eventi & appuntamenti
Un mercoledì bestiale con Fabio Concato al “De Filippis-Galdi”
Tante note di emozione e riflessione nell’incontro del cantante con gli studenti.
Dalla professoressa Rosanna Di Giaimo, docente del Liceo “De Filippis – Galdi” e membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Giornalisti “L. Barone”, riceviamo e volentieri pubblichiamo.
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Un’atmosfera carica di curiosità e amarcord ha accolto, nell’Aula Magna del Liceo De Filippis Galdi di Cava de’ Tirreni, Fabio Concato, giunto nella città metelliana per due serate da sold out al pub Il Moro di Gaetano Lambiase, meta storica di grandi firme del panorama musicale e canoro contemporaneo. L’evento si inserisce nel più ampio progetto, elaborato dalla sezione musicale dell’Istituto, “Un incontro cambia la vita”, che vedrà, nei prossimi mesi, altre prestigiose presenze come Gegè Telesforo e Joe Barbieri. Già, perché “il confronto con i “grandi” può aiutare i giovani a rivolgersi alla buona musica – ha precisato la Dirigente scolastica professoressa Maria Alfano che, nel suo saluto iniziale, ha sollecitato gli allievi di tutti gli indirizzi del Liceo, accorsi numerosi all’appuntamento, a diffidare di tutta quella produzione di facile fruibilità che non trasmette passioni e valori”.
Accompagnato da Paolo e Glauco Di Sabatino, artisti con i quali ha avviato da tempo una feconda collaborazione, Fabio Concato ha risposto con puntualità e simpatia alle tante domande degli studenti.
Dal ruolo dell’arte nella società all’importanza dello studio per i ragazzi, dalla presenza di modelli comportamentali imperanti alla libertà delle proprie scelte. E poi curiosità sulla sua carriera, sul metodo di lavoro, sul suo rapporto con la Milano di Enzo Iannacci. Questi, alcuni passaggi della fitta conversazione durante la quale il cantautore si è raccontato agli alunni. “L’arte, in tutte le declinazioni, è determinante perché essa raggiunge il cervello passando prima per il cuore. Ascoltando i Led Zeppelin, Stevie Wonder e Chet Baker ho pianto. Arte è soprattutto emozione e se gli artisti guardano ai problemi sociali – è stato ricordato l’impegno del cantante per Telefono azzurro – e li riportano nelle proprie opere, sicuramente offrono qualcosa di prezioso all’umanità.”
Cantautore con deciso background jazzistico, Concato ha ricordato più volte la figura del padre Gigi, chitarrista e autore jazz, che lo ha avviato all’universo musicale. Non senza rammarico, ha rivelato di avere conosciuto poco i nonni paterni, cantanti lirici, che gli hanno lasciato, però, la preziosa eredità del talento. “La musica è dentro di noi e quando sentiamo la chiamata – ha spiegato – non dobbiamo mollare ma essere determinati e tenaci e dare espressione alla nostra inclinazione, nonostante sia difficile vivere di arte con il quotidiano che incalza.” Oggi, ancora di più per l’inquietante fenomeno della pirateria.
In merito ai punti di riferimento per chi voglia avviarsi alla canzone, pur ritenendo riduttivi i format televisivi dei talent show, ha dichiarato che, attualmente, “tante occasioni non esistono”.
“L’iniziativa di questa mattina, che vede un grande artista in dialogo con i nostri ragazzi, – ha puntualizzato l’avvocato Lorena Iuliano, presidente del Consiglio comunale di Cava de’ Tirreni – va nella direzione già tracciata dall’amministrazione comunale – e la impreziosisce – che ha voluto in Città, e con i giovani, Roberto Vecchioni e Gaetano Curreri”.
Una mattinata intensa conclusasi con le note di Domenica bestiale, motivo che Fabio Concato avrà sicuramente incluso tra quelli che “non conoscono lo scorrere del tempo”.
Al Marte le leggi razziali e il Teatro Shoah: lo spettacolo della Cultura
E da febbraio comincia la mostra su Walt Disney.
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Oltre tremila visitatori complessivi, di cui duemila studenti, spettacoli teatrali mattutini e serali di tre compagnie, tre dibattiti in tema (gestiti questi ultimi in collaborazione con la rivista Eastwest). Come nei momenti migliori, la Mediateca Marte si è confermata punto di riferimento fondamentale per la vita cittadina. E stavolta ha colto magnificamente nel segno, con l’iniziativa “L’esclusione del Diverso. Le leggi razziali a ottanta anni dopo”, che a partire da novembre e fino al 27 gennaio ha rappresentato una lunga e stimolante preparazione alla Giornata della Memoria.
