Gennaio, 2020

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Raffaella La Crociera, la piccola poetessa di Roma

Raffaella La Crociera, romana, scomparsa a soli 14 anni nel 1954 per un male incurabile. Una dolce bambina proprio come la piccola Anna Frank che la follia omicida nazista sottrasse alla vita. Di Raffaella non abbiamo un diario, ma alcune poesie, a tratti ingenue, ma terribilmente emozionanti oltre che dolorosamente vere.

Ammalata gravemente, poco prima di morire, sentì dell’alluvione che la notte del 25 ottobre -era il 1954- aveva colpito il salernitano e della raccolta fondi promossa dalla Rai per aiutare gli alluvionati. La piccola si commosse molto pensando alle tante vittime, specie ai bambini come lei. Di famiglia povera, non potendo donare altro, pensò di offrire una sua poesia: Er zinale ovvero Il grembiule. I dirigenti della RAI, commossi da questo gesto così semplice, ma al tempo stesso così nobile, non solo lessero in diretta questi suoi versi ma ebbero l’idea di mettere all’asta il suo manoscritto al fine di destinare il ricavato agli alluvionati. Vi fu una vera gara di solidarietà e alla fine la poesia fu battuta all’asta per la ragguardevole cifra di mezzo milione di lire, asta vinta da una contessa di nazionalità svizzera. La piccola poetessa si spense solo pochi giorni dopo, il 2 novembre. Alla sua morte seguirono riconoscimenti e premi e ben presto delle sue poesie furono pubblicate in alcune antologie scolastiche. Oggi due scuole elementari portano il suo nome come pure alcune strade di Roma.

E’ sepolta nel Cimitero Monumentale del Verano, il suo l’epitaffio recita:
Premio Bontà 1954 Raffaella La Crociera 23.11.1940 – 2.11.1954
Piccola poetessa di Roma

Ho pensato di non riportare Er zinale – potrà essere facilmente recuperata in internet- né poesie che trattano argomenti dolorosi e tristi come ad esempio Una malatina, un autoritratto terribile e dolcissimo al tempo stesso, ma due brevi poesie dove vien fuori il carattere scherzoso e divertito di una ragazzina di quell’età. In Il giornale prende in giro un amico saputello che “con boria” legge un giornale ma in modo alquanto improbabile: ”E’ vero, lui sta leggendo disinvolto/ma sta leggendo un giornale capovolto”. Un finale a sorpresa dall’ umorismo graffiante che ricorda il grande Trilussa. E La damina di zucchero. Si racconta di una storia d’amore dolcissima, tenera, fra una damina di zucchero e un soldato di cioccolato. Storia d’amore con un finale doloroso per la povera damina che intenerisce fortemente, quasi presagio per la piccola poetessa condannata a una fine assai prematura.

 

Il giornale

In una grande poltrona, sprofondato
legge Pierino con boria un giornale parlato.
Cupo, serio, fa gli occhi grandi ed esclama: oihbò!
Eppure in segreto vo dirvi una cosa che so.
E’ vero, lui sta leggendo disinvolto
ma sta leggendo un giornale capovolto.

Roma, 9 giugno 1954

 

La damina di zucchero

Tra le molte cose di zucchero, in una vetrina
appare una damina.
A lei, vicino c’è un cavaliere
nella sua divisa di cioccolato è assai fiero.
Buondì, madama, dice il soldato;
posso invitarla nel mio castello di cioccolata?
C’è pronta la carrozza di torrone
che aspetta giù al portone.
Ma ahimé, la povera damina,
con tutti quei complimenti, rossa diventò.
E nel suo rossore si squagliò.

Roma, 20 giugno 1954

 

Sono versi semplici, in rima baciata quasi sempre rispettata, ma denotano una sensibilità poetica sorprendente per una ragazza della sua età: sorridere e al tempo stesso irridere, così bonariamente, con un umorismo sottile cui non rinuncia neppure in quei dolorosi ultimi mesi della sua brevissima vita. Sarebbe auspicabile che queste sue poesie, lontano da giudizi critici, venissero riscoperte a testimonianza di una vita, fulgido esempio d’amore fraterno e di totale abnegazione.

