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Assemblea di fuoco e di protesta al Club Universitario cavese: non rinnovato dal Comune il contratto di locazione del sodalizio, che rischia lo sfratto
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Assemblea rovente, quella di venerdì 5 marzo al Club Universitario Cavese, indetta dal Direttivo guidato dalla supercombattiva Presidente, Anna Maria Garofalo, e saggiamente moderata da Tino Di Serio.
Un’Assemblea rovente, non perché ha acceso il fuoco, ma perché è stata accesa dall’accensione di un fuoco.
Non una semplice riunione di soci, ma un’assemblea di Città, e non solo perché era aperta ai cittadini.
Non una semplice assemblea civica, ma un’assemblea politica, perché generata da un Progetto del Sindaco e dell’Amministrazione ed inevitabilmente, non solo in quanto sollecitati dalla Presidenza del Club, sono stati coinvolti anche i candidati aspiranti alla poltrona di Primo Cittadino, oltre al Consigliere Regionale Anna Petrone.
In breve, ecco l’oggetto del contendere.
Il Sindaco e l’Amministrazione hanno deciso di non rinnovare il contratto d’affitto al Club Universitario Cavese, che quindi alla scadenza, nel prossimo ottobre, dovrebbe lasciare liberi i locali, da affidare al Forum dei Giovani, che in quest’ultimo periodo già ha avuto sede, come cogestore, proprio nei locali del CUC, nel cui Direttivo c’è un suo rappresentante. I soci del CUC non sarebbero però dispersi, ma potrebbero avere, a titolo gratuito, a disposizione, a titolo gratuito, dei locali nei restaurandi edifici di via della Repubblica e San Giovanni. E con loro l’Associazione CUC Argento, presieduta da Gerardo Canora, che anch’essa in questo periodo ha avuto sede all’interno del CUC.
La causa formale di questa decisione è, a dire dell’Amministrazione, la morosità del Club Universitario (e la conseguente necessità per l’Amministrazione di giustificarsi di fronte ai Revisori dei conti), che però non riguarderebbe il pagamento delle quote mensili bensì i debiti pregressi, ai quali non può oggettivamente far fronte, oggi come oggi, con i soli soldi derivanti dalle quote e dai contributi di affitto interno. Su tale punto i dirigenti del Circolo non negano l’indebitamento, ma sottolineano che è in atto una vertenza di riconoscimento delle spese effettuate per il miglioramento della struttura, che potrebbe anche portare ad un’inversione di rotta, dato che in tal caso sarebbe il CUC creditore, e di una cifra dai cinquantamila euro in su.
La causa reale, stante alle dichiarazioni di Sindaco e Giunta, è l’obiettivo di fare della sede del Club Universitario un polo di giovani e non di non universitari stagionati, creando poi altrove un altro polo, riservato agli esponenti della Terza Età (così facendo si troverebbero adiacenti o collegati Club Universitario, CUC Argento e Università della Terza Età).
Facile immaginare le reazioni dei soci del CUC (compresi quelli “d’argento), che si troverebbero ad essere sfrattati dopo una storia durata Sessant’anni, da quando il sodalizio fu istituito sulla ricostruzione di quella che era stata la storica Casa del Balilla ai tempi del Fascio.
Una storia, lo sanno bene tutti i cittadini cavesi, ricchissima e vitalissima, soprattutto nei primi decenni: con la sua struttura grandissima, comprensiva di salone, salette, giardino e campo esterno di pallacanestro/pallavolo/calcetto/ballo, ilCUC è stato una stella polare di feste, incontri, iniziative culturali, tornei sportivi di ogni genere, partecipazione a campionati vari, ma soprattutto di socializzazione: in particolare tra gli “anta” del centro città, sono una minoranza quelli che non sono cresciuti, sia pure per poco, in quelle sale. È quella storia che oggi essi tendono difendere con forza, così come è stato più volte affermato in assemblea sia dalla Presidente Anna Maria Garofalo sia dagli interventi al tavolo sia dalle voci di sala sia soprattutto dal numero veramente notevoli dei partecipanti.
È quella storia che hanno promesso di difendere anche i candidati a Sindaco presenti, da Marco Senatore ad Armando Lamberti, da Michele Mazzeo a Cettina Capuano a Stefano Cicalese.
Ci si sarebbe aspettato anche un intervento fermo e/o dialogico e/o chiarificatorio dell’Amministrazione, ma purtroppo è mancato, quasi del tutto. Mancava il Sindaco Marco Galdi, principale artefice del progetto alternativo: non era una mancanza da poco, ma poteva essere giustificata dalla contemporanea presenza del Sindaco ad un importante incontro culturale in Mediateca. Eppure era presente il Vice Sindaco, Enzo Landolfi, il quale dopo le relazioni iniziali è intervenuto spiegando le motivazioni del Comune, ma non ci è sembrato che lo abbia fatto né con grande determinazione né soprattutto con particolare convinzione, e poi subito dopo ha ritenuto opportuno andare via, senza ascoltare nessuno dei successivi, e assolutamente non insignificanti, interventi. Come se avesse dovuto fare il classico saluto istituzionale dei politici alle manifestazioni importanti, dove vengono, parlano a, non parlano con… e vanno subito via senza ascoltare. Facendo magari anche finta di chiedere scusa.
Ma in questo caso non si trattava di una manifestazione accademica. E così l’Amministrazione ha perso almeno il doppio della credibilità già messa in gioco con la discutibilità di un progetto che, proprio perché discutibile, poteva, e lo può ancora, essere messo in discussione non solo con il CUC ma con l’intera cittadinanza, perché, pur con le sue luci ed ombre, il CUC fa parte integrante della storia cittadina.
Rimangono a questo punto le risposte che l’Amministrazione avrebbe dovuto, e può e deve dare, alle questioni nodali, che sono state poste in modo più o meno esplicito e che in questo momento facciamo nostre.
