Settembre, 2022

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Cava de’ Tirreni (SA) – Lombardia. Il volo di Giovanna Di Domenico, violoncello alle nozze di Federica Pellegrini ed al Gran Premio di Moto GP

Ha solo ventisei anni e già un bell’avvenire dietro le spalle, Giovanna Di Domenico, operativa in Lombardia ma cavese doc per residenza e origine (è figlia del dottor Maurizio Di Domenico e della cara Amanda P. Bough, purtroppo precocemente scomparsa poche settimane fa).

Suona da quando aveva dieci anni, ha fatto il suo primo concerto a dodici (da pianista), per specializzarsi poi nel violoncello sotto la guida di maestri coi fiocchi ( Maria Cristina Tortora dell’Accademia “Jacopo Napoli”, Silvano Fusco, Valeriano Taddeo, Ilie Ionescu…). Diplomatasi presso il Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino, ha intrapreso la via dell’insegnamento, in Lombardia, tra le province di Como e Milano (attualmente insegna a Saronno).

La sua passione però rimane la musica suonata. In questo campo sta prendendo il volo, e che volo, dopo un 2022 dorato che l’ha vista, tra l’altro, esibirsi in manifestazioni di risonanza nazionale e internazionale, come il matrimonio della “divina” Federica Pellegrini, supercampionessa di nuoto, e il Gran Premio di Motociclismo a Misano. Roba da squagliarsi di emozione. Ne parliamo direttamente con lei.

  • Quali immagini ti porti nel cuore, dopo questi due eventi esaltanti?

  • Impossibile dimenticare l’atmosfera del matrimonio di Federica Pellegrini, in quella magica serata. L’Isola delle Rose a Venezia, una location elegante, emozioni profonde, gioia diffusa in ogni angolo, la divina Federica più splendente che mai, la sposa sul palco a ringraziarci per aver animato la sua festa, il coinvolgimento di tutti in un’atmosfera assolutamente amicale…. E tanta musica nel cuore, oltre che dai nostri strumenti. Ci siamo sentiti anche noi degli invitati come gli altri…. Quasi una fiaba….

  • E a Misano?

  • Una storia completamente diversa, anche se altrettanto affascinante. Immaginate, nell’esecuzione, puntati direttamente su di noi gli occhi delle autorità e degli atleti e delle decine di migliaia sugli spalti e nel prato, senza contare i milioni in televisione. E noi in pista con gli strumenti pronti a suonare, con il cuore che correva come un treno.

  • Tra l’altro, avete intonato l’inno di Mameli…

  • È stato il momento più emozionante. Il cuore continuava a scoppiarci. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta… e non nascondo che, per la gioia e lo sfogo della tensione, ci è anche scappata la lacrimuccia…

  • Chi erano i tuoi partner?

  • A Venezia ho suonato con la Arechi band, che, come dice il nome, è di origine salernitana. A Misano con il quartetto d’archi, guidato dal manager Davide Bulega, in cui mi sono inserita nel corso della mia esperienza di insegnamento in Lombardia. Con me al violoncello, c’erano ai violini Caterina Coco (milanese di residenza, siciliana di origine) e Silvia Beatrice Pagano, milanese, alla viola Matteo Lipari (comasco), alla chitarra elettrica Giulio Maceroni (comasco).

  • E ora, continuerai a fare il gabbiano…

  • Sì, ma pur sempre un gabbiano coi piedi per terra, con le spalle coperte dall’attività dell’insegnamento nelle scuola pubblica. E, pur proseguendo l’attività in Lombardia, rimango, nel cuore e nella residenza, una cavese doc. A Cava c’è la mia famiglia, che per me è un mondo d’amore. A Cava e nel territorio ci sono le mie radici forti, di affetti e formazione, sociale e musicale.

  • Da queste radici verrà ancora la linfa che darà forza alle tue ali.

  • Certamente, ed è bello sapere che ci sono state… e ci sono.

Cava de’ Tirreni (SA). Cronaca di una sconfitta inaspettata. Cade al Lamberti la Cavese. E suona l’allarme

La Cavese cade malamente davanti al proprio pubblico e apre la crisi. Aria pesante si respira in città ed acuisce il clima di polemiche acceso dalle precedenti prestazioni aquilotte in quest’apertura di campionato, dove pur arrivando i risultati il gioco è mancato.

Con alle spalle le due vittorie conquistate si auspicava una domenica esaltante e soprattutto vincente. Invece, contro un buon Barletta che ha fatto il suo compitino semplice semplice ma efficace l’undici di Troise non ha saputo e potuto fare di meglio che lasciare la posta in palio al team ospite.

