eventi & appuntamenti

 

Cava de’ Tirreni (SA). Il Castello restaurato, il 21 marzo 2025 l’inaugurazione.

Sarà riconsegnato alla città di Cava de’ Tirreni, venerdì prossimo, 21 marzo 2025, il Castello di Sant’Adiutore, l’iconico “castrum” che da oltre mille anni si erge sul monte al centro della vallata.
Sono, infatti, terminati i lavori di recupero e restauro della storica rocca, inseriti nelle opere del Programma Integrato Città Sostenibili (Pics) con un finanziamento di 2.186.195,00 euro, realizzati di concerto con la Soprintendenza di Salerno.
La cerimonia di inaugurazione avrà inizio alle ore 9.30 con il taglio del nastro e la Santa Benedizione impartita dal vicario generale dell’Arcidiocesi don Beniamino D’Arco, per l’indisposizione di S.E. l’Arcivescovo Orazio Soricelli, che celebrerà anche la messa solenne prevista per le ore 10.30 sulla terrazza inferiore del castello. Dopo gli interventi del Sindaco Vincenzo Servalli, del vicario don Beniamino, della Consigliera Anna Padovano Sorrentino, delegata ai Pics che illustrerà i lavori di restauro e del Consigliere delegato alla Cultura Armando Lamberti, ci saranno momenti di convivialità offerti dall’Associazione “Amici di Monte Castello” ed alle ore 12.00, lungo il sentiero sotto le antiche mura, una salva di sparo del pistone con i Trombonieri dell’Atsc (Associazione Trombonieri Sbandieratori e Cavalieri) e della Associazione Bolla Pontificia A.D. 1394. È previsto un servizio navetta dalle ore 8.30 alle 13.00 dalla Pineta la Serra al castello. La cerimonia di inaugurazione si concluderà alle ore 20.00 con il contemporaneo suono delle campane di tutte le chiese cittadine a cui seguiranno fuochi pirotecnici dal monte a cura dell’Ente Monte Castello con il contributo della Banca Cooperativa Campania Centro.
“È un momento per me di grande emozione – afferma il Sindaco Vincenzo Servalli – dalla ricostruzione dopo la guerra ad oggi, per la prima volta, il nostro castello è stato completamente restaurato, dopo che addirittura era stato chiuso al pubblico perché cadeva a pezzi. È stato un lavoro meticoloso, certosino, recuperando pietra su pietra e ricostruendolo così com’era per oltre mille anni”.
Dopo circa due anni di lavori sono stati recuperati gli antichi spazi del complesso architettonico trasformate in sale museali e per esposizioni compatibili con la storicità della struttura che coinvolgeranno i visitatori in percorso pluri-sensoriale, di forte impatto emotivo, in rete con gli altri poli culturali della città. L’area interessata dall’intervento è di circa 9.000 mq, compresa nella vasta cinta muraria esterna, oltre al percorso naturalistico della fascia boschiva circostante. Rimossi tutti gli interventi realizzati in cemento armato realizzati dopo le distruzioni dovute ai bombardamenti durante la II guerra mondiale e la selva di antenne sulla terrazza superiore, ricostruita anche la strada d’accesso con la realizzazione dei sottoservizi e restaurata la storica croce.

Salerno. Giubileo 2025. “Le declinazioni della Parola: speranza e deontologia nella comunicazione”

Corso di formazione organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Campania.


Nell’ambito del Giubileo del Mondo della Comunicazione, l’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Campania, propone una riflessione approfondita sulle intersezioni tra il tema della speranza e la deontologia della comunicazione e dell’informazione. “Le declinazioni della Parola: speranza e deontologia della comunicazione”: questo il titolo del corso di formazione in programma il 20 febbraio 2025, alle ore 15, presso la Cattedrale di Salerno, in piazza Alfano I. In un mondo sempre più connesso, dove la parola diventa veicolo di significati e responsabilità, dunque, si analizzerà come i professionisti della comunicazione possano promuovere verità, fiducia e valori etici, contribuendo alla costruzione di una società più coesa e consapevole.

