Gennaio, 2020
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Raffaella La Crociera, la piccola poetessa di Roma
Raffaella La Crociera, romana, scomparsa a soli 14 anni nel 1954 per un male incurabile. Una dolce bambina proprio come la piccola Anna Frank che la follia omicida nazista sottrasse alla vita. Di Raffaella non abbiamo un diario, ma alcune poesie, a tratti ingenue, ma terribilmente emozionanti oltre che dolorosamente vere.
Ammalata gravemente, poco prima di morire, sentì dell’alluvione che la notte del 25 ottobre -era il 1954- aveva colpito il salernitano e della raccolta fondi promossa dalla Rai per aiutare gli alluvionati. La piccola si commosse molto pensando alle tante vittime, specie ai bambini come lei. Di famiglia povera, non potendo donare altro, pensò di offrire una sua poesia: Er zinale ovvero Il grembiule. I dirigenti della RAI, commossi da questo gesto così semplice, ma al tempo stesso così nobile, non solo lessero in diretta questi suoi versi ma ebbero l’idea di mettere all’asta il suo manoscritto al fine di destinare il ricavato agli alluvionati. Vi fu una vera gara di solidarietà e alla fine la poesia fu battuta all’asta per la ragguardevole cifra di mezzo milione di lire, asta vinta da una contessa di nazionalità svizzera. La piccola poetessa si spense solo pochi giorni dopo, il 2 novembre. Alla sua morte seguirono riconoscimenti e premi e ben presto delle sue poesie furono pubblicate in alcune antologie scolastiche. Oggi due scuole elementari portano il suo nome come pure alcune strade di Roma.
E’ sepolta nel Cimitero Monumentale del Verano, il suo l’epitaffio recita:
Premio Bontà 1954 Raffaella La Crociera 23.11.1940 – 2.11.1954
Piccola poetessa di Roma
Ho pensato di non riportare Er zinale – potrà essere facilmente recuperata in internet- né poesie che trattano argomenti dolorosi e tristi come ad esempio Una malatina, un autoritratto terribile e dolcissimo al tempo stesso, ma due brevi poesie dove vien fuori il carattere scherzoso e divertito di una ragazzina di quell’età. In Il giornale prende in giro un amico saputello che “con boria” legge un giornale ma in modo alquanto improbabile: ”E’ vero, lui sta leggendo disinvolto/ma sta leggendo un giornale capovolto”. Un finale a sorpresa dall’ umorismo graffiante che ricorda il grande Trilussa. E La damina di zucchero. Si racconta di una storia d’amore dolcissima, tenera, fra una damina di zucchero e un soldato di cioccolato. Storia d’amore con un finale doloroso per la povera damina che intenerisce fortemente, quasi presagio per la piccola poetessa condannata a una fine assai prematura.
Il giornale
In una grande poltrona, sprofondato
legge Pierino con boria un giornale parlato.
Cupo, serio, fa gli occhi grandi ed esclama: oihbò!
Eppure in segreto vo dirvi una cosa che so.
E’ vero, lui sta leggendo disinvolto
ma sta leggendo un giornale capovolto.
Roma, 9 giugno 1954
La damina di zucchero
Tra le molte cose di zucchero, in una vetrina
appare una damina.
A lei, vicino c’è un cavaliere
nella sua divisa di cioccolato è assai fiero.
Buondì, madama, dice il soldato;
posso invitarla nel mio castello di cioccolata?
C’è pronta la carrozza di torrone
che aspetta giù al portone.
Ma ahimé, la povera damina,
con tutti quei complimenti, rossa diventò.
E nel suo rossore si squagliò.
Roma, 20 giugno 1954
Sono versi semplici, in rima baciata quasi sempre rispettata, ma denotano una sensibilità poetica sorprendente per una ragazza della sua età: sorridere e al tempo stesso irridere, così bonariamente, con un umorismo sottile cui non rinuncia neppure in quei dolorosi ultimi mesi della sua brevissima vita. Sarebbe auspicabile che queste sue poesie, lontano da giudizi critici, venissero riscoperte a testimonianza di una vita, fulgido esempio d’amore fraterno e di totale abnegazione.
CASTELLAMMARE DI STABIA (NA). Ancora vincente la Cavese con le migliori del girone. Per Campilongo&Co. altra bella impresa portata a segno
La Cavese si conferma ammazzagrandi al Menti . Anche il Teramo deve ammainare bandiera e confermare che se c’è da soffrire e gettare nella mischia ogni energia psicofisica i ragazzi di Campilongo rispondono a tono. La gara sin dalle prime battute dimostra che è aperta a ogni risultato. Fasi lunghissime di studio interrotte solo al 20’pt con la prima conclusione a rete da parte della Cavese con un colpo di testa fuori specchio di Germinale su assist di Di Roberto da destra. Altra azione pericolosa aquilotta al 26’pt con Sainz-Maza che si intrufola nel cuore dell’area di rigore abruzzese infilando d’anticipo il piede tra Cancellotti e Piacentini ma il lob finisce altro sulla traversa. La sfida non decolla sul piano delle emozioni, giocata quasi come una partita a dama con molte pedine bloccate. Al 41’pt bellissima azione di Di Roberto in contropiede, conclusa con un pallonetto che scavalca Tomei ma la bandierina alzata dell’assistente di Maggio rende tutto vano. L’assist di Sainz-Maza leggermente ritardato aveva pescato in off-side il numero sette. Ma restano molti dubbi. Tre minuti più tardi con una Cavese che chiude in avanti la prima fase del match la occasionissima sui piedi di Matera. Un batti e ribatti al limite dell’area ospite mette in condizione quest’ultimo di calciare a botta sicura da una decina di metri. Il tiro è forte e rasoterra ma si supera Tomei che evita la capitolazione.