Il cuore dell’evento è stato la mostra “A lezione di razzismo. Scuola e libri durante la persecuzione antisemita in Italia”, con tabelloni che partono dalla spiegazione di quella macchia nera che è stato il processo di esclusione degli Ebrei dalla vita sociale nazionale determinato dalle leggi razziali, anzi dalle leggi razziste del 1938. Poi, un viaggio originale, coinvolgente e per certi versi anche divertente tra i sussidiari, i quaderni, i fumetti, le iniziative sportive con cui si avviavano i ragazzi alla dimensione Balilla e al libro e moschetto fascista perfetto, le ragazze all’economia domestica, non disgiunta da quella sportiva, per essere in forma da piccole italiane e futuro supporto, come mogli e madri, ai maschi padroni.
Vi si scoprono chicche deliziose, a cominciare dalla figura di Balillino, inserita in un fumetto popolare come Topolino. Delizie oggi gradevoli da scoprire, ma non senza brividi squassanti: quei ragazzini in tal modo venivano allevati al culto della guerra, alla superiorità della razza bianca, alla bellezza del fucile, al dominio sulle faccette nere … E si preparavano gli stravolgenti disastri della Secondo Conflitto Mondiale. Disastri del resto implicitamente preannunciati anche in quella interessantissima parte della Mostra incentrata sul campo di concentramento di Campagna, dove rifulsero la figura di protezione del Vescovo Palatucci e la benemerita complicità, nel Nord Italia, del suo consanguineo Questore Giovanni Palatucci (complicità da lui pagata con la vita). In questo campo furono reclusi tanti ebrei, per fortuna trattati con umanità e addirittura integrati con la popolazione, prima che scoppiasse poi il dramma della deportazione finale…
È stato perciò importante ricordare tali situazioni a quei cittadini adulti di oggi che alimentano più o meno consapevolmente scintille pericolose di razzismo nel rifiuto “umano” , nei “buuh” alle pelli nere, nella diffidenza aggressiva rispetto a religioni diverse. È vitale riproporle alle nuove generazioni: nel ricordo fatto da noi e nel rifiuto di certi disvalori pericolosi devono imparare a conoscere, sapere, capire, aprire, accettare e, perché no?, anche amare.
Tutto questo messaggio crediamo sia stato trasmesso con successo nel corso dell’evento, non solo attraverso la mostra, ma anche in modo diretto attraverso le teatralizzazioni di vario genere, che hanno avuto impatto diretto, ed anche indiretto, nei resoconti fatti a casa.
Sono numerose le mamme e i padri che hanno raccolto l’entusiasmo dei figli e la loro voglia di raccontare le cose originali che avevano colpito la loro immaginazione. Ad esempio, per quelli che hanno visto la performance Un circo ad Auschwitz, prodotta dall’Associazione Fuori Tempo “Luca Barba” guidata da Geltrude Barba, come era possibile dimenticare lo statuario e fantasmatico mimo domatore con divisa militare da SS, che li accoglieva all’entrata (un bravissimo Pietro Paolo Parisi)? Sembrava finto, tanto era immobile, e poi, quando si decideva a muoversi, facile immaginare le vibrazioni di sorpresa e di ammirazione e perfino di timore, soprattutto dei più piccoli. Del resto, non capita molto spesso di essere accompagnati in scena da un domatore con la frusta, che porta gli spettatori nel “suo” circo, che era proprio il lager di Auschwitz, secondo la bella intuizione della regista e attrice Geltrude Barba, che ha rielaborato ad hoc frammenti e spunti di altri autori e testi classici e li ha sapientemente integrati con idee e parole originali. Filo conduttore è infatti la figura di un nonno che racconta alla nipote la sua storia di deportato con la sopportabilità donata da un pizzico di leggerezza. In questo circo ci sono clown molto, molto particolari, di cui uno schizza addirittura da una valigia: è Anna Frank, simbolo internazionale dell’orrore Shoah. È interpretata da una magnifica Maria Grazia Lambiase, che si è raccontata con forza comunicativa, intensità emotiva e misura recitativa, lasciando una grande onda nel cuore. Grazie ad una valigia greve di dolore e alla figura dolente ed espressiva di un attore giovane e maturo come Antonio Coppola, in scena c’era anche Primo Levi, il grande scrittore, anche lui deportato ma poi superstite, che con “Se questo è un uomo” e “La tregua” ha scritto pagine indimenticabili e tremende su quell’orrendo inferno in terra creato dall’uomo per l’uomo. E non poteva mancare Roberto Benigni, evocato attraverso la lettura di una scena de “La vita è bella”, il più bell’esempio di “gioco” applicato alla tragedia. E i leoni da domare e domati? I deportati, naturalmente: nella realtà, più che leoni ruggenti, povere pecorelle sgozzate e immolate…
Bella idea e bella realizzazione. Da ripetere l’anno prossimo!