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Era il caso di prendere una decisione del genere a tre mesi delle elezioni, quando con un
altro Sindaco si potrebbe poi azzerare tutto il processo messo in moto? Non sarebbe stato meglio rimandare il tutto al prossimo giugno, per il momento lasciando la cosa nel campo delle pure intenzioni?
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Era il caso di attaccare così pesantemente la vita di una struttura proprio ora che, dopo un
lungo periodo di asettica stasi, il Circolo gode di una vita attiva e floridissima, essendosi trasformato, con tutta la bellezza e le opportunità delle sue strutture, in una Associazione delle Associazioni? Più precisamente, nell’Associazione con ben dieci associazioni (CUC Argento, con 250 anziani), Forum dei Giovani (in cogestione dal 2011), Cooperativa Lithodora (con attività per i bambini), Ass. “Farma e Benessere”, Centro World, Ass. Almatango, Comunità Cavese Ucraini (come luogo degli eventi da essi organizzati), Villa Alba (collaborazione previo protocollo d’intesa), Libera-Mente (associazione di persone con disabilità), Associazione Gemellaggi (come luogo per riunioni ed eventi). Inoltre ha costituito al suo interno il Gruppo teatrale, con la compagnia dei P.P.&Friends (recente promotore di una Rassegna delle Compagnie del territorio), ed organizza o ospita laboratori cinematografici, revival, spettacolo di Talent, presentazioni di libri, iniziative musicali. Infine permette l’uso dei locali alle Associazioni Mani amiche, CSI, Sbandieratori S.S. Sacramento.
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In tempo in cui è politicamente corretto ma soprattutto è cosa buona e giusta favorire
l’integrazione a tutti i livelli, non si corre il rischio di sembrare, anzi di essere, insensatamente controcorrente nel disgregare un sodalizio, l’unico in Città e forse uno dei pochissimi nel territorio, in cui convivono, senza particolari problemi, gruppi organizzati di tutte le generazioni, con presenze che vanno dal minorenne all’ultranovantenne?
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Ci si è resi conto che il Club Universitario Cavese è diventato soprattutto un contenitore e
quasi un marchio, e quindi non ha molto senso stigmatizzare la presenza solo formale del termine universitario nella denominazione?
Sono questioni serie, che vanno ben ponderate, prima di fare delle scelte definitive. E se,
come è stato opportunamente detto da Ugo Mughini durante la serata, il tutto sta avvenendo in buona fede, e nell’interesse della Città, che problema c’è a rifletterci ancora un po’ per valutare i pro ed i contro? Ma non solo i pro e i contro…. Anche per ascoltare, conoscere e ponderare l’anima della Città. Che in questo caso conta, e non solo come calcolo elettorale.
Dopo, ogni scelta sarà più valida, perché fatta non con il segno del potere, ma con il potere
di un segno: il segno del dialogo. Quello vero, beninteso.
- La Presidente del CUC, Annamaria Garofalo, durante il suo intervento b
- La Presidente e il Vice Sindaco Landolfi discutono sulle carte delle delibere
- L’intervento del Candidato a Sindaco Armando Lamberti
- L’intervento del Commissario AST Carmine Salsano
- L’intervento della candidata a Sindaco Cettina Capuano
- L’intervento del Candidato a Sindaco Michele Mazzeo
- L’intervento del candidato a Sindaco Marco Senatore
- L’intervento del Presidente del Forum dei Giovani Emiliano Sergio
- Stefano-Cicalese, intervenuto come candidato a Sindaco di Città Democratica
- Immagine della sala, affollata ed attenta
“Le parole sono ponti”, nel nome di Elisabetta Sabatino: venerdì 6 marzo un convegno, sabato 7 la premiazione del Concorso riservato agli studenti
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Al traguardo la seconda edizione del Concorso letterario Le parole sono ponti, organizzato dall’Amministrazione Comunale di Cava de’ Tirreni, dal Centro Studi Gaetano Filangieri e dall’Istituto IIS “Filangieri”, riservato agli studenti e dedicato alla cara Betty Sabatino, la professoressa di Lettere prematuramente scomparsa due anni fa.
La premiazione avverrà il 7 marzo p.v., alle ore 10, nella Sala Consiliare di Palazzo di Città, alla presenza del Sindaco di Cava de’ Tirreni Marco Galdi, dell’Assessore alla Pubblica Istruzione Clotilde Salsano. Leggeranno i testi Giuseppe Basta, Giuliana Carbone, Pasquale Senatore e lo scrivente, che sarà anche il conduttore della manifestazione. Questa sarà anticipata, il pomeriggio precedente, sempre nella Sala Consiliare, alle ore 17, da un convegno in tema, con la presenza di un nume tutelare della Cultura Nazionale, come il filosofo Aldo Masullo, e di altre autorevoli figure come Livio Rossetti, docente di Storia della Filosofia Antica presso l’Università di Perugia (con il quale Betty Sabatino ha lanciato lo splendido progetto Amica Sofia, mirante alla diffusione della Filosofia anche tra gli alunni della scuola primaria), e Raffaela Luciano, Preside dell’IIS Gaetano Filangieri. Coordinerà Gabriella Liberti. Porterà il saluto del Centro “Filangieri” Paolo Gravagnuolo.
Come lo scorso anno, la premiazione avverrà in occasione della Giornata della Donna, per ricordare una figura di donna eccezionale che ha saputo cercare le luci del cuore e donarle compiutamente sia in famiglia che nell’esercizio della professione scolastica. Lo ha fatto con lo spirito di una fede profonda e meditata, con la passione di una cultura viva ed applicata, con la spinta totale verso una relazione aperta con l’altro, improntata all’accettazione, alla tolleranza ed all’empatia emozionale.
