Dicembre, 2016

visualizzazione per mese

 

Lettera aperta di un’elettrice del NO

litalia-del-noNon sviliamo il NO dicendo che è stato solo un voto “contro”. Io ho votato NO per difendere la buona politica, che continuo ad amare, nonostante tutto.”

Ho votato NO. E come, giustamente ha scritto Fabio Amato sul Fatto quotidiano di ieri (ndr 9 novembre 2016), non riesco a gioire di questa stupenda vittoria.

Tutta “l’autonalisi gratis” di Amato corrisponde decisamente al mio stato d’animo, ma si aggiunge anche un altro particolare: nelle miriadi di analisi, che ci stanno propinando tra la TV e la carta stampata, non ve n’è una che rispecchia la scelta da me operata, che ho condiviso con i compagni di strada del “Comitato territoriale” che abbiamo costituito.

Non ho votato contro Renzi. Responsabilità sua se ha scelto di equiparare il suo operato alla Costituzione.
Non ho votato NO perché me lo ha detto Salvini, oppure Grillo o ancora D’Alema. Fortunatamente sono stata dotata di un cervello, coltivato nel tempo, che mi ha permesso di operare il distinguo.

Molto serenamente ho fatto la comparazione tra i 47 (!) articoli della Carta coinvolti nella riforma.
Semplicemente non ho condiviso lo scempio.
Le ragioni? Sono state scritte, dette, discusse in varie sedi. Autorevoli le firme che le accompagnavano: Zagrebelsky, Bonsanti, Carlassare, Pardi, D’Arcais, Rodotà …
Potrei arrivare a riempire fogli solo di nomi! Sono in tanti ad essersi spesi per diffondere le ragioni del NO ed io, come i miei compagni di strada, mi sono affidata alle loro di analisi, evitando accuratamente di farmi condizionare dal terrorismo psicologico, diffuso ad arte per animi già molto provati dalla faticosa quotidianità, relativo ai mercati, allo spread, alla stabilità ed altro.

Non voglio essere equiparata ad un elettore di Salvini che ha votato contro Renzi per il tema immigrazione, né ad un elettore di Grillo che è fautore dell’antipolitica.

Io credo nella politica, sì, quella con la maiuscola. La nobile arte della Politica! Tantomeno sono un’elettrice di De Luca, pur essendo campana.

Sono molto convinta che, se vi è corruzione in Italia, questa dipende unicamente dalla classe politica, non certamente dal popolo, che è un popolo di lavoratori sfruttati fino all’inverosimile (e sto parlando di italiani che lavorano per 3 euro l’ora, dopo aver firmato un contratto che ne prevede 7; oppure che lavorano 48 ore a settimana mentre hanno firmato per 20). E non mi si venga dire che sono una sostenitrice di Casa Pound! Lungi dalla mia storia personale. Né sono un’elettrice di Berlusconi, che ugualmente attentò alla Costituzione nel 2006, firmando la curva discendente nella sua parabola politica, per il quale attentato ugualmente impegnai le mie energie per far comprendere le ragioni di quanto fosse pericoloso un premierato forte, al quale strizzavano l’occhiolino anche molti politici, che salirono sul carro del NO solo una settimana prima del referendum, subodorando la sonora sconfitta che si profilava!

Sono un cane sciolto ormai, un’orfana della Politica come milioni di altri cittadini che si spaziano in quella sinistra completamente ignorata e non rappresentata. Sono un’extraparlamentare, perché non c’è nessuno partito che si faccia interprete di questi spiriti socialdemocratici (intesi all’europea) e se ne faccia portavoce. Però voto. Ho sempre votato, ho sempre operato una scelta, assumendomi le mie responsabilità di cittadina di questa società.

Il mio desiderio è che qualche politico prenda nota di questi milioni di cittadini che aspirano ad un governo nuovo, ma non nuovo anagraficamente! Non è sufficiente scegliere persone giovani. Molti giovani nascono già vecchi, mentre molti vecchi conservano uno spirito giovane …
Bisogna che si inizi a scegliere tra persone serie, corrette, coerenti, che ci rendano orgogliosi di essere italiani e un popolo di lavoratori, anche se sfruttati. Qualsiasi cittadino comune è 
disposto a sacrifici, e lo sta dimostrando ampiamente, chi non lo è sono proprio i politici, ed anche loro lo dimostrano attraverso le loro scelte scellerate. Iniziamo ad applicare la nostra bella Costituzione, compreso l’articolo 54:
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. (Patrizia Reso)

