Dicembre, 2014

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Ultimi impegni dal 2014 per l’Arechi Rugby: in campo Under 12, Femminile e Seniores

arechi-rugby-under-16SALERNO. Grande attesa per la giornata di domenica in casa Arechi Rugby. Gli ultimi impegni dell’anno 2014 vedranno in campo, tra le mura amiche del “Vestuti”, le categorie under 12, femminile e seniores, per concludere al meglio questo 2014 ricco di soddisfazioni per la società del presidente Manzo.

La seniores, impegnata alle 14.30 contro il Vesuvio Rugby, avrà il compito di chiudere il girone d’andata a punteggio pieno salutando un 2014 che ha già regalato un record assoluto: la perfect season realizzata da Finamore e compagni, prima società sportiva di Salerno e provincia ad aver realizzato un simile risultato, è infatti impressa nella memoria e rappresenta uno dei biglietti da visita dell’attuale formazione seniores, come spiega il dirigente del settore, Paolo Veneruso: “Ci apprestiamo a concludere questo 2014 con il chiaro obiettivo di portare a casa altri 5 preziosissimi punti che ci permettono di concludere il girone d’andata a punteggio più che pieno, con un ruolino di marcia di tutto rispetto. Ovviamente non sarà facile perchè il Vesuvio Rugby, che conosciamo bene sia in campo sia fuori, è squadra organizzata, che proverà a fare la partita della vita contro di noi: ma so bene quanto i ragazzi vogliano questa vittoria, per salutare degnamente questo anno favoloso ed il pubblico che da sempre ci sostiene a gran voce. A noi il compito di portare a casa questi ultimi 5 punti dell’anno contro gli amici del Vesuvio”.

Prima uscita stagionale anche per le Vibrie, allenate da quest’anno dal capitano della Nazionale Italiana femminile di rugby Silvia Gaudino. Le ragazze avranno la possibilità di scendere in campo tra le mura amiche del “Vestuti” alle ore 12.30 contro la Partenope femminile e contro le Ginestre, compagine femminile del Vesuvio Rugby, dando la possibilità anche ad alcuni nuovi innesti di provare l’effetto di una partita vera e propria: “Da qualche mese ho dato la mia disponibilità per gli allenamenti sul campo dei giovani ragazzi dell’under 14 maschile e soprattutto delle ragazze dell’Arechi Rugby – commenta Silvia Gaudino – e nonostante alcune assenze dovute al mio continuo movimento da pendolare sia per giocare con la mia squadra di Monza sia per i raduni della Nazionale, ho apprezzato l’impegno che tutte le ragazze hanno profuso finora agli allenamenti. Ripagare la loro fiducia con un concentramento prima della fine dell’anno è il giusto premio per un gruppo di ragazze che sta mostrandosi realmente disposto a tutto per questo sport”.

La domenica ovale targata Arechi Rugby avrà inizio già alle ore 9.30, sempre tra le mura amiche del “Vestuti”, con i baby Dragoni della categoria under 12 allenati da Francesco Caliendo che affronteranno i parietà del Salerno Rugby e dei Bulls Rugby, vera e propria società satellite dell’Arechi Rugby che da oltre un anno opera nell’alto Cilento – da Battipaglia ad Eboli a Campagna – per la diffusione dello sport tra i piccoli rugbisti di età compresa tra i 4 ed i 15 anni e tra gli old.

 

Roberto Salsano colpisce ancora. Nella Cattedrale di Amalfi il suo candelabro “magico”

AMALFI, CAVA DE’ TIRRENI-VIETRI (SA). Dopo aver arricchito due mesi fa il Duomo di Vietri con un suo magnifico “candelabro-mosaico” in legno, Roberto Salsano, ultrasettantenne falegname in pensione, cavese di origine e vietrese di residenza, “dito d’oro e poeta del legno”, si è moltiplicato, con un nuovo candelabro ancora più raffinato, quasi “magico” per la raffinatezza e l’originalità della tecnica usata. Una tecnica il cui segreto egli afferma orgogliosamente che si può scoprire “solo chiedendo direttamente a Dio”.

