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“L’apprendista lettore”, dalla lettura con applausi. Conclusione ufficiale nella Sala Consiliare dello stimolante progetto promosso e diretto da Peppe Basta

peppe-basta-cava-de'-tirreni-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Il 6 maggio, alle ore 18.30, presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, alla presenza del Sindaco Marco Galdi e dell’Assessore alla Pubblica istruzione Clelia Ferrara, appuntamento conclusivo, con letture-spettacolo, del progetto L’apprendista lettore, promosso dall’attore-regista Peppe Basta, che circa quindici anni porta con gran classe le classi in scena.

Lo scopo principale del progetto è di far riscoprire alle giovani generazioni, attraverso metodi basati sull’operatività e sulla sperimentazione personale, le potenzialità della scrittura e della lettura, dando un nuovo impulso alle biblioteche scolastiche ed alla Biblioteca Comunale, perché diventino centri promotori di progetti ed attività della lettura e della comunicazione.

I giovanissimi lettori, coinvolti con passione davanti alle pagine nel corso dell’anno e coinvolgenti con altrettanta passione clelia-ferrara-cava-de'-tirreni-vivimediadavanti al microfono attrezzato per l’esibizione, appartengono alle seguenti scuole: I Circolo Don Bosco (Classe IV B), II Circolo (III, IV, V A), III Circolo– San Nicola di Pregiato (V A), IV Circolo – Santa Lucia (V A), Istituto Comprensivo Giovanni XXIII – sez. Passiano (IV e V), Ist. Comprensivo Giovanni XXIII – sez. Centrale (I F e I D medie), Ist. Comprensivo Carducci Trezza (I D media).

UNITALSI, una giornata tutta da (a)mare. Organizzata per la prima volta una passeggiata in barca per un gruppo di persone con disabilità

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Quelli dei treni bianchi per un giorno diventano quelli del mare azzurro.

Un gruppo UNITALSI Cava. La quinta da destra è la Presidente, Annamaria Sica

Un gruppo UNITALSI Cava. La quinta da destra è la Presidente, Annamaria Sica

Il Primo maggio, infatti, la sezione UNITALSI di Cava de’ Tirreni, che da decenni si occupa di trasporto degli ammalati e disabili a Lourdes e nei principali luoghi religiosi insieme con l’Associazione “Marina” di Salerno, da anni stella polare dei diportisti nautici, ha organizzato una passeggiata in barca tra il porto di Salerno e la Costiera per un sostanzioso gruppo di persone con disabilità (una cinquantina circa).

È un’iniziativa di notevole portata umana e psicologica. Infatti è la prima volta che nel territorio ne viene organizzata una sulle onde, sia per le difficoltà logistiche che comporta sia perché psicologicamente il mare è ancora considerato una barriera “alta” e non necessaria da valicare, sia perché di solito il trasporto collettivo avviene, almeno a livello dell’Unitalsi, avviene a livello religioso.

È stato quindi un sorriso della fantasia quello che ha permesso di organizzare una passeggiata del genere, con l’augurio che sia benedetta anche dalle dispettose condizioni climatiche di questi tempi.

È una bella iniziativa, di cui dobbiamo dare merito a tutto il Direttivo dell’Unitalsi ed anche alla disponibilità degli amici diportisti dell’AssociazioneMarina, che mettono a disposizione barche, tempo libero e tanto cuore. Un cuore che gli amici unitalsiani sono per definizione abituati ad offrire, con il dichiarato intento di riuscire, attraverso il volontariato, non solo ad incontrare la sofferenza umana, ma anche a vivere l’amore.