Concerti d’estate di Villa Guariglia: WINTER EDITION

domenico-luciano-sonora-junior-concerti-winter-edition-villa-guariglia-dicembre-2016-vietri-sul-mare-vivimediaVIETRI SUL MARE (SA). La rassegna, dal titolo “Concerti in Luci d’Artista”, organizzata dal CTA di Salerno in collaborazione con l’Associazione “Amici dei Concerti di Villa Guariglia” con il patrocinio ed il supporto del Comune di Salerno ed il Conservatorio Statale di Musica “G. Martucci” di Salerno, diventa il pretesto per scoprire i luoghi della musica in città, i siti della storia e della modernità che per una sera si trasformano in insoliti auditorium.
Dopo le applaudite performances del Quartetto Mitja e del Guitar Trio Project, Tonia Willburger ha inteso dar fiducia ai 65 giovani sassofonisti del Sonora Junior Sax, diretti da Domenico Luciano, coadiuvato dai tutor Luigi Cioffi, Adolfo Alberto Rocco, Nicola De Giacomo e Angela Colucci.
Venerdì 9 dicembre, alle ore 19,30, l’incantevole cornice della Chiesa della SS.Annunziata, ospiterà l’ensemble composto da giovani strumentisti tra gli 8 e i 18 anni provenienti dall’intera regione Campania, che arriveranno marciando dal solarium della Spiaggia di Santa Teresa, i quali ci faranno conoscere l’intera famiglia dei sassofoni, dal soprano al basso, protagonista di un programma eterogeneo, che abbraccerà diversi generi musicali.
La via indicata da Richard Strauss è aggiunta in esergo all’ “Also sprachZarathustra” con cui la serata principierà, “La musica ha sognato per troppo tempo, adesso vogliamo svegliarla. Eravamo sonnambuli: vogliamo diventare sognatori svegli e coscienti”. Il buon viatico dei ragazzi proseguirà con uno dei temi più celebri di Win Mertens, Struggle for Pleasure, una pagina minimalista, chiari echi della tradizione classica e di vocazione melodica, per quindi, lanciare il vincerò, del “Nessun dorma”, con i sassofoni che si lanceranno tra gli ardimenti vocali del principe Calaf e la partitura grondante di suoni, splendente di impasti ferrigni e luci adamantini che è quella della Turandot di Giacomo Puccini.
Ed ecco Yann Tiersen con “La noyée”, un tema del 1998, inserito nel progetto Le Phare, una sorta di viaggio sonoro con ambientazioni folk e celtiche, ma non lontano anche da una vena tutta contemporanea ed esistenzialista, rivissuto nel favoloso mondo di Amélie.
Doppio omaggio ad Ennio Morricone, con una suite sui temi de’ La Califfa, e un medley dalle amatissime colonne sonore degli spaghetti western, larghi maestosi di raffinata bellezza, prima di ascoltare, il cosiddetto tema dei diamanti del Palladio di Karl Jenkins, e la swingante “Saxophonia” di Stephen Bulla, che porrà in luce le diverse voci in sezione con qualche simpatico tiro burlone.
Tradizione musette con “Tango pour Claude” di Richard Galliano, una pagina a volte delicata a volte labile a volte furente, non omologata, radicale, talvolta “folle”, imprevedibile nel frammentare e ricomporre istanti melodici di un repertorio così ampio da includere jazz, musica gitana, latin, tango, suggestioni popolari d’ogni parte d’Europa e d’America, e all’interno del tutto la lezione magnifica dell’amico e maestro Astor Piazzolla, per poi passare alla canzone italiana con “I migliori anni della nostra vita” di Renato Zero.
Cavalcata latin per il finale con l’eccentrico Perez Prado “O Rey del Mambo” e il suo Mambo n°8 che infiammerà la platea. Tra candombe, tango ed habanera si fa avanti fatale la Milonga de Santiago, composta Marco Vanni, per chiudere con “Allegrone Moderato” di Gianluca Sibaldi, soundtrack del film di Leonardo Pieraccioni “Finalmente la felicità”, in tema con l’atmosfera dell’ Avvento.

Si conclude il progetto “Uomini e popoli senza barriere”

iis-della-corte-vanvitelli-cava-de'-tirreni-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Nel corso della prossima settimana si terranno gli incontri conclusivi del progetto “Uomini e popoli senza barriere”, a titolarità MIUR- Dipartimento per le Pari Opportunità, organizzato dall’IIs Della Corte-Vanvitelli, che ha coinvolto tutti gli alunnidell’istituto con attività riguardanti l’ecologia (con Legambiente), la legalità (con l’Associazione Libera) e il teatro (con l’associazione AICS).

La manifestazione si svolgerà nell’Auditorium Simonetta Lamberti di Cava dè Tirreni e prevede due appuntamenti pomeridiani.

