CAVA DE’ TIRRENI (SA). Lolita D’Arienzo, “In punta d’ali” … per danzare la vita. Sarà presentato il 12 dicembre il quarto libro dell’ ex ballerina immobilizzata dalla SLA

 

Lolita D'Arienzo e Carmela Bucciarelli

Lolita D’Arienzo e Carmela Bucciarelli

In punta d’ali: e Lolita D’Arienzo si avvia a fare poker.

Pur se immobilizzata da quindici anni dalla SLA ed in grado di comunicare solo attraverso un battito di ciglia e illuminando le pupille, Apollonia (Lolita) D’Arienzo, che negli ultimi anni si è aperta al mondo ed ha tra l’altro organizzato spettacoli e scritto libri, presenterà la sua quarta d’opera, In punta d’ali (Ed. Marlin) il 12 dicembre prossimo, alle 18,30, presso l’Auditorium “De Filippis” dell’IIS “Della Corte – Vanvitelli” di cava de’ Tirreni .

Relazioneranno l’Avv. Elena Coccia, Vice Presidente del Comune di Napoli, Santa Rossi, Presidente dell’Ass. Indiani d’Occidente, il Dott. Vincenzo Prisco, Presidente dell’Osservatorio Cittadino sull’Handicap, Maria Rosaria D’Arienzo, sorella di Lolita e Vicepresidente dell’ Ass. Amici di Lola, Tommaso Avagliano, titolare della Casa Editrice Marlin, che pubblica il volume.

Modererà il prof. Luigi Gravagnuolo, ex Sindaco di Cava de’ Tirreni ed uno degli intellettuali di punta del panorama cittadino. Porteranno i loro saluti il Sindaco di Cava Marco Galdi, l’Assessore alle Politiche Sociali Vincenzo Lamberti, il Dirigente dell’Istituto “Della Corte-Vanvitelli”. Concluderà la serata Carmela Bucciarelli, maestra ballerina e collaboratrice di Lolita D’Arienzo nella gestione della scuola Coreia (sono insieme nella foto), che è stata riaperta proprio quest’anno.  

Diversamente dai primi tre libri (Parole tra le ciglia, Il nuovo mondo di Lolita, Oltre la tenda), questo è un romanzo che meno direttamente racconta il viaggio dentro la SLA che Lolita è costretta a fare da quindici anni e nel quale si sta orientando con straordinaria forza d’animo e capacità reattive e creative. Infatti, è soprattutto il romanzo di un’amicizia tra Erica, un’immigrante di origine romena, e Mara, la sua datrice di lavoro, che è appunto una maestra di ballo che nel corso della vicenda viene progressivamente immobilizzata dalla SLA.

 La cornice narrativa è il viaggio di ritorno in bus di questa immigrante da Cava in Romania, nel corso del quale lei, ora con la memoria, ora affabulando con i suoi occasionali e partecipi compagni di viaggio, rievoca le sue peripezie spesso dolorose e il progressivo dramma familiare della maestra,  che non solo è colta dalla malattia ma deve anche affrontare una difficilissima crisi con il marito e rischiare la perdita affettiva di suo figlio.

In queste onde di tempesta, si è progressivamente rafforzata la loro amicizia: Mara e Erica si sono intese subito, con la complicità di due donne particolarmente sensibili, e poi, pur se non senza cadute e ricadute, si sono sostenute a vicenda col reciproco e profondo affetto, all’insegna del poetico e sempre valido principio che siamo angeli con un’ala sola e dobbiamo stare abbracciati per poter volare.

Ed è emblema ideale di questo rapporto l’immagine in sottofondo del manifesto, soavemente leggera, con la ballerina e la ragazzina abbracciate nel cammino (che sono due persone ma sono anche, forse, metaforicamente, due parti  in una), è l’emblema ideale di questo rapporto.

E così, ancora una volta, i libri di Lolita d’Arienzo si traducono in un caldo, profondo, emozionato e emozionante inno alla vita. Nonostante tutto.


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