Del resto, ogni azione che aiuta a superare una barriera, psicologica o fisica, insegnando che “si può”, è un mattone in più per vivere l’amore, e con esso la vita…

A/R, andata e Ritorno a Cava de’ Tirreni – Una finestra su Cava, per i turisti … e per i Cavesi

copertina-rivista-AR-cava-de'-tirreni-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA).  Settantadue pagine, sette sezioni, circa ottanta bellissime fotografie, articoli bilingue (italiano e traduzione in inglese) con firme d’autore, una veste editoriale di alta classe, una copertina vintage e senza data ad indicare una bellezza senza tempo. Un viaggio, anzi un tour nella storia, nelle tradizioni, nei luoghi, tra i personaggi, nell’identità della Città che fu una delle perle del Grand Tour di fine Settecento. Una Città dove si va e non si può fare a meno di tornare, dopo averla conosciuta…

Questa è AR-Andata e ritorno a Cava de’ Tirreni, la rivista di promozione di Cava de’ Tirreni edita da Areablu Edizioni (alias Grafica Metelliana) e promossa dall’Amministrazione Comunale di Cava, in collaborazione con l’Azienda di Soggiorno e Turismo, MTN Company e Grafica Metelliana. La pubblicazione, che è uscita in numero unico ma potrebbe anche diventare un progetto editoriale estensibile a tutta la Regione, e non solo, è in edicola al prezzo di cinque euro a copia: per i turisti, ma anche per i cavesi (quelli amanti della Città e quelli ancora ignari della Città…). Un prezzo quasi simbolico, tenendo conto della raffinatezza del lavoro e del fatto che una percentuale dell’incasso sarà devoluta a scopi di beneficenza culturale, a vantaggio di un’iniziativa qualificante per la Città.

Nel corso di una manifestazione vivace e calorosa, ben guidata a coppia e a distanza dai due Dioscuri Nunzio Siani e Lello Pisapia, la rivista è stata presentata giovedì 24 aprile nella sala Consiliare del palazzo di Città.

Sono intervenuti: Marco Galdi, Sindaco di Cava de’ Tirreni; Marco Senatore, Assessore comunale alle Attività produttive, Turismo e Gemellaggi; Angela Pace, Commissario Straordinario dell’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno; Carmine Salsano, Commissario Straordinario dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Cava de’ Tirreni; Carmine D’Alessio, CEO di MTN Company; Gerardo Di Agostino, Amministratore Delegato di Grafica Metelliana.

La manifestazione si è chiusa con la consegna delle copie ai collaboratori, sia autori dei testi (Tommaso Avagliano, Lucia Avigliano, Antonello Capozzolo, Alfonsina Caputano, Giuseppe Gianluca Cicco, Fabio Dainotti, Enrico De Nicola, Antonio Di Martino, Pasquale Falcone, Giuseppe Foscari, Marco Galdi, Antonio Giordano, Sara Monetta, Francesco Nobile, Andrea Pellegrino, Giordano Rota, Carmine Salsano, Marco Senatore, Beatrice Sparano, Davide Speranza, Franco Bruno Vitolo), sia fotografi (Angelo Tortorella e Gaetano Guida), sia traduttori (la scuola di Carmen Sorrentino) sia sponsor (Grafica e MTN).

È stato il battesimo ufficiale, ma non la nascita reale. Infatti a febbraio è stato mostrato il prototipo alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano (BIT), dove hanno riscosso un bel successo sia la rivista stessa sia l’oggetto rappresentato, vale a dire la nostra Cava, che è tanto bella quanto purtroppo poco conosciuta da tanti operatori. Certamente, in Italia c’è una fioritura di bellezze tale che quello che altrove sarebbe in prima fila qui scende in quarta o in quinta fila. Ma noi siamo coscienti che Cava è competitiva di suo, come lo è stata negli anni d’oro del Grand Tour e della Belle Èpoque: splendido luogo di passeggiate, culla suggestiva di arte, cultura e commercio, affascinante porta verso la Costiera e la Magna Grecia di Pestum e Cilento.

Al Bit, è avvenuta effettivamente una ripulitura di immagine, con il corredo di un risultato concreto: l’inserimento nel pacchetto Grand Tour, che ripercorrerà i luoghi degli storici viaggi vip del passato e da cui in un primo momento la nostra città era stata esclusa, per mera non conoscenza.

Ora si riparte. Cava ha attrazioni turistiche, è un ponte verso attrazioni turistiche, è un attrazione essa stessa. Non le manca un certo flusso di visitatori, ma si può e si deve avere ancora di più. AR sarà uno strumento giusto per sopperire anche alla mancanza di guide agili e moderne, o di cartoline o di souvenir (a proposito, a quando una bella sfornata?).