Il primo il 12 dicembre alle ore 15.30, nel corso del quale interverrà Don Ciotti sul tema “Cittadini responsAbili”. All’incontro, moderato dal dott. Riccardo Christian Falcone, interverrà l’Assessore alle politiche sociali dott.ssa Autilia Avagliano. Ci sarà poi la presentazione dei lavori svolti dagli alunni dell’IIS Della Corte-Vanvitelli, la premiazione dell’alunno che ha ideato il logo della manifestazione e delle scuole che hanno partecipato al progetto.

Il 15 dicembre, invece, alle ore 17.00 si parlerà di alimentazione e di “Cultura del gusto “ con il Maestro Pasticcere Sal De Riso, il Direttore del Consorzio Pasta di Gragnano Maurizio Cortese, lo chef Marco Folliero e la titolare del bar libreria Rodaviva, sig.ra Sandra Ruggiero. Interverrà il Sindaco Servalli. Al termine della serata ci sarà una degustazione di panettoni di Sal De Riso.

Il 14 dicembre alle ore 9.00, invece, le scuole del territorio che hanno partecipato al progetto (Primo, Terzo e Quarto Circolo Didattico e tutte le Scuole Secondarie di I° grado della Città) esibiranno i loro lavori grafici, artistici, musicali e teatrali.

La manifestazione è aperta al pubblico.

Inaugurato nella Chiesa della Congrega il dittico “L’Immacolata colomba candida della nostra liberazione”, di Enzo Avagliano: un’opera che guarda lontano

02-enzo-avagliano-artista-dicembre-2016-cava-d'-tirreni-vivimediaCASTEL SAN GIORGIO (SA). L’Arciconfratenita Maria S.S. Immacolata di Castel San Giorgio ha celebrato il cammino che porta all’8 dicembre con un evento artistico di forte valenza simbolica e spirituale, cioè con il disvelamento, nella Chiesa della Congrega, del dittico dell’Immacolata Colombacandida della nostra liberazione, del pittore e scultore Vincenzo Avagliano, originario di Cava de’ Tirreni, ma da anni sangiorgese di residenza e di adozione, oltre che accolito dell’Arciconfraternita.

Il 27 novembre, giorno dell’inaugurazione, per felice coincidenza, secondo il culto mariano è anche il giorno dell’apparizione nel 1832 della Vergine a Parigi alla vincenziana Caterina Labouré, apparizione al termine della quale donò una medaglia che, oltre che segno divino, fu subito considerata miracolosa perché due anni dopo, secondo la tradizione, fece guarire molti cittadini colpiti dal colera durante la terribile pestilenza che tanto danno causò alla capitale francese.

L’8 dicembre, nella tradizione cattolica, è il giorno dell’Immacolata Concezione di Maria, che, contrariamente a quanto pensano alcuni fedeli non sempre ben informati sulla propria religione, non ricorda il concepimento di Gesù Cristo da parte di Maria “da vergine”, ma il concepimento di Maria stessa da parte di Sant’Anna senza la macchia del peccato originale. Non a caso, l’8 dicembre cade giusto nove mesi prima dell’8 settembre, Festa della Madonna. Detto per inciso, il concepimento verginale di Gesù viene celebrato il 25 marzo (Annunciazione), nove mesi esatti prima di Natale…

Nel suo aereo dittico, realizzato su tela con tecnica mista e tenuto teso da un telaio rigido, Vincenzo Avagliano, con un volo ardito ma teologicamente pertinente, ha rappresentato l’Immacolata con lo slancio di tante bianche colombe dinamicamente, e a volte per linee contrastanti, convergente verso l’alto.

La colomba, sempre secondo la visione cristiano-cattolica, è l’immagine visibile dello Spirito Santo, terza persona della Trinità, vale a dire l’humus profondo dell’Amore cristiano, il ponte più alto tra l’uomo e il cielo, il segno mistico della saggezza e del fervore emozionale, l’irrinunciabile linfa della liberazione dell’anima dal peccato.

La colomba, come tale, è anche una protagonista dei testi sacri e della storia cristiana: è lei che porta a Noè il ramoscello d’ulivo che annuncia la fine del Grande Diluvio e rilancia la Pace tra Dio e gli uomini (da qui il simbolo internazionale odierno della Colomba della Pace).

È la colomba che vola sul capo di Gesù il giorno del Battesimo nel fiume Giordano. Ed è sempre la colomba il simbolo preferito dell’angelico candore contrapposto alle malefiche arti del demonio.

La figura di Maria potrebbe sembrare marginale rispetto a simboli e valenze così forti. Eppure, Avagliano, nel suo volo d’immaginazione, ha colto non ciò che divide la Madonna dalla colomba, ma ciò che unisce le due figure, e che è invece ancora più sostanzioso.