Tra gli obiettivi formativi, quello di approfondire il ruolo della comunicazione nella promozione della speranza e del dialogo, nonché fornire strumenti deontologici per affrontare le sfide attuali nel settore dell’informazione e favorire il confronto tra esperti del settore e operatori della comunicazione. “Questo Convegno, che si inserisce nel percorso giubilare della nostra Arcidiocesi, affronta il delicato e fondamentale tema della comunicazione, nei suoi diversi risvolti etici, antropologici e sociali, in un tempo dove tutti siamo interconnessi e la mole di informazioni cui poter accedere è sempre più ampia e spesso non controllabile nella sua veridicità. – ha osservato l’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, S.E. Monsignor Andrea Bellandi – Il Papa quest’anno, nel messaggio per la 59ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, invita fortemente gli operatori a mettere al centro della comunicazione la responsabilità personale e collettiva verso il prossimo, in un orizzonte aperto alla speranza”. “L’Ordine della Campania ringrazia l’Arcidiocesi di Salerno Campagna Acerno, la collega Concita De Luca e la Stampa cattolica regionale per questo importantissimo appuntamento che segna l’inizio del Giubileo dei giornalisti in Campania con una serie di convegni che attraverseranno, nel corso dell’anno, tutta la nostra regione”, ha aggiunto il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli.

Il programma

Ad aprire l’incontro, moderato dalla giornalista Concita De Luca, Don Ugo De Rosa, delegato Giubileo per l’Arcidiocesi Salerno Campagna Acerno, Ottavio Lucarelli, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, nonché Guido Pocobelli Ragosta, Presidente UCSI.

Previsti, quindi, gli interventi di Elena Salzano, Consigliera Nazionale Ferpi che punterà l’attenzione su “La parola come strumento di responsabilità e costruzione di speranza”, per offrire un’analisi del ruolo della comunicazione etica nella diffusione di messaggi positivi e responsabili, nonché di Angelo Scelzo Giornalista e Scrittore che parlerà della “Comunicazione e giubileo: il dialogo come dimensione della speranza”, riflettendo sulla parola come ponte tra tradizione giubilare e contemporaneità.

Le conclusioni, infine, sono affidate all’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, S.E. Monsignor Andrea Bellandi che si soffermerà su “La parola e la speranza: prospettive per una comunicazione autentica”, per promuovere una comunicazione basata sull’autenticità e sulla costruzione di comunità

Cava de’ Tirreni (SA). A “Spasso” nei Palazzi di Città: tra storia e documenti.

Si parte domenica 9 febbraio, alle ore 10:00, dalla Piazzetta Di Mauro, al corso Umberto I, davanti la chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo e delle Anime del Purgatorio per arrivare in piazza Abbro e visitare il “Palazzo di Città”, le tante opere d’arte che custodisce e dove sarà esposta anche la famosa Pergamena in Bianco.
La passeggiata di storia ed arte, che rientra nell’iniziativa “camminare il paesaggio”, è curata da Geltrude Barba, Aniello Ragone e Giuseppe Cardamone.
Sono previsti gli interventi di Rita Taglé, Lucia Avigliano e Viviana Vitale.
I momenti teatrali saranno curati da Geltrude Barba, Lucrezia Macri e Giuseppe Cardamone. Ad accogliere i “camminatori” il Sindaco Vincenzo Servalli e l’Assessore Lorena Iuliano.
Al termine saranno estratti dei premi offerti da Paola Taglé, Lucia Avigliano e dagli sponsor del format.
L’evento aderisce al progetto “Posto Occupato”.

Cava de’ Tirreni (SA). Intitolata la Sala Teatro a Salvatore Fasano

Cava de’ Tirreni ha reso omaggio a una delle sue figure più significative con l’intitolazione della Sala Teatro della scuola Pisapia di Passiano, parte dell’Istituto Comprensivo Don Bosco, a Salvatore Fasano. La cerimonia si è svolta oggi alla presenza delle istituzioni, dei familiari e di un pubblico commosso, che ha assistito allo scoprimento della targa commemorativa e all’esecuzione degli inni nazionale ed europeo.

