Settembre, 2015

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Il keniano Kibor si “riprende” la “Podistica Internazionale San Lorenzo”

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Il keniano William Kibor, già trionfatore nel 2012, ha vinto la 54ª edizione della “Podistica Internazionale San Lorenzo” – Trofeo Armando Di Mauro, disputatasi domenica 27 settembre a Cava de’ Tirreni (Sa). Alle sue spalle il connazionale Jonathan Kanda e Dario Santoro. 5° il campione in carica Gilio Iannone. Tra le donne successo della keniana Eunice Chebet, che ha preceduto Francesca Palomba ed Alessia Amore. Negli Allievi vittorie di Alessandro Lombardi e dell’“Atleta cavese dell’anno” Erica Sorrentino. Durante la cerimonia di premiazione sono stati “omaggiati” tutti i Sindaci di Cava de’ Tirreni succedutisi nel corso della manifestazione: in pochi attimi rivissuti 54 emozionanti anni di storia

William Kibor trionfa nella Gara Maschile – Trofeo Armando Di Mauro, Eunice Chebet vince la Gara Femminile – Trofeo Agnese Lodato. Ritorna a parlare keniano la “Podistica Internazionale San Lorenzo”, la cui 54ª edizione si è disputata domenica 27 settembre 2015 a Cava de’ Tirreni (Sa),  con partenza ed arrivo nella frazione San Lorenzo. Dopo la “parentesi” dello scorso anno, quando Gilio Iannone fece sventolare il tricolore a distanza di 22 anni dall’ultimo successo italiano, è di nuovo apoteosi africana nella “classica” metelliana del podismo su strada, organizzata dal Gruppo Sportivo “Mario Canonico S. Lorenzo” e dal Comitato di Cava de’ Tirreni del Centro Sportivo Italiano ed alla quale hanno partecipato oltre 200 atleti provenienti da 7 Paesi (Kenya, Algeria, Marocco, Polonia, Slovenia, Ucraina ed Italia).

Era il favorito della vigilia. Era il campione dell’edizione 2012. E non ha deluso le attese. William Kibor (classe 1985, tesserato con il G.P. Parco Alpi Apuane – Lucca) si è “ripreso” la “San Lorenzo” al termine di un entusiasmante duello con il connazionale Jonathan Kosgei Kanda (classe 1980, Atletica Castello – Firenze). Una “battaglia” iniziata subito dopo lo “start” da parte dell’Arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni, Mons. Orazio Soricelli, che ha dato il via a tutte le gare in cartellone.

Kanda a fare da “lepre”, Kibor ad inseguire a pochi metri di distanza. Così sono passati nell’ordine al traguardo intermedio a San Lorenzo. Alle loro spalle l’altrettanto avvincente lotta per il terzo gradino del podio, con il marocchino Lamachi a “tirare” il gruppo degli inseguitori. Il momento decisivo tra il 5° ed il 6° km della gara, prevista su una distanza di 7,8 km, quando Kibor ha dapprima raggiunto e poi staccato Kanda, capace comunque di rimanere nella scia del connazionale, regalando così un finale incerto ed emozionante. Ma i giochi erano ormai fatti: William Kibor si è presentato solitario al traguardo, chiudendo la sua “fatica” con il tempo di 23’27” e distanziando Jonathan Kanda di 18”.

Uno splendido finale ha consentito a Dario Santoro (24’18”, classe 1990, Atletica Potenza Picena – Macerata) di guadagnare il terzo posto a discapito del marocchino Abdelkebir Lamachi (24’27”, classe 1980, ASD International Security Service), “virtualmente” sul podio per quasi tutta la gara. Quinto il campione in carica Gilio Iannone (25’13”, classe 1985, G.P. Parco Alpi Apuane – Lucca), incappato in una giornata poco felice e mai realmente in lizza per la vittoria. Ovazione al traguardo per il 45enne cavese Antonello Barretta, giunto nono e sempre nella “top ten” nelle ultime edizioni.