Infatti l’8 dicembre scorso, giorno dell’Immacolata Concezione, al termine del solenne Pontificale celebrato dall’Arcivescovo Mons. Orazio Soricelli, ha consegnato alla bellissima e storica Cattedrale di Amalfi, consacrata a Sant’Andrea, uno straordinario candelabro pasquale in mosaico di legno, tutto fatto con le sue mani, che è stato collocato in una grande Cappella alla sinistra dell’Altare Maggiore.

Il candelabro, realizzato in sintonia con lo stile artistico della Chiesa, è alto quasi due metri ed è formato da oltre centocinquantamila pezzi, uno per uno piallati e limati.

La particolarità più evidente, ed anche la più innovativa, è rappresentata dalla base su cui è poggiato il tronco, che è formata da alcuni cubi assemblati tra di loro senza colla, con la sola tecnica dell’incastro e della pressione: nonostante la mancanza di collante, è stata testata per supportare senza problemi un peso fino a trenta chili.

L’omaggio alla Cattedrale di Amalfi è l’omaggio al simbolo di un territorio come la Costiera che, a parte la straordinaria dimensione storica, è per lui un vero e proprio luogo dell’anima, come dimostrato anche dai numerosi mosaici ad essa dedicati, tutti composti di centinaia di migliaia di pezzi, uno per uno tagliati e modellati a mano dalui stesso. E tutti, uno per uno, in legno massello integrale, tale che la figura è visibile addirittura anche dal retro.

Sono opere affascinanti e suggestive, che colpiscono per la qualità e la tonalità delle immagini, oltre che per la bellezza delle figure rappresentate. È un lavoro in cui Salsano è specializzato, tanto è vero che un suo ritratto di Padre Pio si trova oggi nella Sacrestia di San Giovanni Rotondo ed uno scenario dei trulli di Alberobello due anni fa ha stravinto proprio sul posto, in una mostra – concorso.

E così, con le sue opere già in esposizione in luoghi storici e con quei tesori d’arte artigiana che egli gelosamente conserva e può contemplare nella sua casa – studio – museo di Vietri, possiamo dire che Salsano non solo si sta dimostrando un artista che illumina il suo territorio, ma sta anche costruendo, tassello su tassello, massello su massello, un personale “candelabro della memoria”, che lo esalta in vita e, ben oltre il tempo limitato della sua esistenza, gli prenota un posto nel tempo futuro, nel Paradiso del ricordo e dell’ammirazione di coloro che verranno …

“Cavesi nel Mondo”, premiato il Prof. Matteo Santin

CAVA DE’ TIRRENI (SA). 

In un’emozionante Cerimonia di conferimento, svoltasi sabato 20 dicembre al Palazzo di Città
di Cava de’ Tirreni (Sa), è stato premiato il Prof. Matteo Santin, vincitore della XIV edizione
di “Cavesi nel Mondo”. A rendere omaggio al biologo e ricercatore 51enne, Direttore
del Centro di Ricerca per la Medicina Rigenerativa dell’Università di Brighton, l’intera
Commissione di assegnazione del Premio, numerose autorità ed un foltissimo pubblico.
I vari riconoscimenti consegnati al trionfatore dall’Avv. Maurizio Avagliano, Presidente
del Rotary Club di Cava de’ Tirreni, che ha rilanciato la prestigiosa iniziativa dopo un
decennio di sospensione. Appuntamento con la prossima edizione fissato al 2016

Una grande festa, intrisa di emozioni, ricordi e nobili sentimenti, per tutta la Città di Cava de’ Tirreni (Sa). È stata quella vissuta ieri mattina, sabato 20 dicembre, al Palazzo di Città metelliano in occasione della Cerimonia di conferimento del Premio “Cavesi nel Mondo”.