“Le parole sono ponti” , appunto: questa era una delle sue espressioni – cavallo di battaglia e non a caso è il tema proposto ai ragazzi. che hanno partecipato scrivendo poesie e racconti e minisaggi e comunque meditando sulla comunicazione e sulla pace sempre possibile tra gli uomini, che però purtroppo lo dimenticano troppo spesso, nella vita quotidiana ed in quella politica.
Ad integrazione dell’iniziativa dello scorso anno, la premiazione sarà accompagnata dalla diffusione di un libretto contenente i testi vincitori e segnalati sia nell’edizione 2014 che in quella 2015.
Ed ecco l’elenco dei premiati di quest’anno.
Sezione “Scuola Primaria”: 1) Francesca Lopardi (V C – San Lorenzo); 2) Alessandro Senatore (V B – San Lorenzo); 3) Ivan Lambiase (V B – S. Lucia) 3) Annalisa Lamberti (V B – S. Lucia) – Segnalazioni di merito: Manuela Benigno (V C – San Lorenzo); Silvana Pirollo (E. Di Mauro); Martina Sorrentino (V C – San Lorenzo) – Chiara Di Marino (V A – San Lorenzo)- Francesco Maria Bottiglieri – Premio Metodologia: Cristina Della Monica, Vittoria Della Monica, Angela Vitale, Valeria Falcone (Classe V – SS. Annunziata).
Sezione “Scuole Medie”: 1) Maria Lucia Porfido (III F SM Balzico); 2) Anna Paola De Luca (II H SM Giovanni XXIII); 3) Elena Bottiglieri (I E SM Giovanni XXIII ) – Segnalazioni di merito: Mariella Di Agostino (III E SM Giovanni XXIII); Luisa Di Rosa (I E SM Giovanni XXIII); Elvira Stabile (II E SM Giovanni XXIII).
Sezione “Scuole Superiori”: 1)AttilioBarretta (IIS De Filippis – Galdi); 2) Bar Ponte (IV IIS Della Corte-Vanvitelli); 2) Maria Antonietta Milione (IIS Filangieri) – 3) Daniele Luigi D’Elia ( IIS Della Corte-Vanvitelli); 3) Anella Lodato (IIS De Filippis – Galdi).
Premio Speciale della Giuria: Stefania Falcone (IIS Della Corte – Vanvitelli).
Premio “Mamma Lucia alle Donne Coraggio” a Regina Catrambone e Suor Teresa Martino, sabato 28 febbraio a Cava de’ Tirreni la cerimonia di premiazione
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Sabato 28 febbraio al Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Sa) la cerimonia di premiazione della V edizione del Premio “Mamma Lucia alle Donne Coraggio”, patrocinato dalla Città di Cava de’ Tirreni, ideato da Antonio Armenante ed organizzato da un Comitato Cittadino formato dalle Associazioni Punto Pace Pax Christi, Caritas Diocesana, Eugenio Rossetto e VersoCava, con il sostegno delle sezioni metelliane di Rotary e Lions, la partecipazione degli Sbandieratori Cavensi e la sponsorizzazione dell’AAST di Cava de’ Tirreni, oltre che delle aziende Grafica Metelliana e Ceramiche Arcea.
Il Premio intende promuovere e far conoscere le azioni delle donne che con coraggio operano nel nome della Pace e della Solidarietà, valori di cui la cavese Mamma Lucia, simbolo della maternità universale (come è noto, recuperò e restituì alle famiglie oltre 600 salme di soldati, amici e “nemici”, caduti nella Seconda Guerra Mondiale), ha offerto un’immagine straordinaria.
Di altissimo livello e prestigio le due donne prescelte per l’edizione 2015. Per la sezione Premio Mamma Lucia alle Donne Coraggio, dedicata alle donne che si sono impegnate in azioni di solidarietà nazionale o internazionale, il riconoscimento è stato assegnato a Regina Catrambone, una signora italo-maltese che a proprie spese ha fondato un’Associazione (MOAS) ed attrezzato una nave per raccogliere ed assistere i migranti naufragati nel corso delle avventurose e pericolosissime traversate del Canale di Sicilia.
Per la sezione Carmela Matonti, dedicata alle persone impegnate in azioni di solidarietà in campo sociale, ma che provengano dal mondo dei media o dello spettacolo, la Targa 2015 spetterà a Suor Teresa Martino, un’ex attrice ben nota negli anni Sessanta sulle scene della RAI e sui grandi palcoscenici, di Milano e non solo. Abbandonato il mondo dello spettacolo, Suor Teresa, al fianco di Fratel Ettore (da poco scomparso), dedicò la sua vita all’accoglienza ed all’assistenza dei senza fissa dimora, fondando e gestendo, sotto la stazione di Milano, un Istituto che oggi ha anche delle succursali internazionali (ad esempio in Colombia).
La cerimonia di consegna delle Targhe si terrà sabato 28 febbraio, alle ore 9.00, nell’Aula Consiliare del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, alla presenza del Sindaco Marco Galdi, delle più alte autorità cittadine e dei membri del Comitato organizzatore. E precederà – si spera di pochi mesi – l’inaugurazione del costituendo, buono e giusto e da sempre agognato Museo Cittadino dedicato alla nostra indimenticabile “Madre dei caduti”.
Mamma Lucia (alias Lucia Pisapia – Apicella), popolana, è una figura amatissima a Cava de’ Tirreni. Nel Secondo Dopoguerra, negli anni successivi allo sbarco alleato (avvenuto nel mare di Salerno di fronte all’entroterra cavese), compì un gesto nobilissimo di valore universale che a suo modo abbatteva l’idea di nemico e denudava la guerra. Quando si placò la tempesta della Seconda Guerra Mondiale, Lucia, insieme con l’amica Carmela Matonti, armata di badile, pazienza ed amore, ripetendo a tutti “Non esiste nemico! Mai più la guerra! So’ tutti figlie e mamma!”, per mesi, per anni, mossa dalla fede, percorse il territorio alla ricerca dei corpi dei soldati caduti durante la lunga battaglia che vide il tentativo, poi riuscito, delle truppe alleate di sfondare le linee difese dai soldati tedeschi sulle colline salernitane e cavesi. E furono circa 800 i “figli di mamma” che restituì alle mamme d’Europa, soprattutto della Germania.
