Dicembre, 2013

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CAVA DE’ TIRRENI (SA). L’Iride 2013, talent scout di giovani … e di copertine

 

Gabriella Alfano, Presidente dell' "Iride"

Gabriella Alfano, Presidente dell’ “Iride”

A conclusione del 2013, tra le novità e le gratificazioni della vita culturale cittadina, per fortuna un po’ meno pericolante del resto, ci fa piacere inserire il Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa L’Iride, fondato trent’anni anni fa dall’indimenticabile Ernesta Alfano ed oggi presieduto dalla figlia Gabriella Alfano. Oltre che per il numero sempre altissimo di partecipanti, per la qualità acclarata delle opere, per la ricchezza dei premi, per la trasparenza e la correttezza delle scelte, per il prestigio oramai acclarato e diffuso, il Premio sa distinguersi anche per la vivacità intellettuale del Comitato Scientifico che produce innovazione e sa guardare anche la luce dei talenti emergenti.

Non a caso quest’anno è stata indetta una sezione originale ed importante, che riguarda un aspetto assolutamente non marginale dei libri, ai fini della loro qualità e dell’immagine commerciale. Parliamo della veste grafica, che riguarda sia l’impaginazione, che deve essere leggibile e gradevole, sia la copertina, che è il vestito capace di suscitare attrazione e attenzione. Proprio alle migliori copertine dei libri in concorso è stato riservato il premio Gelsomino D’Ambrosio, dedicato ad uno dei più fini ed accreditati grafici degli ultimi decenni, collaboratore sempre apprezzatissimo anche dell’Editore Tommaso Avagliano, che è uno che se ne intende.

Hanno ottenuto il riconoscimento i volumi Dieci anni, di Eleonora Spada, e Blu principe, di Alessandra Barzacchini.

 

Chiara Polese e Pippo Zarrella mostrano con orgoglio i loro "parti" vincenti

Chiara Polese e Pippo Zarrella mostrano con orgoglio i loro “parti” vincenti

Nel campo delle giovani promesse, ci fa piacere che ad ottenere una delle segnalazioni sia stata una giovane ventenne, Chiara Polese, di Torre del Greco, capace di farsi largo alla pari tra decine di rivali adulti con un romanzo scritto a soli diciassette anni!

A riprova della qualità della scelta della giuria “iridata”, il fatto che agli inizi di dicembre la nostra Chiara, con il suo romanzo, cioè  L’ultima Dubois (Ed. Albatros) ha vinto per la Sezione Narrativa edita il Premio Firenze Giovani 2013, uno dei più prestigiosi e qualificanti a livello nazionale.

Il premio è stato accompagnato da una motivazione gratificante ed illuminante:

È veramente arduo prendere atto che questo libro sia stato ideato, voluto e scritto da una così giovane autrice; e lo è perché la linearità, la fantasia, il bel tradurre in parole i sentimenti sono le principali peculiarità di Chiara Polese già scrittrice di razza.

L’opera ha tutto: il bello scrivere, la felice trama e il non stancare il lettore che, pagina per pagina, rimane legato ad un testo piano e avvolgente.

Nel dare all’autrice questo nostro riconoscimento non abbiamo dubbio alcuno ma ci piace riconoscerci creditori di nuove avventure letterarie che Chiara Polese non dovrà assolutamente eludere.

L’ultima Dubois è nello stesso tempo un thriller, una storia d’amore ed un romanzo di formazione. Racconta in prima persona l’avventurosa esperienza di una giovane, che, a causa del contenzioso tra i suoi genitori in causa di separazione, si rifugia dall’Europa in Canada, accolta da una vecchia zia, che lavora come governante in una ricca ed inquietante villa castello, gravata da misteri e segreti. E sarà un continuo batticuore, tra paure, dubbi, rischi anche mortali e baci d’amore anche molto vitali. Dopo vicende altalenanti e drammatiche, ne uscirà cresciuta e pronta per affrontare i futuri batticuore della vita. 

