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Il Premio Non tacerò 2016 assegnato alla giovane Casa Editrice Il Quaderno, per l’ impegno civile e sociale. Anche quattro cavesi tra i suoi componenti

CAIVANO (NA) – BOSCOREALE (NA) – CAVA DE’ TIRRENI (SA) – Come sa bene chi frequenta l’ambiente, nel mondo dell’editoria ci sono due mondi: i grandi che contano, ricchi di tutte le luci della ribalta e delle opportunità (e non importa se qualche volta sono luci “ombrose…), e i piccoli che si dibattono nella giungla della sopravvivenza. In questa giungla, purtroppo proliferano i predatori, pronti ad azzannare chi vi si inoltra armato soprattutto dei propri sogni, di illusioni e a volte, diciamolo, anche di presunzioni.

Per fortuna, non ci sono solo predatori ad aggirarsi nella giungla, ma anche editori umanamente più corretti, che fanno contratti e produzioni “trasparenti” ed ispirate a valori forti. E considerano un dovere piacevole e, perché no?, alla fine anche utile, selezionare le pubblicazioni, privilegiare quelle di impegno sociale e civile e/o di più elevata qualità letteraria, fare ricerca e sperimentazione, farsi punto di riferimento del territorio e comunque rifiutarsi di aprire il calderone del “catalogo cani e porci purché sgancino senza abbaiare e senza grugnire”.

I libri e la carta stampata sono un veicolo fondamentale per creare modelli positivi e dare respiro alle coscienze. Sono la foresta che cresce in un mondo che produce adrenalina soprattutto per gli alberi che cadono.

Per valorizzare chi lotta e rischia e si impegna e testimonia per una società diversa e migliore, e quindi dedicando uno spazio ed una sezione importante proprio nel campo dell’editoria, è nato il premio Non tacerò Social Fest, fondato a Caivano dal giornalista AntonioTrillicoso, dedicato a don Giuseppe Diana, ucciso dalla camorra per il suo impegno sociale e civile, proclamato proprio attraverso la frase: Per amore del mio popolo, non tacerò”.

Finora, tra gli altri, sono stati insignite del premio, nelle varie categorie, figure prestigiose come Benedetto Zoccola (il vicesindaco di Mondragone, che da imprenditore fu minacciato e sequestrato), Pino Imperatore, fondatore a Napoli del Laboratorio di scrittura comica e umoristica (e autore della fortunata saga di satira camorristica Benvenuti in Casa Esposito), il Giudice Catello Maresca, magistrato che ha indagato per anni sul clan dei Zagaria, l’Associazione Noi Genitori di Tutti, nata dal dolore più grande di tutti, il dolore di perdere un figlio,

Perciò ci fa particolarmente piacere che nel 2016 il Premio, nella sezione dedicata ai Media, sia stato assegnato ad un gruppo editoriale giovane, che fa delle idee e degli ideali la sua forza e che nasce nel martoriato entroterra campano con l’intento di non essere un fiore nel deserto ma di far fiorire tanti fiori anche nel deserto.

Parliamo della Casa Editrice di Boscoreale (Napoli) Il Quaderno, nata nel 2011 per iniziativa di un gruppo di giovani motori del napoletano (in testa l’operatrice sociale, e attuale Presidente, Stefania Spisto e lo scrittore Tonino Scala), con l’intento di aprire porte ai tesoretti del territorio senza avere come primo fine il lucro e/o lo sfruttamento (in alcune forme di contratto è escluso qualsiasi contributo economico da parte dello scrittore) e di diffondere una cultura di impegno e coscienza civile ed anche, naturalmente, di promuovere l’attenzione alla lettura come irrinunciabile patrimonio della civiltà oltre che come fondamento della democrazia e del suo stretto rapporto con la libertà e la giustizia. Il logo, collegato al nome, richiama una penna antica ed un foglio di quaderno in apertura dalla parte dell’orecchietta. È un segno atavico, perché il primo approccio di ognuno alla scrittura avviene proprio con il magico contatto con la carta tutta bianca e tutta da inchiostrare con il proprio segno.