Nella prima sezione sono state finora premiate Angelica Calò Livné e Maisa Baransi Senora (un’israeliana ed una palestinese impegnate in loco per la pacificazione), Suor Rita Giaretta (che nella zona di Caserta opera per il recupero delle migranti prostituite e schiavizzate), Manina Consiglio (che ha realizzato delle scuole per i villaggi del Madagascar), Simona Torretta (una delle “due Simone”, operatrici di pace rapite in Iraq) e Suor Eugenia Bonetti (coordinatrice nazionale degli istituti religiosi che operano per l’assistenza ed il recupero delle migranti emarginate e/o prostituite).
Nella seconda sezione sono state premiate Lella Costa (per il suo impegno artistico e le sue scelte in sintonia con gli scopi del Premio), Lolita D’Arienzo (cavese, ex ballerina, paralizzata dalla SLA, che con il solo battito delle ciglia è riuscita a scrivere tre libri, oltre che poesie ed epistolari, e ad organizzare due spettacoli teatrali) e Teresa De Sio (nota cantautrice, che sposa l’attività musicale con l’impegno civile).
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Occhio al candidato N. 5: Michele Mazzeo (Partito Comunista). “I nostri cavalli di battaglia? Difesa del territorio, trasporti, piano casa, sostegno dei più deboli.”
Quinto appuntamento nel nostro viaggio alla scoperta dei candidati a Sindaco per le elezioni di primavera. Dopo Servalli, Lamberti, Marco Senatore e Stefano Cicalese, ecco Michele Mazzeo, candidato ufficiale del Partito Comunista. A seguire, max lunedì prossimo, l’intervista al Sindaco uscente, Marco Galdi.
Partiamo dall’anagrafe e dall’attività lavorativa?
Nato a Salerno 8 maggio 1946 residente a Cava de’ Tirreni dal 1974 – Pensionato.
Titoli di studio?
Maturità scientifica Laurea in Ingegneria Aeronautica.
Quali sono i tuoi hobby?
Aeromodellismo e lettura.
Sul tuo podio ideale, quali libri collochi e perché?
–Il gabbiano Jonathan Livingston
Perché la capacità e la volontà di superare i limiti del volo (sognare un mondo migliore) anche fra la derisione del mondo circostante sono una metafora perfetta della mia vita.
–Se questo è un uomo
Perché è la descrizione più coinvolgente che io abbia mai trovato della tragedia umana della Shoah
–Cannibali e re.
Perché dà un quadro della evoluzione antropologica delle culture al di fuori dei condizionamenti religiosi.
E quali film e perché?
–Il soldato York
Perché è un esempio straordinario di come uno stato, in teoria democratico, possa usare i mezzi di comunicazione per piegare ai propri scopi la volontà e gli ideali dei suoi cittadini.
–La storia infinita
Perché ancora sento l’emozione che ho provato quando l’ho visto con i miei due figli.
–Balla coi lupi
Perché è stata la catarsi della mia anima cresciuta ed educata con i film dove gli indiani cattivi e feroci assalivano e massacravano i bianchi “buoni”.
Quali sono i tre cardini della tua etica personale?
–Rispetto assoluto della libertà di opinione e di religione; generosità; lealtà.
I tuoi modelli ideali in politica?
–Mio padre; Albert Bruce Sabin.
E nella storia della politica cittadina?
– Riccardo Romano; Federico De Filippis.
Quali sono secondo te le tre qualità più importanti per un politico?
–Coerenza; rispetto per gli elettori; impegno a lottare per i più deboli.
Quali sono le tue tre principali qualità?
–Coerenza; rispetto per gli elettori; impegno a lottare per i più deboli.
E quali i tuoi tre principali difetti?
–Testardaggine; difesa ad oltranza delle mie idee; do troppo poca importanza al denaro.
Quali sono le principali motivazioni del tuo avvicinarti alla politica?
–Non mi rassegno ad un mondo fondato sull’ingiustizia e, dunque, voglia di fare la mia parte per costruirne uno migliore.
Immaginiamo che il tuo giudizio sull’Amministrazione Galdi non sia positivo. In ordine di importanza, le cinque imputazioni principali per te sono …
–Essersi circondato di persone di scarsissima qualità;
-avere accettato la sudditanza ”esterna” alla città;
-avere usato la macchina amministrativa più con l’occhio alle clientele che all’efficienza;
-avere mortificato persone di valore;
-avere mantenuto pochissime promesse elettorali.
Ma non c’è proprio niente da salvare, secondo te?
–Non sono manicheo e, dunque, non penso che tutto il male sia da una parte ed il bene dall’altra.
Quali sono le principali differenze tra te e Marco Galdi, a livello personale e politico?
–A parte la diversa collocazione credo di essere politicamente molto più coraggioso di lui.
– Sul piano personale non rispondo.
Se fossi stato tu sindaco, nell’era Galdi, ci dici in ordine di importanza quattro decisioni che avresti preso diversamente da quelle che ha preso lui?
–Avrei valorizzato l’esperienza dell’amministrazione precedente senza buttare via “il bambino con l’acqua sporca.
-Avrei fatto una battaglia più ferma sul trasporto pubblico.
-Avrei fatto una battaglia ad oltranza sull’ospedale.
-Avrei valorizzato persone capaci e competenti che pure ci sono state e ci sono.