Assoluto protagonista il vincitore di questa XIV edizione dell’iniziativa rilanciata dopo un decennio di sospensione dal Rotary Club di Cava de’ Tirreni:il biologo e ricercatore 51enne Matteo Santin. A rendergli omaggio, in una gremitissima Aula Consiliare, l’intera Commissione di assegnazione del Premio, composta da S.E. Mons. Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni, da Dom Michele Petruzzelli, Abate Ordinario dell’Abbazia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni, dall’Avv. Maurizio Avagliano, Presidente del Rotary Club cavese, e dall’Arch. Carmine Salsano, Commissario della locale Azienda di Soggiorno e Turismo.

In rappresentanza del Sindaco Marco Galdi, Presidente della Commissione ed assente perché fuori sede per impegni istituzionali, è intervenuto il Vicesindaco, l’Avv. Vincenzo Landolfi. Tra gli illustri relatori anche il Prof. Luigi Ambrosio, Direttore del Dipartimento di Scienze Chimiche e Tecnologie dei Materiali del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, maestro e mentore di Matteo Santin, che ha ripercorso le tappe della brillantissima carriera del suo “discepolo”.

Direttore del Centro di Ricerca per la Medicina Rigenerativa dell’Università di Brighton (Inghilterra), leader del Gruppo di Ricerca per il Mimetismo e la Rigenerazione dei Tessuti, Presidente della Società Europea di Biomateriali: sono solo alcuni dei titoli che hanno consentito al Prof. Matteo Santin di vincere il Premio “Cavesi nel Mondo” 2014.

Unanime la scelta del suo nominativo tra le numerose candidature da parte della Commissione di assegnazione, che gli ha tributato il prestigioso riconoscimento con la seguente motivazione: “Ricercatore maturo, nonostante la sua relativamente giovane età, ha al suo attivo un curriculum di evidente respiro internazionale con competenze maturate presso prestigiosi Istituti di ricerca ed attività che spaziano dalla didattica alla ricerca applicata, fino alla costituzione di imprese innovative in settori di avanguardia quali biomateriali e rigenerazione di tessuti. La pubblicazione di oltre 60 articoli su riviste internazionali, la partecipazione ad oltre 200 conferenze internazionali ed il deposito di ben 8 brevetti testimoniano l’altissimo valore dell’attività del Prof. Santin, il quale onora la città di Cava de’ Tirreni e ben la rappresenta nel mondo”.

Momento clou dell’intensa Cerimonia è stato senza dubbio la consegna ufficiale del Premio al trionfatore, che ha ricevuto dalle mani dell’Avv. Maurizio Avagliano una pergamena incorniciata contenente le motivazioni del conferimento, un distintivo in oro a rilievo rappresentante un pistone, un piatto in ceramica raffigurante gli storici portici cavesi ed i volumi “Lady Cava” e “La Divina” curati dal socio rotariano Alfonso Prisco.

«Dedico questo riconoscimento a tutti i cavesi ed in particolare ai miei amici che hanno intessuto la mia vita, mi hanno insegnato l’amore incondizionato, mi hanno preparato al mondo. Sono loro che mi tengono e sempre mi terranno legato a questa terra, che adoro e che riconosco ogni volta nella sua forza interiore. Più che dedicare a loro questo riconoscimento, lo condivido con loro», ha dichiarato un emozionato Matteo Santin.

Parole che il vincitore ha poi scritto sul registro custodito dall’Azienda di Soggiorno e Turismo metelliana, ideatrice del Premio nel lontano 1982, e contenente le firme e le dediche di tutti i premiati. Tra questi erano presenti alla Cerimonia di ieri mattina Sabato Palazzo e Giuseppe Murolo, trionfatori rispettivamente nel 1988 e nel 2002.

«Il 3 giugno 1963, data di nascita del Prof. Matteo Santin, è per una curiosa coincidenza anche il giorno in cui morì Papa Giovanni XXIII – ha sottolineato nel suo intervento l’Arcivescovo Orazio Soricelli Vuol dire che in quell’occasione un Santo è salito in Cielo ed uno scienziato è sceso sulla terra».

