Dicembre, 2016

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La protesta in una lettera aperta di un cittadino comune: è ancora tempo d’indignazione, purtroppo!

commemorazione-balvano-patrizia-resoUn film già visto. Non c’è nulla di più noioso di essere costretti a vedere un film già visto e che, per giunta, non ti è piaciuto.

E’ quanto sta avvenendo in questi giorni in Italia. E ci si indigna.

Il “nuovo” governo, sempre tecnico e traghettatore, presieduto da Gentiloni è un copia-incolla del precedente.

E pensare che Renzi si è imposto mediaticamente, senza ricevere quel necessario consenso popolare attraverso regolari elezioni, con il suo cavallo di battaglia della rottamazione …

Sì, devo riconoscere che ha portato una ventata di novità, per quanto riguarda l’aspetto somatico di chi siede oggi in Parlamento. Ma si tratta solo di una ventata anagrafica. Abbiamo infatti perso statisti di calibro per “onorevoli” freschi e impreparati, che di certo non rappresentano questo popolo italiano.
Un popolo costituito, oggi, prevalentemente da anziani e seconda età. Fasce sociali che ormai vivono nel limbo dell’economia nazionale (vedi prepensionati, esodati, alla ricerca di occupazione a 50 anni suonati …). Né rappresentativo di quella fettina sociale costituita dai più giovani, che non si riconoscono nei quadri dirigenti.
Vuoi perché lontani dalle loro esigenze, che a 30-40 anni, anche plurilaureati, non si possono permettere ancora un’autonomia finanziaria, oppure perché non rientrano nei nepotismi di potere, o perché denigrati a bamboccioni dell’ultima ora, o perché costretti ad emigrare.

Mi chiedo realmente cosa sia cambiato coll’avvicendarsi dei governi, dalla caduta del muro. Abbiamo perso la Politica, la nobile arte della Politica; abbiamo perso i partiti, unico strumento riconosciuto dalla Costituzione per concorrere ad una linea politica, trasformatisi oggi solo in macchine elettorali sofisticate per raccogliere voti; è degenerato il capitalismo in liberismo economico; è degenerata la scuola, centro di formazione della cittadinanza, in aziende in fregola per l’appannaggio di fondi. Inoltre ci sono quegli aspetti tecnici relativi alle tornate elettorali, o referendarie, che permangono ambigui e risultano utili solo come paraventi per negare eventuali sconfitte elettorali.
Il riferimento è relativo al voto all’estero (buste bianche,anonime, schede non vidimate e non timbrate); ai seggi volanti, che nei piccoli centri raccolgono voti palesi e li lasciano incustoditi; agli studenti degli atenei italiani, fuori sede, che si trasformano in elettori fantasma e sgomitano per fare i rappresentanti di lista, almeno possono votare … “E’ sempre stato così!” in molti affermano, specie tra militanti. Allora di quale cambiamento parliamo?

Anche l’attaccamento alla poltrona è del tutto uguale a quello degli “onorevoli” che li hanno preceduti.

Ampia dimostrazione è stata data dall’ex ministro per le Attività Parlamentari, Boschi, sonoramente bocciata dai risultati referendari e che aveva annunciato, a chiari lettere, il suo ritiro dalla politica, assumendosi le sue di responsabilità. Ha invece accettato addirittura una promozione! E non è il solo caso.

Questa mancanza totale di dignità e di coerenza non rispecchia il popolo italiano.

Il popolo italiano dignitosamente sta affrontando la crisi economica, nonostante l’evidente stridere con i vitalizi che si maturano in Parlamento, e al quale aspirano i “nuovi” pervenuti alla politica di Stato, che oggi scalpitano per tirare avanti fino a settembre.

Non rispecchia neppure la coerenza del popolo italiano. Coerenza che si manifesta ogni giorno quando, assumendo la propria di responsabilità, si appresta a pagare una multa se infrange la legge, oppure a rispettare la scadenza di una bolletta, pur lavorando in termini schiavistici, o, ancora, facendo fronte all’anatocismo per assolvere ai conti in rosso (non avendo nessun ente che li sovvenzioni), o mandando i propri figli a scuola, pur consapevoli che ormai è solo un’azienda …

Questo non è il cambiamento cui aspirava il popolo italiano!

Il popolo italiano aspirava, e aspira, a due cose, oggi totalmente e volutamente ignorate dai quadri dirigenti: democrazia e equità.

La democrazia si sta assottigliando sempre più, sufficiente soffermarsi al succedersi degli ultimi quattro governi (tralasciamo province e Ato dominante regionale). Per non parlare poi dell’umiliazione, del fango, in cui si viene gettati se non ci si conforma agli schemi reimposti.