A mancare soprattutto il reparto centrale. Sulla mediana, a parte il giovane Bezzon, tutti hanno toppato, riuscendo a perdere sin dall’inizio della partita il pallino del gioco. E alla fine la Cavese ha dovuto con amarezza e tra i fischi dei suoi tifosi delusi e spazientiti ammainare bandiera. Ma veniamo alla cronaca della sfida.

La Cavese parte male. Non riesce a diventare padrona del centrocampo e permette a un buon Barletta di gestire al meglio l’avvio di gara. Gli ospiti trovano, così con il loro uomo migliore, all’11’pt il gol del vantaggio. Palla gestita male in fase di costruzione da parte del centrocampo aquilotto. Sull’errore si avventa Lattanzio che dal limite dell’area di rigore fa partire un fendente che si infila alla sinistra di Colombo, battuto con non poche responsabilità.

La doccia fredda gela i metelliani che però a testa bassa provano subito a reagire e a riequilibrare il risultato del match. Al 15’pt miracolo di Piersanti su Gaeta. Al 20’pt è Banegas che spreca da posizione favorevole. Bissa al 24’pt l’attaccante di casa che manda fuori un’altra buona palla-gol. Sfortunata al 33’pt la Cavese che ha la più ghiotta delle occasioni sui piedi di Gaeta, nel cuore dell’area ospite, ma il suo piatto si stampa sul palo lontano. Il primo tempo si chiude al 43’pt con una punizione di Loiodice che coi pugni allontana Colombo.

Nella ripresa Troise, tecnico degli aquilotti, prova a cambiare registro lasciando negli spogliatoi un evanescente Foggia per Bubas ma la musica non cambia perché le difficoltà sono tutte sulla mediana. Aliperta è l’ombra del campione che è, pe rché sempre in affanno e in ritardo. E nessuno dei compagni lo sostiene. Di contro sempre più organizzato il Barletta di Farina che limita all’osso i pericoli dalle parti di Piersanti e in contropiede rischia di passare di nuovo. Al 31’st è Cafagna che calcia debolmente bruciando l’occasione creata dall’ottimo Russo.

Un minuto più tardi è Lattanzio a non centrare lo specchio della porta aquilotta con un diagonale velenoso. La Cavese si fa viva solo al 35’st con Bacio Terracino ma il tiro che conclude un’azione tutta di prima è debole e si spegne tra le braccia di Piersanti. Poi più nulla, se non i fischi finali che travolgono il gruppo di Troise, ora sul banco degli imputati insieme al diesse Fusco per l’assenza di gioco e per le scelte fatte durante la campagna a questo punto di depotenziamento della rosa.


Cavese (4-3-3): Colombo; Anzano, Lomasto (14’st Bacio Terracino), Fissore, Maffei; Gaeta (34′ st Munoz), Aliperta (18′ st Palma), Bezzon; Gagliardi, Foggia (1′ st Bubas), Banegas (18′ st Salandria) A disp. Angeletti, Puglisi, D’Amore, Ludovici. All. Troise

Barletta (4-2-4) Piersanti; Milella, Pollidori, Visani, Marangi; Cafagna (39′ st Mininno) Vicedomini; Padalino (1′ st Maccioni), Russo (42′ st Petta), Lattanzio (51′ st Lavopa), Loiodice (48′ st Zaldua). A disp. Campisi, Mercorella, Cassatella, Nannola. All. Farina

RETI: 11′ Lattanzio (B)

Arbitro: Picardi di Viareggio.

NOTE: Spettatori circa 2000, di cui duecento da Barletta. Terreno in ottime condizioni, cielo sereno. Ammoniti: Lomasto, Fissore e Bezzon (C), Piersanti (B). Angoli: 5-7. Recuperi: 3’ pt, 7’ st.

Cava de’ Tirreni (SA). La Cavese vince la prima, ma non convince

La prima di campionato riaccende i riflettori sul gruppo allenato da Emanuele Troise e sotto la lente di ingrandimento vanno le scelte tecniche fatte dal diesse Fusco. Naturalmente è troppo presto parlare di processi. Sarebbe assurdo e illogico. Ma intanto i segnali arrivati dalla sfida del Lamberti con l’Altamura devono almeno far riflettere. In 96 minuti giocati la Cavese ha costruito palla al piede appena un paio di azioni gol, tra l’altro sprecate da Foggia e Bezzon in malo modo mentre il gol partita è arrivato sugli sviluppi di un calcio d’angolo.

