Novembre, 2013
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CAVA DE’ TIRRENI (SA). Ciclomotori con matricole abrase: sequestrati. Implicati minorenni
Importante operazione, nel pomeriggio di ieri, della Sezione Polizia Stradale/Annona del Corpo di Polizia Locale metelliano. Gli agenti coordinati dal tenente Michele Lamberti dopo appostamenti, anche con personale in abiti civili, ed indagini espletate con estrema discrezione sono stati individuati e sequestrati 4 ciclomotori di provenienza sospetta di cui uno con numero di telaio abraso. I ciclomotori erano parcheggiati all’interno dell’area dell’ex mercato di Viale Crispi e, nonostante nei pressi vi fossero diversi minorenni di età compresa tra i 12 ed i 15 anni, non è stato possibile identificare chi fosse materialmente in possesso dei veicoli. I minorenni sono stati generalizzati alla presenza dei genitori e quindi riaffidati agli stessi. Sono in corso di accertamento ulteriori indagini per risalire alla proprietà dei veicoli, tutti sprovvisti di contrassegno di circolazione, ed, eventualmente, stabilire se siano stati usati in atti criminosi. L’operazione di ieri sera è da ricondurre in più ampie indagini intraprese da questo Comando lo scorso Luglio quando, in più azioni, sono stati sequestrati altri 4 ciclomotori di provenienza furtiva, anch’essi circolanti senza contrassegno sul territorio comunale. Considerato il giro di amicizie e la residenza anagrafica dei minori coinvolti, è verosimile supporre l’esistenza di un giro di pezzi di ricambio sospetti con cui vengono assemblati e venduti, anche tramite baratto, ciclomotori con caratteristiche contraffatte e potenziati nelle prestazioni, destinati, appunto, a ragazzi minorenni in genere appartenenti a famiglie disagiate. Continuano, quindi, in questo senso gli sforzi del Comando di Polizia Locale per contrastare le scorribande di tali ciclomotori, sprovvisti di contrassegno, che costituiscono un grave pericolo per la sicurezza stradale, sia pedonale che veicolare.
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Lo psicologo del territorio? Finalmente si può. E nella scuola ? Un convegno sui disagi degli studenti e le nuove dipendenze dei giovani
Organizzato dall’Ordine degli psicologi della Regione Campania, dal Comune di Cava de’ Tirreni e dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), il 22 novembre p.v., con inizio alle ore 10, in orario quindi adatto alla partecipazione delle scuole, nell’ambito della Settimana del benessere psicologico,nella Sala Consiliare del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni si terrà il Convegno: BES, DSA e nuove dipendenze – Le nuove sfide per alunni, scuole e famiglie.
Quest’anno si sta investendo molto su tale iniziativa perché il Consiglio Regionale della Campania ha approvato la proposta di legge ad iniziativa popolare per l’istituzione di servizi di psicologia del territori, che garantisce Il servizio in ogni ambito territoriale, con la presenza di almeno un operatore ogni diecimila abitanti.
Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) raggruppa in sé le difficoltà specifiche nella lettura, nel calcolo e nella scrittura, i Bisogni Educativi Speciali (BES) invece raggruppano secondo le nuove direttive tutte le difficoltà, di ordine bio-psico-sociale, che compromettono apprendimento, motivazione e comportamento.
Dopo i saluti istituzionali, interverranno nell’ordine: la Dott.ssa Maria Antonietta Cerrato, psicologo clinico, psicoterapeuta (Individualizzazione, Interdisciplinarità e Inclusione); il Dott. Donato Rispoli, psicologo, (DSA e BES, definizioni normative); il Dott. Pietro Crescenzo, psicologo clinico, specialista in risorse umane, formazione ed orientamento (Le sfaccettature delle dipendenze tra gli adolescenti); la Dott. Dominique D’Ambrosi, psicologa, (Il cuore oltre l’ostacolo – Conoscere e gestire il disagio scolastico); la psicologa Letizia Lambiase (L’intervento dello psicologo nella scuola). Il prof. Franco Bruno Vitolo sarà il moderatore della conferenza.
Il Convegno nasce da due ordini convergenti di priorità.
Da una parte, ai fini di un maggiore benessere individuale e collettivo, è fondamentale l’avvicinamento delle persone al mondo della psicologia, unito all’abbattimento di quei pregiudizi che ne vedono l’uso solo in funzione curativa ed in casi patologici (e quindi con la connessa diffidenza rispetto alle malattie) e non come semplice ed utile compagna di viaggio nella vita sociale, che aiuta a capire, reagire e prevenire.
