cultura & sociale
Antonio Donadio | 3 Maggio, 2025
Ricordo del regista e attore Alessandro Quasimodo, figlio del grande poeta Salvatore Quasimodo.
Ho incontrato più volte l’attore e regista Alessandro Quasimodo scomparso ahimè, in queste ultime ore. La prima fu nel 1990 quando lo intervistai per il mio spettacolo teatrale: “Ed è subito sera”. Omaggio a Salvatore Quasimodo (Sala Morelli, Palazzo Municipale, Amalfi, 29 dicembre 1990) in occasione dei novanta anni della nascita del padre Salvatore Quasimodo (Modica, 1901), l’ultima volta fu a Palazzago nel 2001.
Alla fine di quell’intervista gli chiesi: “Qual é la poesia di suo padre che ama di più?” Mi citò, inaspettatamente, un poesia che ha come tema la morte, ma una morte che ha nella natura umana la salvezza.
“E’ difficile scegliere, ma forse la poesia che amo di più è “ Nessuno”. C’è tutto mio padre lì dentro: questo fanciullo che deve aspettarsi tutto da quello che lo circonda, alberi, insetti, da ogni cosa che ha cuore di tristezza, desiderio quasi di morte pur avendo paura della morte”.
Nessuno
Io sono forse un fanciullo
che ha paura dei morti,
ma che la morte chiama
perché lo sciolga da tutte le creature:
i bambini, l’albero, gli insetti;
da ogni cosa che ha cuore di tristezza.
Perché non ha più doni
e le strade son buie,
e più non c’è nessuno
che sappia farlo piangere
vicino a te, Signore.
(da Acque e Terre (1920-1929), Solaria, 1930)
Ciao Alessandro, che tu sia sciolto “da ogni cosa che ha cuore di tristezza”.
Di seguito, alcuni stralci da quell’intervista (da L’eco di Bergamo, 10 maggio 2001)
“Mio padre si era sentito male verso le 10 del mattino e non essendoci ospedale ad Amalfi, si rese necessario trasportalo d’urgenza a Napoli; ma non fu possibile trovare né un ambulanza né un elicottero della Nato o della Marina di Napoli e neppure una staffetta motociclistica per fare strada: caricato su di un’asse da stiro, giù per le scale esterne dell’Hotel Cappuccini, mancante un ascensore tale da poter contenere una barella, fu trasportato a Napoli in taxi. Era il 14 di giugno del 1968, mio padre, Salvatore Quasimodo moriva poco dopo”.
E’ visibilmente turbato Alessandro Quasimodo nel raccontarmi quelle ultime ore di suo padre; ma questo sole della splendida campagna bergamasca, ove Alessandro, da Milano dove vive, viene ogni fine settimana a riposare dalle fatiche d’attore e regista, sembra voler allontanare quei tristi lontani ricordi.
E’ uno strano pomeriggio di uno strano maggio, tra sole già caldo e pioggia all’improvviso; ed è qui a Palazzago tra un verde magnifico, che Alessandro Quasimodo mi accoglie per quest’intervista in occasione del centesimo anniversario della nascita di suo padre, il poeta Salvatore Quasimodo, che cadrà il 20 agosto di questo 2001. Mi viene incontro sull’uscio di questa sua affascinante abitazione, un vecchio convento risalente al primi anni del ‘500. Tutto perfettamente restaurato.
Per prima cosa mi porta a visitare l’annessa Cappella. Sull’altare troneggia una bella tela del ‘700 con l’immagine di Santo Spiridione, a destra della porta d’entrata, mi mostra una piccola urna murata “sono le ceneri di mia madre”. Maria Cumani che il poeta sposò nel 1948, dopo la morte della sua prima moglie Bice Donetti. Alessandro ha voluto fermamente che la madre riposasse lì in quella piccola chiesa, nascosta, come in un perenne abbraccio, in quest’angolo verde di Lombardia dando corpo ad alcuni versi di suo padre: “ ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura,/ per restare solo a ricordarti”…” in questa terra/ di pianura, i prati sono verdi/ come nelle valli del sud a primavera”.
Essere figlio di Quasimodo l’ha agevolato o forse le é pesato?