Dall’altra parte, invece, l’Altamura ha create occasioni a ripetizione mettendo in mostra una condizione fisica che la Cavese si sogna. La prestazione inaugurale del campionato aquilotto è stata condizionata in negativo anche per gli aspetti fisici della squadra. Apparsa in affanno e sulle gambe soprattutto nel secondo tempo della sfida contro i murgiani.

Ma veniamo alla cronaca della gara. Illudono tutti i tifosi Gagliari al 2’pt, con un tiro che finisce fuori dallo specchio della porta, e Foggia all’11’pt che non sfrutta al meglio un assit di Aliperta sparando alle stelle da favorevolissima posizione. L’Altamura è però in agguato e appena riesce affonda i colpi dalle parti di Colombo. Al 22’pt è Casiello che impegna il portiere aquilotto dalla distanza.

Quattro minuti più tardi ecco arrivare l’occasione che potrebbe cambiare il destino della gara. Sosa riesce a chiudere una triangolazione stretta nel cuore dell’area aquilotta e per evitare il peggio gli chiude in uscita lo specchio della porta Colombo ma, perché leggermente in ritardo, falciandolo platealmente. L’arbitro non ha dubbi e indica il dischetto del rigore. Alla battuta del tiro dagli undici metri va Croce che angola anche bene ma deve fare i conti con la voglia di riscattare il suo precedente svarione Colombo che battezza l’angolo giusto e con un balzo felino neutralizza la conclusione.

Il pericolo scampato però non dà lo scossone alla Cavese che continua ad annaspare. La ripresa si apre ancora con gli ospiti pericolosi. E lo fanno con il solito Sosa che al 2’st dalla destra confeziona un perfetto assit in area per l’accorrente Bolognese che però arriva un decimo di secondo in ritardo nonostante la spaccata.

Si deve attendere il 18’st per rivedere la Cavese dalle parti di Spina. E ancora una volta per una conclusione da dimenticare. Bezzon, giovane promessa aquilotta ancora nel limbo, pescato tutto solo nel cuore dell’area pugliese tira debolmente tra le braccia del portiere avversario. Che la domenica non sia delle migliori dal punto di vista della qualità della prestazione offerta ma molto fortunata per i colori bleu foncé lo testimonia l’occasione creata al 23’st dall’Altamura. Casiello dalla sinistra serve in area Croce che di piatto batte Colombo. L’arbitro va verso il centrocampo e tutto sembra perduto. Invece il suo collaboratore resta sul posto e gli segnala l’off-side di Croce.

Tirano un sospiro di sollievo la Cavese e i suoi supporters. Dopo tanto penare ecco al 42’st il flash aquilotto decisivo. Da calcio d’angolo Aliperta pennella per il difensore Lomasto che arriva dalle retrovie e inzucca per l’uno a zero, tra il tripudio dei tifosi e la disperazione ospite.

Ultimo brivido regalato dalla sfida è la base del palo alla destra di Colombo colpito da Schiavino sotto porta. Al triplice fischio esultanza moderata della tifoseria conscia che non è una Cavese al top quella vista all’opera in questa prima di campionato. E che ad Afragola domenica prossima contro la formazione del neoallenatore, ex di turno, Bitetto, ci vorrà una prestazione molto più convincente di quella offerta contro l’Altamura per uscire indenni.


CAVESE – TEAM ALTAMURA 1-0 (TABELLINO)

CAVESE (4-3-3): Colombo; Rossi, Altobello, Lomasto, Maffei (37’ st D’Amore); Salandria (11’ st Gaeta), Aliperta, Bezzon; Banegas (19’ st Bubas), Foggia (26’ st Munoz), Gagliardi (11st Bacio Terracino).
A disp.: Angeletti, Puglisi, Ludovici, Fissore. – All. Troise.

TEAM ALTAMURA (3-5-2): Spina; Lacassia, Schiavino, Bertolo; Murtas (22′ st Letizia), Dipinto (28’st Serra) , Bolognese, Ganci (43’ st Caputo), Casiello (38′ st Farinola); Croce, Sosa (32’ st Molinaro).
A disp.: Guido, Mattera, Errico, Kanoute. All. Ginestra.

ARBITRO: Maccorin di Pordenone.

RETI: 42’ st Lomasto.

NOTE: Terreno in ottime condizioni. Spoettatori circa 1300 di cui un centinaio ospiti. Ammoniti: Dipinto, Sosa. Angoli: 5 a 5. Recupero: 0′ pt, 6′ st.