01-enzo-avagliano-artista-dicembre-2016-cava-d'-tirreni-vivimediaNon è forse Maria figura di Pace e di Amore universale, madre di tutti gli uomini e come tale della loro fratellanza (non dimentichiamo la proclamazione che ne fece Gesù sulla croce)?

E non è Maria, evangelica “colomba senza fiele”, che dovrà schiacciare il capo al serpente tentatore dell’Eden, il simbolo universale del demonio e quindi del male?

E, come la colomba è nell’immaginario comune simbolo di purezza e innocenza, non è forse Maria la figura stessa dell’innocenza e della purezza?

Come la colomba-Spirito Santo è portatrice di luce in volo verso Dio, non è forse Maria, in tutte le forme iconografiche e letterarie, il tramite più forte tra la persona umana e la persona divina?

Tutto questo Vincenzo Avagliano è riuscito a trasmetterlo con un linguaggio semplice e comunicativo, grazie al dinamismo delle forme, quasi fuoriuscenti dal piano di disegno, cariche di intense connotazioni emozionali e devozionali, ed alla “parola chiara del colore”, caratterizzato dal netto contrasto tra il color terra degli elementi umani e quello azzurro del paradisiaco alto dei cieli.

Il risultato è un’opera in cui si sposano elettricamente la tecnica e l’intuizione formando un insieme lineare e composito.

È un’opera dalla plasticità scultorea, viva, gravida di fuoco interiore, in linea con l’evoluzione personale di Avagliano, in cammino crescente verso le forme più alte della spiritualità, ed anche con quella artistica, mai disgiunta dalla ricerca e dal travaglio interiore, che ha portato a risultati notevoli, in particolare nel campo della scultura, dove le figure elaborate dalla sua mano riescono dinamicamente a bucare la scena e ad occupare lo spazio (non dimentichiamo, tra gli altri, l’emozionante Cristo morto presentato a Giffoni valle Piana, il bellissimo portale della Banca Popolare a Cava de’ Tirreni, il monumento ai caduti di tutte le guerre a Santa Lucia,).

Come osserva Antonio Donadio, in luiil segno è propositivo e riesce a cogliere la misteriosa vitalità dell’oggetto in sé.

Per tutto quanto detto, riteniamo che l’Immacolata colomba sia un’opera destinata non solo a rimanere fisicamente, ma anche ad essere conosciuta e “vissuta” dalle future generazioni.

L’arte in essa si sposa con l’anima e, quando avviene un connubio del genere tra tecnica e intuizione, l’onda è lunga e gli spruzzi vanno lontano. E ben riescono a valicare il confine limitato della vita individuale…

 

Il presepe dell’ISS “Giovanni XXIII”

presepe-iss-giovanni-xxiii-dicembre-2016-cava-de'-tirreni-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). C’é pace e c’é silenzio nella finzione del presepe dell’ISS “Giovanni XXIII”, ma c’è anche un senso di inquietudine e dolore che ferisce gli occhi e il cuore di chi lo guarda. Una scelta coraggiosa che mostra attraverso il presepe, la realtà del nostro tempo, quella che tutti conoscono ma evitano di affrontare. Il nostro sguardo sempre rivolto al mare non ha potuto fare a meno di cogliere l’istante in cui la fede resta l’unica speranza di felicità e di salvezza, la misericordia ci chiede l’intervento e la riflessione. La nostra non è una pretesa di soluzione ma una riflessione in un tempo in cui le immagini aiutano più di tante parole.

Le mani aggrappate alla barca, tese verso la salvezza, implorano un aiuto fisico ma anche spirituale, alla ricerca di un abbraccio di chi si è perduto o non si è mai trovato.

La madonna è sola col suo bambino, in un gesto di coraggio e protezione, vestita della sua dignità di donna e di madre, consapevole dello smarrimento che la circonda, certa di un perdono che non tarderá ad arrivare. Il faro é la casa del Padre a cui tutti giungeremo guidati dalla stella che ci accompagna.

Don Salvatore Castello, parroco di Santa Croce, questa mattina ha benedetto tutto ció e tutti i nostri alunni mentre gli zampognari, con la loro litania, hanno accompagnato la deposizione del bambinello.

L’ISS “Giovanni XXII” con la Dirigente Scolastica Daniela Novi, ancora una volta mostra il suo volto piú umano e piú vero, nella consapevolezza di avere creato, all’interno dell’istituto, una vera famiglia, che lotta col sorriso per il bene comune con lo sguardo rivolto ai piú deboli.

Buon Natale! VI aspettiamo dal 16 al 22 dicembre per visitare il nostro presepe e la mostra dei migranti.