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CAVA DE’ TIRRENI (SA). Due proposte (Cinque stelle e PD) per arrivare a rifiuti zero. Con la speranza che non finiscano nella spazzatura
In tempi in cui troppo spesso i movimenti creano tourbillon da “fermate il mondo voglio scendere” e i partiti sembrano partiti per quel paese dove ci si dimentica proprio il motivo per cui sono partiti, ben vengano gli spunti di riflessione su problemi reali, che dovrebbero essere una sana abitudine ed invece purtroppo vengono visti come una felice eccezione.
I benemeriti a Cava sono per la circostanza il Movimento Cava Cinque Stelle cittadino e poi, sulla scia, il Partito Democratico. Il primo ha prodotto un documento con una serie di proposte sui Rifiuti Zero (per la riduzione dei rifiuti, l’abbattimento dei costi ed un’adeguata azione di recupero e riciclaggio), diffuso alle stampe e poi pubblicato sul cartaceo di Cavanotizie.it. Il secondo ha preso spunto da quel documento ed ha rimpolpato il progetto con una serie di significative integrazioni. Ne parleremo presentando la proposta del Partito Democratico, ma implicitamente, facendo il confronto, verranno fuori anche i capisaldi del movimento.
Innanzitutto, nel documento PD si manifesta una concordia piena nel campo della premialità, con l’attuazione piena del codice a barre sui sacchetti dei rifiuti, perché il riconoscimento avvenga in funzione della quantità di rifiuti consegnata e con la possibilità attraverso il codice di conoscere in diretta la produzione di rifiuti in atto e di monitorare lo status generale di tutte le pratiche personali grazie alla piattaforma informatica collegata ad Eagle. Un salto di qualità verrebbe invece dato dalla proposta PD delle Eco-Gamification, cioè una competizione tra frazioni e quartieri e premi in interventi straordinari sul territorio di quelli che producono di più.
Su premialità e possibilità di aree specializzate per la rivendita di oggetti pesanti rottamati, la proposta PD è quindi convergente con le linee precedenti. In aggiunta, l’idea di conferire all’Isola Ecologica il materiale soggetto a premialità ulteriormente differenziato, in modo da risparmiare sulla selezione ed aumentare i ricavi (plastica divisa per tipologia di oggetto e contenitore, vetro bianco e vetro colorato, carta e cartone, alluminio e ferrosi e banda stagnata). Ciliegine importanti sulla torta sarebbero anche l’installazione nell’isola ecologica di un sistema di pressatura per ottimizzare i trasporti, e la realizzazione di Ecopunti in zone strategiche del territorio, per favorire la raccolta di materiale riciclabile specifico.
Pieno sostegno PD alla proposta pentastellata delle compostiere domestiche, da incrementare mediante incentivazioni di vario genere, favorendo così la trasformazione “in proprio” di materiale organico in sostanze concimanti.
Unanime il consenso per la proposta di sostenere e promuovere la sana pratica del vuoto a rendere di una volta, e poi non solo l’uso privilegiato di prodotti di materiale riciclato e “verde”, ma anche attività di riuso e di riassemblaggio di manufatti di vario genere, compresi gli oggetti ingombranti. A questo il PD aggiunge la proposta di organizzare appositi mercatini e giornate di libero scambio riguardanti gli oggetti usati.
Naturalmente, per garantire la realizzazione ottimale di questi obiettivi, è importante un’azione di prevenzione adeguata, favorendo, come nella proposta pentastellata, l’eliminazione dell’uso di materiale non riciclabile o non compostabile, la sostituzione dei pannolini usa e getta con quelli riutilizzabili, l’installazione di sistemi di distribuzione alla spina (per latte, bevande, detersivi, alimentari) capaci di ridurre al massimo l’uso di contenitori inquinanti. Sarebbe benvenuta anche l’installazione in luoghi pubblici, come aziende e scuole, di fontanini che in distribuzione riducano la pesantezza dell’acqua. In più la proposta del Partito democratico prevede la realizzazione di una mappa della qualità della fornitura di acqua potabile, che permetta all’utente di conoscere, come già per tanti prodotti, quello che beve e che consuma e quindi di regolarsi sull’opportunità o meno di acquistare bottiglie preconfezionate.