CASTELLAMMARE DI STABIA (NA). Ancora vincente la Cavese con le migliori del girone. Per Campilongo&Co. altra bella impresa portata a segno

La Cavese si conferma ammazzagrandi al Menti . Anche il Teramo deve ammainare bandiera e confermare che se c’è da soffrire e gettare nella mischia ogni energia psicofisica i ragazzi di Campilongo rispondono a tono. La gara sin dalle prime battute dimostra che è aperta a ogni risultato. Fasi lunghissime di studio interrotte solo al 20’pt con la prima conclusione a rete da parte della Cavese con un colpo di testa fuori specchio di Germinale su assist di Di Roberto da destra. Altra azione pericolosa aquilotta al 26’pt con Sainz-Maza che si intrufola nel cuore dell’area di rigore abruzzese infilando d’anticipo il piede tra Cancellotti e Piacentini ma il lob finisce altro sulla traversa. La sfida non decolla sul piano delle emozioni, giocata quasi come una partita a dama con molte pedine bloccate. Al 41’pt bellissima azione di Di Roberto in contropiede, conclusa con un pallonetto che scavalca Tomei ma la bandierina alzata dell’assistente di Maggio rende tutto vano. L’assist di Sainz-Maza leggermente ritardato aveva pescato in off-side il numero sette. Ma restano molti dubbi. Tre minuti più tardi con una Cavese che chiude in avanti la prima fase del match la occasionissima sui piedi di Matera. Un batti e ribatti al limite dell’area ospite mette in condizione quest’ultimo di calciare a botta sicura da una decina di metri. Il tiro è forte e rasoterra ma si supera Tomei che evita la capitolazione.

Nella ripresa il leit-motiv della sfida resta lo stesso. Entrambe provano a giocare in velocità e a sorprendere l’avversario ma senza acuti significativi. Almeno fino al minuto numero 8. Bombagi su calcio di punizione dal vertice sinistro del suo attacco impegna severamente D’Andrea. Ma la Cavese tiene fede alla tradizione stagionale, quella di andare a segno quasi sempre nei minuti iniziali delle riprese. E così sblocca il risultato. Al 12’st calcio d’angolo corto di Sainz-Maza per Di Roberto che di prima pesca Matino che di testa sale al secondo piano e incorna nell’angolino lontano bucando Tomei e la porta del Teramo. Due minuti più tardi è lo stesso Sainz-Maza che lanciato in contropiede potrebbe raddoppiare ma la conclusione è neutralizzata da Tomei in angolo con due compagni biancoblù, tutti soli nel cuore dell’area teramana, a prendersela con lui per essere stato arciegoista. Il Teramo si affida al suo punto di riferimento avanzato per provare a raddrizzare la rotta. Una sua conclusione su calcio piazzato al 22’st scheggia il palo alla sinistra di D’Andrea. Sasà Campilongo corre ai ripari e mette in campo energie fresche. Fa l’esordio in maglia biancoblù Cesaretti. E insieme a lui entra anche Lulli, e dopo una decina di minuti Marzupio. Al 42’t D’Andrea regala un brivido alla sua retroguardia facendosi sfuggire di mano una palla innocua ma ci mette una pezza lui stesso e tutto finisce per il meglio. La Cavese soffre la pressione ospite degli ultimi minuti. Ma stringe i denti. Quattro i minuti di recupero che sembrano non finire mai trascorrono senza altri sussulti. La festa finale al triplice fischio parte e non si arresta a lungo. Anche i tifosi teramani al seguito della squadra rincuorano i loro. La promozione resta ancora un loro obiettivo. Per la Cavese invece un passo avanti ulteriore verso la salvezza è fatto. E sabato è derby a Pagani.


CAVESE 1919 TERAMO 1913 1-0

CAVESE (4-4-1-1): D’Andrea; Polito, Matino, Marzorati, Spaltro; Di Roberto(25’st Cesaretti), Castagna (25’st Lulli), Matera, Sainz-Maza (37’st Marzupio); Bulevardi (47’st Favasuli); Germinale. A disp. Paduano, Nunziata, D’Ignazio, Cernaz, De Rosa, Mirante, De Luca. All. Salvatore Campilongo.

TERAMO (4-3-1-2): Tomei; Cancellotti, Piacentini (16’st Cristini), Soprano, Tendardini (39’st Birgilea); Santoro (39’st Mungo), Viero (1’st Arrigoni), Ilari (22’st Cappa); Costa Ferreira; Magnaghi, Bombagi. A disp. Valentini, Lewandowski, Florio, Cappa, Fiore.

ARBITRO: Enrico MAGGIO (Lodi), I ass. Massimiliano BONOMO (Milano), II ass. Fabrizio Giorgi (Legnano).