L’equità invece è ormai una chimera, basti considerare il provvedimento varato per i pensionati di minima, proprietari della prima casa, invitati a ipotecare per vivere più dignitosamente, oppure i tanti, italiani, costretti a firmare falsi contratti di lavoro, pur di sentirsi produttivi.

I tempi sono maturi ormai per realizzare quella rivoluzione culturale che possa rendere il popolo protagonista del proprio futuro, che possa lenire quel disagio sociale e economico in cui è stato sprofondato, che lo renda partecipe e responsabile, come realmente desidera essere, e non suddito accondiscendente.

Per realizzare questa rivoluzione culturale è necessario azzerare il modus vivendi che ci è stata inculcato fino ad oggi.

Il NO al referendum equivale anche ad un NO alla corruzione politica, un NO al trasformismo opportunistico, un NO all’incoerenza di uno Stato che invita i cittadini al voto referendario, per poi non rispettarne l’esito (vedi anche referendum acqua 2011), un NO alle autocelebrazioni e alle passerelle delle prime donne …

Un governo serio non può più limitarsi a rispondere alle richieste di pochi, tralasciando le esigenze di molti.

Non ci si meravigli se dilaga il populismo!

Chi, delle forze politiche presenti, parlamentari ed extraparlamentari, è disposta a farsi carico di questo cambiamento? (Patrizia Reso)

Onore ai caduti al Sacrario Militare

 

bersaglieri-sacrario-militare-natale-2016-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). “Omaggiamo i caduti in tutte le guerre, i valorosi eroi che riposano nel Sacrario Militare di Cava de’ Tirreni, i cavesi sepolti ad El Alamein affinché possano tornare presto nella città natale, ricordiamo il primo caporal maggiore della Brigata paracadutisti “Folgore”, insignito della Croce d’Onore alla memoria Massimiliano Randino e tutti coloro che hanno dato la vita per le missioni internazionali di pace”. Così, il Cappellano Militare del Sacrario Metelliano Don Claudio Mancusi, Cappellano Militare Capo Interforze Salerno-Avellino della Caserma D’Avossa, alla cerimonia solenne del Sacrario metelliano. Alla commemorazione di stamattina erano presenti i componenti del Comitato per il Sacrario Militare, il presidente Daniele Fasano, il Presidente Onorario Generale Lucio Cesaro, Antonio Proto presidente dell’associazione Bersaglieri “Marcello Garzia” di Cava de’ Tirreni, il Colonnello Vincenzo Consalvo, il Colonnello Carlo De Martino, i componenti Roberto Catozzi, Maddalena Annarumma, Luigi Fasano, il consigliere comunale di Cava de’ Tirreni Vincenzo Lamberti, i genitori di Massimiliano Randino, le massime autorità civili e militari tra cui il Comandante della Tenenza dei Carabinieri di Cava de’ Tirreni, Tenente Vincenzo Tatarella, il Colonnello Andrea Mazzotta Comandante del reggimento “Cavalleggeri Guide” di Salerno, la Guardia di Finanza ed il Cavaliere di Gran Croce Ordine Giuseppe Raimondi e le associazioni del territorio. “Il livello di civiltà di un paese si denota da come vengono onorati i propri morti – aggiunge Don Claudio Mancusi- ed il vostro è grandissimo”. Grande commozione in sala in occasione dell’intervento del presidente Daniele Fasano. “Oggi mio padre, il Grand’Ufficiale Salvatore Fasano, non è venuto perché fa molto freddo – sottolinea- ma in questo momento ci è vicino con il cuore”. Infine, i dati annuali del blog del sacrario militare. “Abbiamo superato le 15.600 visualizzazioni – conclude- ci contattano in prevalenza non solo dall’Italia ma anche da Russia, Canada, Stati Uniti e Germania”. (Lara Adinolfi)

“Migranti, la sfida dell’incontro”, la mostra ospitata all’ISS Giovanni XXIII

inaugurazione-mostra-migranti-iss-giovanni-xxiii-dicembre-2016-cava-de'-tirreni-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Questa mattina, durante la cerimonia di inaugurazione, si sono potuti ammirare i pannelli espositivi allestiti all’ interno dell’aula magna già pronta a ricevere visitatori grandi e piccoli, studenti di oggi e di ieri. La mostra di per sé non pretende di trovare soluzioni, ma vuole far riflettere sul problema dell’immigrazione e condurre lo spettatore in un viaggio alla scoperta della propria identità, quella che si conosce solo attraverso il confronto con le altre culture

La Dirigente Scolastica professoressa Daniela Novi ha aperto l’incontro accogliendo e presentando gli intervenuti:

La dottoressa Rosa Della Monica ( viceprefetto di Salerno) ha spiegato alla platea come vengono accolti i migranti che sbarcano sulle nostre coste.