Con orgoglio tutto cittadino e con un piacere ed una stima che vengono dal cuore, ci fa piacere poi anche segnalare che per la prima volta in trent’anni sul podio dell’Iride nella Sezione Romanzi editi è salito un cavese, per di più ancora molto giovane. Si tratta di Pippo Zarrella, che con il suo Avanzi e con i singoli racconti in esso contenuti è riuscito a farsi largo a possenti gomitate, vincendo premi nazionali (tra cui il Subway Literature, in cui ha sgominato migliaia di concorrenti ottenendo la pubblicazione del suo in decine di migliaia di copie distribuibili nelle varie metropolitane), producendo due edizioni del libro (e la seconda ha ottenuto la prefazione di Federico Salvatore e l’attenzione di Erri De Luca) ed organizzando su di esso una mostra fotografica ed un video, e stimolando un’opera teatrale che, con direzione Geltrude Barba, sarà in scscena il 9 febbraio prossimo nella Rassegna Licurti, al Social Tennis Club.

Avanzi è un miniromanzo fantareale di varia umanità, originale e gradevole, tale da coinvolgere lettori di tutte le età. È formato da una successione coordinata di dieci racconti incorniciati in un prologo ed in un epilogo. 

Il titolo deriva dal fatto che i protagonisti e le situazioni, compresi quelli della cornice, rappresentano il mondo del disagio, che solo a tratti si sposa con la povertà o la marginalità.

Le storie, ambientate in varie parti d’Italia (e non solo…) sono paradossali e a volte fantastiche eppure realistiche; storie straordinarie di ordinario disagio, raccontate in prima persona, con la massima leggerezza possibile e con toni ora tragicomici ora comitragici, con una sottintesa fame di vita e di riscatto in ogni personaggio, anche nei più odiosi.

Emblematica la motivazione con cui la Giuria dell’Iride ha riconosciuto a Pippo Zarrella il terzo posto ex aequo, stesa da Alfonso Amendola, docente universitario e direttore artistico della Mediateca Marte di Cava de’ Tirreni:

Una raccolta di racconti è il lavoro d’esordio del giovane Pippo Zarrella, artefice di una scrittura densa ed originale. Una scrittura popolata da ombre, luci, spunti, salti di espressione e coralità; il tutto nel desiderio di raccontare una Napoli viscerale e “porosa”, dove si delineano storie di lacerazione, disagio, abbandono e “scarti” (senza però mai dimenticare levità e ritmo).

Una scrittura, quindi, essenziale e decisamente diretta. E dove il tutto acquista una precisa realizzazione quando Zarrella disegna (perché lo spazio del visivo è centrale nella raccolta) luoghi e situazioni di una straordinaria ed immaginifica città che nel suo dipanarsi non cade mai nei luoghi comuni o nelle soglie del già visto. Inoltre, Avanzi dimostra che nell’essenzialità del racconto possono racchiudersi dimensioni sorgive di grande forza e compattezza. Per questi motivi abbiamo una raccolta che nel celebrare la nascita di un esordio felice è l’ulteriore celebrazione che la forma breve del racconto resta ancor oggi un capitolo vivo e “necessario” nella nostra letteratura contemporanea. 

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Mercoledì 18 si presenta il libro “Le Dolomiti di Napoli. Storie di vita e di politica” di Antonio Bassolino