RETI: 12’st Matino (C ).

NOTE: Spettatori circa 1500 di cui un centinaio da Teramo. Ammoniti: Viero (T), Lulli (C ), D’Andrea (C ). Angoli: 9 a 6 per il Teramo. Recuperi: 0′ pt, 4′ st.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Ricordando il caro Peppe Basta, una vita da teatro

Hai attraversato come un soffio di vento tutte le scene della vita e con forza e leggerezza hai soffiato sui cuori di tanti, lasciando una scia colorata.

Eravate una cosa sola tu e il palcoscenico e, come si addice ad ogni vero attore e come sottolineavi in uno dei tuoi monologhi più amati, spogliarsi “dopo il sipario” del vestito sorridente era ritrovarsi a contatto nudo con la parte più misteriosa e chiaroscurale di se stesso. Ma forse era anche scoprire che, se pure trasparivano oltre la maschera frammenti di fragilità o di debolezza o una stranita voglia di coccole, in fondo rimaneva tanto di quel Peppe che liberava energie esplosive o insegnava al mondo dei ragazzi a ritrovare i colori giusti della crescita grazie alla libera fuoruscita delle energie emozionali fisiche ed emozionali.

Era questo il filo rosso che ha tracciato i tuoi giorni, fin da quando, giovanissimo, sentivi in te il vulcano della nuova cultura giovanile e ti scatenavi nelle danze sfrenate in compagnia e contemporaneamente nelle danze disciplinate sui primi palcoscenici che calcavi. Sentivi che il nuovo mondo stava anche nel nuovo teatro, e lo coltivasti con convinzione a Nocera , proponendo con i tuoi amici, Franco Forte in testa, le idee innovative del teatro gestuale, della scrittura di scena, dell’intelligenza nell’assurdo, dell’occupazione fisica della scena oltre la parola.

Leo De Berardinis, Eugenio Barba, Grotowsky, Beckett, Ionesco, gli straniamenti degli autori russi: erano questi la nuova frontiera. E l’hai difesa con coerenza, anche negli anni in cui con i tuoi amici avete aperto colorate finestre artistiche e culturali col Teatro A di Sanseverino. Ma l’hai fatto pure nell’ultimo lungo periodo della tua vita, quando ti sei dedicato ai progetti teatrali nelle scuole e sei stato il lettore ufficiale dei testi dell’Iride (perla nazionale della tua “iridata” famiglia), fino all’ultima emozionante lettura, non in diretta ma registrata dalla stanza del tuo sofferente tunnel finale.

E hai animato a lettere di fuoco le visite degli studenti (e non solo) alle stimolanti mostre della Mediateca Marte, quando i visitatori se ne tornavano a casa sospesi a metà tra il godimento di aver scoperto un Mirò, un Picasso, uno Chagall e il divertito piacere di aver visto e ascoltato Peppe Basta mentre, da artista lui stesso, dipingeva con la sua voce e le sue movenze le parole degli artisti.

Credevi profondamente nel teatro, come fonte di cultura, di comunicazione, di formazione. Una fonte universale, connaturata all’uomo in quanto animale sociale, a prescindere dall’età. Anche per questo ti sei lanciato con slancio e convinzione a costruire spettacoli dovunque, nelle scene più mature e nelle “periferie del sipario”. Come non citare la tua collaborazione con l’indimenticabile Betty Sabatino nei suoi progetti di diffusione della filosofia fin da bambini, intendendo la filosofia come capacità autonoma di discernimento, di giudizio e di espressione dei sentimenti e del pensiero? Come non ringraziarti per la tua presenza assidua, generosa, instancabile, tra i ragazzi dell’ANAIMA, a costruire per qualche decina di anni spettacoli “normodotati” anche per non normodotati ed offrendo loro una finestra su un protagonismo assolutamente rivitalizzante?

