Aprile, 2017
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Cavese – Roccella 2-3
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Ancora una volta il Simonetta Lamberti ha offerto uno spettacolo a metà. E questa volta non per decisioni della Giustizia sportiva ma per volontà della tifoseria di curva e distinti. Sugli spalti infatti davvero una manciata di spettatori ha deciso di assistere alla quart’ultima di campionato. In un clima surreale, con meno di quattrocento paganti al botteghino, è andata in scena una sfida contagiata, dunque, dalle polemiche che si vivono in città per la contestazione nei confronti di patron Campitiello. Contestazioni giustificate dalla magra figura fatta dalla squadra in campo contro i calabresi. Sicuramente squadra con minor tasso tecnico ma con più stimoli e cuore. Eppure i presupposti potevano essere diversi visto lo scivolone esterno della prima della classe Sicula Leonzio a Rende e il ridimensionamento del suo vantaggio sui biancoblù. Alla fine il team allenato da Longo ha lasciato i tre punti agli ospiti e tanta amarezza nei pochi presenti al Lamberti di fede blu foncé. La prima frazione di gioco ha offerto pochissime emozioni. Nei primi 20 minuti appena un tiro, alto sulla trasversale, di Giglio al 1′ in mezza giravolta. Poi un desolante spettacolo. Si deve attendere il19’pt per rivedere in avanti la formazione aquilotta con una sgroppata di Bellante sulla fascia destra e un traversone sul quale dall’altra parte dell’area ospite si avventa Loreto che chiude male con un diagonale fuori dallo specchio della porta. Gabrielloni al 23’pt non riesce a tenere bassa la sua conclusione nel cuore dell’area reggina. È un buon momento per i metelliani e al 26’pt vanno vicini al vantaggio su un traversone di Ciarcià sul quale si avventa Parenti. L’incornata sembre indirizzata in fondo alla rete. Invece arriva il miracolo di Mittica che con l’aiuto del palo sventa la minaccia. Ma proprio quando sembrava dover passare da un momento all’altro la squadra di Longo ecco arrivare a sorpresa il gol degli ospiti. Fa tutto da solo, e bene, Ficarrotta che si beve un paio di avversari e un passo all’interno dell’area metelliana spara a rete a mezza altezza. Impreciso l’intervento di Conti che non sventa la minaccia e palla in fondo al sacco per lo 0 a 1. Prova subito a reagire la Cavese. Tra il 35’pt e il 37’pt ci provano Bellante, due volte, e Ciarcià a trovare il varco giusto ma invano. Il pareggio arriva al 43’pt. Azione a percussione di Ciarcià che fa sponda con Giglio e poi serve l’accorrente Bellante che dalla destra questa volta indirizza con precisione il suo diagonale sul palo lontano. Nella ripresa ci si aspetta una Cavese più attiva. Non passa il primo minuto di gioco che gli aquilotti trovano il raddoppio. Loreto dalla sinistra lancia in area per Gabrielloni che di testa addomestica per Giglio che in agguato in piena area di porta infila Mittica. Il Roccella non ci sta e si fa sotto pericoloso al 6’st con Rodriguez. La sua incornata, su cross di La Piana, impegna severamente Conti. Capovolgimento di fronte aquilotto un minuto più tardi. Protagonista Gabrielloni che si beve il marcatore, la sua botta supera Mittica ma sulla linea di porta libera in extremis Sorrentino. Sul capovolgimento di fronte dorme la retroguardia biancoblù che permette un lancio lungo di Minici che pesca Figarrotta in area. Il suo diagonale non lascia scampo a Conti uscito incontro per chiudere lo specchio della porta. La Cavese potrebbe ripassare in vantaggio al 16’st. Bellante se ne va sulla destra e in area di rigore serve l’accorrente Padovano. La conclusione è smanacciata in angolo da Mittica. La partita è aperta a qualsiasi risultato. Così al 18’st è ancora Figarrotta a sfiorare il gol, la tripletta personale, con una conclusione a fil di palo. La risposta aquilotta costruita al 26’st da Gabrielloni per Celiento, anticipato in extremis in angolo a un passo dalla porta. Continui capovolgimenti di fronte e Cavese vicina al nuovo vantaggio al 35’st con Celiento che in slalom taglia tutta l’area di rigore ospite ma la conclusione è messa in angolo da Cordova, in spaccata. In dieci la formazione metelliana dal 39′ st per un infortunio patito da Parenti deve guardarsi dalle ultime sortite offensive del Roccella. E, in extremis, ecco il patratac. In contropiede i reggini trovano il gol della vittoria sul fischio finale con Santaguida con un diagonale micidiale, dopo un mezzo paperone di Padovano. Peggio di così non poteva chiudere la stagione regolare la Cavese. E la piazza è sempre più delusa e amareggiata. Con all’orizzonte lo spettro di un divorzio possibile tra l’aquilotto e patron Campitiello. Mai come in questo contesto vale il detto napoletano: Giorgio se ne vuò i’ e ‘o vescovo ‘o vuò mannà.