AR sarà uno strumento che durerà negli anni, perché quei portici, quei negozi, quegli spazi, quei casali, quei monumenti (Abbazia in testa), quella storia hanno fatto e faranno parte della nostra identità.

Insomma, come abbiamo più volte affermato, Cava ha un grande avvenire dietro le spalle: deve solo darsi una scrollatina per riconquistarlo. Fortuna e crisi permettendo, si intende …

 

 

 

 

Verso l’Expo 2014. Mangia, pensa, parla: giovani dottoresse insieme nello stand della salute fisica e mentale

Carmela Venosi

Carmela Venosi

CAVA DE’ TIRRENI (SA). In fase avanzata di preparazione gli stand per Cava Expo 2014, l’evento previsto dal 23 al 25 maggio presso l’area mercatale e fieristica di viale Palatucci a Cava de’ Tirreni, con l’intento di promuovere le attività commerciali e professionali e aprire nuovi spazi per le idee innovative e per le iniziative dei giovani.

Quattro le macro aree in cui è suddivisa la manifestazione: salute&farma, bio&food, wedding e sport.

Tra le novità più interessanti finora prospettate segnaliamo lo stand Mangia, pensa, parla, allestito da un poker di giovani professioniste cavesi o “caveseggianti”: una nutrizionista (Carmela Venosi), una logopedista (Manuela Farano), due psicologhe (Dominique D’Ambrosi e Sonia Sorgente), che hanno intelligentemente accorpato delle attività considerate troppo spesso separate tra loro ed invece strettamente collegate non solo perché possono avvenire in simultanea o quasi ma perché interagiscono tra loro sia all’interno della persona sia nelle sue relazioni con gli altri.

Manuela Farano

Manuela Farano

La nutrizionista si occuperà soprattutto dello screening: valutazione del peso, dell’altezza e della circonferenza vita. Sarà possibile così calcolare l’Indice di Massa Corporea (IMC) e valutare lo stato fisio-patologico, per individuare la necessità o l’opportunità di eventuali azioni dietetiche.

La logopedista svolgerà il suo screening anche a scopo esplorativo e preventivo in rapporto alla funzionalità della zona orale e dell’impianto di comunicazione vocale, concentrando la sua attenzione su fenomeni non sempre riconoscibili a prima vista, come deglutizione atipica, disturbi del linguaggio, disturbi della pronuncia, disturbi connettivi tra cervello e parola, balbuzie, sordità, disturbi della voce, disturbi dello sviluppo, disturbi dell’apprendimento come dislessia (difficoltà nella lettura), disortografia (difficoltà nella scrittura), discalculia (difficoltà nel calcolo).

Le due psicologhe, punteranno alla promozione dell’idea stessa di salute psicologica, che spesso viene sottovalutata, perché le sue patologie sono meno visibili ed eclatanti di quelle fisiche, e nello stesso tempo viene emarginata, perché l’ammissione dei problemi mentali è tuttora difficile e condizionata da un pudore che non si prova di fronte all’ammissione di problemi corporei. Parlare con lo psicologo quindi

Dominique D'Ambrosi

Dominique D’Ambrosi

può servire a scendere in campo per scoprire, capire, curare: quindi dare ordine al disordine interiore e di conseguenza migliorare la qualità della propria vita.

Lo screening e le indagini svolte sotto lo stand serviranno ad individuare eventuali situazioni a rischio ed offrire consulenza e, naturalmente, presentare proposte di trattamento che le stesse dottoresse potrebbero poi effettuare nel corso del tempo.

Sono prestazioni che del resto rientrano già nel profilo professionale del nostro qualificato poker di donne.

Dominique D’Ambrosi, psicologa, specializzanda in Psicologia Sistemico-relazionale, psicodiagnosta, counselor, iscritta all’albo degli Esperti Psicologi, è attiva presso il Centro di Salute Mentale di Eboli e collabora con il Servizio Adolescenti dell’ASL di Salerno e con l’Associazione Frida-contro le violenze di genere, è operatrice sociale presso il progetto Capovolti di Montecorvino Rovella.