Dall’altra parte, soprattutto tra bambini e adolescenti, sono crescenti le manifestazioni di disagi di vario tipo, che vanno affrontati alla radice con un’azione congiunta scuola-famiglia-psicologo.
In particolare, sono sempre più frequenti i disturbi dell’apprendimento scolastico, soprattutto i già citati DSA (difficoltà specifiche nella lettura, calcolo e scrittura) e BES (difficoltà di ordine bio-psico-sociali che compromettono apprendimento, motivazione e comportamento). Dalle consulenze degli psicologi può derivare una strategia utile a capire ed affrontare al meglio questi problemi.
Iperattività, disturbi dell’attenzione o del comportamento, abbandono sono i sintomi più evidenti e significativi del disagio scolastico, che causa sofferenza frustrazione e non può essere affrontato da solo, ma sono necessari il suo riconoscimento ed un’ azione sinergica di genitori, operatori della formazione e consulenti psicologi.
Da allarme rosso è poi lo sviluppo delle fonti di dipendenza. Cannabis, alcool, oppiacei sono le principali fonti di dipendenza per i giovani, ma non sono le sole. Si stanno affacciando con forza le insidie dell’Internet addiction (uso permanente e patologico di Internet) e del gambling (uso patologico del gioco d’azzardo). A tali problematiche soggiacciono vissuti emotivi inadeguatamente espressi e problematiche di natura sociale e familiare che confluiscono nei primi contenitori formativi, quali appunto la scuola e la famiglia. Ed è proprio da questi contenitori che deve ripartire un lavoro di riconoscimento dei problemi e di azione protettiva e curativa.
Si impone quindi l’esigenza dello psicologo scolastico, a supporto dell’interazione scuola-famiglia. Lo psicologo scolastico è una figura professionale che in Italia sta prendendo piede solo negli ultimi anni a causa di una legislatura arretrata rispetto agli altri Stati europei ed anche dei già citati pregiudizi sull’identificazione impropria tra presenza dello psicologo ed esistenza di una malattia.
Come si vede, si tratta di tematiche interessantissime, che saranno affrontate dagli psicologi organizzatori con l’entusiasmo dettato da una disciplina ricca di suggestione e con la competenza di giovani aggiornati ed aperti, desiderosi di aprire nuove strada ad una branca che è giunta l’ora di valorizzare nella pienezza delle sue potenzialità
SALERNO. BMTA 2013, Iannone: “Un successo senza precedenti che rappresenta un piccolo miracolo”
«La XVI edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum ha rappresentato un successo senza precedenti. Un piccolo miracolo realizzato insieme al Comune di Capaccio-Paestum e alla Regione Campania». Così il presidente della Provincia di Salerno Antonio Iannone a conclusione della BMTA 2013, che ha chiuso i battenti nella giornata di oggi.
«In tempi di tagli selvaggi operati dal governo nazionale –continua il Presidente Iannone- grazie a questo concorso di volontà, siamo riusciti a tenere sul nostro territorio questo evento unico nel panorama internazionale. Abbiamo valorizzato l’area archeologica di Paestum, scegliendola come location per tenere i convegni, l’esposizione e le contrattazioni dei buyer».
La scelta della location, infatti, si è rivelata particolarmente felice, consentendo ai visitatori di fruire sia dell’area archeologica che di quella espositiva. I numeri, del resto, confermano il successo che ha ottenuto questa edizione della Borsa Archeologica. I visitatori sono stati 10.900, in forte aumento rispetto allo scorso anno, mentre gli espositori sono stati 150, provenienti da 20 Paesi esteri, tra cui, per la prima volta, dalla Cina e dal Bahrein. I buyer partecipanti sono stati 40, di cui 30 selezionati dall’ENIT e provenienti da Francia, Gran Bretagna, Germania, Belgio, Svizzera e Olanda, mentre gli altri 10, selezionati dall’Alitalia tramite Intertrade, sono provenienti da Israele. Infine, sono state 40 le scuole che hanno partecipato all’evento, con oltre 2.000 studenti accreditati.