Come è da ripetere anche l’offerta fatta dai giovani emergenti di Arcoscenico, che hanno proposto in tre quadri Jude, un lavoro originale scritto da Luigi Sinacori (leader del Gruppo) e Mariano Mastuccino. I due, insieme con Gianluca Pisapia, hanno formato un tris efficace e affiatato, appoggiato dagli altri attori di Arcoscenico, che qui hanno svolto soprattutto il ruolo di figuranti. I primi due quadri, poeticamente creativi, sono efficaci per le fantasiose “angolazioni bambine” e lo straniamento con cui viene rappresentata l’assurda persecuzione razziale. È uno straniamento colto in prima persona dal personaggio che raccontava gli eventi. L’ebreo Settimino (gradito omaggio alla “nostra” Settimia Spizzichino) non capisce che senso abbia distinguersi con quella strana stella gialla, tanto obbligatoria da comportare l’arresto e anche peggio per chi la omette dal vestiario… e per questo si stimola e stimola ribellione… e scoppia uno strano fiorire di stelle gialle… e poi… come in una favola…
Al ritmo trascinante dell’agrodolce Gam Gam, inno di tutti i bambini della Shoah, un ragazzino del ghetto vede rotto, con progressiva coscienza, tutto il “suo” gioco della vita, vede interrotti tutti i suoi giochi, a cominciare dalla campana, dall’acchiapparella, dal gioco a palla, dal buzzico rampichino. E a modo suo reagisce col gioco alla prospettiva della detenzione e giocando giocando riesce a scappare.
Forse sono ebrei in fuga anche i tre che nel terzo quadro vivono una trasognata situazione di incarceramento in una metaforico vagone ferroviario: un rifugio obbligato, una pausa di attesa oppure, come è più probabile, una ragnatela di disagio esistenziale e di stralunato amore per la vita rispetto ad una vita che proprio non li ama? Il terzo quadro era teatralmente il più valido, ma anche il più impegnativo: perciò giustamente ai più piccoli sono stati riservati solo i primi due quadri, con invito alla partecipazione ai giochi, deliziosamente accolto ed applaudito, ma anche forte stimolo a capire la deprivazione che subivano i loro coetanei per un’ingiusta e mortificante discriminazione.
Oltre alle performance delle due giovani compagnie (alle quali va aggiunto anche il suggestivo spettacolo Noi pupazzi, una vita sconvolta dal razzismo, scritto, diretto e recitato da Marco De Simone), come potevano i ragazzi e i visitatori non rimanere colpiti anche dalle letture effettuate durante la visita alla mostra da Peppe Basta? Egli ha sempre accompagnato e illuminato le iniziative del Marte negli ultimi anni ed è uno di quelli che con le variazioni tonali della voce e l’occupazione dello spazio scenico, in movimento ma anche da fermo, ti sa acchiappare pure se legge l’elenco telefonico; è uno di quelli a cui non viene mai da dire “basta”…
Al tirare delle somme, non resta che complimentarsi col Direttore artistico del Marte, Rosario Memoli e con la sua collaboratrice, Michela Giordano, che insieme con tutto uno staff qualificato ed efficiente hanno portato avanti un’iniziativa meritoria e di alto livello, di quelle che fanno crescere un’intera comunità e creano fondamentali sinergie con le istituzioni scolastiche e quelle cittadine.
Insomma, c’è proprio una bella Cultura sbarcata su(l) Marte… E ora, via al prossimo sbarco, previsto per febbraio con un evento dedicato ad una di quelle figure capaci di unire tutte le generazioni, dai novantenni ai neonati. Parliamo di Walt Disney… e, come direbbe Peppino De Filippo, abbiamo detto tutto …
E da febbraio comincia la mostra su Walt Disney
E’ Open Day al Liceo “De Filippis-Galdi”
Nella “due giorni”, sabato e domenica, performances attinenti a tutte le aree di indirizzo per presentare l’offerta formativa.