I rapporti tra voi due in questi cinque anni, compresa la campagna elettorale, sono stati a “trecentosessanta gradi”, dalla polemica aperta alla cordialità, dal dissenso alla non belligeranza …
–I rapporti a “trecentosessanta gradi” apparentemente “schizofrenici” sono stati generati da due fatti fondamentali.
1) Come ho detto non sono manicheo e, dunque, se pur da posizioni diverse, ho scelto di appoggiare ciò che ho ritenuto giusto per i cittadini.
2) Quando ho ritenuto che le scelte di Galdi non andavano in questa direzione ho avuto anche scontri istituzionalmente “violenti”.
Dato che entrambi lo rivendicate, l’Ospedale l’avete salvato voi con la petizione o Galdi con le
iniziative istituzionali?
-Intanto è necessario dire che salvare l’ospedale non vuol dire salvarne “le mura”, ma la funzionalità e l’efficienza, difendendo le grandi professionalità presenti dai continui attacchi sotterranei e “rapaci”.
In questo senso il cammino è ancora lungo e la guardia deve rimanere molto alta.
-Bisogna poi dire che quello di buono che si è fatto lo si è ottenuto quando, con il consenso unanime del Consiglio Comunale, si è anteposto l’interesse dei cittadini a quelli di bottega.
-Infine noi non crediamo di “aver salvato l’ospedale”. La nostra petizione aveva lo scopo di ribellarci all’ennesima scelleratezza contenuta nella proposta di atto aziendale, dove si prevede che vengano soppressi il reparto di cardiologia ed il reparto di ortopedia per far posto a dermatologia e chirurgia estetica ricostruttiva, mentre nel frattempo il pronto soccorso veniva declassato a primo soccorso. La nostra petizione/denuncia aveva lo scopo di informare i cittadini di ciò che si stava tramando alle loro spalle. La nostra grande soddisfazione è stata la straordinaria partecipazione dei cittadini a questa iniziativa ( raccolte oltre quattromila firme in poco tempo) e le manifestazioni di stima che abbiamo ricevuto.
Tra il Mazzeo candidato 2010, il Mazzeo consigliere 2010 – 2015 ed il Mazzeo candidato 2015 passa un ruscelletto, un affluente, un torrente o un grande fiume?
Quando ho accettato di candidarmi nel 2010, ero politicamente uno sconosciuto a Cava de’ Tirreni. Tra il 2010 ed il 2015 ritengo di aver mantenuto l’impegno assunto con i cittadini, di avere svolto un buon lavoro e credo di avere conquistato la stima di molti. Il Mazzeo candidato 2015 si presenta agli elettori sulla base di questa stima. Ed i cittadini valuteranno.
Sei rappresentante di uno dei pochi partiti ancora in circolazione. Ci credi ancora, nei partiti?
Sì, credo ancora che i partiti debbano svolgere l’azione che viene loro assegnata dalla Costituzione. Naturalmente senza dimenticare ciò che è stata la degenerazione della politica che ha causato tanto distacco dagli elettori. E senza dimenticare che i partiti devono ripensare sé stessi per recuperare questo distacco.
Sei il rappresentante di un partito nazionale, ma ancora di dimensione micro. Il partito di Rifondazione non era già sufficientemente piccolo? Quale la specificità che ti ha spinto a fondare la sezione cavese?
Mi sono imposto l’imperativo categorico di non parlare della mia vicenda ultima che mi ha spinto a lasciare Rifondazione. Per me è stata una decisione sofferta ma obbligata. Detto questo, poiché sono comunista da 50 anni, dove avrei dovuto andare? Per una felice combinazione Rizzo aveva appena fatto rinascere il Partito Comunista ed è stata, per me, l’occasione di “tornare a casa”.
In campagna elettorale, pensi di caratterizzare la tua immagine soprattutto come…
Persona coerente seria e credibile che offre ai cittadini un programma qualificato ed una lista di persone eccellenti.
Quanto pensi che pesino in campagna elettorale sulla tua immagine i dubbi e le accuse emerse nell’inchiesta della rimborsopoli cavese?
Quella che è stata definita “rimborsopoli cavese” è una vicenda che, a mio modo di vedere, contiene lati oscuri ed inquietanti di cui non è opportuno parlare essendo in corso l’attività della magistratura. In questo quadro sono pronto a rispondere a tutte le domande che i cittadini mi vorranno fare così come sono determinato a combattere ogni forma di speculazione. Gli elettori, poi, decideranno.
Compatibilmente con le emergenze economiche, cosa potrebbe caratterizzare un’Amministrazione di “sinistra senza se e senza ma”?
Prendendo dal nostro programma, ad esempio, un piano per la messa in sicurezza del territorio, un piano per il trasporto pubblico, un piano casa (con la ricaduta di tanti posti di lavoro) ed una politica seria di sostegno alle fasce più deboli ecc. ecc.
Quali sarebbero le tue prime mosse in caso di elezione a Sindaco?
–Creazione di una giunta di altissimo livello.
-Valorizzazione delle competenze per fare della macchina comunale uno strumento efficiente al servizio del cittadino.
Con quali criteri ti sceglieresti gli Assessori? Pescheresti anche dal Consiglio Comunale?
Il criterio sarebbe la competenza e la scelta sarebbe non necessariamente dal Consiglio Comunale.
Qualche ricetta già pronta per rilanciare l’economia cittadina?
Piano di messa in sicurezza del territorio, ristrutturazione e valorizzazione del patrimonio abitativo rilanci della politica culturale e turistica.
Cosa potrebbe fare un Sindaco di Cava per ridurre il distacco culturale e politico che c’è la Città e le aziende della zona industriale?
Mettere attorno ad un tavolo tutti i soggetti, ascoltarne le istanze e fare le scelte che meglio ne sostanziano la sintesi.