Il quaderno ha già un bell’avvenire dietro le spalle, con circa quaranta titoli, selezionati uno per uno, molti dei quali sono incentrati proprio sulla lotta alla malavita e sul degrado morale e civile che “spuzza” in una storia odorosa pur ricca di tanti odori e valori come Napoli e il napoletano. E l’esempio viene dall’alto, sia dal dinamismo “a pelo d’anima e a pupilla vigile”della Presidente Stefania Spisto, sia dalle scelte di uno dei fondatori, Tonino Scala, autore brillante, argomentatore “malincomico” e sensibile, comunicatore a bucascena. Nei suoi lavori, molti dei quali significativamente dedicati alle nuove generazioni, egli non distoglie lo sguardo dalla società che lo circonda e dalle figure che cercano di renderla migliore, da don Tonino Bello a don Peppino Diana, da padre Puglisi a Nelson Mandela. fino alla miriade dei piccoli grandi eroi di ogni giorno che sono portatori sani di civiltà.

L’esempio che viene dall’alto si estende a tutto il Gruppo dei collaboratori e degli autori: “operattivi insieme”. Da bravo gruppo vesuviano, si lascia ispirare dallo spirito leopardiano della ginestra, capace di resistere anche alla lava grazie alla sua composizione a mazzetti di esili steli uniti tra loro.

Il gruppo si estende anche alla nostra Città, Cava de’ Tirreni. Permettendoci un po’ di sciovinismo metelliano, come cavesi siamo particolarmente soddisfatti del riconoscimento ottenuto perché tra i fiori germogliati nel giardino del Quaderno c’è anche un valido e stimolante poker d’assi targati Cava.

L’ultima arrivata, Teresa d’Amico, donna, nonna e imprenditrice, nell’appassionante e appassionato diario-romanzo Fili racconta i suoi interiori travagli alle prese con la disabilità del nipote (Fili, cioè Filippo), con i tormenti esistenziali e familiari della media età e i disagi della crisi economica.

Paolo Di Mauro, giornalista e sceneggiatore, nel suo primo libro, insieme con la compagna di vita, la psicologa-psicoterapeuta Erminia Cioffi, in Le risposte che non ho datoanalizza le contraddizioni e le maschere emozionali e sentimentali, familiari ed amorose, di adulti ancora in crescita in un gioco a quattro non privo di imprevedibilità. Nel secondo romanzo, scritto da solo, intitolato Grottesco a mare (lì dove grottesco non è un genere ma il nome immaginario di un paese quasi reale, cioè l’Italia) si è divertito a scavare, tra satirico distacco e umana partecipazione, i rischi di una società imbastardita dalle fatuità dei media e dai falsi miti dello sport e dello spettacolo, costretta a fare i conti con brandelli di una umanità tutta da ricostruire, o da risvelare.

Rossana Lamberti, avvocato, ex assessore al Comune di Cava, ha aperto una finestra collaterale al suo impegno di partecipazione sociale tracciando, con Il Contastorie, una serie di situazioni immaginarie e di ritratti dal vero ora divertiti e divertenti, ora giocosamente surreali, ora affettuosamente meditanti, confermando la vena della sua “leggerezza pesante”, già emersa nella sua prima raccolta, La favola bella, non ancora targata Quaderno.

Pippo Zarrella, giovane neo avvocato, pluripremiato autore di racconti e di scritture fantasiose ed incisive e ricche di messaggi, con Il quaderno ha pubblicato Avanzi, una serie di fantaracconti impostati su spunti narrativi originali ed a volte anche quasi surreali, ma poi sviluppati con avvolgenti zoomate sugli avanzi, appunto, della nostra società: emarginati, immigrati, disoccupati, camorrati, senza escludere gli innocenti giustiziati e gli idealisti sbandati. È un libro che ha suscitato attenzione e ammirazione in tanti, fino ad una prefazione di Federico Salvatore e ad una nota privata di Erri De Luca.