«Già eravamo convinti della nostra decisione – ha affermato il Presidente rotariano Maurizio Avagliano ma ascoltando le sue parole, improntate alla semplicità ed all’umiltà malgrado il suo spessore internazionale, abbiamo ulteriormente capito di aver fatto un’ottima scelta premiando il Prof. Matteo Santin. Oggi abbiamo vissuto il degno epilogo di una bellissima “avventura”, iniziata da parte nostra grazie alla felice intuizione dei soci Luigi Della Monica e Felice Scermino. In un momento di grande crisi, anche e soprattutto dal punto di vista etico e morale, quest’oggi abbiamo celebrato il prezioso valore civico del senso di appartenenza, anche se non più strettamente legato al “campanile”».

La Cerimonia di conferimento si è conclusa con una prolungata standing ovation riservata al Prof. Matteo Santin da parte dei presenti, tra i quali vi erano anche l’On. Edmondo Cirielli ed il Consigliere regionale Giovanni Baldi, oltre a numerosi Assessori e Consiglieri comunali dell’Amministrazione metelliana. In prima fila ovviamente i familiari del premiato: dalla moglie Chiara al fratello Gian Piero, da mamma Elvira a papà Rino, autentica bandiera dello sport ed in particolare del calcio cavese e più volte citato nel corso della manifestazione.

Entusiasmante chiusura, dunque, per la XIV edizione del Premio “Cavesi nel Mondo”. Appuntamento fin d’ora fissato al 2016 per trovare il degno “erede” del Prof. Matteo Santin.

 

 

Genitori insieme all’Open Nido Comunale di via Carillo, per un presepe targato WathsApp

open-nido-cava-de'-tirreni-dicembre-2014-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Gli asili nido sono nati in Emilia Romagna come movimento alternativo e di base, come un sostegno materiale ai genitori che lavorano ma anche come propulsori di formazione e di interazione dinamica e continua tra le tre componenti: allievi, docenti e genitori. Poi, sono diventati soprattutto luoghi di parcheggio formativo per i bambini: non certo da rifiutare, ma lasciando sempre la sensazione di qualcosa che si poteva dare di più.

In questa direzione si sono mossi, con un’iniziativa semplice ed originale, i genitori dell’Asilo Nido Comunale di via Carillo, che, nel corso di una delle riunioni mensili di confronto, hanno proposto e deciso di fare il presepe insieme, non solo come azione comune particolare, ma con l’obiettivo generale di favorire un incontro di loro che andasse oltre le forme dell’ufficialità e di creare un progetto parallelo a quello che i loro bambini, pulcini della primissima età, stanno affrontando con i loro maestri.

Mentre questi ultimi, in attesa del Natale, spiegano ai piccoli cosa è la Natività e li inducono a farla propria attraverso figure e disegni, nello stesso periodo i genitori, oltre a parlarne a casa con i figli, prendono carta, colla, legno, forbici, colori &C. e allungano e santificano il periodo dell’Avvento incontrandosi per appuntamenti mirati (e coordinati grazie alla benefica ragnatela di contatti di WhatsApp) e a gruppi diversi, a seconda delle possibilità di ognuno, per realizzare la storia della Natività.

Un cammino parallelo, ma anche convergente, che trova il suo sbocco naturale nelle grandi feste di auguri prenatalizi. Alla fine, però, non saranno stati partoriti solo il presepe o le immagini di una storia, ma anche conoscenze più feconde tra i singoli genitori, che in quelle ore di lavoro avranno avuto modo di scambiarsi chiacchiere e confidenze legate all’educazione dei figli, e non solo.