«Ringrazio la Sovrintendenza –conclude Iannone- la Camera di Commercio e tutti gli Enti che hanno partecipato, così come gli standisti privati che hanno investito. Un particolare plauso voglio rivolgerlo ai Settori Turismo e Musei della Provincia, per tutto quello che hanno fatto negli anni per far crescere la BMTA di Paestum. Il personale politico e burocratico dell’Amministrazione Provinciale confermano ancora una volta la Provincia di Salerno quale Ente utile, anzi insostituibile nella sua funzione di governo di area vasta».
NAPOLI. Juve Domizia – Sporting Vietri sul Mare 2 – 1
Gara difficile oggi all’Ideal Camping di Licola dove si affrontavano le seconde della classe e dove i tre punti in palio valevano sicuramente doppio, viste le ambizioni delle due compagini.
Il risultato premia i napoletani che non hanno mollato mai per tutti i 90’ minuti di gioco. Per lo Sporting la seconda sconfitta, esterna e ancora all’ultimo minuto, un dato che deve far riflettere Mister Della Monica che in settimana avrà da lavorare in questo senso.Primo tempo avaro di emozioni ,ma nella ripresa al 6° i napoletani si portano in vantaggio: Pastore si fa superare da un cross dalla sx dove Bennato colpisce al volo, Contessa para ancora ma respinge sfortunatamente sui piedi di Palumbo che, lasciato tutto solo, non può far altro che depositare in rete. Al 10’ sulla pressione dei biancoverdi vietresi in area avversaria Torelli ingenuamente trattiene Curcio, rigore ,dal dischetto Della Monica non sbaglia e pareggia i conti. Al 40’ un innocuo rinvio della difesa del Domizia viene “letto” in modo errato da Villani e diventa un’assist per Palumbo che in pallonetto supera l’incolpevole Contessa: 2 a 1 per i napoletani.
JUVE DOMIZIA: 1.Terracciano, 2.Adinolfi, 20.Scotto di Luzio, 4.Lubrano, 5.Buono, 6.Pagano, 7.Ilardo, 8.Lucci, 9.Marullo, 10.Cecere, 11.Palumbo, 13.Bennato, 14.Borode, 15.Pastore, 16.Saggiomo, 17.Verrengia, 18.Scotto di Apollonia, 19.Torelli. All.Sardo.
SPORTING VIETRI SUL MARE: 1Simone Contessa, 2Simone Pastore, 3Luigi Esposito, 4Marco Villani, 5Stefano Maraziti, 6Alessandro Sansone, 7Mauro Della Monica, 8Raffaele Curcio, 9Francesco Calicchio, 10Erasmo Abate, 11.DFelice D’Amico, 12Emanuele Castagno, 13Giovanni Imparato, 14Simone Mosella, 15Gabriele Falcone, 16Fabio Ciccullo, 17Antonio Trezza, 18Pierangelo Trezza. All.Della Monica.
Marcatori:al 6’e al 40’s.t.Palumbo (J.D.), al 10’s.t.Della Monica rig.(S).
NOTE:
Espulsi: D’Amico (S) al 34’p.t, Lucci (J.D.) al 19’s.t.,
Amm.: 20’p.t.D’Amico (S), 10’s.t.Torelli (J.D.),19’s.t. Lucci(J.D.).