CAVA DE’ TIRRENI (SA). E’ un viaggio tra antichi rituali di accoglienza il percorso tracciato dagli allievi dell’indirizzo linguistico con samovar russi e tea room in perfetto “british style”, dolci tipici, canti e danze, dalla Salsa al Can can a rievocare suggestive atmosfere da Belle époque parigina. Ma ci sarà anche l’Inno alla gioia, su testo di Schiller, per un omaggio all’Europa. La lettura animata del Simposio di Platone e la rappresentazione di antiche narrazioni mitologiche, come la struggente vicenda d’amore di Orfeo ed Euridice o l’eroica impresa di Teseo contro il Minotauro, saranno alcune delle performances degli studenti dell’indirizzo classico.
Animazione didattica per insegnare ad emozionare, comunicazione ed illusioni percettive nelle sezioni di Scienze Umane mentre, nell’indirizzo Economico-sociale, gli alunni si cimenteranno in una simulazione di un mercato della Napoli boccaccesca del 300 con cambiavalute, usurai, mercanti e coniatori di monete, in una ricerca di mercato, e nella lettura della Costituzione italiana e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Vi saranno “officine” di scrittura creativa e book trailer, letture ad alta voce e conversazioni in lingua straniera. Nei laboratori di Scienze si assisterà ad esperimenti di chimica e fisica e nelle palestre a coreografie di step e competizioni di pallavolo.
Attraverso lezioni-concertoed esibizioni solistiche e in formazioni di musica d’insieme, gli allievi del Liceo musicale illustreranno le molte discipline strumentali e le materie d’indirizzo e metteranno in luce doti artistiche e capacità di autocontrollo, che fanno parte integrante della preparazione di un musicista.
Ma ci sarà spazio anche per l’Alternanza Scuola-Lavoro con i progetti elaborati in convenzione con scuole di interpretariato e redazioni giornalistiche, con l’Ente provinciale per il Turismo e con il Club Alpino Italiano, con il Fondo Ambiente Italia e con le scuole dell’infanzia e primarie della Città.
Queste sono solo alcune delle attività che, nei giorni 19 e 20 gennaio, accoglieranno i ragazzi dell’ultimo anno delle scuole medie inferiori del territorio ed i loro genitori perché il Liceo cittadino sia conosciuto nell’offerta formativa per una consapevole scelta futura.
L’Istituto comprende due realtà scolastiche storiche del territorio, l’antico Istituto Magistrale “Federico De Filippis” e il Liceo Classico “Marco Galdi”. “Sono entusiasta di presiedere questa scuola complessa – dichiara la Dirigente scolastica, professoressa Maria Alfano – perché presenta cinque indirizzi e, quindi, cinque progettualità specifiche ma – precisa la Preside – con tante figure professionali e docenti qualificati, preparati dal punto di vista metodologico e didattico ed anche attenti ai risvolti psicologici e alle problematiche che caratterizzano l’età dei nostri alunni in questa particolare epoca, in questa società moderna e liquida”. Ed infatti, il Liceo De Filippis-Galdi contempla, nella sede di via Gaetano Filangieri, tre importanti indirizzi: Scienze umane, Scienze umane con opzione Economico sociale, e Linguistico.
Il Liceo delle Scienze umane annovera, fra le discipline di indirizzo, ambiti sicuramente affascinanti come la filosofia, la psicologia, la pedagogia, la sociologia e l’antropologia. Il percorso di studi offre una preparazione completa ed approfondita per intraprendere qualsiasi facoltà universitaria sia scientifica che umanistica. Il curricolo favorisce, inoltre, la costruzione degli strumenti necessari per operare sia dal punto di vista didattico e formativo, sia per i servizi alla persona. L’indirizzo economico-sociale, poi, rappresenta una variante moderna e particolarmente significativa al liceo delle scienze umane : il curriculum comprende lo studio sistematico di due lingue comunitarie , del diritto e dell’economia. È utile ricordare che tutte le professioni legate all’ambito economico, secondo l’ISTAT, sono richieste in modo particolare. Il liceo economico-sociale garantisce una base fruibile e particolarmente efficace per dirigersi verso lo studio delle scienze giuridiche, economiche e sociali, pur potendo affrontare qualsiasi percorso universitario con successo.