Si crea così un flusso di condivisioni e conoscenze che poi avrà ricadute naturali ed efficaci nel dialogo con i bambini e con le maestre. Il tutto all’interno dell’istituzione scuola e, cosa che non guasta, senza spese contrarie alle dilaganti spending revue, ma solo con piccoli acquisti e ricicli regalati dalla soffitta di casa, dalla passione del fare e del comunicare e dall’amore della famiglia. Così la luce che illumina i cuori dei singoli ed i rapporti reciproci sarà un po’ più splendente di rima. Pronta a riaccenderci per un’altra iniziativa, perché è cominciato un cammino al quale è umanamente difficile rinunciare, a dimostrazione di quanta ricchezza potenziale, e purtroppo non sempre sfruttata e a volte trascurata o maltrattata, ci sia nelle istituzioni pubbliche legate all’età prescolare.

Insomma, una stella cometa un po’ particolare. Non è anche questo un piccolo grande modo di essere Natale?

Al Club Universitario battesimo de “Il trafficante di sogni”. Giacomo Casaula, con la sua band e con Linda Siani, “sogna” e fa sognare

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Venerdì 12, presso il Club Universitario Cavese di Cava de’ Tirreni è andato in scena uno spettacolo totalmente nato dalla mente di chi nei sogni ci crede e prova a realizzarli.

Il trafficante di sogni’ è stato pensato da Giacomo Casaula – giovane studente di Lettere presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e diplomato all’Accademia Cavese del Piccolo Teatro al Borgo diretta da Mimmo Venditti – che, insieme a un gruppo di amici musicisti, ha fatto rivivere momenti di grande musica e teatro con semplicità e freschezza. Un titolo interessante per uno spettacolo che si è posto come obiettivo ben preciso quello di scavare nelle dinamiche dell’anima degli spettatori quelle emozioni che vengono fuori solo grazie ai grandi contributi artistici. La piacevole serata ha visto l’intervallarsi una serie di monologhi in prosa e poesia di ampio respiro: sonetti di William Shakespeare, una poesia di Catullo, la grande prosa teatrale di Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello e un monologo da brividi tratto da ‘Novecento’ di Alessandro Baricco. Giacomo, inoltre, ha letto alcuni brani tratti dal suo romanzo Scie ad andamento lento (edito prossimamente) e ha coinvolto l’attento pubblico in sala con una nutrita serie di brani dell’indimenticato Fabrizio De Andrè, cantati da solo o in coppia con Linda Siani.

Il gruppo, seppur composto da musicisti giovani, ha dimostrato di saper eseguire e interpretare brani di un certo livello e tutti si sono distinti per la bravura dimostrata senza alcuna pretenziosità. Alle chitarre c’erano Davide Trezza e Francesco Oreste, alla batteria Luca Senatore, alle tastiere Ernesto Tortorella e al basso Marco Forleo.

L’intento – riuscito – dello spettacolo era quello di un viaggio e un sogno particolare, dal sapore antico ma con l’ambizione di essere attuale e fortemente moderno. La sensazione, infatti, che si percepisce spesso quando ci si trova di fronte a questi artisti, scrittori e cantanti – a prescindere dal gusto personale che ti porta per qualche assurda e sconosciuta ragione a prediligere un artista piuttosto che un altro – è che non c’è niente di più giusto del cercare le risposte alle domande sul futuro proprio scavando nel passato, un passato in cui il traffico di sogni dei nostri genitori o dei nostri nonni può essere facilmente accostato al nostro, con le stesse perplessità e le stesse ambizioni. Una splendida occasione di condivisione di cultura che si può produrre anche a partire dalla più giovane età, con semplicità, coraggio e voglia di divertirsi. (Caterina Giangrasso)


La prima volta che ho visto Giacomo Casaula è stata una sorpresa, un primo passo. La seconda volta un’attesa, per cercare conferme. La terza volta è proprio una cosa seria: spettacolo in piena regola. È con questo spirito di grande curiosità che ci accomodiamo ancora una volta nella sala del CUC, ospiti della signora Annamaria Garofalo, pronti a goderci quest’anteprima di Giacomo Casaula e della sua band: Francesco Oreste alla chitarra, come Davide Trezza, Marco Forleo al basso, Ernesto Tortorella alle tastiere, Luca Senatore alla batteria e Ermelinda Siani voce aggiunta.