le-dolomiti-di-napoli-racconti-di-politica-e-vita-dicembre-2013-vivimediaMercoledì 18 dicembre alle ore 18:00 si presenta alla Mediateca Marte di Cava de’Tirreni il libro “Le Dolomiti di Napoli. Storie di vita e di politica” di Antonio Bassolino, ultima fatica editoriale autobiografica, i racconti di uomo e di politico. Ad incuriosire, già dalle prime battute, il titolo del libro, Le Dolomiti di Napoli, che non sono presenti in alcuna carta geografica e nel libro rappresentano sia la grande passione per la montagna, la difficoltà e le soddisfazioni legate alle scalate ed alle discese dei percorsi montani, sia, metaforicamente, i momenti di successo ed i momenti di discesa, legati alla vita di ogni uomo ed ancor più a quella di un politico. L’autore Bassolino è stato per sei anni e mezzo sindaco di Napoli e per dieci anni presidente della Regione Campania. Prima ancora, dirigente nazionale del Pci e tra i fondatori dei partiti, che da quel ceppo sono nati, politico sin da ragazzo, a sedici anni già segretario di una sezione di operai e di lavoratori, politico fra due regioni problematiche, la Campania e la Calabria. Un percorso di vita in cui, per lungo tempo, vita politica e vita privata sono quasi coincise. Nel libro si racconta un lungo e faticoso travaglio nelle istituzioni, e, dopo l’assedio ininterrotto del pubblico, la scoperta della solitudine e del silenzio del proprio io privato. Il libro esce in un momento di soddisfazione di Antonio Bassolino, per la piena assoluzione nelle vicende giudiziarie personali, che come in un intervista afferma” mi ripaga di tanti anni di dolore e sofferenze, trascorsi, però, sempre nel grande rispetto e fiducia nella magistratura” Un libro, dunque, che rappresenta un viaggio interiore attraverso gli aspetti umani della politica, nella necessità di dover creare un diverso rapporto fra politica stessa e la vita e gli affetti. “Noi abbiamo due occhi- ha affermato in un’intervista l’autore- uno deve guardare alla vita civile, l’altro deve però guardare in egual modo la vita privata, dandole maggiore importanza rispetto ad una volta, anzi eguagliandola a quella politica. I miei due occhi, però, non guardano indietro, ma, grazie ai sorrisi ed agli sguardi dei miei nipoti, cui sto dedicando il tempo che non ho dedicato ai miei figli, guardano avanti ad un mondo che cambia, che prepara al futuro.” Un viaggio introspettivo, ma anche una riflessione, che guarda al mondo politico, che nella giornata del 18 a Cava, verrà fatto insieme al Armando Lamberti, Gennaro Mucciolo e Flora Calvanese, politici di ieri e di oggi, che porteranno il loro vissuto e la loro dedizione alla Res publica, esaminando, analizzando e approfondendo le tematiche trattate dall’autore, la politica attuale, le questioni italiane ed il futuro del P­aese. Le esperienze politiche, condivise e non, di chi presenterà il volume, dunque, guideranno il pubblico nel percorso del libro, ma anche nella vita e nel modus operandi politico di Bassolino per approfondire quanto accaduto, conoscere e ascoltare un uomo controverso, a tutt’og­gi molto criticato ma anche molto amato.
(Imma Della Corte)

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Rassegna teatrale “Licurti” al Social Tennis, in scena la qualità. Rosaria De Cicco, Antonello De Rosa e gli Extravagantes: un tris d’assi alla partenza

Si narra che una volta Alberto Sordi, avendo saputo dallo sceneggiatore Sonego che aveva momentaneamente interrotto la scrittura di film comici per scrivere un paio di film drammatici, commentò: “Ho capito, te stai a riposa’.”

E aveva ragione. Per commuovere, emozionare, spaventare basta mettere al loro posto gli interruttori e tenere i fili collegati, ma per far ridere bisogna saper accendere la luce anche senza i fili della corrente. Ci vogliono intuizione, testi immediati e appropriati e tempi giusti di battuta. In una parola, talento. Ed il talento non è una merce che viene portata al mercato tutti i giorni; e non è scontato che trovi gli acquirenti giusti.

Insomma, un’accoppiata non facile, che invece è pienamente riuscita a Geltrude Barba, direttrice artistica del teatro Luca Barba che organizza la rassegna Licurti, attualmente in scena presso il Social Tennis Club di Cava de’ Tirreni.

Nella prima settimana, “una botta e tre fucelle. Un tris che già nella rassegna estiva aveva allettato gli spettatori all’insegna del principio “spettacolo ricco mi ci ficco”. Talenti comprati, talento da vendere…

Venerdì 6 dicembre, inizio alla grande con la carta conosciuta ed amata di Rosaria De Cicco, che con Almost famous si è di nuovo cimentata in un one woman show in cui, come è nelle sue corde di talento naturale impregnato di identitaria napoletanità, ha saputo mirabilmente fondere riso e pianto, intima emozione ed estroversa allegria.

Venerdì 13, a generale richiesta, una replica totale dello spettacolo più applaudito e premiato della rassegna estiva: L’avara vedova, targata Salerno e firmata Antonello De Rosa, che l’ha messo in scena con la compagnia Scenidea teatro.

Ispirandosi ad un classico del teatro di sempre, L’avaro di Molière, l’autore femminilizza il personaggio e sviluppa una storia scatenata e non priva di comiche acidità sulle dinamiche familiari.

Scritto e diretto da De Rosa, L’avara vedova illustra le complicate dinamiche familiari degli “eredi” de “L’avaro”.

L’avara è una vedova dominata dall’amore per i soldi, che si fa beffe delle due figlie, ignorandone esigenze e pene d’amore. Organizza per loro matrimoni di interesse e per se stessa l’unione col bel Valerio, indifferente al legame che lo unisce alla primogenita.