Non solo i cavesi, ma tutti i componenti del “Gruppo Quaderno” procedono in sintonia con il progetto complessivo: come in fiumi convergenti, si scorre su letti di fiume diversi, ma si punta in direzione dello stesso mare.

E così, il riconoscimento ricevuto chiude alla grande questo primo ciclo di vita della giovane Casa Editrice: cinque anni di vita e già tanta carne a cuocere. Con la voglia di continuare a non tacere, con tanti fumi di messaggi costruttivi e, per fortuna, con tanto arrosto a girare sui tizzoni.

Del resto, con quel fuoco che hanno dentro i fondatori …

L’artista cavese Annamaria Panariello a Roma per “Caput mundi Arte” con Vittorio Sgarbi

panariello-sgarbi-cava-de'-tirreni-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Dal 24 al 27 giugno 2016, Annamaria Panariello, artista di Cava de’Tirreni, parteciperà a “Caput mundi Arte”, esposizione in programma a Roma e che accompagnerà la presentazione del nuovo libro di Vittorio Sgarbi “La Costituzione e la Bellezza”, scritto con Michele Ainis, giurista e costituzionalista italiano.

Un’esposizione a numero chiuso, alla quale saranno presenti gli artisti selezionati da Sgarbi durante il premio Arte Salerno 2016, svoltosi dal 2 al 5 giugno.
Un nuovo prestigioso appuntamento per l’artista di Cava de’Tirreni, dopo la partecipazione alla Lectura Dantis Metelliana e al primo concorso di Arte contemporanea finalizzato alla ricerca e alla promozione di artisti di talento, tenutosi a Palazzo Fruscione a Salerno.
Annamaria Panariello sarà presente all’evento che si svolgerà a Piazza Colonna, nel cuore della capitale, con una scultura, simbolo della vita e in cui si intrecciano fede e mitologia al tempo stesso, espresse attraverso la pinna di una sirena fusa nel corpo maschile e il taglio della costola d’Adamo traferita nella donna che attraverso la spirale si fonde con l’uomo.
Una nuova importante tappa per l’artista metelliana, impegnata anche sul territorio a promuovere l’arte a trecentosessanta gradi e ad avvicinare i giovani al mondo della creatività. Maestro d’arte, ceramista, pittrice, scultrice e poeta, la sua arte è amore e passione, sofferenza e godimento, vita e morte, razionalità e sentimento, coraggio e spregiudicatezza. 

A colloquio con lo scrittore Vincenzo Esposito, autore di “Il bosco che canta” (Marlin Editore)

esposito-vincenzo-il-bosco-che-canta-cava-de'-tirreni-giugno-2016-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Una straordinaria storia d’amore tra due giovani, che inizia a Napoli e poi si incrocia con il dramma della Shoah: è il romanzo storico “Il bosco che canta” (Marlin Editore), scritto da Vincenzo Esposito. Abbiamo incontrato l’autore campano, che ci ha parlato della sua svolta narrativa, degli orrori della Shoah e dei personaggi ai quali ha dedicato la sua opera

Incontriamo lo scrittore campano Vincenzo Esposito, autore del romanzo storico “Il bosco che canta” (Marlin Editore). Un uomo e una donna nell’orrore della Shoah. Un amore spinto fino al sacrificio della vita.

Cominciamo dal titolo: perché “Il bosco che canta”?
Il bosco che canta è un bosco di faggi che sorgeva nei pressi di un campo di sterminio. Nasconde uno dei tanti orrori della Shoah. Sarà proprio questo “bosco” a segnare una tragica svolta nel destino di Daniele e Sara, i due giovani protagonisti del romanzo.