E, mi consentirai, come posso dimenticare io personalmente la nostra lunga collaborazione, scolastica e non solo? Insieme ne abbiamo costruiti tanti, di spettacoli, al Liceo Scientifico “A. Genoino”, con quel magnifico gruppo degli “Assurdi&Basta” (un nome che era tutto un programma) e senza rinchiuderli tra le mura di un istituto, ma portandoli in giro, partecipando a tanti concorsi e ottenendo riconoscimenti e premi che ci gratificavano, ci sollecitavano a proseguire e soprattutto cementavano in noi l’intesa e nei ragazzi la scoperta di un’identità personale e di gruppo che da sola aggiungeva sostanza vitale alla loro presenza nella scuola. La prima uscita in quel di Teggiano con il tuffo nel teatro dell’assurdo… l’altro tuffo nell’elettrico contrasto tra il mondo dell’immaginario e quello crudele della realtà nell’immaginifico “Play station” con un redivivo Dylan Dog… il successo de “Il rifugio”, che ci portò al Festival Nazionale di Serra San Quirico e alla quadruplice premiazione sul palco con Flavio Insinna… la straordinaria esperienza di “Family show”, con i genitori e i ragazzi che mettevano in scena il vissuto delle problematiche educative e familiari… l’emozione a battito di cuore del Premio anticamorra a Marano ricevuto dalle mani di Rita Borsellino per il nostro corto “Pallottolina” …

E tante ancora ne potremmo rievocare… Ricordi bellissimi che ancora oggi lasciano una profonda scia di emozione: non il rimpianto perché non ci sono più, ma la gioia di averli vissuti. In questi ricordi campeggia sempre il modello del tuo modo di affrontare le cose: divertimento e giocosità al massimo livello possibile, creatività sorprendente e pertinente, ma mai separati dal rigore e dall’impegno, che portava te e stimolava ognuno di noi a dare sempre il massimo e comunque a crescere di tanto, in rapporto al personale punto di partenza. Proprio grazie al tuo modello “sacerdotale”, al tuo energetico amore per la comunicazione teatrale ed alle tue spinte, possiamo dire con convinzione che ogni ragazzo che con te ha calcato le scene è riuscito a scoprire e utilizzare il picco delle potenzialità del momento, attoriali e non solo, dando così una sterzata alla personale esistenza.

In questo sei stato un maestro di vita e una salutare fonte di energia rinnovabile. Se una tale impronta rimane nella mente di tutti noi, nel cuore non può che ondeggiare il pensiero della tua dimensione personale, di quella tua calda umanità sottesa allo slancio e alla partecipazione con cui affrontavi i tuoi impegni, di quel tuo elettrico ponte levatoio tra estroversione e introversione, di quella tua adorabile capacità di fare i conti chiaroscurali con i tuoi sogni e nello stesso tempo di stimolare negli altri solari sogni della fantasia e dell’immaginazione, di quel tuo saper essere in bilico tra arcane malinconie, consapevoli corrucci e freschi sorrisi.

Troppo presto te ne sei andato: tanto avevi dato, tanto stavi dando, tanto avresti potuto ancora dare. Rimane il dolore di un fiore tarpato ancora nella pienezza matura del suo profumo. Rimane la scia del ricordo e delle tue impronte diffuse. Rimane la speranza che la nostra comunità sappia conservare la memoria di te come si deve e come è giusto che sia. Rimane il sorriso perché “ci sei stato”.

Non “basta”, ma sarà un modo per essere ancora Basta…

Ciao, caro Peppe e … grazie di tutto!

NAPOLI. GDF: sequestro di pesce spada sottomisura nelle acque del Golfo di Napoli

Continua incessante la lotta alla pesca di frodo da parte delle vedette della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Napoli.

Dopo il maxi sequestro di 2400 ricci di mare della scorsa settimana, i Finanzieri del Comando di Mergellina, nell’ambito della più ampia attività di polizia economico finanziaria condotta quotidianamente lungo la fascia costiera e sotto il coordinamento del Reparto Operativo Aeronavale partenopeo, hanno sequestrato, nella mattinata di ieri, 3 esemplari giovani di pesce spada di dimensioni notevolmente inferiori rispetto a quelle previste dalle norme che tutelano le specie ittiche.

Durante il servizio d’Istituto nella zona vesuviana, l’imbarcazione della Guardia di Finanza ha intercettato a largo un natante da diporto i cui occupanti, intenti nella pesca del pesce spada, alla vista dei militari hanno tentato invano di liberarsi del pescato, cercando di disfarsi anche delle attrezzature che stavano utilizzando. Il pronto intervento dei finanzieri ha evitato che i soggetti disperdessero in mare anche quanto illecitamente catturato col fine ultimo di sfuggire al controllo di polizia e alle sensibili sanzioni previste.

Il prodotto ittico, dopo la verifica sanitaria effettuata dal personale veterinario dell’ASL Napoli 1 Centro, è stato devoluto in beneficenza ad un ente caritatevole della provincia di Napoli.

