lento” lascia decisamente una scia e fa capire quanto egli sia ulteriormente maturato anche nella scrittura, pervenendo ad un periodare breve, intenso ed espressivo, in preda alla voglia di mangiare l’idea e condire la parola ad ogni pagina.

Sui due binari l’ “espresso Giacomo” si sta incamminando veloce, sostenuto dalla sua voglia di emergere tutta fatta di orgogliose bollicine, oltre che benedetto dalle speranze della famiglia, a cominciare dalla “Nonna d’arte” Annamaria Ackermann, a suo tempo attrice giovane con Eduardo, brillante show woman radiofonica (ricordate Spaccanapoli?), sperimentata attrice teatrale e cinematografica (con Nino Taranto, Peppino De Filippo e registi al top come Liliana Cavani e Luigi Magni).

Se imparerà a gestire tempi, a coltivare al massimo l’umiltà, a personalizzare sempre più stile e talento, a “non correre in curva”, l’Espresso Giacomo si trasformerà presto in un Freccia Rossa. E magari lui non sarà solo “il nipote della Ackermann”, e lei diventerà “la nonna di Giacomo Casaula”.  E, naturalmente, ne sarebbe felicissima…

Buon viaggio, signor G(iacomo)!


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