Settembre, 2020

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Novità in libreria: Poesie controcorrente e racconti in versi di Fabio Dainotti

Banalmente superficiale sarebbe etichettare quest’ultimo libro di Fabio Dainotti (Poesie Controcorrente e Racconti in versi Biblioteca dei Leoni, 2020 pagg. 65, Euro 10,00), poesie di ricordi di gioventù. Il poeta con originale colpo d’ali si spinge in un’ardita ricerca dal sorprendente interrogativo: può esistere una topografia dei sentimenti? Esiste la possibilità che i nostri sentimenti, un tempo nati e vissuti colà e in quel tempo, siano ascrivibili in una mappa che sia esaustiva di un’intera vita? Come e perché proprio in quel tempo e in quel dato luogo presero vita talune emozioni che ancora e per sempre ci accompagnano? Desiderio, quindi, di una mappa che tracci una topografia dei sentimenti che racconti di noi ma anche di tanti altri che un tempo furono con noi. E’ da qui che parte la sua ricerca di singolare cartografo dei sentimenti. Libro questo che, suppongo, non resterà un unicum nel disegno di delineare un percorso memoriale ed emozionale dello scorrere degli anni. Versi che rimandano ad avvenimenti cari al poeta (“Pena”) o soltanto a episodi di cui è stato spettatore occasionale (“Triangolo“ o “Charlie”). Immagino Dainotti a mappare questi versi che respirano, quasi nella totalità delle liriche, della sua terra nativa, la Lombardia (Dainotti è nativo di Pavia) mentre, “controcorrente”, davanti ai suoi occhi si stagliano le verdi colline di Cava de’ Tirreni dove da anni risiede o lo splendido mare dell’incantevole Cetara dal suo “buon ritiro” in un antico maniero. Parafrasando Ovidio: caelum, non animum mutant coloro che nati in un posto vivono in un altro. Libro “lombardo” questo che rimanda a quella “Linea Lombarda“ (non a caso in apertura campeggiano alcuni versi di Vittorio Sereni) ben lontana, però, dalla definizione che “taluni” spregiativamente etichettarono come “poesia del cosismo”. Qui non sono le cose a parlare e neanche persone in cerca di autore – un tempo personaggi reali – ma i luoghi in cui si ebbe un’irripetibile rappresentazione vitale. Paesaggi, graditi o meno all’autore, ma che costituiscono quell’ideale mappa cui tende Dainotti. Un filo che si snodi nel tempo inesorabilmente. Versi in cui vediamo il poeta preso da “voluttà di perdersi e trovarsi” o nel riandare a “una sua canzoncina,/ di solo quattro note,/ma vorresti ascoltarla sempre, sempre.” Ma una mappa per essere leggibile e certa non può essere parziale, manchevole di una parte “ Non si sa:/ i conti si fanno alla fine.”

Pena

La luce
abbassava, sì acuta era la pena.

Saba

“Non ho niente da mettermi”; e piangeva
con i singhiozzi, come una bambina,
mia madre. E io n’ebbi pena, come
se mancassero i soldi per mangiare
e non, semplicemente, nell’armadio
un abito da sera.

Triangolo

I due amanti s’allacciano sull’erba
scambiandosi baci di fuoco.
Il ragazzino sta in disparte, timido.
-Puoi venire anche tu, se vuoi!- fa lei
con aria di sfida.

La passeggiata

La littorina fermava
in un viale alberato di Milano;
era giugno, la luce dilagava.

Vimercate: fermata in pieno centro,
tra un’edicola in fiore di giornali
e il chiosco per la musica d’estate.

Le signore sfilavano eleganti
con ombrellini al braccio.

Fabio Dainotti

(da Poesie Controcorrente e Racconti in versi Biblioteca dei Leoni, 2020)

Fabio Dainotti, nato a Pavia nel 1948 vive a Cava de’ Tirreni. Presidente onorario della Lectura Dantis Metelliana, condirige l’annuario di poesia e teoria “Il pensiero poetante”. Tra i suoi libri di poesia: L’araldo nello specchio, Avagliano 1996; La Ringhiera, Book, 1998; Ragazza Carla Cassiera a Milano, Signum, 2001; Un mondo gnomo, Stampa alternativa, 2002; Ora comprendo, Edizioni Scettro del Re, 2004; Selected poems, Gradiva, 2015; Poesie Controcorrente e Racconti in versi Biblioteca dei Leoni, 2020. Vincitore nel 2015 del Premio Murazzi, è presente in numerose riviste di settore e antologie. Ha curato la pubblicazione presso Bulzoni de Gli ultimi canti del Purgatorio dantesco (2010).