Successo keniano anche nella Gara Femminile – Trofeo Agnese Lodato, nella quale si è affermata la grande favorita Eunice Chebet (classe 1986, Atletica Futura Pontassievi – Firenze), che ha imposto il suo ritmo fin dalle prime battute di gara ed ha piazzato l’allungo decisivo intorno al 3° km. 29’49” il riscontro cronometrico dell’atleta africana, che ha preceduto Francesca Palomba (classe 1996, Nikaios Club Gragnano), distanziata di 26”, e la cavese Alessia Amore (classe 1992, ASD Atletica Isaura Valle dell’Irno), giunta al traguardo a 1’05” dalla vincitrice.

Le competizioni più attese sono state precedute dalla Gara Allievi – Trofeo Giuliano Ferrara (km 3,6), nella quale ha trionfato Alessandro Lombardi della Pol. Astro 2000 – Benevento (tempo 11’56”, classe 1998). Alle sue spalle Mario Testa (12’24”, classe 1998) e Vincenzo Lambiase (13’22”, classe 1998), entrambi dell’ASD Atletica Isaura Valle dell’Irno. Tra le Allieve successo di Erica Sorrentino dell’Agropoli Running (tempo 4’35”, classe 1998), che ha preceduto Emilia Cattaneo dell’ASD Ideatletica Aurora Salerno (4’56”, classe 1999) e Simona Pagano (6’38”, classe 1998).

Erica Sorrentino è stata la grande protagonista di giornata: dopo aver trionfato per il 6° anno consecutivo alla “Podistica San Lorenzo”, infatti, è stata premiata come “Atleta cavese dell’anno” (riconoscimento istituito dall’Amministrazione comunale di Cava de’ Tirreni per premiare lo sportivo metelliano maggiormente distintosi nel corso dell’anno) per gli straordinari risultati conseguiti in questa stagione. Su tutti la conquista del titolo tricolore sui 2000 siepi ai Campionati Italiani Allievi 2015, svoltisi nello scorso mese di giugno all’Arena Gianni Brera di Milano, e la successiva convocazione nella Nazionale Italiana per i Mondiali Allievi 2015, disputatisi a luglio in Colombia. A premiare Erica Sorrentino è stato il Sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli.

Ritornando al programma agonistico, da segnalare le vittorie nei Cadetti di Giuseppe Trimarchi (classe 2001, Athlon San Giorgio – Messina) e tra le Cadette di Martina Abalsamo (classe 2000), mentre in apertura di giornata si è svolta la gara riservata agli studenti delle Scuole Medie (m 600), a conclusione del progetto “Aspettando la San Lorenzo”. Nella categoria riservata agli alunni della I e II Media vittoria di Francesco Senatore (“Carducci-Trezza”), che ha preceduto Domenico Costabile (“Balzico”) e Vittorio Ossignuolo (“Carducci-Trezza”). Tra le ragazze si è imposta Fabiana Lamarca (“Balzico”). Nella gara per gli studenti della III Media successo di Luca Amato (“Balzico”) davanti a Francesco Galise (“Giovanni XXIII”) e Michele Vitale (“Giovanni XXIII”).

Nella classifica per società trionfo dell’ASD Atletica Isaura Valle dell’Irno, che ha preceduto l’Atletica Potenza Picena – Macerata e l’Associazione Sportiva “Liberi Insieme” di Cava de’ Tirreni.

Grandi emozioni lungo il percorso ed al traguardo, ma anche e soprattutto nel corso della cerimonia di premiazione, svoltasi nella palestra dell’Istituto Comprensivo “Trezza” ed alla quale sono intervenute come di consueto numerose autorità. Il momento clou si è vissuto in occasione del riconoscimento consegnato a tutti i Sindaci di Cava de’ Tirreni succedutisi nel corso delle 54 edizioni della Podistica. Un gesto con cui il Gruppo Sportivo “Mario Canonico S. Lorenzo”, presieduto da Antonio Del Pomo, ha inteso dire “grazie” alle varie Amministrazioni comunali che, al di là di qualsiasi colore politico, sono sempre state “vicine” alla manifestazione. Davanti agli occhi della folta platea, commossa ed emozionata, sono passati in pochi attimi 54 anni di storia. Eugenio Abbro, Vincenzo Giannattasio, Diego Ferraioli, Andrea Angrisani, Bruno Lamberti, Giuseppe Sanmarco, Federico De Filippis, Raffaele Fiorillo, Alfredo Messina, Luigi Gravagnuolo e Marco Galdi i primi cittadini che sono stati “premiati” dall’attuale Sindaco Vincenzo Servalli.