Ci dici cinque buoni motivi per cui la gente dovrebbe votare te e non altri candidati?
I motivi per cui ritengo che i cittadini dovrebbero votare per noi sono contenuti nel nostro programma e sono sostenuti dalla nostra credibilità.
Cava de’ Tirreni (SA). Occhio al candidato n. 4 Stefano Cicalese (Città Democratica): “Il rilancio della Città nel dopo Galdi? Meno tasse, più trasparenza e sicurezza, Green Economy, Parco Culturale e tanti altri progetti …”
Quarto appuntamento nel nostro viaggio alla scoperta dei candidati a Sindaco per le elezioni di primavera. Dopo Servalli, Lamberti e Marco Senatore, ecco Stefano Cicalese, candidato ufficiale di Città Democratica già da molti mesi. A seguire, entro la settimana, l’intervista al Sindaco uscente, Marco Galdi.
Partiamo dall’anagrafe e dall’attività lavorativa?
Stefano Cicalese, nato a Cava de’ Tirreni il 02 gennaio 1967, sposato con figli.
Dirigente presso il Consorzio di Bacino SA1.
Titoli di studio?
Laurea in Economia e Commercio.
Quali sono i tuoi hobby?
Cinema – Cucina – Lettura – Sport.
Sul tuo podio ideale, quali libri collochi e perché?
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ll vecchio e il mare, mi ricorda il periodo dell’adolescenza con la fortuna di aver avuto professore d’italiano Tommaso Avagliano, che mi ha trasmesso la passione per la lettura;
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L’arte della guerra, mi ricorda il periodo del militare, passato tra le tante cose anche come responsabile dell’esercito per le fiere dell’editoria;
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Il trono vuoto, tra gli ultimi che ho letto e che mi ha stimolato per la mia partecipazione alla vita politica.
E quali film e perché?
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Il padrino I e II;
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C’era una volta in America;
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La grande Bellezza.
Tutti in maniera diversa rappresentano l’eccellenza di quest’arte.
Quali sono i tre cardini della tua etica personale?
La lealtà, l’onestà, il rispetto.
I tuoi modelli ideali in politica?
Giuseppe Dossetti, Adriano Olivetti, Ugo La Malfa.
E nella storia della politica cittadina?
Felice Scermino.
Mi colpisce che tu non abbia inserito né Raffaele Fiorillo (per il quale, pur con le riserve per le sue difficoltà di immagine pubblica, non hai mai lesinato lodi, dovute anche ad esperienze dirette) né Gravagnuolo, che, pur se all’interno di un’associazione a tuo dire molto dinamicamente democratica, è difficile pensare che non sia un mentore, almeno di oggi.
Ho conosciuto benissimo ed ho collaborato sul lavoro per anni con Fiorillo. Ho stima della sua dirittura morale, della sua intelligenza politica e della sobrietà dei suoi costumi. Gravagnuolo l’ho frequentato solo di recente, prima essendo io un dirigente del Consorzio e lui il sindaco della città, poi come iscritto all’associazione Città Democratica. Apprezzo le sue notevoli doti e ne ho profondo rispetto e stima. Ho voluto tuttavia evitare di citarli entrambi come miei riferimenti politici perché, pur nella stima massima che nutro per essi, non mi ritengo il clone di nessuno. Nella mia vita ho sempre fatto tesoro delle esperienze altrui, per poi esprimermi autonomamente. Cosi sarà anche per la mia esperienza politica e spero di futuro amministratore della nostra città.
Ho indicato Scermino che, pur non essendo stato sindaco, è stato un eccellente parlamentare, attento al territorio, scrupoloso ed assiduo nel lavoro, rispettoso di tutti, anche di chi non lo aveva votato. Ecco, per me è un esempio.
Quali sono secondo te le tre qualità più importanti per un politico?
La competenza, la capacità di visione, la determinazione nel voler raggiungere i risultati.
Quali sono le tue tre principali qualità?
La concretezza, la moralità, il senso del dovere.
E quali i tuoi tre principali difetti?
Testardo, maniacale, insofferenze alle imposizioni.
Quali sono le principali motivazioni del tuo avvicinarti alla politica?
La voglia di dare un futuro alle prossime generazioni, cercando di fermare questo inesorabile declino in cui siamo scivolati. Scongiurare che la città continui ad essere governata con logiche che sono lontane dai cittadini.
Immaginiamo che il tuo giudizio sull’Amministrazione Galdi non sia positivo. In ordine di importanza, le cinque imputazioni principali per te sono…
L’attaccamento alla poltrona;
L’assenza di progettualità;
L’incapacità di creare un gruppo compatto nell’Ente;
L’anteporre le logiche di interessi lontani da Cava a quelle dei cittadini;
La subordinazione degli interessi della città alle sue aspirazioni politiche.
Ma non c’è proprio niente da salvare, secondo te?
L’uomo in quanto tale, il politico no assolutamente.
A titolo di esempio, a proposito di Trincerone, Sottovia e Piazza Abbro: il Sindaco Cicalese cosa avrebbe fatto di diverso da Marco Galdi?
Sul Trincerone, una volta verificata l’indisponibilità della Sovrintendenza ad addivenire ad una soluzione condivisa, avrei adito il T.A.R. Galdi lo ha fatto, ma dopo anni di inerzia. Piazza Abbro stava benissimo com’era, non c’era nessun bisogno di sfasciare tutto per il capriccio di realizzarvi una scacchiera.
Quali sono le principali differenze tra te e Marco Galdi, a livello personale e politico?
La visione della vita umana e politica.
Cosa vi accomuna e vi potrebbe accomunare?
Nulla.
Tra le critiche della gente a Marco Galdi, c’è stata spesso quella di essere la longa manus di Cirielli. Non temi di ritrovarti nella stessa condizione rispetto a Gravagnuolo?