Dopo vivaci contrasti in cui entrano in gioco la cameriera, una ruffiana e la commara, a vincere è l’amore. Le due figlie sposeranno gli amati ed alla vedova saranno restituiti i soldi sottratti dalle due giovani per farne strumento di ricatto.

Una spettatrice teatrofila e antonellofila, Serenella Alois da Battipaglia, venuta a Cava per l’occasione, così ha definito lo spettacolo: Vivace, divertente, dal ritmo serrato che ben sorregge le tipiche atmosfere della commedia napoletana. Bellissimi i costumi. Splendida la vedova. Emozionante la padronanza della scena da parte dei giovani attori magnificamente diretti da Antonello De Rosa.

Insomma, una bella parata di giovani talenti ben organizzati e valorizzati. Ci riesce benissimo da anni Antonello De Rosa, che, pur se non certo stagionato, non è più di primissimo pelo.

Ancora giovanissimo è invece il talento del capocomico degli Extravagantes, Antonio Gargiulo, appena ventiseienne, ma allattato col biberon marca Sipario e già “realizzattore”  di qualche decina di spettacoli extra vaganti di vario genere, insieme con i numerosi “apostoli” ruotanti intorno alle sue idee a getto continuo.

Insomma, un coniglio di scena, un coniglio di qualità.

Qualità che dimostra nella tranquilla disinvoltura della recitazione, in cui spesso fa da perno di centrocampo, dettando i tempi e tenendo le fila degli altri attori, rinunciando per il senso del collettivo anche a qualche performance personale che sarebbe pienamente nelle sue corde.

Qualità che dimostra soprattutto nella regia, in cui riesce a dare ritmo ed a creare le atmosfere giuste, il che è fondamentale in uno spettacolo come Il mistero dell’assassino misterioso, messo in scena domenica  in cui la trama è solo il canovaccio per lo scatenarsi di una mitragliata di gag all’interno di una situazione tipica da teatro nel teatro.

Gargiulo è un ispettore di polizia stile american detective che indaga nel classico castello inglese sulla morte di una ricca signora assassinata e si trova a contatto con un nipote svitato, la figlia avida ed un poco assatanata, l’infermiera nevrotizzata e nevrotizzante, l’altrettanto classico maggiordomo che un po’ c’è e un po’ non c’è alla fine non si sa se c’è o non c’è.

Sembrerebbe un normalissimo giallo, dal cui cilindro alla fine arriverà la scoperta dell’assassino alla elementare watson, ma il gioco viene rotto dal malore di un attore in scena, che viene sostituito dal maldestro barista della sala teatrale, che ne combina di tutti i colori nelle storpiature del copione, fino alla soluzione finale che non si sa se c’è o non c’è.

Il pregio del pezzo è dato sia dal colpo iniziale del malore (in cui molti spettatori cadono ingenuamente in uno slurpeggiante divertimento), sia soprattutto dal fatto che tra un atto e l’altro gli attori recitano se stessi, con le loro rabbie, le loro frustrazioni, le loro invidie, la voglia di sopraffarsi a vicenda per farsi notare da un produttore molto appetito presente in sala.

Insomma, un gioco non diverso da quello del celeberrimo Rumori fuori scena, che ha furoreggiato per anni nei teatri di tutta Italia, anzi di tutta Europa e oltre. Così come la gag dell’attore improvvisato richiama uno dei pezzi forti, teatrali e cinematografici, di Gigi Proietti, e non solo.

Sono citazioni che non disturbano, perché il testo poi è assemblato in modo coinvolgente, vivace ed originale, così come è stato ideato dalla coppia, oggi molto in, di Lillo e Greg, che dopo decine e decine di repliche lo mette ancora in scena (dal 26 dicembre al teatro Olimpico di Roma).

Gargiulo non si è lasciato coinvolgere dai complessi del modello e del confronto e, fiducioso nelle sue possibilità, ha anche rilanciato con invenzioni personali, come il finale aggiunto o qualche sigletta televisiva o la napoletanità dei personaggi, tra cui campeggia il vivacissimo Ben Maggio, nipote d’arte e giovane molto promettente e ben capace di prendersi la scena.