“Mio padre ha influito nelle mie scelte professionali, nella possibilità che avevo di leggere molto, di andare a teatro precocemente. Tutto ciò mi ha portato ad amare il teatro e le opere letterarie. Passione che ho cominciato a coltivare da quando avevo cinque o sei anni: mio padre era allora critico teatrale del “Tempo”. Ma è stato ed è ancora molto difficile essere figlio di Quasimodo: nel Teatro, alla Rai, c’è l’idea che basta fare il figlio di… e gli esempi certamente non mancano…, ma io con tutte le mie forze ho cercato di liberarmi di questo: non voglio fare il figlio di nessuno. Io credo di avere un valore mio, personale”.
Alessandro, è da poco tornato dagli Stati Uniti dove presso la “Princeton University” si è tenuto un Convegno sulla Poetica di Quasimodo. Cosa prova lei, attore, a leggere le poesie di suo padre? Una legittima emozione o forse fredda professionalità?
“Fredda professionalità, mai; assolutamente. Io sostengo che ho molti padri, non solo Quasimodo: c’è lo stesso impegno, la stessa partecipazione, la stessa emozione anche quando recito Pascoli o D’Annunzio: perché credo in ciò che recito; sono autori che non mi possono lasciare indifferenti, proprio come dei veri padri”
Uno dei più illustri “loci” quasimodiani é senza dubbio, “operaio di sogni” che è anche il titolo di un suo recente, applaudito Recital, in giro per tutta Italia. Suo padre, che poco prima di morire scriveva: ” ascolto volentieri le parole della vita/ che non ho mai inteso, mi fermo/ su lunghe ipotesi”, appare oggi, umile “operaio di sogni” o figura concreta di un uomo che ha ricercato la verità nel reale?
“Quasimodo é un uomo inserito nel suo tempo che esprime ansie, aspettative, domande dei suoi contemporanei. Suo pregio maggiore, la coerenza con se stesso, a volte con aspetti contradditori. Quasi se non ci fossero! Sostenere le cose in cui si crede e accettare le sconfitte, le domande che non avranno mai risposta”.
1959, Premio Nobel. Molte critiche ma anche aperti consensi. In primis, quello di Carlo Bo: “Poeta della maturità che ha cantato l’amore dell’uomo e la fedeltà alla vita”
Il Nobel, Quasimodo, l’ha pagato duramente: invidia, faide e nemici che si è creato non volutamente e non appartenendo a clan letterari, non avendo le spalle coperte da nessun giornale … Ma si paga duramente questa tipo di solitudine”.
Quale fu, secondo lei, il rapporto di suo padre con la Fede. Lui comunista …
“Quasimodo è stato un cristiano di sinistra sempre, era un uomo che non poteva non essere di sinistra. Nessuna meraviglia: egli ha cominciato molto presto questa sua ricerca religiosa. Fin dalla sua prima produzione c’è questa ricerca molto forte. Gli fu chiesto a chi si rivolgesse con il termine di Signore, Signore con la esse maiuscola: Gesù Cristo. Se c’è un interesse sull’uomo, a maggior ragione su un Dio che si fa uomo. In “Thanatos Athanatos” si domanda: la nostra sola certezza é la morte? La risposta è no: non può finire tutto li! E in un bel discorso fatto ad Assisi, affermava: “la preghiera è sempre poesia ma non sempre la poesia è preghiera”.
Chi è il poeta Salvatore Quasimodo?
Un poeta fedele sempre a se stesso pur se le esperienze della vita non possono lasciare indifferenti: l’incontro con l’amore, la guerra, la sofferenza, la soddisfazione di un premio, cose che possono influire, ma non determinano. Egli ha sentito di esprimere quello che aveva dentro di se, la voce che si levava dentro; non è Quasimodo, poeta che cambia e inizia un nuovo periodo. Semmai, se c’é stata frattura, c’è con le “Nuove Poesie” che risalgono all’incontro con Maria Cumani, mia madre. Nuove rispetto a quelle precedenti, come musicalità interna, come recupero di una classicità. Oreste Macrì parlò della sua poetica come“poetica della parola” e poi giudizi di Anceschi, Bo, o Gianfranco Contini che afferma che Quasimodo é uno dei più grandi poeti del 900”.
Pubblicato in cultura & sociale, eventi & appuntamenti | Commenti disabilitati su Ricordo del regista e attore Alessandro Quasimodo, figlio del grande poeta Salvatore Quasimodo.
Antonio Donadio | 22 Aprile, 2025
Non orme di parole usate. Un inedito di Antonio Donadio già dedicato a Papa Francesco.