I suoi libri precedenti hanno sempre raccontato storie ispirate alla memoria di avvenimenti e di personaggi legati al mondo delle sue origini: la famiglia, la provincia napoletana, l’infanzia e la giovinezza. Come spiega questa svolta narrativa?
È vero. Questo romanzo segna per me una svolta. Abbandono il mondo della memoria. Tutto è nato da un articolo letto qualche anno fa su Repubblica, nel quale si riportavano le parole di Heinz Dormer, un anziano deportato, sopravvissuto ai campi di sterminio, che parlava appunto di un “bosco che canta”, descrivendone l’orrore. Pensai subito a farne un romanzo. La tragedia della Shoah mi ha sempre colpito. Quando, da ragazzo, ne sono venuto a conoscenza, non riuscivo a capire l’abisso di crudeltà che l’aveva prodotta.

Scrivendo questo libro è riuscito a comprenderla fino in fondo?
Ho provato, ma penso che sia molto difficile arrivare a scoprire il lato mostruoso dell’animo umano e avere il coraggio di guardarlo. Per scrivere il libro ho dovuto necessariamente documentarmi. Ho letto molto, saggi e romanzi. Ho esaminato centinaia di immagini. Ma è stato scrivendo, immedesimandomi nella storia che andavo raccontando, che ho provato un vero dolore. Pensavo soprattutto all’immensa solitudine dei deportati, al loro sopportare sofferenze e umiliazioni senza poter ricevere da nessuno una parola di conforto.

Quindi “Il bosco che canta” è un romanzo sulla Shoah?
Non solo. Direi che è il romanzo di una grande e straordinaria storia d’amore che inizia a Napoli e purtroppo si incrocia con il dramma della Shoah.

Chi sono i due personaggi a cui dedica il libro, Sami e Selma Modiano?
Ho avuto l’onore di conoscere personalmente Sami Modiano, uno degli ultimi sopravvissuti ad Auschwitz. È un uomo straordinario. Alto, magro, lo sguardo austero, solenne, nel quale si nasconde una luce che brilla quando racconta ai giovani la sua terribile storia con parole semplici ma vibranti, vere, mai retoriche. Quando ha letto il mio libro, ha detto che ero riuscito a rendere bene l’atmosfera del lager. Sono stato felice del suo giudizio, perché significava che avevo svolto nel modo giusto il mio lavoro. Selma è la moglie di Sami. Una donna dolce che lo ha accompagnato nel lungo e difficile percorso della sua vita.

Il concerto al Museo del Sannio sancisce alla grande il primo triennio del Liceo Musicale “Marco Galdi”: esibizioni, talenti … e tante note di merito

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Mani tese sugli archi a far vibrare le corde di un violino, pupille tese come corde di violino, dita che danzano sui tasti, cuori che danzano sulle note dei sogni…

Hanno solo quindici anni eppure sono già capaci di bucare la scena e fare breccia negli ascoltatori: la pianista Federica Sorrentino e i violinisti Alessia Sorrentino e Vincenzo della Monica, allievi del secondo anno del Liceo Musicale Marco Galdi di Cava de’ Tirreni. Guidati dalla prof. Giuseppina Gallozzi e grazie alla disponibilità dell’Ente Provincia e del Dirigente Dott. Rito Martignetti, si sono esibiti domenica 12 giugno nella bella sala dello storico e prestigioso Museo del Sannio di Benevento, collocato all’interno dello storico complesso architettonico di Santa Sofia, da cinque anni dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’Umanità.

Federica, Alessia e Vincenzo hanno avuto come compagna di concerto la napoletana Maria Grazia Russo, giovane pianista da poco diplomata e già con bell’avvenire dietro le spalle, considerati la formazione internazionale in Estonia ed i numerosi premi e riconoscimenti ricevuti finora.

Maria Grazia attraverso otto frammenti d’autore (di Chopin, Scriabin, Liszt e Rachmaninov), ha conquistato il pubblico mostrando una già matura sensibilità d’interprete, che le permette di volare sui tasti ora con lirica delicatezza ora con romantica passionalità e di coniugare armoniosamente la padronanza tecnica con l’intensità dell’emozione interiore, mangiandosi i tasti con l’anima e trasmettendo in sala tutta l’emozione del volo.