Sonia Sorgente

Sonia Sorgente

Sonia Sorgente è counselor, psicologa, specializzanda in psicoterapia psicoanalitica breve, psicodiagnosta e criminologa generale, minorile e penitenziaria, iscritta nell’elenco degli esperti psicologi e criminologi (ex legge 80) della regione Liguria. Lavora come volontaria presso la cooperativa San Paolo a Matierno, con il ruolo di psicologa dell’area doposcuola, e collabora presso l’associazione Frida – contro la violenza di genere.

Manuela Farano, laureatasi in logopedia quattro anni fa col massimo dei voti, ha collaborato come consulente con numerosi centri di riabilitazione extra-ospedalieri, tra cui il Centro Te. Ri. di Cava de’ Tirreni. Dal 2011 presta servizio presso la Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, Centro S. Maria al Mare, Polo Basilicata-Campania Sud, a Salerno.

Carmela Venosi, laureatasibiologa nutrizionista nel 2013, ha collaborato presso il laboratorio di analisi dell’ospedale di Cava de’ Tirreni. Al momento, svolge attività di tirocinio presso il reparto di endocrinologia dell’Ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno con il Dott. Mario Carrano. 

Insomma, lo stand delle magnifiche quattro promette uno sguardo a tutto campo sulla persona e l’accensione di una lampadina per fare luce sui propri dubbi e soprattutto su quei problemi insidiosi che ci riguardano e che sono tanto più risolvibili quanto prima li scopriamo e li affrontiamo.

L’obiettivo finale, naturalmente, è vivere meglio, e quindi relazionarsi meglio con se stessi e con gli altri. Raggiungendo questo scopo, si potrebbe a ragione aggiungere un altro verbo alla formula dello stand: Mangia, pensa, parla, ama. E anche questo sarebbe un poker di qualità… 

Sant’Alfonso: una domenica col grembiule, nel segno della Speranza. Incontro con Casa Rut e Suor Rita Giaretta, gli angeli delle prostitute schiave

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Una domenica che resterà nel cuore, quella del sei aprile, per coloro che frequentano la Chiesa di Sant’Alfonso di Cava de’ Tirreni. Una domenica che ha lasciato il segno, per la forza e l’intensità dei segni che l’hanno caratterizzata. La ricorderemo affettuosamente come la domenica del grembiule.

Era un grembiule vero, quello che don Gioacchino Lanzillo ha indossato per la celebrazione delle messe mattutine, con un gesto lungimirante, coraggioso perché inusuale, ma naturale per l’invito implicito a rimboccarsi le maniche ed a lavorare duro per realizzare la Chiesa vicina a tutti, a cominciare dagli ultimi, anche a costo di “sporcarsi” le vesti. La Chiesa del Grembiule, appunto, quella sognata da don Tonino Bello, quella che sta cercando di far rivivere Papa Francesco, cogliendo il cuore stesso del Cristianesimo.

Era un grembiule pregno di solidarietà, quello del 6 aprile, perché a donarlo, durante le Messe e nell’ambito di un incontro di gemellaggio promosso dal Punto Pace Pax Christi di Cava, è stata Suor Rita Giaretta, responsabile di Casa Rut di Caserta, associazione che da circa un ventennio è impegnata nel recupero delle prostitute schiave delle strade, alle quali offre calore, sostegno e la possibilità di rifarsi una vita libera dalla violenta oppressione dei papponi e delle organizzazioni criminali.

Era un grembiule pregno di vita e di speranza, perché a cucirlo sono state proprio alcune delle ragazze salvate, che lavorano nel laboratorio di artigianato e sartoria etnica della Cooperativa Sociale fondata circa dieci anni fa all’interno di Casa Rut: New Hope, cioè Nuova Speranza, un nome emblematico e benaugurante.