Non orme di parole usate
(a Papa Francesco)
Nei fondali dell’anima
sconosciuto inaspettato moto
d’argilla rossa di sangue
e d’amore. Non orme
di parole usate.
Piena la tua parola
come pane da mangiarsi piano.
Tempo primo d’ogni
nascente anima
in attesa di danze
per albe radiose
Antonio Donadio
Bergamo, alba del 26 di dicembre 2013
Questo è un inedito inviato a Papa Francesco nel 2014 assieme alla mia traduzione della “Legenda maior”- Vita di San Francesco – di San Bonaventura (Edizioni Paoline, 2006). Non senza sorpresa ricevetti un biglietto a firma di Mons. Peter B. Welles, Assessore per gli Affari Generali, col quale mi informava che il Santo Padre aveva “particolarmente gradito il premuroso gesto” e auspicava “che la grazia e l’amore del Signore continuino ad accompagnare e ad illuminare il cammino di fede e di testimonianza“ e m’inviava la Sua Benedizione Apostolica.
Ciao Papa Francesco e grazie del dono della Tua Parola come esemplare pane di vita spirituale e umana.
Pubblicato in cultura & sociale | Commenti disabilitati su Non orme di parole usate. Un inedito di Antonio Donadio già dedicato a Papa Francesco.
redazione | 8 Aprile, 2025
Cava de’ Tirreni (SA). Bicentenario della nascita di Giuseppe Trara Genoino 12 aprile 1825 – 12 aprile 2025
Si terrà sabato prossimo 12 aprile 2025, alle ore 10, presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, la celebrazione del bicentenario della nascita di Giuseppe Trara Genoino, organizzata dall’Amministrazione Servalli e dall’Associazione “Figli di Mamma Lucia”, per ricordare la figura di un protagonista della scena politica locale, regionale e nazionale di quei tempi e di un sindaco che ha profondamente trasformato la città.
La manifestazione verrà aperta da letture teatralizzate di alcuni testi tratti da “Noterelle Cavesi”, di Valerio Canonico (Di Mauro Editore, 1973) e da una lettera inedita della figlia Rachele conservata presso l’Archivio Storico Comunale di Cava de’ Tirreni.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Vincenzo Servalli, dell’Assessore all’Istruzione Lorena Iuliano, del Consigliere delegato alla Cultura Armando Lamberti, del Presidente dell’Associazione “Figli di Mamma Lucia di Cava de’ Tirreni ODV” Felice Scermino e delle delegazioni dei Comuni di Positano e Sala Consilina, seguiranno gli interventi di alcuni studiosi di storia locali che ricorderanno la figura del “Sindaco per antonomasia”, Giuseppe Trara Genoino.
Nell’occasione verrà presentata al pubblico una cartolina celebrativa, stampata a tiratura limitata nel numero di 1000 copie (in distribuzione presso il Museo di Mamma Lucia), ed una pagina web.
Il giorno scelto non è casuale: Giuseppe Trara Genoino nacque infatti il 12 aprile del 1825. Fu sindaco dal 1861 al 1869 e dal 1876 al 1884. Alcune tra le più salienti opere realizzate durante questo periodo e che trasformarono la città furono: il Teatro Municipale (inaugurato il 6 ottobre 1878 e poi chiamato Verdi nel 1901); la Villa Comunale (il “boschetto di delizie”, che cingeva in un abbraccio di verde l’elegante teatro); la creazione della biblioteca comunale; l’apertura di strade, tra cui quella di Rotolo e la relativa alberatura; diverse infrastrutture pubbliche fondamentali, tra le quali lo sfruttamento delle sorgenti; nonché la repressione del brigantaggio che imperversava sulle montagne del versante occidentale.
Nel corso della mattinata verrà presentato anche il progetto di una mostra dal titolo “Giuseppe Trara Genoino e la città di Cava de’ Tirreni nel bicentenario della nascita”.
La mostra, che ha ottenuto il patrocinio del Centro studi per la storia di Cava de’ Tirreni, dei Comuni di Positano, Sala Consilina e della Provincia di Salerno, si terrà nel prossimo autunno presso la Biblioteca Comunale “Can. A. Avallone” in viale G. Marconi 54, con la collaborazione di storici locali, esporrà documenti originali e pannelli descrittivi.