CAVA DE’ TIRRENI (SA). La scomparsa di Salvatore Fasano, l’angelo dei caduti cavesi

Ha catalogato, ritrovato, fatto rimpatriare centinaia di soldati morti in guerra.


Mi piace immaginare che al suo arrivo lassù in cielo con commozione e gratitudine lo accolgano i volti, le mani, i cuori dei tanti soldati che egli ha restituito alle famiglie e alla terra che li ha visti nascere.”

Così, con affettuosa emozione, don Rosario Sessa ha aperto la sua omelia durante la messa funebre per Salvatore Fasano, che ci ha lasciati martedì 22 settembre dopo novantasette anni di vita intensa e feconda.

Sulla scia ideale tracciata da Mamma Lucia, a modo suo anche lui è stato un angelo dei caduti, poiché ha ricercato informazioni e/o ritrovato e/o fatto rimpatriare le salme di centinaia di soldati cavesi caduti in Italia e all’estero durante le terribili guerre mondiali del secolo scorso . Non ha percorso i campi e le valli con la zappa come Mamma Lucia, non ha estratto materialmente dalla terra i corpi dei poveri ragazzi tarpati dalla guerra, non li ha puliti e accarezzati né gli ha potuto sussurrare “Bell’ ‘i papà”, ma la sua è stata ugualmente un’opera meritoria di alta, altissima Carità, che gli è valsa a suo tempo il prestigioso titolo di Commendatore e Grand’Ufficiale, riconosciutogli motu proprio dal Presidente della Repubblica.

A questo lavoro di ricerca e di recupero ha dedicato decine di anni, impegnando tempo, passione, emozione ed anche tanto denaro, scartabellando tra le carte con certosina pazienza e massima attenzione e mettendosi in contatto con enti, città, governi, eserciti. Ha pure lui scavato tanto, senza pala ma negli archivi di mezzo mondo, ha tampinato impiegati, funzionari, ufficiali, ha teso una mano di consolazione sul dolore di famiglie private dei loro cari, ha aperto finestre nel cuore della Città.

E i risultati sono ancora sotto i nostri occhi: la fondazione del Sacrario Militare, con i resti dei soldati caduti e di quelli recuperati, quattro edizioni dell’Albo d’oro dei caduti cavesi, ogni volta più ricche ed anche graficamente più eleganti, un volume dedicato alle epigrafi ed ai monumenti legati agli eventi bellici e sparsi lungo il territorio metelliano, un ricco e documentato volume sulle strade di Cava, di cui circa cento, per effetto dell’opera di Fasano come presidente della Commissione Toponomastica, sono proprio soldati caduti in guerra, forse un record nazionale. Collaterali a questi prodotti, tante cerimonie solenni con la presenza delle più alte autorità civili, religiose e militari, ogni volta che un caduto ritornava a casa. E tanti occhi lucidi, dei familiari, dei partecipanti e soprattutto di don Salvatore stesso.

Ma l’energia e la passione “a pile ricaricabili” egli non le ha spese solo per volare come angelo sui caduti.

Gli sono servite da ragazzo per affrontare le difficoltà della vita quotidiana di una famiglia carica di amore ma anche di persone (quattordici i figli…) e di tempi difficili per povertà e tensioni belliche. Gli hanno dato la possibilità di cercare spazi, tempi e risorse per poter studiare e coltivare i suoi sogni di volo sociale e umano. Lo hanno sostenuto per esercitare al meglio e con dedizione piena la “missione” di maestro. Gli hanno dato benzina per accendere il fuoco dell’amore e corteggiare fin “da sotto il balcone” la sua Delia e poi per creare con lei una solidissima coppia e far maturare,“come cemento amato”, una famiglia ampia e unita. Gli hanno aperto la strada per vivere da protagonista e da cittadino la vita politica: dal 1964 al 1985, a vario titolo, come consigliere, assessore e una volta anche come Sindaco facente funzioni, è stato attivo nella vita amministrativa, diventando compagno e amico tra i più fidati e affidabili di Eugenio Abbro. Si è dato tanto da fare in quel periodo, soprattutto nella zona familiare oltre Passiano, tanto che da qualcuno fu definito affettuosamente Sindaco del Contrapone. E poi per anni ha diretto e gestito la Commissione Toponomastica, battezzando decine e decine di strade della Città e alla fine, come già detto, insieme col figlio Daniele, con il sottoscritto scrivente Franco Bruno Vitolo, con Lara Adinolfi e Beatrice Sparano, ha prodotto il bel volume strenna “Le strade di Cava”.