Il Liceo linguistico, poi, vanta una robusta preparazione per diventare protagonisti attivi e competenti nel mondo globalizzato e multiculturale in cui viviamo. La presenza del docente madrelingua, accanto all’insegnante curricolare, e i viaggi-studio , con permanenza in famiglie, consentono un apprendimento vivo delle lingue. La scuola garantisce il conseguimento di certificazioni in lingua straniera: Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo e in Russo, lingua studiata solo al Liceo De Filippis, nella provincia di Salerno. Discipline aggiuntive ed opzionali: cinese e arabo.
In via Rosario Senatore, invece, ha sede il Liceo “Marco Galdi”, con gli indirizzi Classico e Musicale.
Lo studio delle civiltà greca e latina permette agli alunni del Liceo classico di costruire un solido bagaglio culturale, sviluppando competenze logico-espressive di alto livello. Lo studio delle discipline scientifiche è potenziato con ore di lezioni aggiuntive e corsi di approfondimento opzionali. In convenzione con il Dipartimento di Farmacia dell’Ateneo di Salerno, sono organizzati, inoltre, corsi di potenziamento in logica, in biologia (già nel primo biennio) e in chimica finalizzati a favorire l’accesso alle facoltà scientifiche. A partire dall’anno 2015-16 l’Istituto collabora con il Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi di Perugia, per la formazione dei docenti e la realizzazione di “Matematica & Realtà”.
Il Liceo Musicale, infine, attivo da cinque anni, in convenzione con il Conservatorio “G. Martucci” di Salerno, accoglie, previa selezione, gli adolescenti che suonano uno o più strumenti o vogliono coltivare le loro attitudini artistiche. Per cinque giorni a settimana gli insegnamenti delle discipline di base del curriculo liceale si svolgono in mattinata; in orario pomeridiano è invece previsto lo studio delle materie specifiche di indirizzo ( esecuzione ed interpretazione, canto, musica d’insieme, ecc.) Il diploma di Liceo Musicale consente l’accesso sia ai corsi AFAM (Alta Formazione Artistica Musicale), sia a tutte le altre facoltà universitarie. Il nuovo indirizzo di studi offre ai giovani l’opportunità di mettere alla prova il loro talento, anche in prospettiva di una futura carriera nel mondo dello spettacolo. Nel corso dell’anno scolastico, gli alunni, guidati dai loro docenti, si esibiscono in saggi musicali e in concerti pubblici. Sono attive Master classes estive.
In entrambe le sedi, la scuola promuove attività opzionali per l’Alternanza Scuola-Lavoro e, quale Centro di inclusione territoriale, da anni si pone come scuola di riferimento per l’offerta didattica riservata agli studenti con bisogni educativi speciali.
L’Istituto dispone, nelle due sedi, di palestre, auditorium, biblioteche, di Lim in ogni aula, di laboratori linguistici e scientifici, di rete wireless.
Nella “due giorni”, sabato e domenica, performances attinenti a tutte le aree di indirizzo
per presentare l’offerta formativa
Rassegna Teatrale “Piccolo Teatro al Borgo – Arcoscenico”
Dopo il classico “Natale in casa Cupiello”, il 19 e 20 gennaio in scena la novità “Hope, fame di vita”.
Il 22 e 23 dicembre scorsi, nel salone del Teatro Il Piccolo, presso il Palazzo Vescovile di Cava de’ Tirreni, è andato in scena il terzo spettacolo del cartellone congiunto 2018-2019 Piccolo Teatro al Borgo – Compagnia Arcoscenico.
Dopo La voce rotta di Napoli e Costretti a fare Miseria e Nobiltà, è stato rappresentato un classico natalizio della Compagnia del Piccolo Teatro al Borgo diretta da Mimmo Venditti, Natale in Casa Cupiello, di Eduardo De Filippo, nell’edizione originale in due atti, essendo il terzo stato aggiunto in un secondo momento. La messa in scena quindi escludeva l’intrigante andirivieni familiare e condominiale intorno a Lucariello morente e l’ancora più intrigante unione “involontaria” delle mani di Ninuccia con quelle di Vittorio, ma comunque è risultata, come sempre, intrigante e suggestiva, per la bellezza assoluta del testo dei primi due atti e per lo spirito “pionieristico” in esso insito, oltre che naturalmente per la bravura della Compagnia vendittiana, oramai proprio di casa in Casa Cupiello: Mimmo Venditti (Luca), Maria Spatuzzi (Concetta), Matteo Lambiase (Nicolino), Roberto Palazzo (zio Pasquale), Attilio Lambiase (Nennillo), Daniela Picozzi (Ninuccia), Raffaele Santoro (Vittorio Elia), Andrea Manzo (il portiere).