CAVESE ROCCELLA 2-3
CAVESE (4-3-3): Conti, Riccio (13’st Celiento), Loreto, Ciarcià, Parenti, Migliaccio, Bellante (30’st Felleca), Alleruzzo, Gabrielloni, Armenise (13’st Padovano), Giglio. A disp. D’Amico, Uliano, Rossi, Giannattasio, Pappalardo, Golia. All. Emilio LONGO.
ROCCELLA (3-4-1-2): Mittica, Cordova, Sorrentino, De Carlo, Minici, Sendin, La Piana, Rodriguez, Franco (23’st Tedesco), Ficarrotta (28’st Femia), Santaguida. A disp. Mirabelli, Futia, Simonetta, Serafino, Lombardo, Manglaviti, Filippone . All. Francesco GALATI.
ARBITRO: Adalberto FIERO (Pistoia), I ass. Claudio SCOPPIO (Molfetta), II ass. Francesco ZANGARA (Catanzaro).
RETI:30’pt e 8’st Ficarrotta, 43’pt Bellante. 1′ st Golia, 44’st Santaguida.
NOTE:Giornata con cielo sereno, terreno in buone condizioni. Ammoniti:Bellante (C ),Ciarcià (C ), Padovano (C ). Angoli: 5 a 4 per la Cavese. Recuperi: 1′ pt, 4′ st..
Giovani e droga, al via dall’Istituto San Giuseppe di Pagani la campagna di sensibilizzazione
PAGANI (SA). Stando ad una recente ricerca, un giovane su cinque riferisce di aver assunto una sostanza illecita almeno una volta. Nasce così l’idea di promuovere un ciclo di incontri nelle scuole del territorio per sensibilizzare gli studenti sui rischi legati all’assunzione di sostanze stupefacenti.
Il primo appuntamento si è svolto questa mattina all’Istituto Paritario San Giuseppe di via Matteotti a Pagani. Davanti ad una folta platea di ragazzi, dirigenti della scuola ed esperti del terzo settore hanno approfondito il tema del rapporto tra droga ed adolescenti illustrando casi pratici ed analizzando le ragioni che spingono i più giovani a ricorrere alle droghe.
Nel corso dell’incontro, organizzato dall’Associazione Nazionale No AIDS e moderato dalla giornalista Aurora Torre, è stato consegnato agli studenti un opuscolo informativo intitolato “La verità sulla droga”.