La presenza regolare delle unità navali ed aree del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Napoli, che operano per l’adempimento dei propri compiti istituzionali di polizia economico-finanziaria e di polizia del mare lungo l’estesa fascia costiera campana, testimonia ancora una volta l’attenzione che la Guardia di Finanza rivolge alla comunità ed ai suoi cittadini, coniugando la costante prevenzione e la repressione delle condotte illecite, a favore di una economia più sana, ad un’attenzione sempre viva verso le persone più bisognose.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). L’Infinito della poesia: la “meglio gioventù” in gara

Splendida edizione del primo Agone Poetico, organizzato da Temprart, con il Liceo De Filippis – Galdi.


La scorsa estate con entusiasmo abbiamo riportato la cronaca della finale del Campionato Nazionale di poesia svoltasi a Ragusa: una gara in cui contava molto anche la performance, non solo il testo. Soprattutto, una competizione in cui, tra contendenti e pubblico, l’età media era inferiore ai quarant’anni!

L’abbiamo vista come il segno di una svolta di interesse e carica di uno spirito rivoluzionario, che poi sarebbe alla fine un richiamo alle origini della poesia stessa, quando i poeti erano degli showman ….

Un altro bellissimi segnale ci è venuto in periodo prenatalizio da Cava de’ Tirreni, dove in più giorni, organizzato dall’Associazione Teatrale Temprart di Renata Fusco e Clara Santacroce insieme con il Liceo De Filippis Galdi si è svolto, e con pienissimo successo, il primo agone poetico riservato agli studenti.

Perciò riportiamo molto volentieri la cronaca puntuale che nei giorni successivi ci ha inviato la prof. Rosanna Di Giaimo, docente sempre in prima fila in queste circostanze, e non solo … (FBVitolo)


Cinquanta studenti delle scuole superiori di Cava de’ Tirreni, trenta poeti italiani e stranieri, antichi e contemporanei, tre giornate di confronto con una giuria di esperti, docenti e giornalisti.

Questi i numeri della straordinaria iniziativa promossa da Temprart, Associazione teatrale di Clara Santacroce e Renata Fusco, e dal Liceo “De Filippis Galdi”, presieduto dalla Dirigente scolastica prof.ssa Maria Alfano, con il patrocinio morale dell’Ente comunale.

Un omaggio all’Infinito di Giacomo Leopardi nel bicentenario della composizione, un agone poetico (I edizione) “finalizzato a diffondere la conoscenza e l’amore per la poesia, preziosissimo veicolo di sentimenti ed ideali”.

E così, per l’occasione, gli studenti hanno rivisitato ed interpretato rime note della letteratura italiana, e di quelle straniere, e voci della cultura greca e latina. Ma hanno vissuto anche la suggestione di autori meno frequentati scolasticamente, come Evtuscenko, Kavafis, Majakowskij, Iwaszkiewicz, Darwish. Ed in formazione singola o di gruppo, con recitazione per sola voce o con commento musicale, o con performance multimediale,i giovani attori hanno proposto la propria rappresentazione alla giuria, composta da Clara Santacroce e Renata Fusco di Temprart, dalla dirigente scolastica Maria Alfano, dalla professoressa Novella Nicodemi e dal giornalista Emiliano Amato, con il coordinamento delle docenti Pina Orsini e Maria Pia Vozzi.

Tre categorie di concorso e diversi criteri di giudizio. Eccone alcuni: uso espressivo della voce (recitazione con sola voce), efficace interazione tra recitazione e musica (recitazione e commento musicale), uso originale dei linguaggi multimediali (performance multimediale).

Nella serata finale, svoltasi il 21 dicembre, nella sala di rappresentanza del Comune di Cava de’ Tirreni, ospite di casa, l’assessore alla Cultura, professor Armando Lamberti, i seguenti nove finalisti (singoli o in gruppo) hanno emozionato un pubblico curato ed attento.

Per la prima categoria (recitazione con sola voce): Letizia Savarese (1B classico De Filippis -Galdi) con “Itaca” di K. Kavafis, Emanuela Pagliara (5 B classico De Filippis – Galdi) con “Le golose” di G. Gozzano, e Annamaria Leo (5 A Scienze Umane De Filippis -Galdi) con “La sera del dì di festa” di G. Leopardi.