Ma torniamo ai nostri tre pulcini, che dal canto loro si sono fatti particolarmente apprezzare: i due violinisti per la confidenza con cui stanno imparando a far parlare le corde (e con cui hanno recentemente vinto un premio in ensemble), la pianista per la convinzione e l’impeto con cui ha gestito anche i passaggi più veloci ed arditi.

L’esibizione al Museo del Sannio di Federica, Alessia e Vincenzo, con musiche di autori classici impegnativi come Vivaldi, Corelli, Beethoven e Chopin, rappresenta solo la punta dell’iceberg di quella realtà nuova e stimolante rappresentata dal Liceo MusicaleMarco Galdi di Cava de’ Tirreni, guidato dalla Dirigente Ester Cherri. A fungere da coordinatore è il prof. Ivan Iannone, che è anche docente di violoncello e musica d’insieme per archi e, nonostante l’ancor giovane età, ha già alle spalle un curriculum di tutto rispetto, in cui spiccano la partecipazione all’Orchestra Giovanile Italiana, le scritture come primo violoncello presso grandi orchestre (come quelle di Messina, del Taormina Opera Festival, del Teatro Bellini di Catania, della Città di Ravello), le esibizioni con solisti e direttori di fama internazionale, come Giuseppe Sinopoli, Peter Maag, Ray Charles, Katia Ricciarelli, Rajna Kabaiwanska.

Il corso è basato su un’adeguata formazione culturale generale di tipo liceale, su adeguate discipline d’indirizzo (Storia della Musica, Tecnologie musicali, Teoria, analisi e composizione, Esecuzione e interpretazione, laboratorio di musica d’insieme) e sullo studio di specifici strumenti (violino, violoncello, pianoforte, chitarra, etc.). Godendo anche della formazione pregressa di molti degli iscritti, ha potuto impostare una strategia lungimirante, puntando fin dal primo anno ad offrire l’opportunità di partecipare a manifestazioni e concorsi per potenziare le capacità di autocontrollo, che fanno parte integrante della preparazione di un buon interprete.

E così, pur avendo solo tre anni di vita, è già riuscito a far fiorire talenti e ad avere un’incidenza positiva sul territorio Già numerosi gli eventi che hanno visto protagonisti gli alunni più meritevoli, che si sono più volte distinti in concorsi ed esibizioni di qualità e prestigio, come quelli indetti dal Pergolesi di Napoli, da Media Musicale di Minori, dall’Accademia Jacopo Napoli di Cava de’ Tirreni (qui hanno vinto la borsa di studio Lyons Ludovica Ventre e Gianluca Buonocore), al complesso di Sant’Alfonso Maria dei Liguori di Pagani, a Bracigliano (Concorso Giovani promesse), a Vietri sul mare (Concorso pianistico internazionale).

Tra gli allievi che finora guidano il gruppo vanno in particolare segnalati, oltre ai già citati Alessia Sorrentino (maestro di strumento il prof. Rosario Macchiarulo), Federica Sorrentino (prof. Giuseppina Gallozzi) e Vincenzo Della Monica (prof. Valentina Palmieri), i violinisti Nicole Vitale (prof. Francesca Landi), il chitarrista Manuel Proto (prof. Luigi Rufo), il pianista Gianluca Buonocore (prof. Giuseppina Gallozzi), la violoncellista Ludovica Ventre (prof. Ivan Iannone). Quest’ultima è stata ammessa alla Nuova Orchestra Giovanile Scarlatti, con cui partecipa in qualità di primo violoncello a concerti di prestigiose istituzioni.

Tra le esibizioni, da citare e ricordare quelle organizzate all’Archivio di Stato di Salerno, alla Sala Chopin di Napoli, alla sala Ciccolini di Napoli. dall’Associazione Culturale Cypraea, di cui hanno curato serate al Circolo Canottieri Irno (bellissima una recente in occasione del Festival della Poesia insieme con un fiorito gruppetto di poeti in erba: Mariano Ciarletta, Chiara Ripoli, Melania Scarpa, Antonio Verolino, Umberto Vigorito),

Notevole spazio nella programmazione sul territorio hanno avuto anche l’orchestra da camera dell’Istituto, diretta dal Prof. Ivan Iannone e l’ensemble di clarinetti dal prof. Gioacchino Zito.