Grazie alla fantasia inventiva ed alla bravura del giovane poeta vietrese Alessandro Bruno, stavolta non riportiamo una recensione classica (il contenuto è patrimonio acquisito della cultura partenopea e non solo), ma un commento in lingua napoletana, in armoniose quartine a rime alternate, con il sottofondo di un compianto per il teatro mancante, in vago stile vendittiano. Un lamento che vorremmo tanto diventasse presto solo il ricordo di un’assenza, per l’arrivo dell’agognata presenza della sala “vera”.
Alla fine della lettura, vi chiederemo naturalmente: “V’è piaciuta ‘a puisia?” Quale sarà allora la vostra risposta affermativa? (Franco Bruno Vitolo)
Te piace ‘o Tiatro?
Tavule ‘e ponte chiene ‘e povere
senghiate e tramiate d’ ô tiempo!
Segge ‘e nu tiatro “povero”…
Pigghiate posto… nun perdite tiempo!
S’arape ‘o sipario ‘e velluto!
Oh! Oh! Natale in Casa Cupiello!
‘O friddo ‘ncuollo mo m’ è venuto.
‘O fatto ‘e Luca… è sempe bello!
‘A stanzulella ‘e lietto cu ‘o pparato
‘o mobbile marrò cu ‘a Maronna
colla e presebbio appriparate
se va in scena… e ‘a platea sonna.
‘A cumpagnia ‘e Venditti… cavota
te sape emozzionà a ogne bbattuta.
Comme ‘a ggire e comme ‘a vuote
‘e tiatrante teneno… arta futa!
Lucariello, Cuncetta e Tummasino
battaglieno a tammuro battente.
Ninuccia ‘nzieme cu Niculino
contrastati… nun vonno sapè niente!
Vittorio e zio Pasqualino
cu Raffaele ca fa ‘o purtiere
te ‘nzuccareano in modo fino.
Sta cumpagnia… fatica a mmestiere!
Ma mo… m’ addummanno e dico:
into a stu tiatro se po’ recità?
Ccà nce scioscia nu friddo nemico
e a ogne ppecone se ‘nvoca pietà!
Nu stanzone stritto, luongo e freddegghiuso
pe quatte segge ‘i lignamme rotte!
Pe fa ‘o tiatro nun se ausa!
Ccà a Cava…s’ ha da cagnà rotta!
Nun può abbozzà comme a Pascale,
nun se po’ ‘nzerrà comme a Cuncetta.
Nu tiatro fatto a tiatro è normale
pe Cava nosta ce vo…e ce vò in fretta!
Ente Comune! Scetate…so ‘e nnove!
È tarde…’A cultura nun è fessaria.
P’ ‘a Città ce vo ‘o tiatro nuovo!
Scetate, fallo… p’ ammore ‘e Dio!
Vuo’ sta dint’ ‘a nota d’’a salute?
E allora muovete e fa’ ampressa
ca fine a mmo…nun me si’ piaciuto,
pecche ‘o tiatro assaje ce interessa!
In platea scuccaveno ‘e mmane
ma ce sbatteveno pure ‘e riente!
Comune, nun attennere a dimane!
Jamme, jà… nun fa ‘o fetENTE!
Alessandro Bruno
Il quarto appuntamento della Rassegna vedrà in scena la Compagnia Arcoscenico, diretta da Luigi Sinacori, con Hope, fame di vita, dello stesso Sinacori e Mariano Mastuccino, in scena HOPE, fame di vita, di Luigi Sinacori e Mariano Mastuccino, un dramma originale in tre quadri già presentato con successo e apprezzamenti l’estate scorsa. Attraverso storie di migranti, di esistenze sospese e costrette all’isolamento, di vite malate allo specchio, affronta il tema della speranza, cercando una luce anche oltre il buio della “nottata”…
Non è ancora un classico, come Natale in Casa Cupiello, ma potrebbe diventarlo … Vale proprio la pena venirlo a scoprire.