FISCIANO (SA). Un dialogo sempre aperto: Sport e Filosofia. Martedì 19 novembre all’Ateneo Salernitano
Martedì 19 Novembre, alle ore 15.30, presso l’aula 17 dell’università di Salerno, si discute di “Filosofia e sport”. All’iniziativa – organizzata dal Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale, dal Laboratorio di Filosofia e linguaggi delle immagini e dalla sezione salernitana della Società Filosofica Italiana – partecipano Franco Ferrari e Mauro Menichetti, che presentano il libro di Giovanni Boniolo, Le regole e il sudore (Raffaello Cortina, 2013). Lo sport è nelle sue regole. Partendo da questa idea, Giovanni Boniolo delinea un percorso in cui ricordi personali si uniscono a divagazioni più filosofiche e a suggestioni letterarie. Al centro dell’attenzione, l’aspetto etico dello sport, la fatica e il sudore degli allenamenti, l’onore del vincere e del perdere rispettando le regole, i giudici e gli avversari e il disonore del voler essere primi barando. Senza dimenticare la felicità della vittoria, la complicità che nasce nello spogliatoio tra compagni di squadra, la bellezza del corpo e del gesto atletico, l’età adulta con i suoi ricordi e la consapevolezza che ormai il tempo delle competizioni se n’è andato. Dietro lo scritto c’è però l’atleta di livello nazionale, il baskettista alla cui esperienza tiene e la fa valere. Anzi, nella finzione narrativa di dedicare ai propri figli e a vecchi amici delle considerazioni filosofiche sul significato e l’importanza dello sport nella vita, parla di loro e racconta di sé, estrae aneddoti dai vissuti suoi e loro, trasforma in occasioni di riflessione o addirittura in parabole paideutiche anche i momenti più comuni della nostra esperienza, che proprio perché comuni e “normali” spesso eludono il senso critico. Va detto che Boniolo, da filosofo, uno sport lo continua a praticare; è la dialettica, quella che per gli Ateniesi era uno sport verbale, ma sempre sport, anche nel senso che Boniolo predilige per una sua definizione: seguire regole, sentendosi comunque onorati di aver perseguito lealmente un risultato (il verosimile con la dialettica, una sorta di eudaimonia con lo sport). E Boniolo conosce bene anche le
arti della retorica, retorica che Aristotele, contro Platone, nobilitava come “analoga” alla dialettica, con la sostanziale differenza di rivolgersi a un uditorio. E dunque sa che per persuadere ai valori i giovani, e non solo loro, ci vuole qualcosa che arrivi prima al cuore, come l’esempio. Così procede questo libro scorrevole e istruttivo: si parla di sport come se ne potrebbe parlare distesamente in salotto, tra citazioni e memorie, con il filosofo però che non rinuncia a far parlare la filosofia (soprattutto di Aristotele e di Kant), con metodo e argomenti, e anche la scienza. Una conseguenza è che molte pagine del libro sono intonate a un certo paternalismo. Ma anche questo vuol essere un messaggio; perché Boniolo non nutre spiccate simpatie per l’antipaternalismo oggi imperante, neppure quando si parla di medicina e di rapporto medico-paziente; figuriamoci quando si parla di quello docente-discente! E non si creda che qui sia in gioco soltanto un’idiosincrasia o uno stile personale. Credo infatti che se volessimo tirar fuori una parola chiave dagli ameni conversari di Boniolo, questa sarebbe una sola: conoscenza. Non si può parlare delle cose senza conoscenza (e questo è un truismo), ma non si può neanche agire senza conoscenza. Neppure nello sport, che sembra il più “automatico” dei cimenti, quello per il quale sembra contare solo il corpo, con la mente a riposo. E invece la conoscenza conta, eccome; e conta la cultura, perché lo sport è un modo di rendere attuale una delle possibilità fenotipiche del corpo, ma quella possibilità va attualizzata con intenzione, con consapevolezza, con dedizione. Se non c’è un’idea di perfezione, se non c’è una volontà di realizzarla, lo sport non educa, non è paideia; e, come ludus, non potrà veramente appagare. Ci vuole conoscenza, e non solo teorica, ma anche estetica e pratica. Giuseppe Cantillo concluderà l’incontro ricordando Elio Matassi, l’indimenticato maestro di estetica musicale, il collega filosofo, presentando il suo ultimo lavoro, “Pensare il calcio” (Il Ramo editore)in cui sottolinea come la società nel suo complesso e, dunque, anche il calcio, hanno bisogno di cure che prima di essere semplicemente economiche, siano etiche, culturali e dunque filosofiche.
È in questo contesto che si colloca “La filosofia del campione”, una discussione che si avvia a partire dalla considerazione che lega la squadra alla formula hegeliana dello Stato come “das Erste”, ossia primo principio da cui si tenta di concettualizzare il primato della totalità-squadra sulle parti-giocatori. Come spiega il filosofo Elio Matassi infatti “I giocatori vengono prima della squadra di calcio, dal momento che senza i giocatori una squadra non potrebbe neppure esistere, ma se i giocatori (le parti) nel loro gioco non realizzano se stessi all’interno della squadra (la totalità), questa non potrebbe mai essere vincente ed esprimere il suo primato in un gioco irresistibile e avvincente”. Allo stesso modo mutuando da Kant la formula “La vera creatività è quella che si fonda sulle regole”, spiega Matassi, “L’individualità del fantasista della squadra può cercare soddisfacente interpretazione nel rapporto tra genialità e norma”.
A tali questioni, si aggiungono le riflessioni su quella che oggi appare come una perdita delle origini etico-eroiche di questo sport.
(Olga Chieffi )