Il capitano di fregata Alberto Mandrillo ha spiegato in cosa consistono le operazioni di recupero e salvataggio in mare, mettendo in evidenza il profondo coinvolgimento tecnico ed umano della capitaneria.

Il professore Claudio Marra dell’ Università di Salerno e osservatorio sulle Politiche Sociali ha fornito i dati relativi all’ ingresso dei migranti in Italia, sottolineando come Salerno sia meta preferita del soggiorno permanente di intere famiglie extracomunitarie.

 L’intervento di don Vincenzo Federico ha catturato l’attenzione dei ragazzi :  l’uomo é un essere in cammino che si muove per interesse, conoscenza oppure perché abita in un territorio che non gli consente di vivere e di essere. Ai ragazzi dice di non accontentarsi del banale ma di fare chiarezza e di conoscere per giudicare.

Giorgio Paolucci, giornalista e curatore della mostra é rimasto colpito dalla sensibilità con cui i ragazzi dell’ ISS “Giovanni XXIII”  l’ hanno personalizzata rendendola esperienza viva per il visitatore.

La mostra resterà aperta fino al 22 dicembre.

Domenica 18 e lunedì 19 dicembre in scena “Novecento”: un racconto meraviglioso, una metafora emozionante, una grande sinfonia scenica. Ne parliamo con la regista, Clara Santacroce

01-clara-santacroce-renata-fuscoCAVA DE’ TIRRENI (SA). Sedicesimo Autunno cavese, l’annuale rassegna organizzata da Temprart -Teatro Arte Tempra di Clara Santacroce e Renata Fusco (insieme nella foto). Dopo gli splendidi esiti degli shakespeariani La dodicesima notte e Shakespeare in lab, ora è in programma un grande ritorno: Novecento, di Alessandro Baricco, la straordinaria storia di un uomo che è nato su una nave da crociera e da lì non scende mai, imparando a conoscere la vita dagli spicchi di mondo che passano per la nave e riuscendo ad esprimere le sue emozioni con la tastiera del pianoforte, con la quale ha un trascinante rapporto ematico. Ne fu fatto uno spettacolare reading agli inizi dell’avventura del gruppo Arte Tempra.

Nell’edizione di tanti anni fa, si trattava di una lettura spettacolo: gli attori non recitavano, ma a turno leggevano, con movimenti e a tratti si sublimavano in movenze di danza, che occupavano la parte anteriore della scena, alle cui spalle dominava un grande velo che evocava una nave, al cui interno si stagliava l’ombra di un pianista (Julian Mazzariello, agli inizi di una grande carriera), che accompagnava dal vivo l’azione e le parole e si produceva in emozionanti assolo, come richiede il testo. Tutt’altro spettacolo, invece è il nuovo Novecento.

Ne parliamo con la regista di ieri e di oggi, Clara Santacroce.

Sono cambiate tante, tante cose, rispetto al Novecento di quindici anni fa. Vero?

È vero. È tutto un altro spettacolo. In comune con il precedente, sono rimasti la scenografia fortemente evocativa, con il velo – nave che racchiude l’ombra del pianista, la fedeltà piena al testo, sul quale viene fatta solo qualche piccola ricucitura, ma senza cambiare nessuna parola,. E la musica dal vivo, che sarà affidata ad un prestigioso Maestro come Lucio Grimaldi, un signore dei tasti ricco di inventiva, nello stile del protagonista del romanzo, Novecento.

E gli attori?

Gli attori recitano narrando e narrano recitando e contestualmente fanno anche da spettatori, tutti.

Insomma, un’affabulazione corale di spettattori e narrattori?

A parte il gioco di parole, proprio così. La vicenda viene rievocata da un gruppo di persone che se la raccontano sotto forma di conversazione, non come novità, ma come ri-scoperta. Appare chiaro infatti che la conoscono già e che ne sono rimasti affascinati, tanto è vero che parlano con appassionato interesse e si inseriscono nel discorso con il tono di chi aggiunge sempre il piccolo particolare illuminante.

Sulla base dello stile Arte Tempra e di quanto finora anticipato, dobbiamo dedurre che si tratterà di uno spettacolo sinfonico e “plurisensoriale”?

Questa è la mia intenzione. La parola e la voce sono fondamentali, ma la protagonista vera sarà la musica, come suggerisce il testo di Baricco, come è nelle corde di Novecento, che sente e parla con i tasti. E non dimentichiamo il gioco delle luci, che, grazie anche alle moderne tecnologie, permette una vera e propria, benefica “farmacia di colori”.