Tra i numerosi riconoscimenti assegnati, sia la Medaglia di Bronzo del Presidente del Senato che il Discobolo d’Oro della Presidenza Nazionale del Centro Sportivo Italiano sono andati all’ASD Atletica Isaura Valle dell’Irno, mentre il CSI Pieve sull’Esaro di Sant’Agata (Cosenza) ha ricevuto il “Portico d’Argento”, premio messo in palio dall’Azienda di Soggiorno e Turismo metelliana ed assegnato a giudizio insindacabile del Comitato Organizzatore.

Oltre che dalla straordinaria cornice di pubblico lungo il percorso ed al traguardo, le 4 ore di grande spettacolo della “Podistica San Lorenzo” sono state “gustate” da migliaia di spettatori grazie alla diretta televisiva. Legittima a fine giornata la soddisfazione degli organizzatori, che danno fin d’ora appuntamento a settembre 2016 per la 55ª edizione.

Goletta Verde riparte a difesa dei mari italiani: nei mari italiani si stimano 700 rifiuti per km quadrato

goletta-verde-legambiente-vivimediaROMA. Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente, riparte per difendere i mari italiani dai rifiuti e dalla perdita di biodiversità. Un viaggio che prenderà il via oggi, 28 settembre, da Portovenere nella Cinque Terre reso possibile grazie alla collaborazione del Parco dell’Arcipelago Toscano e al sostegno del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Nel corso del tour sarà affrontato il tema della Marine Strategy, la direttiva 2008/56 sull’ambiente marino che prevede il raggiungimento del buono stato ecologico, per le acque marine di ogni stato membro, entro il 2020, sulla base di 11 descrittori che considerano tutti gli aspetti legati all’impatto delle attività umane sull’ambiente marino come la pesca insostenibile, l’introduzione di sostanze inquinanti, rifiuti e specie aliene, ma anche l’inquinamento acustico sottomarino.

Tra questi il problema dei rifiuti, nei mari e sulle spiagge, sta assumendo proporzioni davvero preoccupanti: stando alle stime del Consiglio Generale della Pesca nel Mediterraneo (FAO) sono oltre sei milioni di tonnellate i materiali solidi e pericolosi di origine umana che vengono scaricati ogni anno nei mari del mondo. I rifiuti galleggianti che vediamo in superficie, nel mare e in spiaggia, costituiscono però solo una minima parte del problema: almeno il 70% dei rifiuti che entrano nell’ecosistema marino affondano: uno studio Ispra, realizzato nell’autunno 2014 tra il delta del Po e Caorle, evidenzia una densità media di più di 700 rifiuti per km2, con una densità in peso per km2 di circa 100 kg. Anche sul fondo del mare la plastica rappresenta la stragrande maggioranza dei rifiuti ritrovati sui fondali (ben il 92%), che è anche tra quelli più pericolosi: viene ingerita da cetacei, tartarughe e uccelli marini causando danni spesso letali e la sua frammentazione genera micro-particelle che, ingoiate dai pesci, posso arrivare fino alle nostre tavole. Goletta Verde affronterà anche il tema dell’invasione delle specie aliene, cioè di specie che sono originarie di altre aree geografiche, ma sono state introdotte accidentalmente dall’uomo nel Mar Mediterraneo.

I due temi principali di quest’edizione speciale di Goletta Verde – che si avvale del sostegno anche delle Aree marine protette Isole Egadi, Tavolara, Secche di Tor Paterno, Cinque Terre e Parco nazionale del Cilento – saranno affrontati durante incontri pubblici, workshop dedicati alla marine strategy, visite guidate a bordo e giornate dedicate agli alunni degli istituti scolastici italiani con laboratori didattici e lezioni di educazione ambientale.

“Le specie aliene e i rifiuti marini rappresentano una minaccia per la biodiversità e un pericolo per la tutela del mare da qui agli anni futuri. L’attuazione della Marine Strategy e il raggiungimento degli obiettivi al 2020 rappresentano quindi una grande opportunità per i nostri mari – dichiara Sebastiano Venneri, responsabile Mare di Legambiente. Per questo è necessario lavorare per assicurare la chiusura delle attività di studio entro l’anno, così come previsto dalla direttiva europea, e passare il prima possibile alla fase successiva, quella di attuazione di interventi per il raggiungimento del buono stato ecologico dei nostri mari entro il 2020”.