Assolutamente no, per due motivi:
La mia assoluta insofferenza alle imposizioni;
La sua onestà politica e personale, la volontà di Gravagnuolo, più volte manifestata dallo stesso, di voler, dopo il sostegno totale per questa campagna elettorale, prendersi un lungo periodo di riposo per dedicarsi a se stesso e alla sua famiglia.
Pensi di aver utilizzato bene il vantaggio di aver annunciato la tua candidatura vari mesi prima degli altri?
Molto lavoro è stato fatto, molto ancora se ne poteva fare, i risultati ottenuti comunque sono importanti per la crescita del nostro progetto e la realizzazione dello stesso.
Città Democratica notoriamente si presenta come un’associazione non di Destra né di Sinistra, ma aperta a tutti i cittadini di buona volontà e disponibile solo all’interesse comune. Questo per quanto riguarda il presente ed il futuro. E l’identità ideale, che riguarda almeno il passato prossimo, è anch’essa “incollocabile”?
La nostra identità ideale è chiaramente indicata nel preambolo del nostro Statuto. Ti do il link per accedervi http://www.cittademocratica.it/page/lo-statuto-di-citta. In poche parole, i nostri valori sono riassumibili in quelli indicati nei primi dodici articoli della Costituzione della Repubblica Italiana.
Dopo quanto detto, non ti pare rischioso l’avvicinamento, con le allegate voci di possibili ticket, al Gruppo Cirielli, sia pure in mera funzione anti Galdi?
In campagna elettorale, pensi di caratterizzare la tua immagine soprattutto come…
Persona competente, concreta e capace di realizzare quanto promesso, nuovo della politica attiva ma nello stesso tempo conoscitore della stessa.
Del resto la mia vita è lo specchio delle mie affermazioni.
Quali sarebbero le tue prime mosse in caso di elezione a Sindaco?
Di realizzare ciò che in questi mesi la gente mi ha chiesto.
La riduzione delle tasse, una città che funziona in termini di sicurezza efficacia ed efficienza, garantendo trasparenza e dichiarando da subito tempi, risorse e modi per realizzare quanto promesso.
Con quali criteri ti sceglieresti gli Assessori? Pescheresti anche dal Consiglio Comunale?
Sicuramente la competenza, lo spirito di sacrificio e la passione per la realizzazione del progetto di città che abbiamo ipotizzato. Caratteristiche che possono ritrovarsi sia tra esterni che tra i consiglieri.
Ci spieghi più concretamente in che cosa potrebbe consistere il Progetto della Green economy, una delle colonne innovative di Città democratica?
Noi abbiamo sostenuto e collaborato con l’attuale amministrazione nella definizione del P.A.E.S., (Piano di Azioni per l’Energia Sostenibile). A quel documento programmatico facciamo riferimento. Purtroppo l’attuale Amministrazione, dopo la sua approvazione in Consiglio Comunale, non ha fatto seguire alcuna azione consequenziale. In sintesi, diciamo che punteremo a fare di Cava una città solare, nel senso della fonte primaria del suo approvvigionamento energetico. Nel programma tuttavia si passerà ad un livello successivo, non parleremo più di green economy, ma di blue economy. La Blue Economy rappresenta l’evoluzione della Green Economy. Non viene valorizzato solo l’aspetto ambientale, ma si tiene in considerazione anche la sostenibilità economica. La nostra associazione non si ferma, ma continua la sua crescita, rimanendo al passo coi tempi.
E quello del Parco Culturale, da innestare in una Città in cui le attività culturali non saranno ben coordinate, ma sono comunque vive e pimpanti? In tempi di assolute ristrettezze economiche, da dove si potrebbero ricavare i fondi per grandi iniziative o eventi di portata extracittadina?
I Parchi letterari ed i Parchi culturali sono finanziati sia dalla Commissione Europea che dai Governi nazionali e regionali. È appena il caso di precisare che il concetto di “parco culturale” non attiene alla sfera delle mere manifestazioni culturali, ma implica la valorizzazione del patrimonio monumentale ed ambientale, delle produzioni agricole e della cucina tipica, dell’artigianato di qualità, del commercio con la piena valorizzazione del Centro Commerciale Naturale ,della stessa blue economy ed altro ancora. Insomma, è un’idea di città, non un cartellone di eventi.
Qualche altra ricetta già pronta per rilanciare l’economia cittadina?
Garantire che la città funzioni, che le tasse siano ridotte, che la gente sia invogliata a visitare la nostra città, in maniera da consentire al nostro tessuto produttivo, sia esso artigianale e/o commerciale, di potersi offrire al mercato, in maniera competitiva. Del resto le stesse associazioni di categoria hanno chiesto semplicemente di rendere una città fruibile, in maniera da poter porre in campo azioni autonome per il loro rilancio.
Cosa potrebbe fare un Sindaco di Cava per ridurre il distacco culturale e politico che c’è la Città e le aziende della zona industriale?
La nostra idea di Piano Urbanistico Territoriale prevede proprio una integrazione tra la città del centro urbano e l’area della zona industriale.
Fermo restando che bisogna dare tempo al tempo, che fine farebbero, sotto una Amministrazione Cicalese, la Mediateca ed il Club Universitario?
La gestione della Mediateca è nata male, malissimo, con una gara ai confini con la turbativa d’asta, costruita ad hoc per chi doveva vincerla. Fatto sta che oggi è concessa per 1250,00€ al mese ad un privato, unico partecipante e vincitore di quella gara. Io credo che gli operatori della movida cavese giustamente si lamentino della concorrenza sleale. Se sarò eletto sindaco cercherò di ragionare con il concessionario per rivedere la convenzione a vantaggio dell’Ente, sperando di trovare dall’altra parte interlocutori sensibili.