Nella ripresa il leit-motiv della sfida resta lo stesso. Entrambe provano a giocare in velocità e a sorprendere l’avversario ma senza acuti significativi. Almeno fino al minuto numero 8. Bombagi su calcio di punizione dal vertice sinistro del suo attacco impegna severamente D’Andrea. Ma la Cavese tiene fede alla tradizione stagionale, quella di andare a segno quasi sempre nei minuti iniziali delle riprese. E così sblocca il risultato. Al 12’st calcio d’angolo corto di Sainz-Maza per Di Roberto che di prima pesca Matino che di testa sale al secondo piano e incorna nell’angolino lontano bucando Tomei e la porta del Teramo. Due minuti più tardi è lo stesso Sainz-Maza che lanciato in contropiede potrebbe raddoppiare ma la conclusione è neutralizzata da Tomei in angolo con due compagni biancoblù, tutti soli nel cuore dell’area teramana, a prendersela con lui per essere stato arciegoista. Il Teramo si affida al suo punto di riferimento avanzato per provare a raddrizzare la rotta. Una sua conclusione su calcio piazzato al 22’st scheggia il palo alla sinistra di D’Andrea. Sasà Campilongo corre ai ripari e mette in campo energie fresche. Fa l’esordio in maglia biancoblù Cesaretti. E insieme a lui entra anche Lulli, e dopo una decina di minuti Marzupio. Al 42’t D’Andrea regala un brivido alla sua retroguardia facendosi sfuggire di mano una palla innocua ma ci mette una pezza lui stesso e tutto finisce per il meglio. La Cavese soffre la pressione ospite degli ultimi minuti. Ma stringe i denti. Quattro i minuti di recupero che sembrano non finire mai trascorrono senza altri sussulti. La festa finale al triplice fischio parte e non si arresta a lungo. Anche i tifosi teramani al seguito della squadra rincuorano i loro. La promozione resta ancora un loro obiettivo. Per la Cavese invece un passo avanti ulteriore verso la salvezza è fatto. E sabato è derby a Pagani.
CAVESE 1919 TERAMO 1913 1-0
CAVESE (4-4-1-1): D’Andrea; Polito, Matino, Marzorati, Spaltro; Di Roberto(25’st Cesaretti), Castagna (25’st Lulli), Matera, Sainz-Maza (37’st Marzupio); Bulevardi (47’st Favasuli); Germinale. A disp. Paduano, Nunziata, D’Ignazio, Cernaz, De Rosa, Mirante, De Luca. All. Salvatore Campilongo.
TERAMO (4-3-1-2): Tomei; Cancellotti, Piacentini (16’st Cristini), Soprano, Tendardini (39’st Birgilea); Santoro (39’st Mungo), Viero (1’st Arrigoni), Ilari (22’st Cappa); Costa Ferreira; Magnaghi, Bombagi. A disp. Valentini, Lewandowski, Florio, Cappa, Fiore.
ARBITRO: Enrico MAGGIO (Lodi), I ass. Massimiliano BONOMO (Milano), II ass. Fabrizio Giorgi (Legnano).
RETI: 12’st Matino (C ).
NOTE: Spettatori circa 1500 di cui un centinaio da Teramo. Ammoniti: Viero (T), Lulli (C ), D’Andrea (C ). Angoli: 9 a 6 per il Teramo. Recuperi: 0′ pt, 4′ st.
NAPOLI. GDF: sequestro di pesce spada sottomisura nelle acque del Golfo di Napoli
Continua incessante la lotta alla pesca di frodo da parte delle vedette della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Napoli.
Dopo il maxi sequestro di 2400 ricci di mare della scorsa settimana, i Finanzieri del Comando di Mergellina, nell’ambito della più ampia attività di polizia economico finanziaria condotta quotidianamente lungo la fascia costiera e sotto il coordinamento del Reparto Operativo Aeronavale partenopeo, hanno sequestrato, nella mattinata di ieri, 3 esemplari giovani di pesce spada di dimensioni notevolmente inferiori rispetto a quelle previste dalle norme che tutelano le specie ittiche.
Durante il servizio d’Istituto nella zona vesuviana, l’imbarcazione della Guardia di Finanza ha intercettato a largo un natante da diporto i cui occupanti, intenti nella pesca del pesce spada, alla vista dei militari hanno tentato invano di liberarsi del pescato, cercando di disfarsi anche delle attrezzature che stavano utilizzando. Il pronto intervento dei finanzieri ha evitato che i soggetti disperdessero in mare anche quanto illecitamente catturato col fine ultimo di sfuggire al controllo di polizia e alle sensibili sanzioni previste.
Il prodotto ittico, dopo la verifica sanitaria effettuata dal personale veterinario dell’ASL Napoli 1 Centro, è stato devoluto in beneficenza ad un ente caritatevole della provincia di Napoli.
La presenza regolare delle unità navali ed aree del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Napoli, che operano per l’adempimento dei propri compiti istituzionali di polizia economico-finanziaria e di polizia del mare lungo l’estesa fascia costiera campana, testimonia ancora una volta l’attenzione che la Guardia di Finanza rivolge alla comunità ed ai suoi cittadini, coniugando la costante prevenzione e la repressione delle condotte illecite, a favore di una economia più sana, ad un’attenzione sempre viva verso le persone più bisognose.