“Gli obiettivi che ci impone di raggiungere la Marine Strategy – spiega Giampiero Sammuri, presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e di Federparchi – sono raggiungibili più facilmente utilizzando le idee, le azioni e il know-how anche attraverso la moltiplicazione e la promozione delle aree marine protette, territori che possono giocare un ruolo fondamentale nella custodia e nella cura della biodiversità marina e costiera, ma possono anche essere da stimolo per la crescita e lo sviluppo di un’economia locale responsabile e sostenibile”.

A riprova dei livelli di criticità raggiunti basta citare i dati dell’indagine svolta da Goletta Verde nell’estate 2014 con 87 ore di osservazione di rifiuti galleggianti nei mari italiani e 1.700 km di mare monitorati, calcolando fino a 27 rifiuti galleggianti ogni chilometro quadrato: rifiuti per lo più plastici appunto con una percentuale di quasi il 90%. Il mare più “denso” di rifiuti risultò l’Adriatico con 27 rifiuti galleggianti ogni km2 di mare; un bacino che si distingue anche per la quantità di rifiuti plastici derivanti dalla pesca: il 20%, considerando reti e polistirolo galleggiante, frammenti o intere cassette che si usano per contenere il pescato, percentuale che viene superata solo dalle buste pari al 41% e dai frammenti di plastica al 22%.  Il Mar Tirreno con una densità di rifiuti pari a 26 ogni kmq conta invece la più alta percentuale di rifiuti di plastica: il 91%. Da notare che di questa ben il 34% è costituito da bottiglie (bevande e detergenti) che superano la percentuale di buste di plastica (29%) che, invece, fino all’anno scorso avevano il sopravvento. Meglio il Mar Ionio che grazie alla sua posizione geografica conta “solo” 7 rifiuti ogni kmq di mare. Indagine che è stata ripetuta anche quest’anno da Goletta Verde durante i due mesi di navigazione estiva per i mari italiani e i cui risultati saranno resi noti nei prossimi mesi.

Rifiuti che non si trovano soltanto nei mari e nei fondali ma anche sulle spiagge. L’indagine “Beach litter”– eseguita dai volontari di Legambiente da aprile a maggio 2015 su un’area di 136.330 mq, pari a quasi 20 campi da calci – ha permesso di individuare e smaltire 22.114 rifiuti spiaggiati. In particolare sono stati trovati 17 rifiuti ogni 100 mq, 5 rifiuti in più ogni 100 mq rispetto all’indagine dell’anno precedente.

Non da meno il problema della specie aliene nei nostri mari che rappresenta a livello globale la seconda causa di perdita di biodiversità. Secondo uno studio del Centro comune di ricerca dell’Ue, che ha esaminato i dati di oltre 986 specie esotiche, stiamo assistendo alla più grande invasione in corso sulla Terra: quasi 1.000 specie aliene si sono “trasferite” nel Mediterraneo da mari esotici per colpa delle attività umane. I risultati suscitano preoccupazione soprattutto perché queste acque sono l’habitat di oltre 17.000 specie di cui il 20% non si trova in nessun altro luogo. Tra le specie aliene troviamo 60 specie di alghe introdotte accidentalmente a causa dell’acquacoltura al largo della costa di Venezia e della Francia sudoccidentale, oltre a circa 400 specie di pesci vertebrati alieni che sono approdati nei nostri mari passando proprio dal Canale di Suez. Tra questi, il barracuda del Mar Rosso, cresciuto nel corso degli anni sia di numero che di taglia che ha creato scompiglio soprattutto nei luoghi dove convive con la spigola, che essendo predatore solitario è incapace di competere nell’attività di caccia con i branchi di barracuda. Introdotte accidentalmente dall’uomo, a causa dell’aumento e della globalizzazione del traffico marittimo; migrate tramite i canali naturali o artificiali, importate per fini commerciali, per esempio per l’acquacultura: tutti questi fattori hanno portato a una sempre maggiore diffusione di specie alloctone nel Mediterraneo. Il rischio è quello di modificare il delicato equilibrio biologico, frutto di migliaia di anni di evoluzione, e di introdurre specie che entrino in competizione per cibo e habitat con le specie autoctone, che introducano agenti patogeni e che creino delle specie ibride, provocando così mutamenti radicali all’ambiente. Inoltre vi è un danno economico causato dalle specie aliene, le quali possono essere causa di una diminuzione della produttività agricola, forestale e ittica, della riduzione delle risorse idriche e del degrado del suolo e dei sistemi infrastrutturali.