Insomma, ha lasciato un segno profondo nella vita della Città e con lui se ne è andata via una pagina grande della nostra storia.

Ma anche una pagina grande nella storia della sua famiglia. È stato padre amato e stimato da figli Daniele, Lucio e Livia, dolcemente e potentemente messi in rampa di lancio da lui e da mamma Delia Cristini; è stato sicuro punto di riferimento patriarcale, nonno affettuoso di nipoti “gabbiani”. E i suoi li ha non solo allevati, ma anche “nutriti”. Infatti amava molto cucinare, operazione che abitualmente ha fatto fino a un anno fa con la fidatissima assistente Maria, alzandosi prima dell’alba. Ed era lui che in occasione dei pranzi patriarcali nelle Feste comandate preparava con le sue mani e con caloroso entusiasmo il “Grande Secondo”, che quasi sempre era il capretto con le patate, suo fiore all’occhiello, cotto nella spaziosissima teglia che ancora oggi odora di lui.

Alla sua famiglia estesa, ai Fasano, negli ultimi anni ha lasciato un retaggio straordinario. Dieci faldoni di documenti, fotografie, manoscritti, testimonianze che ricostruiscono la storia di tutta la stirpe. Un’opera “monumentale”, di cui era profondamente orgoglioso ed a cui ha dedicato pensiero e ritocchi fino a poche settimane prima della sua scomparsa. Un’opera che va oltre la storia familiare, ma tocca momenti di vita cittadina, tanto è vero che quando l’ha finita ha anche meritato articoli di giornale e televisivi, rimanendo così fino all’ultimo sotto la luce dei riflettori.

La luce poi lentamente si è spenta, accompagnandolo nel Grande Viaggio verso l’oltre, in un finale in cui lui, immagine vivente della vitalità, ha visto dolorosamente le sue pile “scaricarsi”. Ma questo purtroppo fa parte del gioco della Vita. Ed è importante che in questo “gioco” egli abbia consegnato ai suoi cari un così forte retaggio d’affetto.

Ma ora è importante anche che la Città si faccia carico dell’eredità che lui ha lasciato, tributandogli i segni della su riconoscenza . Qualcosa si può fare anche subito: ad esempio, dedicando a lui il Sacrario Militare, che è proprio una sua creatura e quasi una sua compagna. E, trascorso il tempo debito, assecondare il suo desiderio di sempre: una strada nel “suo” Contrapone. Una decisione del genere lo renderebbe veramente felice, sia perché in quella zona egli ha lasciato tracce concrete in strade e infrastrutture, sia perché completerebbe quel suo sogno di rimanere vivo oltre la vita, come foscolianamente può desiderare chi lascia eredità d’affetti e compie egregie cose che l’animo accendono.

Che quel suo sogno possa diventare realtà sarebbe cosa buona e giusta. Salvatore Fasano ha vissuto in piedi, ora merita un posto in poltrona nel Paradiso della memoria …

CAVA DE’ TIRRENI (SA). A chiusura del Macfest, in esposizione la creatività targata lockdown

Un’idea brillante, tempestiva, incisiva, quella di portare in pubblico alcuni dei mille e mille tesorini di creatività generati dalla clausura forzata del lockdown. Ne è pieno il web, ma non ne sono ancora piene “le piazze”. Benissimo hanno fatto, allora, i sempre attivi ragazzi del Macass, a fare appello sui social e a raccogliere disegni, dipinti, installazioni, poesie, fotografie, filmati. Con il patrocinio del Comune, dal 10 al 16 settembre nel Complesso Monumentale di Santa Maria del Rifugio a Cava de’ Tirreni ne hanno poi esposto una selezione, nella mostra Esposizioni, riflessioni. L’evento è stato organizzato a conclusione del MacFest 2020, che dal 9 agosto ad oggi ha visto una Masterclass musicale, un Laboratorio Emozionale, un Laboratorio di Urbanistica, un’esposizione a Maiori, un meeting di creativi della Regione Campania per la II edizione di un video contest. Il tutto sempre all’insegna dello slogan “Confrontare realtà, creare connessioni”.