La consegna del grembiule è avvenuta dopo il discorso pronunciato da Suor Rita al momento dell’omelia. È stato un discorso avvolgente, coinvolgente, stimolante, emozionante. Suor Rita, con l’impeto espressivo che le è proprio, ha raccontato la storia di casa Rut, nata quando lei ed un gruppo di sorelle decisero di “indossare il grembiule” e lanciarsi sulla strada per consegnare messaggi di fiore e di calore e ponti di liberazione alle tante ragazze, soprattutto straniere, che costellano le strade del casertano, di notte e spesso anche di giorno. Un ponte rischioso, per la sfida umana che lanciava contro le armi della malavita con la sola arma dell’amore e della solidarietà.

Nonostante i rischi, e grazie al sostegno progressivamente ricevuto dalla popolazione e dalle forze di polizia e dalle istituzioni, la scommessa è stata vinta: in circa un ventennio sono state salvate quasi trecento ragazzee sono nati, all’interno di casa Rut, cinquanta bambini.

Si potrebbe scrivere un romanzo, con tutte le storie vissute. Per certi versi, Suor Rita lo ha già scritto, pubblicando due libri sull’esperienza di casa Rut: ma non è un romanzo, sono storie reali di offesa alla dignità femminile e di carezze di speranza verso nuove prospettive di vita.

Dal pulpito, Suor Rita ha ricordato il bigliettino recentemente ricevuto dall’Africa, scritto da una giovane che solo un anno fa era sulla strada e che ha ritrovato la speranza grazie a Mamma Rita ed alle sue sorelle. In altri momenti, ne ha raccontate altre, di storie, che fanno accapponare la pelle. Come il pianto angosciosamente liberatorio di una quindicenne già venduta più volte, che a casa Rut aveva ricevuto per la prima volta in vita sua un bacio della buona notte. O come l’avventura di una sedicenne albanese, costretta a vendersi e poi anche derubata del figlio appena nato, venduto ad una coppia lontana. La ragazza è stata recuperata ed ha anche ritrovato il figlio rubato, riabbracciato nel corso di un incontro che è impossibile descrivere a parole.

Dalle parole di Suor Rita in chiesa è emersa nella sua pienezza l’anima di casa Rut: un luogo di salvezza, di speranza, la riscoperta di una femminilità liberata dove c’è il profumo della dignità, una finestra aperta su un futuro che sembrava perduto.

La sua presenza era finalizzata ad una testimonianza forte di solidarietà attiva, ma anche alla richiesta di un sostegno concreto. Nessuna offerta, nessun’elemosina, ma semplicemente l’acquisto di uno dei tanti manufatti “danzacolori” della New Hope. Un sostegno che non è mancato: intorno al banchetto sul sagrato si è creato un festoso capannello di persone che sceglievano chi una borsa, chi un borsellino, chi un grembiule, chi un portacellulare chi altro, aggiungendo al colore degli oggetti il colorito del loro sorriso e della loro disponibilità.

Alla fine, un affettuoso arrivederci. Non solo verso Suor Rita, che a Cava è di casa, avendo già a suo tempo ricevuto il Premio Mamma Lucia alle donne Coraggio e portato in varie circostanze la sua testimonianza, ma verso l’intera Casa Rut. Anche grazie alla mediazione del Punto Pace Pax Christi di Cava, guidato da Antonio Armenante e che da tempo ha aperto un ponte con Suor Rita, è nato un gemellaggio forte, pronto a crescere, soprattutto se continuerà ad essere accompagnato da segni e persone di buona volontà.

È un legame dal sapore cristiano, ma è un sapore che può essere gustato anche con spirito laico di fraternità ed umanità. Papa Francesco, quando ha ricordato che se è vero che non ci può aprire agli altri senza aprirsi allo spirito divino, è anche vero che non ci può sollevare verso lo spirito divino senza avvicinarsi agli altri, non parlava solo ai fedeli, ma lanciava un messaggio d’amore ed un invito alla coscienza della responsabilità che comunque coltiva la luce che è dentro di noi.

Del resto, la triade rabbia-coraggio-impegno sociale, tanto cara a Suor Rita, è un valore che accomuna, non divide. E, per dirla con lei, non dimentichiamo che il futuro che sogniamo dipende da come ci impegniamo oggi …