La proposta del Partito Democratico contiene anche un poker di proposte significative di tipo strutturale: l’unificazione e la riorganizzazione del servizio di raccolta; la formazione di una società mista in collaborazione con altri comuni della Costiera e la costruzione di un impianto di selezione da realizzarsi con un bacino di più comuni, conformemente con le esigenze di accorpamento e di rapporto pubblico-privato individuate dalla nuova legge regionale 5/2015 e con conseguente abbattimento di costi ed efficientizzazione dei servizi); l’istituzione di un Centro e di una Consulta rifiuti zero, che rappresentino lo strumento operativo e di controllo e monitoraggio del progetto e quindi siano il punto di riferimento di ogni operazione.
Come si vede, una progettazione ampia ed articolata, che richiede operatività, efficienza ed anche il coraggio di un investimento che sarebbe comunque molto redditizio. Tenendo conto che anima della proposta è Raffaele Fiorillo (che l’ha presentata insieme col nuovo Segretario Giuseppe Aleotti), il quale quando era Sindaco proprio con l’istituzione della Se.T.A. raggiunse, almeno all’inizio, il top del prestigio personale e dell’immagine di avanguardia della Città, crediamo che la nuova proposta possa rappresentare uno strumento di riflessione importante, e magari un altro salto nell’avanguardia. Da realizzare senza metterci cappelli, ma con la giusta sinergia con le istituzioni e con il possibile e doveroso coinvolgimento, almeno nel merito, per il Movimento Cinque Stelle che ha smosso le acque.
Ricordiamo quello che diceva il Presidente John Kennedy: “Non chiedete solo cosa lo Stato possa fare per voi, ma anche cosa potete fare voi per lo Stato”. Ergo…
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Presentazione del libro Vita di un immigrante, di Lucian Boncea
Giovedì 6 marzo 2014, alle ore 17,30, nella Sala di Rappresentanza del Comune di Cava de’ Tirreni, sarà presentato il libro Vita di un immigrante, di Lucian Alin Boncea.
Interverranno il Sindaco di Cava Marco Galdi, l’Arcivescovo di Amalfi-Cava Mons. Orazio Soricelli, l’ex Sindaco Luigi Gravagnuolo, il Coordinatore del Punto Pace Pax Christi Antonio Armenante, il Parroco della Comunità Cristiana ortodossa Nicolae Budui, il Presidente dell’Associazione Rossetto Fernando D’Ursi Castaldo, il Segretario generale della CGIL Maria Di Serio. Condurrà Franco Bruno Vitolo, che ha anche curato l’editing della pubblicazione.
Lucian Alin Boncea, giovane trentenne di origine rumena, vive da circa dieci anni a Cava de’ Tirreni, dove ha trovato accoglienza e lavoro, dove ha formato un felice nucleo familiare con Daniela e sua figlia Andrea, dove si è ottimamente inserito nel tessuto sociale, tanto da essere, oltre che rappresentante ufficiale della Comunità rumena, Vice Presidente della Consulta cittadina degli stranieri e come tale presente, con diritto di parola, nel Consiglio Comunale.
Nel libro, che è corredato da significative “foto di vita”, egli racconta in brevi ed efficaci tratti il suo cammino, che all’inizio è stato caratterizzato da gravi difficoltà economiche, lavorative e relazionali, che hanno prodotto momenti di dolorosa disperazione, da cui Lucian si è sollevato grazie allo spirito di accoglienza di un sacerdote (don Valerio di San Pietro), di una comunità frazionale e dell’intera collettività cittadina (dalle persone ai rappresentanti istituzionali), che ne hanno fatto in breve tempo un ben integrato “rumeno di Cava”.
Perciò, pur nei momenti bui che stiamo vivendo e nonostante gli innegabili rigurgiti razzisti qua e là emergenti nella penisola, il libro accende una luce di speranza: accogliere si deve, integrarsi si può. Ma, come in tante altre questioni, occorre che da tutte e due le parti ci siano persone di buona volontà…
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Socialmatic: progettata dal cavese De Rosa la nuova Polaroid, in uscita nel 2014
Socialmatic – Polaroid… e sarà un matrimonio a modo suo rivoluzionario nel campo dell’informatica e delle comunicazioni. Con un pizzicone di orgoglio possiamo affermare che il “celebrante” è un cittadino trentottenne di Cava de’ Tirreni (oggi residente a Casoria), Antonio De Rosa, un geniale operatore del settore, che già si era in precedenza fatto notare per alcuni concept significativi (come quello dell’Iwatch) pubblicati e trasmessi al colosso Apple.