Salvatore Fasano, scomparso il 22 settembre 2020, è stato una figura centrale per la comunità cavese. Insegnante appassionato, amministratore pubblico e fondatore del Sacrario Militare cittadino, ha sempre operato per preservare la memoria storica dei caduti e trasmettere alle nuove generazioni i valori di sacrificio e impegno civico. Fasano insegnò per oltre vent’anni proprio nell’istituto che oggi ospita la sala a lui dedicata, contribuendo significativamente alla crescita educativa e culturale del territorio.

Durante la cerimonia, i familiari hanno donato alla scuola un quadro con alcune delle fotografie più rappresentative della vita e del lavoro di Fasano, un ulteriore segno della sua eredità lasciata alla città. Il sindaco Vincenzo Servalli ha sottolineato come l’intitolazione della sala teatro sia un riconoscimento del profondo amore che Fasano nutriva per Cava de’Tirreni e per la comunità di Passiano. La dirigente scolastica Ester Senatore ha evidenziato l’importanza di restituire alla scuola e alla comunità uno spazio culturale, nel segno della continuità con il passato e con le attività didattiche che Fasano stesso promuoveva.

Particolarmente toccante è stata la testimonianza del figlio, Daniele Fasano, che ha espresso il suo profondo orgoglio e la commozione della famiglia:

“C’è molta commozione perché il ricordo di papà è sempre stato legato al Sacrario Militare e ai caduti, ma oggi per la prima volta viene celebrata anche la sua figura di amministratore pubblico. Questo è motivo di grande orgoglio non solo per la nostra famiglia, ma anche per la scuola e per tutta la comunità di Passiano. Papà ha dedicato 23 anni della sua vita a questa scuola, inaugurandola nel 1965 e contribuendo alla crescita culturale del territorio. Ringrazio il sindaco, la Commissione Toponomastica e tutti coloro che hanno reso possibile questo tributo, permettendo che il suo impegno e la sua dedizione non vengano dimenticati.”

L’intitolazione della Sala Teatro “Salvatore Fasano” non è solo un gesto simbolico, ma un segnale concreto della volontà di Cava de’ Tirreni di mantenere viva la memoria delle persone che hanno lasciato un segno indelebile nella sua storia. Questo spazio diventerà un punto di riferimento per la cultura e l’educazione, testimoniando il valore di chi, come Fasano, ha creduto fermamente nell’importanza della conoscenza, del ricordo e del senso di appartenenza alla comunità.

Cava de’ Tirreni (SA). Recital Concerto Stella Maris

Spettacolo teatrale-musicale con quadri scenici, musiche e canzoni natalizie. Un viaggio nella storia della nascita di Gesù Bambino, attraverso le vicende dei protagonisti dell’antico presepio napoletano.


La Compagnia del Teatro degli Eventi, diretta da Maurizio Merolla, metterà in scena mercoledì 1 gennaio 2025, alla Chiesa di San Francesco di Cava de’Tirreni, alle ore 20, nell’ ambito della programmazione “Il Sogno e la Luce”, organizzata dall’ Amministrazione Servalli, lo spettacolo dal titolo Stella Maris, con testo teatrale scritto da Paola Apuzza e Maurizio Merolla.

Il racconto dell’Annuncio e della nascita di Gesù, intervallato da musiche e canti natalizi, è stato concepito come scene di un presepio, con la presenza, oltre che degli attori principali della sacra rappresentazione, di alcuni personaggi che, dal XVIII secolo, sono parte integrante del presepe napoletano, come Benino, le pastorelle ed Erode. Tutti i personaggi, conservando la sacralità della funzione, sono caratterizzati nella loro natura umana, con i sentimenti contrastanti che l’evento della incarnazione di Dio in una donna racchiude in sé.