Con la mostra Esposizioni riflessioni è stata offerta ai cittadini la stimolante possibilità di vedere, e condividere (data la comunanza della non richiesta “prigionia”, spunti di artisti emergenti o semplici lampi di comunicazione emozionale di cittadini dolenti e sognanti.

Non tutte le opere, a dire la verità, sono figlie dirette del lockdown, ma sono emerse dal cassetto in occasione del lockdown, e questo le rende subito integrate e integrabili al resto.

Il lavoro più in tema è il grande tabellone preparato da Luca Pastore con una ventina di immagini intervallate da fogli con poesie: si va da fotografie delle strade deserte ad immagini fantasiose dell’organizzazione “in cella”, da poesie cariche di amara consapevolezza dei danni materiali e morali della pandemia alla luce speranzosa dell’arcobaleno dipinto su stoffa dalla deliziosa minibabyartista Arianna Pellegrino. E così via, in un crescendo di emozione e di condivisione.
Proseguendo nella visita, si apprezza anche nel resto delle opere tanta varietà, di tecniche e di tematiche.

Ci emozioniamo artisticamente davanti ad una grafica dal sapore magrittiana, con una maniglia conficcata nell’azzurro senza la porta, che tanto non si aprirebbe, ma si apre il sogno rappresentato dai tuffi, nell’acqua, nel cielo e nelle porte senza maniglia, di figure ora volanti ora addirittura in trampolino dalla maniglia stessa: una piccola sinfonia in immagini.

Ci immergiamo nelle mura claustrofobiche in un breve ma incisivo “covideo”, dove si susseguono immagini animate simbolicamente intrecciate tra mancanze d’aria e di spazio e frammenti di mondo ri-conquistato, con il sottofondo di un’efficace disarmonia musicale, che ben si sposa col buio che avvolge la camera.

In sintonia, con questo, altri due “covideo” in un’altra stanza, dove emerge, simbolicamente, da una parte la ripetuta costrizione del dettaglio, dall’altra il cavalcare libero di cavalli bianchi: segni di opposte sensazioni, di quel conflitto tr ideale e reale che ci ha divorato nei lunghi giorni dell’ iorestoacasa.

E poi, via a passi lenti tra i quadri dell’esposizione. Mani che si stringono con febbrile tensione… grandi immagini a spruzzo interconnesse tra linee trasversali… una piccola figura umana in ceramica, accucciata in cerca del coraggio di rialzarsi… vele appoggiate su rami inariditi che si spalancano sulla speranza sognante delle acque azzurre… concrezioni materiche in cerca d’autore… foto di anziane perplesse con mascherine d’occasione… un bianco vestito macchiato all’altezza del cuore da una stella-corona rosso sangue… cieli che fanno capolino dal grigio di metalliche impalcature… giovani innamorati che nel vuoto della città abbracciano il partner come sognati fantasmi… mani che si uniscono sopra un freddo turbinio di vetro e di volti… volti che si contemplano in un’unione paradossale a punta di lingua… connessioni interattive fatte con fili colorati a scelta degli spettatori… un dominante, giusto e sacrosanto Vaffa-Fuck al dirompente e rompente corona… E potremmo continuare a lungo…

Nella passeggiata tra le opere ci si sofferma, si riflette, si apprezza il tentativo di un’arte giovane, libera e diffusa, senza schemi né accademia, ci si emoziona davanti alla commedia umana spalancata davanti ai nostri occhi a specchio della nostra stessa esperienza.

Alla fine si rimane col rimpianto dei soli cinque giorni di esposizione e anche della mancanza di un “cataloghetto” che l’iniziativa avrebbe certamente meritato, e che si può fare in futuro. In fondo, le opere sono segno di non aver voluto gettare nella spazzatura il tempo a disposizione. Perché far svanire dalla memoria una proposta che è il segno di una rinnovata comunicazione rilanciata proprio nelle fermate imposte dalla pandemia?

Insomma, complimenti vivissimi, ragazzi! Ma intanto perché non pensarci su?