L’effetto alla fine risulta molto divertente, a tratti esilarante, sia per le gag e i giochi di parole originali ed a volte irresistibili, sia perché Gargiulo riesce a non perdere mai il filo razionale dell’irrazionalità e si abbandona al gioco dell’assurdo e del surreale che caratterizza tutto il testo. E poi, la squadra: una compagnia molto affiatata  nei movimenti e attori appassionati e coinvolgenti, divertenti e divertiti. Abbiamo apprezzato la misura di Chiara Vitiello, la figlia della lady, che già nei Menecmi estivi aveva dimostrato di essere in gamba (e non solo per il vertiginoso spacco sulla gonna da lei disegnato e indossato in ambedue le occasioni) e che, quando ha abbozzato il monologo del Giardino dei ciliegi, sotto sotto ha lasciato intendere che le piacerebbe cimentarsi in “salita” e ci riuscirebbe anche bene.

Abbiamo preso gradevolmente vento negli slalom psicoginnici del nipote svitato Alessandro Palladino, e ci siamo svitati di fronte alle svitate nevrosi piangenti dell’ingovernabile governante tedesca Noemi Beltratti. Non ci siamo certo avvelenati ad avvelenarci continuamente con la infanteggiante nobildonna Simona Pipolo alle prese con un bicchiere d’acqua mortifera che si riempiva e si svuotava. Ci è venuto un simpatico mal di testa a seguire le inesauribili bufalate del bibitattorucolo Ben Maggio.

Abbiamo anche pensato che a tratti qualche pausa comica in più avrebbe fatto bene, così come alcune battute avrebbero raggiunto di più il centro abbassando di un punto le righe. Ma sono nuvolette bianche in un cielo comunque lucente. E gli applausi sono stati tanti, ridenti e convinti.

Peccato che i cavesi non si siano ancora convinti del tutto che il Social Tennis Club è un locale pubblico e che andare a teatro per seguire rassegne di qualità come la Licurti fa bene alla testa, all’umore, al cuore e alla coratella.

Ma occorrerebbe innanzitutto sprovincializzarsi un pochino in più, oppure convincersi che parecchie volte si è buoni perché si va in TV, ma non si va necessariamente in TV perché si è bravi…E da noi, grazie a Geltrude Barba, di attori bravi che non sono andati in TV ne stanno passando parecchi. Peccato, perché la TV non sa che cosa si perde…E pure i cavesi … 

Un giallo… da morir dal ridere

Un castello inglese, una ricca zia assassinata e un ispettore sagace. Al teatro Tasso è andato in scena “Il mistero dell’assassino misterioso”, a cura della compagnia ExtraVagantes. 4 indiziati, un maggiordomo che sparisce nel nulla e un movente economico sono gli ingredienti giusti per confezionare un giallo dove naturalmente l’assassino è avvolto dal mistero. Il testo, scritto e interpretato alcuni anni fa (2008) dalla premiata ditta “Greg & Lillo”, fa leva sull’escamotage del cosiddetto “teatro nel teatro”. Nel bel mezzo di una commedia uno degli attori stramazza al suolo e la compagnia decide di sostituirlo con il “bibitaro” di sala. Tra gag, smorfie, giochi di parole, la scelta si rivelerà un disastro: gli attori in scena interpretano non solo il proprio personaggio (la figlia, il giovane marito, il nipote folle e l’infermiera della vittima) ma anche e soprattutto se stessi in un gioco che coinvolge il pubblico in sala, spiazzandolo. Nella trama, alle vicende della compagnia, dove ognuno vuole emergere per guadagnarsi il provino con il produttore di turno seduto in sala, si intrecciano quelle dell’ispettore Mallory alle prese con le indagini per scoprire chi ha ucciso la contessa Worthington, ricca ereditiera. Il pubblico divertito ha affollato la sala di via Tasso nei tre giorni di programmazione. Da non sottovalutare la scelta di allestire una commedia basata su una comicità nuova e surreale. Una performance molto comica che forse, però, pecca in originalità. La regia di Antonio Gargiulo è pulita ed efficace mentre gli attori, giovanissimi, sono riusciti a mantenere intatti i tempi comici, con qualche “abuso” del dialetto napoletano. Nel cast: Chiara Vitiello, Antonello Gargiulo, Gabriele Ioime, Noemi Beltratti, Alessandro Palladino, Simona Pipolo, Ben Maggio. Le scenografie sono curate da Extralab, i costumi da Vi.Ki., le coreografie da Simona Schiavone, mentre luci e fonica sono di Gerardina Caliendo e Carmine Graziani.