La rappresentazione teatrale non acclara la visione stereotipata dell’evento sacro – consolidatasi nella tradizione iconografica e narrativa – secondo la quale Maria e Giuseppe, già con aura di santità, accolsero con fervore mistico e sublime accettazione, l’Annuncio dell’Arcangelo Gabriele. Gli autori hanno dato una connotazione realistica ai personaggi, facendo emergere i sentimenti più veri di uomini e donne che, per la prima volta, si confrontano con il divino, emozioni profonde e sconvolgenti che vanno dalla paura allo stupore, all’incredulità di menti razionali, al dubbio. È soprattutto quest’ultimo, vissuto come esperienza interiore volta alla conoscenza, il “dubito ergo sum” di S. Agostino, scevro da scetticismo, che descrive l’incontro di Maria e Giuseppe con il messaggero del Padre. E poi il dubbio si insinua in Anna, insieme alla rabbia ed allo sconforto al pensiero che Maria, tradendo la morale e la religione, sia rimasta incinta da uomo prima delle nozze. Dubbio che poi, per una convinta e devota professione di fede, si trasforma per i protagonisti in un fiducioso affidamento al volere del Padre.

Fuori campo sentiremo la voce profonda e tonante dell’arcangelo Gabriele che annuncerà a Maria la volontà del Padre di farsi figlio nel suo ventre.
Altro tema del racconto, suddiviso in quadri scenici, è il viaggio guidato dalla stella che viene dall’oriente. Benino e le pastorelle, connotati psicologicamente nella profonda umanità degli umili, degli ultimi che il Dio fatto uomo vuole vicini alla sua nascita, inseguono la stella cometa, l’astro che preannuncia l’evento divino della nascita del Bambino Gesù, la stella che potremmo identificare come la guida all’eterna ricerca dell’uomo di una ragione di speranza.
Benino e le pastorelle parlano la lingua napoletana che, per la sua potenza verbale, la varietà lessicale ed espressiva e la sua musicalità, comunica in modo magistrale le sfumature e le emozioni vivide dei personaggi.

Tutte le scene della rappresentazione saranno introdotte dall’Angelo narratore, una figura alata eterea e dorata, che ha il compito di riannodare i fili della storia della nascita di Gesù, guidando con voce soave gli spettatori, dall’Annunciazione di Maria all’Adorazione dei pastori.
E in un presepe napoletano vivente non poteva mancare Erode, simbolo del potere e del male, il lato oscuro dell’essere umano. Erode è la Storia che entra, con la sua violenza, nella poesia del Natale; è il potere di Roma che deve prevalere sul popolo inerme ammazzando bambini innocenti, è il sangue che macchia, come preludio della Passione, la nascita di Gesù. Il personaggio Erode racchiude in sé le mille sfumature dell’uomo e del re, la fredda razionalità e la lucida follia, la ragion di stato che travalica la morale, la paura di perdere il potere e la ricerca forsennata di una soluzione, qualunque soluzione, non importa se crudele e cruenta, per continuare a cingersi il capo della corona. La corona da re, per derisione fatta di spine, con la quale, poi, un giorno, i Romani incoroneranno il Cristo sulla croce.

La colonna musicale dello spettacolo teatrale è su musiche originali del M° Giancarlo Sanduzzi, alla chitarra.

Corale: Angelo De Biase, Antonella Firinu, Luciano Matarazzo, Marta Pignataro, Osvaldo Ardita
Gli attori della Compagnia Teatro Degli Eventi: Flavia Chiarolanza, Ilaria Stanzione, Livia Marotta Brusco (Angeli narratori), Luca Coppola (Arcangelo Gabriele), Monica Piantedosi (Vergine Maria), Elisa Carbone (Sant’Anna), Maurizio Merolla (San Giuseppe), Rita Aurigemma, Luciana Vitale (pastorelle), Fabrizio La Procida (Benino), Bruno Preziosi (Erode), Anna Napolitano (lavandaia Rosina), Pietro De Lise (mendicante).