E mentre voi ci pensate, noi inauguriamo il “catalogo a futura memoria” fissando qui i vostri nomi, cominciando della Macass team, guidato con passione dal Presidente Francesco Maria Oreste, proseguendo con i creativi in esposizione… e chiudendo con uno speranzoso “Arrivederci alla prossima!”

MACASS TEAM: Davide Battaglia, Ida Bisogno, Marco Calabrese, Amerigo Carleo, Simone Cuccaro, Cristiano Dello Iacono, Gabriella De Rosa, Pierluigi Di Florio, Camilla Di Pasquale, Alessandro Fariello, Fabrizio Fiorillo, Mariano Mastuccino, Guido Monaco, Francesco Oreste, Melania Oreste, Dario Paradiso, Francesco Maria Parente, Valerio Pelling, Roberto Pisapia, Federica Ruggiero, Sara Santoriello, Luigi Sinacori, Amedeo Trezza, Luca Trotta.

ARTISTI in Esposizione: Dalila Amendola, Andrea Apicella, Tecla Apicella, Pasquale Armenante, Sophie Attanasio, Alessandro Battipaglia, Samantha Bisogno, Marco Canonico, Chiara Capuano, Giuseppe De Martino, Camilla Di Pasquale, Maria Nadia Faiella, Alessandro Fariello, Andrea Freedom, Rosa Furiosa, Clara Iuliano, Christian Lamberti, Serena Milite, Giulia Neri, Simone Pagano, Giovanni Palumbo, Luca Pastore, Marta Cecilia, Quintana Martina Santoriello, Nicole Santoro, Domenico Sorrentino, Marialinda Toriello, Alberto Trezza.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Morricone, Troisi, Decaro, Pavignano, Lolita, Falcone, Betty Sabatino…

Grandi protagonisti all’Estate cavese nel mese di Settembre.


Dopo il mese di agosto dedicato soprattutto alle serate gratuite di cinema al chiaro di luna presso il complesso di San Giovanni di Cava de’ Tirreni, con tante belle proiezioni e tanto pubblico, il programma dell’estate cavese continua alla grande anche nel mese di Settembre, intersecandosi con le celebrazioni patronali per Maria SS. dell’Olmo (a cui sono dedicati il concerto iniziale di martedì 8 e quello di sabato 12)… e con l’inizio dell’autunno.

Dopo i primi funambolismi con I Giullari medievali e la Compagnia degli sbuffi (domenica 6 settembre) e il concerto bandistico di martedì 8, si decolla con manifestazioni molto stimolanti e grandi personaggi, secondo un programma presentato in Comune dal Sindaco Vincenzo Servalli e dal Vicesindaco e Assessore alla Cultura Armando Lamberti, con la partecipazione di Padre Adriano Castagna, Rettore della Basilica dell’Olmo.

Mercoledì 9 settembre, alle ore 21.00, presso il complesso di San Giovanni presentazione del libro “Da domani mi alzo tardi”, di Anna Pavignano, con immagini e racconti inediti su Massimo Troisi. Un libro di vita vissuta, dato che l’autrice è stata per molto tempo la compagna di Troisi. Un libro di una scrittrice di qualità, dato che la Pavignano ha scritto la sceneggiatura di tutti i film con Troisi, escluso Non mi resta che piangere, e che per “Il Postino” è stata anche candidata all’Oscar.

Giovedì 10, alle ore 21:00, presso il complesso di San Giovanni proiezione del film “Lista Civica di Provocazione” per la regia di Pasquale Falcone con Maurizio Casagrande, Valeria Monetta, Antonio Stornaiuolo, Rosaria De Cicco. È il secondo film di Pasquale Falcone ed è forse il più originale e “profetico”, perché nel 2005, anno in cui è uscito, si cominciavano appena a sentire i rumori dell’antipolitica: racconta infatti un’elezione a Sindaco particolare, fuori dalla “casta” e dal “Palazzo”.

Da mercoledì 9 a mercoledì 16 settembre, presso il complesso Monumentale di Santa Maria al Rifugio, MacFest, mostra di opere eseguite durante il lockdown. Nello stesso complesso, dal 19 al 27 settembre, la Mostra d’Arte collegata al Concorso “Arte e Cultura”, organizzato dall’omonima Accademia presieduta da Michelangelo Angrisani, la cui premiazione avverrà sabato 26.