“In quanto operatori del settore della formazione non potevamo sottrarci ad aderire a questo evento e a fornire il nostro apporto per monitorare con attenzione il fenomeno dell’uso di droghe tra i giovanissimi – ha spiegato Roberta Langella, dirigente della scuola – In base alla nostra esperienza, in una zona geografica particolarmente colpita da queste problematiche, ci teniamo ad evidenziare la stretta connessione tra dispersione scolastica, che intendiamo fortemente combattere con la nostra azione, e stili di vita dei giovani improntati alle dipendenze. Dobbiamo aiutare i giovani a credere in se stessi e restituire loro una speranza di realizzazione umana e lavorativa.” Dello stesso avviso il preside dell’Istituto San Giuseppe, Vincenzo Forino: “I ragazzi devono credere fortemente nelle proprie capacità, sapersi ascoltare e non farsi guidare da falsi idoli.” Giuseppe Barone, presidente dell’Associazione Nazionale No Aids, per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica ha lanciato l’idea di istituire entro la fine di quest’anno uno sportello dedicato: “Iniziative come quelle di oggi ci consentono di sensibilizzare un numero più alto possibile di studenti. Il tema della droga va affrontato e contrastato quotidianamente e non soltanto in un’occasione particolare. Per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica abbiamo pensato di attivare uno sportello, un centro di ascolto e intervento che supporterà tanti giovani del territorio.”
All’incontro hanno partecipato anche Carmen Guarino, direttore generale centri Rete Solidale, che ha raccontato agli studenti la sua esperienza nel terzo settore e volontariato invitandoli a “tirar fuori i loro talenti effettuando scelte libere e consapevoli”, Sandro Matini, responsabile fondazione “Un Mondo libero dalle Droghe”, e Massimo Esposito, coordinatore fondazione “Un Mondo libero dalle Droghe”.
In occasione dell’incontro di questa mattina, è partita anche la raccolta solidale di generi alimentari per le famiglie più bisognose della città di Pagani.
Il ricordo di Antonio Donadio del prof. Giorgio Barberi Squarotti
Il caso ha voluto che ero alla scrivania e stavo scrivendo il consueto biglietto augurale per il prof. Giorgio Barberi Squarotti, quando mi è arrivata la triste notizia della sua scomparsa avvenuta proprio in quelle stesse ore. Avevo incontrato il professore l’ultima volta il 28 maggio del 2015, a casa sua, a Torino. Mi ricevette, come sempre, nel suo studio/salottino tra migliaia di libri e quadri alle parti. In quell’occasione era presente anche sua moglie, la signora Piera, già inferma. Scomparve, infatti, nell’agosto dello stesso anno. Fu per lui un dolore fortissimo, mi scrisse infatti: “… e anche se l’evento era previsto dopo il peggioramento di febbraio, non minore è lo strazio. E’ il vuoto dopo quasi sessant’anni di vita insieme” … e in una lettera di alcuni mesi dopo: “Dura, in me, il dolore per la perdita di Piera …” Non voglio parlare, in quest’occasione, del prof. universitario, poeta e critico letterario (mi riprometto di farlo in seguito), ma dell’uomo Giorgio Barberi Squarotti. Negli ultimi due anni c’eravamo sentiti spesso in occasione della preparazione del mio ultimo libro “Calcio d’autore”. Prodigo di consigli preziosi; generosissimo, mi regalò una sua lirica inedita, scritta in memoria del Grande Torino. Sempre gentile e cortese nei confronti di tutti, mai si negava a chiunque si rivolgesse a lui. Forse a volte fu anche troppo disponibile. Tanti poeti, giovani e meno giovani, si sono avvalsi di sue presentazioni e introduzioni. Non volli mai disturbarlo: erano sufficienti per me le lettere che ci scambiavamo. Preziosi i suoi consigli, i suoi complimenti: “Lavoro nella sua essenzialità perfetto…”, i suoi incoraggiamenti. Corrispondenza d’anni (circa trenta) sempre ritmata dagli immancabili auguri di Natale e di Pasqua. Nessuna e-mail, solo biglietti e lettere. Lettere caratterizzate sempre dall’immancabile suo scrivere “ E’ per Antonio Donadio”. Era il suo timbro. Nell’ultimo biglietto, in risposta ai miei auguri per l’anno nuovo, scriveva” “Auguro anche a Lei un sereno Natale di speranza e di fiducia e un anno operoso e fruttuoso”. Mi mancheranno molto queste sue lettere.
Il mio triste addio a lui con questi suoi versi per l’addio ai campioni del Grande Torino:
[ ]………l’applauso
che cancella i corpi e tutto il sogno eterno
che c’è stato dentro.