Itinerario Goletta Verde per la Marine Strategy:

Portovenere Cinque Terre ► 28 settembre -1 ottobre

Olbia ► 2-6 ottobre

Acciaroli ► 8-12 ottobre

Ostia ► 13-16 ottobre

Isola del Giglio ► 16-20 ottobre

Isola d’Elba ► 20-23 ottobre

EVENTI PARALLELI

Favignana ► ottobre (data in corso di definizione)

Lampedusa ► 17-18/10

Palermo ► 23-24/10

Milazzo ► 24/10

Goletta Verde per la Marine Strategy è una campagna di Legambiente con Parco Nazionale Arcipelago Toscano

In collaborazione con Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Quercia secolare tagliata a Pellezzano, interviene il WWF

quercia-abbattuta-(3)-pellezzano-settembre-2015-vivimediaPELLEZZANO (SA). Quella meravigliosa ed imponente Quercia secolare in via Fravita a Pellezzano era sentinella maestosa e rigogliosa da decine e decine di anni, sicuramente ultra centenaria, ne aveva viste di tutti i colori e ne aveva trascorse di stagioni guardando nascere e morire generazioni di umani, subendo le tante modifiche e condizioni dell’ambiente intorno ma, nell’arco di poche ore, senza riconoscimenti d’onori è stata tagliata e distrutta come un ramoscello spazzato via per non trovarselo piu’ tra i piedi, come un intralcio scomodo e fastidioso da eliminare.
Questi i commenti dei residenti della zona e dei tanti cittadini di Pellezzano che a questo punto vogliono sapere perché e quali i reali motivi che si suppone abbia avuto l’Amministrazione Comunale per consentire che questo sia avvenuto senza indugio.
I residenti di Pellezzano vogliono chiarezza cosi come le Guardie Ambientali del WWF che immediatamente si sono recate presso gli Uffici Comunali per formalizzare la richiesta di tutti gli atti amministrativi per essere ufficialmente informati su quali effettivamente siano state le cosi gravi e reali condizioni di quel meraviglioso esemplare “dono della natura” ovviamente irreversibili, da necessitarne assolutamente l’abbattimento.

quercia-abbattuta-(1)-pellezzano-settembre-2015-vivimediaIntanto sono diversi e tutti negativi le ipotesi ed i commenti che tra gli abitanti si sono fatti in merito, che attraverso una serie di segnalazioni chiedono proprio alle Guardie del WWF di farsi portavoce di malcontenti.
Certamente c‘era stato nei giorni scorsi un pericoloso crollo di un ramo spezzatosi improvvisamente, anche un principio d’incendio che ne aveva danneggiato piccole porzioni di cortecce prontamente domato dal provvidenziale intervento della Protezione Civile di Pellezzano S.Maria delle Grazie e dei Vigili del Fuoco, ma l’albero si mostrava vivo e solido come sempre, presentava senza dubbi, nell’apparenza, la tipica e rigogliosa vegetazione stagionale, era completamente vegeta, dal fogliame sano e ricca di frutti (Ghiande), di cui le Ghiandaie si nutrivano piacevolmente, costituiva anche un importante rifugio per l’avifauna selvatica, che tra i suoi rami spesso sostava o faceva il proprio nido.

quercia-abbattuta-(2)-pellezzano-settembre-2015-vivimediaQuesto vedevano tutti i giorni gli abitanti di Capezzano, i quali si sono sempre lamentati invece della mancanza totale di manutenzione delle aree verdi e delle scarse attività di prevenzione e cura.
Forse quella Quercia proprio e solo di questo aveva bisogno, come ancora tanti altri alberi e aree naturali del territorio, PATRIMONIO dell’umanità, tutta.