La Polaroid, come è noto, è l’azienda mito della fotografia, la distributrice della celeberrima macchina fotografica a stampa immediata (nei tempi lunghi della stampa con sviluppo), che qualche decennio fa conquistò il mondo. Con l’avvento del digitale e della Rete il miracolo della stampa immediata non è più parso tale e per l’ultimissima generazione nata col bit il fascino della Polaroid era solo nei ricordi dei genitori. La Socialmatic di De Rosa ha invece il germe per un rilancio totale di quella macchina e dello spirito che la animava, ma sulla base delle più moderne forme di comunicazione.
Si ispira infatti ad Instagram, la popolarissima app di Facebook che permette la condivisione immediata delle proprie foto sul web. Il logo di Instagram, una deliziosa macchina fotografica quadrata, De Rosa ha avuto la brillante idea di materializzarlo. Ci ha studiato su per anni, ha ricercato finanziamenti specifici, trovandoli almeno in parte attraverso Indiegogo (la piattaforma web che finanzia progetti innovativi sotto forma di donazioni di privati) ed ha prodotto un progetto per il prototipo: una fotocamera con la forma del logo Instagram, capace di dialogare “in diretta” col web e con i social network e nello stesso tempo di stampare all’istante su carta la foto appena realizzata. L’idea era troppo succulenta per non far venire l’acquolina in bocca a chi di dovere.
Dopo lunghe trattative, la C&A Marketing, la compagnia che detiene i diritti di produrre e commercializzare i prodotti Polaroid, ha firmato con l’azienda fondata e diretta da De Rosa, l’ADR (nome chiaramente formato dalle sue inziali), un memorandum di intesa.
Ora è in atto la realizzazione concreta della nuova macchina, la cui commercializzazione dovrebbe partire comunque entro il 2014.
E sarà un gran botto, per la novità assoluta che propone, per la fusione tra reale e virtuale, per l’idea romantica di costruire il nuovo su un’idea antica, per il passaggio dalla digitalizzazione dei contenuti materiali alla materializzazione dei contenuti digitali.
La Socialmatic, insomma, si appresta a rinnovare il mito ed a farsi essa stessa mito.
Ed è bello pensare che mezzo mito è targato Cava. Tuttavia, come amanti dell’immagine e della fotografia, non possiamo non essere consolati anche dalla prospettiva che finalmente le fotografie, troppo spesso immerse nell’anonimato dei mille e mille scatti in libertà mai più visti ed a volte proprio invedibili per il gran numero, escano dall’anonimato e ricomincino ad essere selezionate, toccate e amate….
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Rassegna “Licurti”, applausi per gli Avanzi di Pippo Zarrella. Brillante e suggestiva la regia di Antonello De Rosa, bravissimi gli attori
A giudicare non solo dall’impressione personale, ma anche e soprattutto dall’accoglienza del pubblico, Storie ordinarie di straordinario disagio, la pièce teatrale andata in scena al Social Tennis di Cava de’ Tirreni il 9 febbraio nell’ambito della Rassegna teatrale Licurti, organizzata da Gertrude Barba e presentata da Carmela Novaldi, è almeno da podio nell’ideale classifica delle pur numerose opere presentate da novembre ad oggi. A contenderle la palma, inseriremmo in primis L’avara vedova e, forse, Il piccolo principe e Il mistero dell’assassino misterioso. Non a caso, i primi due sono figli dell’estro e della competenza e della fantasia del registartista salernitano Antonello De Rosa, che è anche il regista di Storie ordinarie di straordinario disagio.
Fedele al suo verbo del teatro come forma visiva dell’anima e dei suoi colori, della recitazione come scavo a togliere dalla psicofisicità dell’attore per cavarne “la gemma più profonda”, della scena con l’abbraccio di un pubblico che ne viene coinvolto ed abbracciato e coinvolto, De Rosa ha compiuto, pur avendo a disposizione un solo mese di lavoro, un piccolo grande miracolo.