In scena alla Rodaviva “La guerra di Troia e delle tre dee”: gli antefatti dell’Iliade napoletanizzati e sicilianizzati dalla fantasia di Maria Cristina Orga
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Anche oggi, domenica 26 marzo, nel tardo pomeriggio mi trovo nell’accogliente Libreria bar di Cava de’ Tirreni, per seguire il domenicale, stimolante evento culturale, organizzato come sempre in modo inappuntabile dalla titolare, l’instancabile Sandra Ruggiero, costante miniera di idee e iniziative.
Anche oggi, come già domenica 26 febbraio, è in scena la brava, simpatica e fantasiosa Maria Cristina Orga, maestra-poetessa-autrice-attrice, che insieme con altri attori ha presentato un reading tratto dal suo libro “La guerra di Troia e delle tre dee”, che, come si può arguire dal titolo, si concentra sugli antefatti mitici dello scontro più famoso dell’antichità, reso poi immortale dall’Iliade di Omero. Una storia che la nostra Orga ha scritto, udite! udite!, anzi leggete leggete!, utilizzando anche il napoletano! E per promuovere la sua versione sulla quarta di copertina del volume ha detto, anzi ha scritto, simpatiche frasi slogan, del tipo: La guerra di Troia come nessuno ve l’ha mai raccontata(e come avrebbe potuto? L’ho appena scritta!), oppure “un libro unico, assolutamente da non perdere (agli amici più cari potete prestarlo, però).”
Anche il reading, come già il libro, è stato arricchito dalla presenza della lingua napoletana e a tratti, udite udite, anche dal dialetto siciliano. Protagonista, la stessa Maria Cristina Orga, come voce narrante e nelle parti di Atena e di un Menelao “cornuto” e, appunto, sicilianizzato. Con lei, Gino Oliviero, abituale compagno di scena, nella parte di Paride, Bianca Mazzola (Giunone e Agenore) e Olimpia Del Vecchio, dal nome di battesimo già in tema col testo, nelle parti di Afrodite e Elena, le più belle del poema.
I quattro attori, che mi sembravano tre moschettiere un guascone vesuviani, con simpatia e comunicatività hanno coinvolto il pubblico facendo anche coro e stimolandolo a partecipare al coro “cu tutt’ ‘u core”. I canti erano parodie di note canzoni e così “Quanno nascette ninno” si è trasformata in “Quanno nascette Paride, quanno nascette Paride ‘a reggia ‘e Troia, pe tutte quante fuje ‘na grande gioia”… oppure il famoso refrain de “La gatta cenerentola” sulle tre sorelle tutte belle è stato trasformato in “Le dee son belle, son tutte belle, tre son più belle e si contendono il pomo d’or!”
Come si sa, quel benedetto pomo d’oro che sarebbe andato in premio alla “Miss Dea Olimpia”, fu assegnato dall’arbitro venduto, il troiano Paride, a Venere, sotto promessa di conquista della donna più bella del mondo, Elena, moglie del capo greco Menelao. E quel benedetto pomo d’oro scatenò la “madre di tutte le guerre”… Così dicono i miti, ovviamente: ma sappiamo che probabilmente non è andata proprio così: del resto, allora le guerre venivano scatenate da balle spaziali… Solo allora, o ne sappiamo qualcosa anche oggi?
Ma torniamo alle scene e ai cori della Guerra di Troia targata Orga. I magnifici quattro hanno fatto una libera interpretazione in chiave comica della vicenda, raccontando le polemiche sull’assegnazione e il successivo rapimento di Elena fatto da Paride e la violenta reazione di Menelao che mobilitò tutte le città della penisola ellenica per andare a riconquistare sua moglie e l’onore perduto. La recitazione è stata sempre più scatenata… e dobbiamo dire che la porticese Orga si è saputa sicilianizzare magnificamente per rappresentare l’ira di Menelao.
Alla fine, dopo un’ora di spettacolo frizzante e coinvolgente, applausi per tutti.
La cultura qui al Rodaviva è sempre una rosa viva …
(Guglielmo Cirillo)