Diversi saranno i temi trattati, tra i quali aspetti inediti come l’impegno profuso per il Comune di Positano, che gli permise di riceverne la cittadinanza, oltre l’intitolazione di una strada. E ancora, come si evince da numerosi atti conservati presso l’Archivio Storico Comunale di Sala Consilina, la carica di Regio Commissario Straordinario del Comune di Sala Consilina, ricevuta nel corso dell’anno 1889. Durante tale periodo, si interessò di numerose problematiche, tra cui quelle legate alle opere pubbliche, al commercio, all’agricoltura ed all’Archivio.
Pubblicato in cultura & sociale, eventi & appuntamenti | Commenti disabilitati su Cava de’ Tirreni (SA). Bicentenario della nascita di Giuseppe Trara Genoino 12 aprile 1825 – 12 aprile 2025
redazione | 19 Marzo, 2025
Cava de’ Tirreni (SA). L’Iride presenta “I racconti di Bosco Alato” di Stefania Di Loreto Un libro per immergersi nella Natura e celebrare l’inizio della primavera
L’Associazione culturale L’Iride, alle 18 di venerdì 21 marzo invita grandi e piccoli a Cava de’ Tirreni, nell’auditorium San Giovanni a un pomeriggio di full immersion nella Natura e nel verde del bosco, ascoltando le voci dei suoi abitanti.
Ad aprire le porte di questo Mondo sarà la scrittrice Stefania Di Loreto con il suo libro “I racconti di bosco alato” (Mimebù edizioni), illustrato da Giulia Cregut, che si è aggiudicato il Premio Simonetta Lamberti-Narrativa bambini nella quarantesima edizione del Concorso letterario organizzato da L’Iride.
L’evento è inserito tra le tante iniziative di “Cava che legge” importante progetto, finanziato dal Centro per la Lettura, e fiore all’occhiello del Comune di Cava de’ Tirreni.
Il libro della Di Loreto, che insegna italiano e storia nelle scuole superiori, è suddiviso in quattro racconti che trasportano il lettore al centro della magia della natura. Protagonisti sono gli abitanti di Bosco Alato. La loro vita è serena ma non priva di avventure, fra gatti dispettosi, storni distratti e misteriosi intrusi.
Oltre che leggere il libro i lettori -tramite il QR code in esso contenuto, possono collegarsi ed entrare nel mondo di Bosco Alato, osservando in diretta i personaggi dei racconti.
Per l’unicità del progetto il libro è appoggiato dalla società benefit “Piantando” che sostiene iniziative a impatto sociale e ambientale
In sala, pronti ad accogliere la scrittrice che arriva dal Piemonte e precisamente dal comune di Fiano, nel bellissimo Parco Naturale Regionale della Mandria, saranno i giovanissimi lettori, alunni della scuola primaria che, guidati dalle docenti, stanno creando brevi video ispirati alle storie narrate nel libro che parteciperanno al Concorso “L’apprendista lettore”.
Una chicca della serata sarà il collegamento con le webcam situate nel giardino della scrittrice per condividere in diretta momenti di vita dei suoi abitanti. “Perché Bosco alato- tiene a precisare la Di Loreto- esiste davvero”.
Parteciperanno all’incontro, che sarà moderato dalla presidente de L’Iride Maria Gabriella Alfano, l’avv. Lorena Iuliano, assessora all’Istruzione del Comune di Cava de’ Tirreni, la prof. Maria Alfano, dirigente dell’IIS De Filippis-Galdi e il dott. Fabrizio Canonico, direttore della Riserva Statale oasi WWF Cratere degli Astroni.
Nel corso della serata ascolteremo musica live eseguita dagli allievi del Liceo Musicale De Filippis-Galdi di Cava de’ Tirreni diretti dai Maestri Gioacchino Zito e Ivan Iannone.
Insomma una serata per alimentare in tutti, grandi e piccoli, il sogno di un mondo migliore.
Pubblicato in cultura & sociale, eventi & appuntamenti | Commenti disabilitati su Cava de’ Tirreni (SA). L’Iride presenta “I racconti di Bosco Alato” di Stefania Di Loreto Un libro per immergersi nella Natura e celebrare l’inizio della primavera
redazione | 18 Marzo, 2025
Cava de’ Tirreni (SA). Il Castello restaurato, il 21 marzo 2025 l’inaugurazione.

Pubblicato in ambiente & territorio, cultura & sociale, eventi & appuntamenti, notizie, Politica & Amministrazione | Commenti disabilitati su Cava de’ Tirreni (SA). Il Castello restaurato, il 21 marzo 2025 l’inaugurazione.