Sabato 12, alle ore 18.30, in piazza Duomo, presentazione del libro “Inseguendo quel suono… Conversazioni con Ennio Morricone” di Alessandro De Rosa (Ed. Mondadori). In onore della Beata Vergine SS. dell’Olmo, alle ore 21, Orchestra di Fiati Città di Minori, Concerto dedicato a Ennio Morricone in piazza Vittorio Emanuele III. Alessandro De Rosa è un giovane musicista, figlio di cavesi doc, che vive e lavora al Nord Italia e che ha realizzato questa biointervista attraverso settimane e settimane di incontro diretto con il Maestro. Sarà quindi un incontro emozionante con un testimone diretto della vita personale e familiare di uno dei grandissimi del secolo scorso.

Domenica 13, alle ore 18.30, presso il complesso di San Giovanni incontro- conversazione, con Padre Gaetano Piccolo,sj. sul tema: “La Fede in un tempo incerto. Un possibile itinerario per abitare l’interiorità”. Alle ore 20, Spettacolo di bolle. Alle ore 21, Disney Concert Tablò.

Lunedì 14, ore 18,30, presentazione del volume RAPPEL!, raccolta di saggi sulla vicenda artistica italiana anni 20-30.

Lunedì 14, alle ore 21, presso il complesso di San Giovanni Corale Polifonica Metelliana in “Napoli nel cuore e nella mente”.

Sabato 19, ore 18:00, alla Frazione di Santa Lucia, Casa Teatro Estate in fiaba per le frazioni con l’attore Andrea Adinolfi, “C’era una volta… Le favole di Esopo”. Alle ore 20:30, Progetto “Cava racconta.. Pinocchio” della Compagnia degli Sbuffi.

Domenica 20 alle ore 18:00, alla Frazione SS. Annunziata, Casa Teatro Estate in fiaba per le frazioni, di Andrea Adinolfi, “C’era una volta… Le favole di Esopo”.

Venerdì 25, presso il complesso di San Giovanni, alle ore 18:00, presentazione del libro di poesie “Armonia di Silenzi”, di Lolita D’Arienzo, con la partecipazione di Enzo De Caro. A seguire, proiezione del film “Non ci resta che vincere”: una bellissima storia di sport con una squadra di disabili e un allenatore nazionale per caso. Lolita D’Arienzo, da trent’anni immobilizzata dalla SLA, comunica e “scrive” con il solo movimento delle ciglia, offrendo uno straordinario esempio, quasi unico al mondo, di resistenza e resilienza. “Armonia di silenzi” è il suo quinto libro!          

Mercoledì 30, alle ore 17:00, presso il complesso di San Giovanni premiazione del Concorso scolastico “Le parole sono ponti”, in ricordo di Betty Sabatino, grande educatrice, scomparsa sette anni fa. Il Premio, che si doveva svolgere a marzo e che recupera la sospensione causa pandemia, è giunto alla sua settima edizione.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Nuovo terminal per bus e auto

Cantierati, da mercoledì 2 settembre, i lavori per la realizzazione, entro 60 giorni, del nuovo terminal bus, collegato alla ferrovia, con interscambio e parcheggio, nell’area ex Metropark adiacente la stazione ferroviaria.

Il progetto dell’Amministrazione Servalli, dopo una interlocuzione con Ferrovie dello Stato, proprietaria dell’area durata tre anni circa, prevede la realizzazione da parte di Metellia Servizi, (azienda partecipata interamente dal Comune di Cava de’ Tirreni) di 84 posti auto, un’area gestita da Bus Italia che ospiterà il capolinea degli autobus del trasposto pubblico locale e quello di interscambio per l’università ed anche di tre posti per bus turistici, e locali a servizio degli autisti dei bus e viaggiatori, per un importo di circa 150 mila euro.

All’avvio del cantiere erano presenti il Sindaco Vincenzo Servalli, l’Assessore ai lavori pubblici Nunzio Senatore, l’Assessore ai trasporti Antonella Garofalo, ed il presidente della Metellia Servizi, Giovanni Muoio.

“Un progetto strategico per la città – afferma il Sindaco Servalli – che ottimizza e migliora la mobilità veicolare e del trasporto pubblico locale e intercomunale, con la possibilità di interscambio anche con il treno e di parcheggio per auto ed autobus granturismo. Risolveremo in questo modo anche  il problema del capolinea di Bus Italia nell’area del trincerone che sarà completamente riqualificato”.