Il coordinatore Provinciale delle Guardie Ambientali del WWF sez. di Salerno Alfonso De Bartolomeis si è recato subito negli uffici del Comune di Pellezzano per presentare ufficiale richiesta di accesso agli atti amministrativi e/o prodotti dall’Amministrazione utili a valutare le motivazioni alla base dell’abbattimento..

“Stiamo raccogliendo tantissime testimonianze di solidarietà, – dice Alfonso De Bartolomeis – quell’albero da poche ore è diventato il simbolo per molti di una natura oltraggiata e sopraffatta, occorre cura, corretta gestione e manutenzione continua del verde, rispetto assoluto di certe regole”.

La Legge n° 10 del 14 Gennaio 2013 ne stabilisce infatti la tutela in quanto introduce la definizione di Albero Monumentale, Art. 7, “Quercia secolare” come raro esempio di maestosità e longevità.

La stessa normativa ne dispone il censimento da parte dei Comuni per l’inserimento nell’elenco degli “alberi monumentali d’Italia” gestito dal Corpo Forestale dello Stato – continua il Coordinatore Alfonso De Bartolomeis –nessuno ovviamente oltre ogni cosa ora ci ridarà la nostra quercia abbattuta ma forse riusciremo a capire e stabilire come salvaguardare e tutelarne altre, il patrimonio naturale tutto, evitare che queste come altre situazioni si possano in futuro verificare con leggerezza, se leggerezze ci sono state”.

Resta ora verificare l’effettiva ed assoluta necessita di abbattimento e l’impossibilità di qualsiasi altra azione alternativa a salvaguardia e tutela del patrimonio naturale e paesaggistico, di un albero secolare tipico definito raro esempio di maestosità e longevità.

Ad un mese dalla scomparsa, ricordiamo Adolfo Corinaldesi, pittore dalla mano dorata e geniale signore delle maioliche. Un artista tutto da riscoprire e rivalutare

CAVA DE’ TIRRENI (SA). È passato poco più di un mese dalla scomparsa precoce, a soli sessantuno anni, di Adolfo Corinaldesi e ci sembra giusto, ora, a mente più fresca dopo la botta forte dell’emozione, rendere il giusto omaggio ad un artista geniale, un cavese che guardava al mondo e che ha avuto l’occasione per essere guardato e ammirato dal mondo ma non ha sempre avuto il piacere di essere riconosciuto come tale dai suoi concittadini.

Riportiamo qui un affettuoso ed emozionato ricordo scritto da Paola La Valle, che ha avuto modo di conoscere bene lui e la sua famiglia, ed uno stralcio della nota critica scritta per lui dall’artista Maria Teresa Kindjarsky per la pubblicazione del suo catalogo personale. Prima però è opportuno delineare, sia pure per linee brevi ed essenziali, il suo profilo esistenziale ed artistico.

Nato il 14 luglio 1954 a Cava de’ Tirreni, pur essendosi diplomato in una disciplina tecnica come la ragioneria, ha sempre coltivato la passione dell’arte a trecentosessanta gradi, con l’obiettivo di essere capace di dipingere, disegnare, lavorare la maiolica, la ceramica e la tela, caratterizzarsi nel figurativo come nell’astratto, nella decorazione come nel restauro. Ha cominciato ad esporre quando aveva solo ventuno anni, e da allora si è fatto apprezzare in tutta Italia ed anche all’estero, con un riferimento particolare negli Stati Uniti, dove, dopo essersi specializzato nella tecnica della maiolica umbra, nel 2004 ha esposto a San Francisco una personale di pittura e maiolica sul tema Ars et Amor.

Proprio in questi due settori ha raggiunto negli ultimi anni i risultati più convincenti. Nella pittura, ha sfruttato al meglio le sue eccellenti qualità di disegnatore, non limitandosi alla iniziale rielaborazione di quadri rinascimentali di altri autori, ma producendo opere originali, realizzate con un impasto tecnico assolutamente originale, ricche di suggestive tonalità di luce e di figure ad alto tasso di espressività, colte a volte con fascinosi lampi di genio espressivi. Tra tutti, segnaliamo il bellissimo volto del Cristo in “Le lacrime della storia”, le dolci e chiaroscurali palpitazioni de “L’attesa”, il tenero incontro generazionale di “Primi e ultimi passi”, le misteriose evocazioni di “Calme trasparenze”. Recentemente una serie di suoi dipinti, illustranti corpi di donna ed incentrati sulla violenza che essi subiscono, è stata esposta in Australia.