Per la seconda categoria (recitazione e commento musicale): Francesco Volturno (4 B classico De Filippis – Galdi) con“La pioggia nel pineto” di G. D’Annunzio; Eraterpe, gruppo composto da Giorgia Bozzetto e Ida Sellitto al pianoforte (5 B classico De Filippis – Galdi), con“Attrazione inesorabile” di V. Majakovski; I Cento Passi, di Roberta Cicalese, Adriana Faiella, Chiara Assunta Passaro della classe 3 D Liceo scientifico A. Genoino,con un omaggio al giornalista Peppino Impastato e a sua madre Felicia, attraverso “Un seme di speranza” e “La matri di Pippinu: chistuunn’è me figghiu!”, rime, in italiano e in siciliano, di Umberto Santino. Per tutti è stato apprezzato il ruolo del commento musicale, in dialogo con la rappresentazione e non semplice supporto.

Per la terza categoria (performance multimediale), riconoscimento a Le Fenici, formazione composta da Carmela Milione, Irene Papa, Valentina Pisapia e Sara Pizzo (3 B classico De FilippisGaldi), per una riflessione sulla morte attraverso “‘A livella” di Totò, passi dall’Antologia di Spoon River di E.L.Masters e “Se io dovessi morire” di E. Dickinson; a Calliope – Francesca Avagliano, Giulia Palladino, Chiara Russo, Maria Rosaria Stanzione e Paola Senatore (3 B classico De FilippisGaldi), per“Rimani” di G.D’Annunzio, “Posso scrivere i versi più tristi” di P. Neruda, “Giaccio da solo nella casa silenziosa” di F. Garcia Lorca e per una suggestiva esecuzione canora di “Skinny love” di Birdy; a Franziska Dura (4 B classico De Filippis Galdi) per “C’è un paio di scarpette rosse” di J. Lussu, struggente testo dedicato ai bambini della shoah. Alle tre formazioni è stata riconosciuta la particolare armonia dei diversi linguaggi artistici utilizzati.

Sono tutti vincitori i giovani partecipanti– hanno puntualizzato Clara Santacroce e Renata Fusco – perché, con una cifra interpretativa personale e con grande trasporto emotivo, hanno risposto alla sfida mostrando di essere sensibili alla intensità della parola poetica e al fascino dell’arte della recitazione”.

Ma Letizia Savarese, e i gruppi Eraterpe e Calliope hanno convinto più degli altri la giuria che ha, inoltre, riservato una Menzione Speciale a Elisa Sofia Di Martino (4 A classico De Filippis – Galdi),per avere espresso, attraverso la scelta di “Monologo di un’attrice” di E. Evtuscenko, un forte legame con la tradizione culturale del proprio Paese; a I Bardi de la Cava, composto da Luca De Pascale, Chiara Maria Grimaldi e Giovanni Murolo (5 B Liceo Scientifico A. Genoino) per la coloritura timbrica dialettale e la caratterizzazione dei personaggi, elementi emersi dalla recitazione di “Lassammo fa’ a Dio” di Salvatore Di Giacomo; a Le Lievi Dissonanze Roberta Caiazza, Matteo Della Corte e Alfonso Liguori (1 AFM dell’IIS Della Corte-Vanvitelli) – per avere privilegiatoi temi della pace e della solidarietà, attraverso le voci di M. Darwish, J. Iwaszkiewicz e D.M. Turoldo; a Epameroi, composto dai fratelli Alessandro e Alfonso Di Somma (5 B classico De FilippisGaldi) per l’ottimo lavoro di coordinazione evidenziato nella riflessione sulla precarietà della esistenza attraverso Omero, Mimnermo, Quasimodo, Pindaro e E. L. Masters.

Infine, un Premio Speciale ad Ardor VesevoLeonardo Gravagnuolo ed Enrico Cavaliere al violino (2 A classico De Filippis – Galdi) – per il lavoro sperimentale di ricerca, avendo, i due studenti, rielaborato in modo creativo una ricca miscellanea di versi di Catullo, D’Annunzio, Petrarca, Prévert, Lorenzo de’ Medici, Leopardi, Pascoli, Ungaretti ed un componimento, “Fenice”, dello stesso Leonardo Gravagnuolo.

Interpretando il senso profondo dell’arte,il monologo teatrale di Alessandro Baricco (Novecento), recitato da Manuela Pannullo di Temprart, ha chiuso la serata: “Un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88. Non sono infiniti, loro. Tu, sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare”.

E, come ha chiosato Renata Fusco, “ la lezione di Leopardi continua …” (Rosanna Di Giaimo)