Ha letto con attenzione e spessore il pluripremiato libro Avanzi del giovane e promettente scrittore cavese Pippo Zarrella, ha elaborato e ridotto la prima stesura teatrale stilata da Franco Bruno Vitolo, ha eliminato la pur significativa cornice, fondata su una “spazzina di sogni” che mostra attraverso un Ipad tante storie “fantareali” di emarginati avanzi dei nostri tempi. Ha scelto cinque delle dodici storie, quelle ritenute per l’occasione più funzionali ed emblematiche. Ha inventato letteralmente un altro scenario di cornice: l’ atmosfera soffusa di un locale notturno, riscaldata dalla grande suggestione delle musiche soft di due raffinati musicisti come Max Barba e Gabriele Stotuti.
Ha poi inserito nella scena tanti tavolini, su cui erano seduti, come marionette umane in attesa di animazione, i protagonisti delle cinque storie. Li ha fatti alternare in successione, facendo loro raccontare la loro personale vicenda con monologhi brevi ed intensi che diventavano ideali dialoghi perché ognuno prima di cominciare a parlare si sceglieva un interlocutore dal pubblico, collocato non frontalmente ma intorno agli attori, e se lo portava sul suo tavolino ad ascoltare. Così facendo, De Rosa santificava ulteriormente il legame ombelicale tra scena e pubblico, tra attori e spettatori, tra teatro e vita, in uno slancio necessario per non staccare gli “avanzi” dal resto della società e creare un ulteriore slancio di coscienza di situazioni border line di cui siamo in qualche modo partecipi e coinvolti.
Tra i chiaroscuri della sala, emergevano così, come fantasmi reali di vita, i patemi speranzosi e disperati del disoccupato impoverito che da un suo “simile” viene rapinato delle pizze a lungo sospirate e appena comprate per i figli…le tentazioni di salto in basso del sottoccupato che si sente un pinguino perché sogna di saltare in alto, ha le ali ma non può volare…le tragiche contraddizioni di un parcheggiatore della camorra in crisi di coscienza e vincitore del suo riscatto morale proprio nel giorno in cui vince una gran quaterna al Lotto…il feroce sarcasmo di una donna che festeggia a base di caramelle Rossana la morte improvvisa eppur desiderata dell’inamabile marito…le ossessioni sadofrustrate e masofrustranti di una donna che nel suono stordente di una processione grida la sua ansia di purificazione dal ricordo di una violenza subita dal padre proprio durante un’analoga processione di tanti anni prima…
Ne è venuta fuori un’ora di concentratissimo intrattenimento, leggero per la vivacità e la leggerezza con cui il racconto si snodava (grazie anche allo spirito ed all’anima dell’originario romanzo di Zarrella), ponderoso per la molteplicità e la scottante incisività dei temi messi in ballo, tutti di feroce attualità. Alla fine, veniva sconfitto in pieno il pericoloso luogo comune che “la gente vuole ridere senza pensare” e l’evasione dello spettacolo diventava evasione dall’evasione, tra emozione e riflessione.
Il tutto, naturalmente, non sarebbe andato a buon fine se De Rosa, oltre che i due magici musicisti, non avesse avuto a disposizione dei giovani e promettentissimi interpreti come Pietro Paolo Parisi, Antonio Coppola, Rosario Volpe, Lella Zarrella, Anna Rapoli, che hanno formato compagnia per l’occasione e che, magistralmente plasmati dal regista, hanno interpretato con coinvolgente efficacia parole, corpo e anima dei personaggi, in un intreccio di straniante identificazione e di profonda comunicazione.
Alla fine, grandi e convinti applausi e festeggiamenti a chi ha recitato, a chi ha suonato, a chi ha diretto ed a chi ha scritto.
Ma la festa non era solo lì. La festa continua, perché, come ha preannunciato Antonello De Rosa, su questa base lo spettacolo si amplierà e si rielaborerà ulteriormente e si prepara ad un cammino che si spera non sia breve come la vita di una bella farfalla, ma alto e conquistatore come quello di un sognante gabbiano.
Le premesse ci sono tutte. Buone avanzate, avanzi cari!
- Festa grande dopo lo spettacolo
- Pippo Zarrella festeggiato al termine dello spettacolo
- La presentatrice Carmela Novaldi e il regista Antonello De Rosa se la ridono allegramente dopo lo spettacolo: e ne hanno ben ragione …
- Un momento delle “storie a tavolino”: Pietro Paolo Parisi nella parte del disoccupato scippato della pizza
- I magnifici cinque avanzi recitanti: Antonio Coppola, Pietro Paolo Parisi, Anna Rapoli, Rosario Volpe, Lella Zarrella