Il meglio di sé Corinaldesi lo ha offerto tuttavia nelle maioliche, di fascinoso ed immediato impatto, ricche di colori, fascinose figure e forme avvolgenti, espressione di una vulcanica energia interiore, arricchita di brividi d’amore e nello stesso tempo calda di una tenebrosa inquietudine esistenziale.

A Cava, nonostante non sia stato sempre profeta in patria come sperava (forse anche per il suo carattere sensibile e generoso, ma di non facile accesso), ha comunque avuto modo di effettuare una apprezzata mostra personale antologica nel 2005, a Santa Maria al Rifugio, ed ha donato ufficialmente un grande quadro della Pace, offerto gratuitamente alla Città in occasione del premio Mamma Lucia e della visita di un gruppo di ragazzi del Medio Oriente.

Per questo, il nostro, ed altri articoli che ci auguriamo vengano scritti sulla sua figura, oltre che un omaggio personale alla sua figura artistica, vogliamo fortemente intenderlo anche come l’avvio di un recupero forte e convinto da parte di tutta una collettività, tale da completare un rapporto intenso tutto da scoprire, riscoprire ed apprezzare. (FBVitolo)

***

Non ti avevo dedicato neanche una parola quando ho saputo che ci avevi lasciato. Così, all’improvviso. In un giorno che è stato brutto dal mattino; un’altra vita finita, poi tu che solo pochi giorni prima avevo scoperto malato. Ma non ho voglia di parlare di quello che non c’è più di te.

Ho letto molte cose in questi giorni da parte di persone che ti hanno dedicato pensieri, ricordi della tua sensibilità, della tua arte magistrale.

Ma io con te ho sempre litigato. Ci siamo scontrati dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti. La tua arte come scudo di ogni follia. È vero, sei, eri, un artista. Hai disegnato cose stupende, hai incastrato dentro le tue maioliche un animo che nella realtà non hai mai saputo o voluto raccontare davvero. E ora non potrai nemmeno venire a discutere di ciò che ti dirò!

Ti ricordi la tua passione per come scrivo? In fondo sei stato uno dei primi ad amare i miei pensieri, tanto da farli diventare presentazione della tua mostra qui a Cava, tanto da chiedermi di inaugurare il tuo laboratorio, tanto da rendermi immortale in un tuo quadro. Un quadro a cui avevi dato un titolo che poi hai cambiato, ma io e te lo ricordiamo ancora.

Si, sei stato un folle. Un folle genio, peccato che tu abbia imprigionato la tua arte dentro una corazza. Quando facevi trapelare ciò che c’era dietro, erano meraviglie quelle che venivano fuori, ma troppo spesso le sommergevi con quell’aria da burbero che ti piaceva assumere.

Cava ha parlato poco di te, ora come prima. Ma tu l’hai amata tanto, con i suoi personaggi, le sue storie, con i campioni che l’hanno attraversata.

Hai lottato per uscire dall’anonimato di una città snob, chiusa, lobbista, che sa curare solo interessi di parte, ma l’hai fato preferendo lo scontro, vantandoti di come ti amassero fuori, fino in America e non a casa tua. Nemo profeta in Patria, sembra scontata come frase. Ma per te è ancora più vera. Tu eri incompreso quasi ovunque. Ma hai lasciato grandi segni della tua presenza. I dipinti, la tua passione per i dettagli, le mani, ti ricordi quante volte me ne hai parlato?

So che da qui a un mese sarebbe partita la tua scuola, un sogno che stava per diventare realtà. Una vittoria su quella burocrazia e quel sistema che hai sempre combattuto, e che ti aveva concesso un sì giusto in tempo per non viverlo. Anche in questo ti hanno preso in giro? Ma forse non c’erano molti che potevano continuare la tua arte, la tua stessa passione, la tua stessa “follia”.

