Al traguardo il Concorso di Poesia e Prosa Religiosa Sant’Alfonso. Il maiorese Giuseppe Capone prevale sulla savonese Rita Muscardin e sul napoletano Vincenzo Cerasuolo

Emanuele Occhipinti, Presidente della Giuria, mostra le sue creative “ramosculture” offerte in omaggio ai presenti
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Si sta radicando profondamente nella vita di Cava de’ Tirreni l’annuale Concorso Nazionale di Poesia e Prosa religiosa Sant’Alfonso, giunto alla sua quarta edizione e indetto dalla Parrocchia di Sant’Alfonso, diretta da don Gioacchino Lanzillo.
La cerimonia di premiazione, semplice ma intensa e ricca di contenuti umani e sociali, oltre che religiosi, è avvenuta nella Chiesa di Sant’Alfonso sabato 18 ottobre. Ha condotto, Franco Bruno Vitolo, con l’accompagnamento musical e di Lucia Antico e Giovanna Armenante.
Quest’anno non è stato ritagliato un tema specifico, ma è stato richiesto di inviare testi aventi come oggetto semplicemente La Fede, in tutte le sfaccettature che l’autore o l’autrice sentivano di voler evidenziare.
La sollecitazione è andata a buon fine, perché sono state trattati aspetti svariati della dimensione religiosa, dalla semplicità della preghiera alla complessità del rapporto col Dolore Terreno o col Mistero Divino, dalla missione della Chiesa alle figure simbolo per un cristiano di oggi, come i tre grandi papi Francesco, Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, o san Francesco d’Assisi o le icone dell’anima Maria, Gesù e Dio Padre.
La seconda classificata, la savonese Rita Muscardin, al suo ennesimo podio nel concorso alfonsiano, con La storia di noi due (A mio figlio), ha messo a nudo, con parole dolcemente amare e intrise di emozionato abbandono ad una volontà superiore, il dramma intimo dell’anima di una madre, che scrive una lettera piena d’amore e di rimpianto al figlio mai nato.
Il terzo classificato, il napoletano Vincenzo Cerasuolo, nella breve ed intensa lirica in vernacolo Gocce ‘e chianto, con un paradosso narrativo rappresenta Dio Padre che, alla richiesta del Cristo sulla croce di perdonare i suoi assassini, reagisce inizialmente con la rabbia del Padre ferito e non con l’Onnipotenza della bontà divina, salvo poi a ricredersi e finalmente a perdonare, ma non senza lasciar cadere sulla terra gocce addolorate di un pianto più umano che divino.
Pe completezza, riportiamo qui le motivazioni con cui la Giuria, presieduta da Emanuele Occhipinti e composta da Maria Alfonsina Accarino, Rosanna e Teresa Rotolo, Lucia Antico, Lucia Criscuolo, Maria Teresa Kindjarsky D’Amato, Annamaria Violante e Franco Bruno Vitolo, ha premiato queste tre liriche:
Primo Premio: ‘O scanuscente, di Giuseppe Capone (Maiori – Salerno)
Partendoda una vivace scenetta “ecclesiale” con coinvolgenti coloriture popolari, attraverso una successione rapida di armoniose quartine rimate conformi alla classica tradizione letteraria della lingua napoletana, il poeta sviluppa un racconto esemplare che progressivamente immerge il lettore in uno scenario di emozionata riflessività, inducendo a considerazioni etiche e relazionali che si traducono in una produttiva e stimolante lezione di vita.
Secondo Premio: La storia di noi due (A mio figlio), di Rita Muscardin (Savona)
Intensa “lettera” di intima emozione, che con un’espressione chiara, semplice e coinvolgente, in una commistione lirica di accenni narrativi e di versi del cuore, pur col petto che è un sepolcro di lacrime, riesce a trasmettere, nella pienezza dell’amore, con l’abbraccio della Fede e nel sapore delle emozioni a tutto campo, tutta la poesia amaramente dolce di un rapporto di maternità lungo solo un sospiro di vento, ma duraturo e profondo quanto la vita e caldo come una tenera “carezza dal cielo”.
Terzo Premio: ‘Gocce ‘e chianto, di Vincenzo Cerasuolo (Marigliano – Napoli)
In sole quattro quartine, utilizzando sapientemente il vernacolo con le cadenze e le strutturazioni dei versi in lingua, il poeta riesce a ricreare l’atmosfera drammatica della Crocifissione e della Passione, ad umanizzare con delicatezza psicologica e forza espressiva la figura del Padre, a sublimare nella pienezza dell’essenza evangelica la proiezione celeste del Figlio, ad esaltare il valore universale del Perdono come scelta risultante da un profondo contrasto interno e non da un acritico senso del dovere, fondendo quindi l’orizzontalità del terreno con le altezze verticali del divino in un’unica e vibrante suggestione lirica.
Le segnalazioni speciali sono state assegnate a: Manuela Capri (Crevalcore – Bologna); Teresa Carotenuto (Cava de’ Tirreni – Sa), Alberto Cerbone (Casoria – Na), Pasquale Cusano (Ruviano – Caserta), Carla D’Alessandro (Nocera Inferiore – Sa), Anna Maria Forte (Salerno), Fulvia Marconi (Ancona), Antonietta Memoli (Cava de’ Tirreni), Irene Memoli (Salerno), Marina Minet (Francavilla in Sinni – Potenza), Mario Senatore (Salerno), Luigi Sorrentino (Cava de’ Tirreni), Barbara Tesauro (Molina di Vietri – Salerno), Salvatore Vicari (Ragusa), Giuseppe Zagami (Salerno).
Le segnalazioni semplici sono state conferite a: Marilina Daniele (Pagani – Sa), Carmela Lo Bue (Palermo), Giovanni Migliorisi (Ragusa), Maria Verbari (Salerno), Michela Gabriella Vicedomini (Carpino – Foggia).
Come si vede, partecipanti da tutte le parti d’Italia. Un segnale soddisfacente per il presente e rincuorante per il futuro.
Alla prossima, con la speranza che, trattandosi di poesia religiosa, prima o poi del premio si interessi anche il resto del clero cittadino …
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