Ed è solo l’inizio…

Forse è anche l’inizio di un cambiamento epocale, visto che per tradizione nelle aule del Liceo Marco Galdi per decenni l’unica musica che si sentiva era quella dei lirici greci e degli esametri latini. Per fortuna, Orazio, Omero e Co. non sono spariti del tutto, ma, come dappertutto, “si devono fare leggeri” e imparare a convivere con le nuove tendenze della scuola e della società. Non sempre incoraggianti, a dire il vero, ma quando si parla della musica… è sempre un’altra musica.

Forse era più preoccupante quando in Italia, terra di note, le note a scuola erano ben poco note…

Ma questa è tutta un’altra storia.

Complimenti e buon lavoro, ragazzi… e mille e mille ancora di queste note di merito!

Bloomsday Salerno, giovedì 16 giugno al via la II edizione

blooms-day-salerno-giugno-2016-locandina-vivimediaSALERNO. Tutto pronto per Bloomsday Salerno 2016, progetto ideato da Bruna Autuori in collaborazione con teatrAzione per celebrare lo scrittore irlandese James Joyce ed il suo celebre romanzo “Ulisse”. Il patrocinio dell’Ambasciata Irlandese e la presenza di Riccardo Cepach tra le “chicche” di questa II edizione, intitolata “Fluido Joyce” e caratterizzata da tre appuntamenti dal 16 al 25 giugno. L’apertura giovedì 16 giugno presso l’Ostello di Salerno “Ave Gratia Plena”. Tra gli eventi in programma “Dedalus, un flusso di incoscienza”, esposizione di fumetti a cura di Salvatore Parola, e “Fluido Ulisse”, reading a cura di teatrAzione

Anche quest’anno Salerno festeggia lo scrittore irlandese James Joyce con l’attesissima seconda edizione di “Bloomsday”, la commemorazione che si tiene annualmente il 16 giugno a Dublino ed in altre città del mondo. La festività rievoca gli eventi dell’Ulisse, il più celebre romanzo di Joyce.

“Bloomsday Salerno”, la cui prima edizione si è svolta il 16 giugno 2015 nel centro storico salernitano, è un progetto a cura di Bruna Autuori, docente e traduttrice di lingua inglese, in collaborazione con l’associazione culturale teatrAzione di Salerno. Tre appuntamenti, in calendario il 16, 23 e 25 giugno, caratterizzeranno l’edizione 2016, che vanta il prestigioso patrocinio dell’Ambasciata Irlandese in Italia, nonché la partecipazione di ospiti come Riccardo Cepach, Responsabile del Museo Svevo e del Museo Joyce di Trieste. A rendere omaggio all’evento anche l’insegnante d’inglese più conosciuto d’Italia, John Peter Sloan, che con una buona dose d’umorismo legge un brevissimo estratto di Dedalus in un video creato ad hoc per Bloomsday Salerno.

blooms-day-salerno-giugno-2016-james-joyce-vivimediaUno degli obiettivi del Bloomsday campano è quello di “fare rete” ed inserire la città di Salerno (ad oggi l’unica del Sud a promuovere l’evento) tra le città italiane ed europee dove da anni quest’evento letterario attira e coinvolge non solo lettori appassionati ed esperti, ma anche e soprattutto chi all’Ulisse di James Joyce non si è mai avvicinato, essendo un’opera letteraria dall’indiscussa complessità per genere e linguaggio.

Questa II edizione di Bloomsday Salerno si contraddistingue per tante nuove proposte, tra le quali “Bloomschool”, progetto rivolto alle scuole e quindi dedito alla letteratura, ma anche alla formazione linguistica. Ricorre, inoltre, il centenario della pubblicazione in volume del celeberrimo “Ritratto dell’artista da giovane” (A portrait of the artist as a young man), conosciuto in Italia anche come Dedalus. Per l’occasione sarà proposto un progetto pluriforme, diviso in episodi, che si ispirano a Ulisse di James Joyce, ma che mettono in luce la figura di Stephen Dedalus in una performance che è un autentico attraversamento in un fluido in movimento tra parole, immagini, musica e fumetti. Ed è proprio la mescolanza di diverse forme espressive a dare il titolo a quest’edizione: “Fluido Joyce”.