Per quanto attiene al CUC, sono per la valorizzazione delle attività egregiamente svolte dagli attuali fruitori della struttura. Il Club Universitario rappresenta di fatto un vero e proprio Centro Sociale, in cui giovani e meno giovani hanno la possibilità di condividere spazi e eventi garantendo i principi base della vera aggregazione sociale.
Nella recente polemica sull’inglobamento del Consorzio di Bacino nella Metellia puoi motivare con chiarezza il tuo “freno”, in modo anche da ribattere con altrettanta chiarezza all’accusa di aver agito per difesa di interessi personali (vedi conservazione di uno stipendio più alto)?
Ho manifestato più volte che da parte mia non c’è stato alcun freno per il passaggio. Ne sono testimonianza i verbali da me sottoscritti per effettuare. Questo di fatto già smentisce l’accusa ingiustamente fattami dal sindaco Galdi, il quale dimostra che ha voluto strumentalizzare politicamente la questione. Del resto le norme in materia di lavoro nella P.A. sono chiare e lui che è un avvocato, amministratore pubblico le conosce o quanto meno dovrebbe conoscerle. Nel passaggio le garanzie per i dipendenti sono inequivocabili. Sulla questione mi preme, invece, aggiungere e sottolineare che il sindaco Marco Galdi ha espresso esclusivamente falsità, nei miei confronti, ma soprattutto a danno dei cittadini, parlando di risparmi che sono praticamente irrealizzabili nel passaggio, pur se praticabili nella riorganizzazione della Metellia. Infine, sempre per trasmettere le vere informazioni, bisogna dire ai cittadini che in base al quadro normativo vigente il passaggio non può essere effettuato. In tempo come sempre è galantuomo e la verità, sarà sotto gli occhi di tutti.
Dopo quanto detto, non ti pare rischioso l’avvicinamento, con le allegate voci di possibili ticket, al Gruppo Cirielli, sia pure in mera funzione anti Galdi?
Noi non cerchiamo alleanze opportunistiche, né abbiamo mai pensato ad un ticket contro Galdi. Queste sono fantasie, o meglio incubi di chi teme che la nostra proposta amministrativa si rafforzi. Da cinque anni propugniamo un progetto civico ed invitiamo tutti, anche e soprattutto i partiti, a voler mettere da parte le caratterizzazioni identitarie per ritrovarsi in una comune idea di città. Per un paio di anni abbiamo rivolto questo appello anche allo stesso Galdi. Ora se, tra i partiti, solo i Fratelli d’Italia hanno capito il senso di questa proposta e si sono dichiarati disponibili a verificarne i contenuti, non è stata una scelta nostra. A me non imbarazza affatto il ticket con Cirielli, se questi – come sta dimostrando di voler fare – mette a disposizione le sue capacità ed i suoi uomini e donne migliori per il progetto civico. Piuttosto, mi sarei augurato che anche altri partiti ed associazioni avessero avuto il coraggio delle scelte dimostrato finora dai FdI.
Il muro tra Città democratica ed il PD locale (non quello nazionale, per cui molti democittadini votano) è: bypassabile, abbattibile o invalicabile? Ed a quali condizioni?
Al P.D. abbiamo rivolto innumerevoli volte l’invito al dialogo, sia in Consiglio Comunale che al di fuori del contesto istituzionale. Ed anche al P.D. abbiamo rivolto l’invito a mettere da parte gli identitarismi ideologici ed a verificare con noi i contenuti di un eventuale progetto civico comune. Tra l’altro per loro avrebbe dovuto essere più semplice, in quanto il nucleo forte del nostro progetto di città fu elaborato tra il 2005 ed il 2006 con il loro contributo e perché nella storia locale del PDS-DS-PD mai quel partito si è presentato con il proprio simbolo identitario alle amministrative. Insomma, il muro se lo sono costruiti da soli e solo loro possono bypassarlo, abbatterlo o valicarlo.
Quali preclusioni ed eventuali preferenze hai, in sede di ballottaggio sia da protagonista che da ex candidato, rispetto ad alleanze con altri concorrenti (o ex concorrenti)?
Stiamo lottando per un’alternativa a Galdi, quindi, in linea di massima, se non ci fossimo noi, dovremmo votare per chi lo sfiderà, confidando che ciò valga allo stesso titolo nei nostri confronti, se dovessimo essere noi a passare al ballottaggio. Ciononostante tengo a chiarire che non è affatto detto che uno dei due contendenti al ballottaggio sia Galdi; se lui non passa il primo turno bisognerà valutare la situazione nel merito. Inoltre non è neanche detto che chiunque altri sia meglio di Galdi, in politica al peggio non c’è mai fine. Insomma, valuteremo al momento con tutta l’associazione e con quanti ci avranno sostenuto, con la speranza e la fiducia che questo possa essere un problema degli altri, non nostro.
Hai detto spesso che un bravo Sindaco deve lasciare alle sue spalle la scia di un grande Progetto: quale potrebbe essere il tuo?
Cava città-parco culturale è un progetto per il quale vale la pena di spendersi.
Per finire, ci dici cinque buoni motivi per cui la gente dovrebbe votare te e non altri candidati?
La sicurezza che la mia candidatura, non avendo padrini, è libera da condizionamenti. Del resto un sindaco senza padrini garantisce che la città sia senza padroni.
La mia capacità di gestire la macchina comunale essendo stato dirigente del Comune di Cava e rivestendo attualmente l’incarico di dirigente nella P.A.
Conoscere i problemi delle imprese, in considerazione della mia esperienza professionale e personale.
Rappresentare un gruppo di cittadini appassionati che da anni lavora per riportare la città e i cittadini al centro della politica locale.
La certezza che sarò il Sindaco di tutti, garantendo pari opportunità e rispetto assoluto per tutti i cittadini.