 

DRAGONEA (SA). Strade insicure e sommerse da rifiuti anche tossici. L’immagine più brutta di una frazione abbandonata da anni dalle amministrazioni pubbliche

E’ forte il grido sollevato dalla popolazione di Dragonea, la frazione più popolosa di Vietri sul Mare.
Un grido di protesta e di disagio per l’incubo contaminazione dai rifiuti tossici abbandonati per le strade del paese, ormai divenute palcoscenico degli scempi più eclatanti di questi anni di dimenticanza e di completo abbandono da parte degli amministratori pubblici.
A dare l’allarme di rischio contaminazione da amianto e pericolo per l’incolumità pubblica è il “Comitato Civico Dragonea” ormai divenuto la vera voce della frazione insieme al suo pres. Mimmo D’Amore e ai tanti giovani che sentono forte l’attaccamento per il proprio paese.
Le foto, che si possono vedere in galleria, sono la prova evidente e scandalosa di strade ormai divenute vere e proprie discariche a cielo aperto dove vengono sversati rifiuti di ogni genere.
Ma il pericolo terrificante è l’amianto, nelle foto sono mostrate chiaramente manufatti contenenti questa sostanza tossica che provoca il cancro. Sono diverse le aeree del paese dove il degrado e l’incuria hanno preso il sopravvento, in particolare la parte alta del paese presso le palazzine popolari adiacenti la parrocchia di S.S. Petro e Paolo dove risiede una parte importante della popolazione dragonese.
Ad acuire il forte sdegno e clamore ad una situazione di insicurezza e di degrado per le strade del paese è l’immagine pubblicata dal Comitato Civico Dragonea, di cani randagi che scartano tra sacchetti di immondizia per trovare qualche avanzo di cibo cestinato.
Molti sono stati i commenti di cittadini che si dichiarano timorosi di passeggiare a piedi per le strade nel tratto che da Iaconti raggiunge Via Vallone.
C’è chi ha dichiarato che un familiare è stato aggredito da uno di quei cani, subendo tutte le conseguenze del caso.
Una vera e propria emergenza di ordine pubblico per la mancanza di adeguati contenitori dei, l’assenza di controlli contro chi abbandona i sacchetti per strada, a ciò si aggiunge l’indecorosa autorizzazione alla sosta di almeno tre camion della nettezza urbana al Bivio di Raito, in un luogo stupendo, con un panorama da far invidia al mondo e spesso scelto per scatti fotografici.  I cittadini di Dragonea dicono basta a questi scempi, è un popolo succube di questi soprusi che vengono perpetrati a danno della loro salute e dell’immagine della loro ridente frazione.
Gridano serietà e senso civico verso chi per tanti anni è stato sordo e cieco ai veri bisogni della gente.

 

 

 

 

GIFFONI VALLE PIANA (SA). Censimento e catalogazione dei terreni gravati da uso civico

municipio-giffoni-valle-piana-vivimediaL’Amministrazione comunale intende avviare le operazioni relative al censimento e catalogazione dei terreni gravati da uso civico e ciò anche al fine di costituire una banca dati delle ditte enfiteutiche e regolarizzarne le posizioni. 

Pertanto, con deliberazione della Giunta Comunale n. 209 del 13.11.2013 sono stati adottati i criteri di valutazione dei canoni enfiteutici e dei costi di affrancazione dei terreni d’uso civico. 

Il Comune ha incaricato un tecnico agronomo che dovrà assistere l’Ente e i cittadini nella predisposizione degli atti utili e consequenziali al fine di giungere alla risoluzione di ogni richiesta e/o chiarimento. 

Il tecnico incaricato ogni mercoledì, a far data dall’11 dicembre 2013, sarà presente presso la sede comunale, dalle ore 9,30 alle ore 13,30

I cittadini potranno porre quesiti e richieste di chiarimento in merito alle proprie posizioni di livellari, censuari ed enfiteuti e di determinare le procedure necessarie all’accoglimento delle istanze di affrancazione. 

 A tal proposito si comunica inoltre che sul sito web del Comune (www.comune.giffonivallepiana.sa.it) è disponibile un modello di richiesta per l’affranco dei terreni in uso civico, che potrà essere scaricato, compilato e protocollato presso il Comune. Per eventuali contatti 089-9828715, mail: e.dalessio@comune.giffonivallepiana.sa.it
(Massimiliano Lanzotto)