Ciao caro Adolfo, non ci siamo salutati in vita, non ci siamo più scambiati rimproveri e litigi, come vecchi amici sanno fare, ma con te non ho assolutamente l’impressione di essermi lasciata. Sei sempre qui intorno, il tuo cane lo vedo ogni mattina, a lui manchi di sicuro, ti viene incontro. Non sa che non tornerai, ma noi sappiamo che non hai fato in tempo ad abbandonarci, no, non l’hai fatto.

In ogni sfumatura di colore, in ogni sguardo, in ogni oggetto dove hai voluto lasciare la tua firma, potremmo rivederti, ritrovarti. Per sempre.

Tu vivrai molto più di noi caro Maestro. Egoista. Come sempre! (Paola La Valle)

***

La memoria, l’amore, la verità, la vita, si fondono e si estrinsecano in unico coro a più voci, nelle opere di questo artista cavese poliedrico, istrionico, rude, a volte iroso eppure dolcissimo, sensibile, a volte tenero, che riesce a farci vivere momenti di ineguagliabile lirismo.

Nei suoi dipinti, sospesi per sempre in una sorta di velata nostalgia, troviamo forme classiche avviluppate con tocco sapiente, in una plasticità che ammalia, forme che guardano al passato pur interrogando costantemente il futuro.

Corinaldesi dipinge corpi in modo magistrale, ma non si esaurisce in questo la sua arte. Egli valica i confini dell’immagine perché è se stesso, con la sua anima che tende a raccontare alle sue tele.

Ed è anche e soprattutto ceramista, arte in cui eccelle, estrinsecando un’altra parte di sé, tanto diversa dal Corinaldesi pittore. Con la ceramica esplode infatti nell’artista tutta la passione dell’uomo moderno, che vive emozioni forti, immediate. L’uomo che plasma la materia, scavandola, modellandola, in un’esaltazione di forme plastiche dai colori brillanti, dove anche immagini classiche rivisitate si trasfigurano e vivono una nuova, moderna dimensione.(Maria Teresa Kindjarsky D’Amato)

Interessante iniziativa del Gruppo ecologico “Liberi insieme” per recuperare i laghetti della Badia

laghetto-prima-dell'alluvione-badia-cava-de'-tirreni-settembre-2015-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). È arrivato l’autunno, che è la stagione classica delle belle camminate in collina o nei nostri bei boschi ricchi di piante e di emozionanti vedute verdi ed azzurro-marine.

Da mezzo secolo, però, c’è un luogo ameno, di cui i passeggiatori del territorio delle generazioni precedenti alla nostra hanno tratto momenti di deliziosa sintonia con la natura e che invece da decenni non può più essere goduto nella sua pienezza.

Parliamo della radura dei laghetti della Badia, uno dei posti più poetici che circondano

l’Abbazia Benedettina, un delizioso luogo di passeggiata e picnic.

Da decenni, dopo i disastri causati dall’alluvione del 1954, il laghetto è prosciugato e inutilizzabile.

Per recuperarlo ci vogliono volontà politica, forza lavoro e naturalmente disponibilità economiche.

Ed anche una spinta operativa. Spinta che forse è partita, ma senza arrivare a destinazione.

delio-trezza-cava-de'-tirreni-settembre-2015-vivimediaProviene dal gruppo ecologico “Liberi insieme”, che, a firma di Delio Trezza (oggi pensionato e collaboratore del figlio Michele nella gestione dell’Agenzia di Viaggi in via Balzico), aveva dichiarato la disponibilità a costo zero a pulire e dragare l’alveo del Torrente Selano in località Fuosso d’ ‘a rena e dare la possibilità all’acqua di fermarsi alle briglie costruite a suo tempo dal Genio Civile.

Con questa operazione si potrebbero formare piccoli laghetti e magari popolarli con carpe e trote e animali acquatici come papere e cigni, costruire passamano, panchine e attrezzi per esercizi ginnici a corpo libero.

Insomma un piccolo percorso vita per momenti di vita bella da trascorrere in un luogo tutto da riscoprire e da riamare.

La richiesta era stata inoltrata il 7 febbraio 2013 al Sindaco Marco Galdi, ma non aveva avuto seguito. Sindaco Servalli, ci vuole fare un pensierino?