Ben tre gli appuntamenti di Bloomsday Salerno 2016, che, partendo da Ulisse come unico filo conduttore, hanno l’obiettivo di coinvolgere ed accompagnare il pubblico salernitano in un percorso letterario che suona molteplici corde dell’anima. E se c’è la birra, allora tutto scorre più fluidamente.

Giovedì 16 giugno la prima serata (ingresso libero), in programma dalle ore 20.30 presso l’Ostello di Salerno “Ave Gratia Plena”, sito in via Canali (centro storico). Tra gli eventi in scaletta “Dedalus, un flusso di incoscienza”, esposizione di fumetti tratti da Ulisse di James Joyce a cura di Salvatore Parola, fumettista e docente presso la Scuola Salernitana del Fumetto Comix Ars, la cui matita si è concentrata su uno dei personaggi più amati delle pagine joyciane: Stephen Dedalus. Ne è nata così una composizione di 9 tavole, che saranno in esposizione durante la serata.

Spazio anche a “Fluido Ulisse”, performance a cura di Igor Canto e Cristina Recupito, con musica a cura di Legni & Ombre di Alessandro Ferrentino e Maria Anna Siani. Fluido Ulisse è un progetto artistico-performativo realizzato dall’associazione culturale teatrAzione per Bloomsday Salerno 2016, con “flusso di coscienza” e coordinamento artistico a cura di Igor Canto e Cristina Recupito.

Fluido Ulisse nasce dall’attraversamento dell’Ulisse di James Joyce. La matrice è lo stream of consciousness / flusso di coscienza / monologo interiore, nell’accezione che questa forma di discorso (o tecnica di scrittura) è il punto di partenza dal quale si sviluppa tutto il percorso del progetto. Un discorso che, a dispetto del suo carattere solitario, intimo ed interiore, ha poco a che fare con il monologo e molto, inaspettatamente, con la polifonia.

Fluido Ulisse è un monologo che nel linguaggio teatrale-performativo ha bisogno di molte voci e linguaggi per essere giocato. Fluido Ulisse è un flusso di coscienze, un fiume di linguaggi, un fluido di vite: le nostre. L’arte di vivere ogni giorno.

IL PROGRAMMA

Giovedì 16 giugno 2016, ore 20.30 – Ingresso libero
Ostello Salerno Ave Gratia Plena – Via Canali (centro storico)
– DEDALUS UN FLUSSO DI INCOSCIENZA: esposizione di fumetti da Ulisse di James Joyce, a cura di Salvatore Parola della Scuola Salernitana del Fumetto Comix Ars
– Beer Craft a cura di Highlander Tennent’s Pub di Cava de’ Tirreni
– INTRODUZIONE di Bruna Autuori
– FLUIDO ULISSE: reading a cura di teatrAzione, con musica a cura di Legni & Ombre di Alessandro Ferrentino e Maria Anna Siani

Giovedì 23 giugno 2016, ore 21.00 – Consumazione
King’s Cross Irish Pub – Via Roma, 214
– JAMES JOYCE GOSSIP: Concerto degli Emian Pagan Folk

Sabato 25 giugno 2016, ore 21.00 – Ingresso libero
Ostello Salerno Ave Gratia Plena – Via Canali (centro storico)
– TRIESTE, AH TRIESTE HATES MY LIVER – James Joyce a Trieste fra miti e osterie
Incontro con Riccardo Cepach, Responsabile del Museo Joyce di Trieste
A seguire:
– DAL VERDE CHIARO AL VERDE SCURO – LE CONSEGUENZE DELL’IRLANDA
Viaggio tra musica e reading dal libro di Francesco Memoli, accompagnato dal gruppo folk irlandese Wild Irish Way