Come tutti i capolavori, e Novecento possiamo tranquillamente considerarlo tale, una vicenda può avere vari livelli di lettura. Quali la regista Santacroce ha privilegiato nello spettacolo?

Innanzitutto, la musica, come già ho detto: è un linguaggio universale, uno di quelli che necessitano di meno mediazioni per l’acquisizione e l’impatto.

Nel nostro caso, c’è il valore aggiunto delle note di Ennio Morricone, che hanno nobilitato il film di Tornatore La leggenda del pianista sull’Oceano, tratto proprio da Novecento.

Certamente, ma posso anticipare che ne saranno evocati solo i temi principali. La “nostra” colonna sonora svaria su più terreni.

Altri livelli di lettura?

Senz’altro, l’immaginazione. Un’intuizione geniale di Baricco, quella di creare un personaggio che nasce e vive su una nave e conosce il mondo solo attraverso i racconti e gli sguardi delle migliaia di persone che nel corso degli anni salgono e scendono da essa. E non scende, perché il mondo è troppo grande per poterlo abbracciare con uno sguardo totale. Con l’immaginazione, si può cogliere anche l’infinito, come faceva Leopardi dietro quella siepe.

E allora, voleremo nell’infinito anche noi, dalla platea?

È quello che ci auguriamo tutti. Per “volare” insieme …

“L’uccisione legale ed illegale degli animali”, il Prof. Orlando Paciello relatore al “Tasso” di Salerno

paciello-orlando-uccisione-illegale-animali-salerno-dicembre-2016-vivimediaSALERNO. Venerdì 16 dicembre 2016, dalle ore 16.00 alle ore 18.00, presso la Sala-Teatro della Scuola Secondaria di I grado “T. Tasso” di Salerno, si terrà la conferenza “L’uccisione legale ed illegale degli animali”, rientrante nell’ambito del progetto “Alimentazione, ambiente, rispetto per tutti i viventi. Questioni di bioetica”. Relatore il Prof. Orlando Paciello, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Salerno, che si soffermerà sul maltrattamento degli animali e sul reato di animalicidio. Alla Campania il triste record dei crimini contro gli animali

Il maltrattamento degli animali ed il reato di animalicidio al centro del nuovo appuntamento con il Ciclo di Conferenze “Alimentazione, ambiente, rispetto per tutti i viventi. Questioni di bioetica”, organizzato nell’ambito delle attività extracurriculari dalla Scuola Secondaria di I grado “T. Tasso” di Salerno.

Venerdì 16 dicembre 2016, dalle ore 16.00 alle ore 18.00, il Prof. Orlando Paciello, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Salerno, nonché docente di patologia generale e anatomia patologica veterinaria presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, affronterà la tematica “L’uccisione legale ed illegale degli animali”.

Un argomento quanto mai attuale ed un’emergenza particolarmente diffusa nella Campania, che detiene il triste record dei crimini contro gli animali gestiti dalla criminalità, come emerge dal Rapporto Zoomafia 2016 redatto dall’Osservatorio Zoomafia della LAV – Lega Anti Vivisezione.

Combattimenti tra cani, corse clandestine di cavalli, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica e tratta di cuccioli tra le “tipologie” più radicate di sfruttamento illegale di animali. Addirittura si stima, in base ai dati forniti dalle varie Procure della Repubblica sul territorio regionale, che in Campania ogni 15 ore si apre un fascicolo per reati a danno di animali ed ogni 18 ore c’è un nuovo indagato.

Dati sicuramente allarmanti, che rendono particolarmente interessante l’appuntamento con il Prof. Orlando Paciello, la cui relazione sarà incentrata sui variegati aspetti del reato di animalicidio, introdotto nel Codice Penale italiano con l’art. 544-bis (“Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”).

In realtà il maltrattamento degli animali è spesso il sintomo, soprattutto nei bambini e nei ragazzi, di un disturbo della condotta che va attentamente seguito e curato da esperti psicologi per prevenire ed evitare conseguenze ancor più gravi nell’adulto, che a volte possono sfociare in comportamenti aggressivi interspecifici fino all’omicidio.

Su questo e tanto altro ancora si soffermerà il Prof. Orlando Paciello. Appuntamento fissato, dunque, per venerdì 16 dicembre 2016, dalle ore 16.00 alle ore 18.00, presso la Sala-Teatro della Scuola Secondaria di I grado “T. Tasso” di Salerno, sita in via M. Iannicelli.