Li presentiamo subito perché loro non sono solo accompagnatori, sono parte integrante, sono compagni di questo “Trafficante di sogni” nel viaggio che sappiamo da dove parte, ma sinceramente non vediamo ancora dove si potrà fermare. Non deve essere stato un caso la scelta del monologo di Baricco, “Novecento” che non è l’apertura della serata, ma è stato sicuramente il suo picco più alto: il dramma della scelta, il limite dell’infinito e la certezza del limite. Dov’è la fine del mondo? Perché da cose finite, come i tasti di un pianoforte che sono solo 88, si generano cose infinite come la musica… e la necessità di avere coraggio per vivere, in una Terra colpita dagli uomini e uomini colpiti dalla follia dei loro simili…

I temi affrontati sono grandi, Giacomo è provato dopo questa esibizione: lui stesso ha vissuto l’esperienza di un’immensità persa nel perimetro di una nave…

Ma nella valigia di un trafficante di sogni ci sono tanti articoli, De Andrè, Eduardo, Pirandello, Casaula, Catullo, Shakespeare e pezzi di manifattura artigianale. Non vi elencherò i dettagli della mercanzia, vi racconterò del loro effetto dopo l’esposizione.

Il mercante Giacomo ha dimostrato di avere grandi qualità e la prova che ha affrontato, come sempre, è stata soprattutto con se stesso. Ha messo su uno spettacolo di forza, di valori, di sogni. Alcuni sogni li aveva già sognati: erano quelli della certezza, dei colossi. In loro ha riposto tutta la sua fiducia ed è stato splendido.

Se c’è stata una “pecca”, ed è già forte come termine, è stato forse nel momento del “suo” sogno: quello nuovo, quello appena partorito. Un bimbo appena nato che non sa ancora camminare e di cui lui è un papà giovane e dunque inesperto. Se sei stato bravo zio, sarai ottimo papà. Abbraccia di più la tua creatura, dalle la fiducia che merita e crescerà forte come quelli che hai conosciuto così bene, così profondamente da riportarli in vita a distanza di tanti anni.

Rivivere i sonetti di Shakespeare, i passi di Pier Paolo Pasolini e la sua Bandiera Rossa, il dramma e l’umorismo di Eduardo “…non vi chiedo di pregare per me, ma vi chiedo di non proibirmi di pregare per voi..”, è stato emozionante. E poi le canzoni di De Andrè: Bocca di Rosa lui la cantava quasi come una nenia, con la rassegnazione a volte tipica di un vissuto diverso. Giacomo ci mette rabbia, la sua condanna all’ipocrisia viene più dalla voce che dalle parole.

E poi (Erme)Linda. Sembra una bomboniera: carina, impeccabile, una bellissima voce pulita che tenta di addolcire il tono forte dell’ingombrante vicino. Ma la convivenza è dura per lei. La sua sarà carriera di cantante, lui è un camaleonte e sul palco la mimetizza con la sua stessa pelle.

Stai diventando un mostro di bravura, caro Giacomo. Dal palco riesci perfino a mangiarti il pubblico con gli occhi. Quello sguardo profondo, che ti serve per attraversare anni e secoli per vestire i panni di altri uomini, trafigge anche noi della sala. Non hai tempo né voglia di aspettare di sapere cosa ti diranno dopo: vuoi catturare le loro emozioni al momento: SONO TUE. Devono restituirtele. Fai Paura. E sei splendidamente accompagnato.

Vai leone, lupo, pantera, cacciatore più che mercante di sogni. Ci hai lasciati facendoci sapere del tuo prossimo impegno, su un palco che oggi va per la maggiore quale Il Blu di Prussia di Napoli, il 17 di dicembre. Ma ci hai anche detto che “sognare non vale niente se non si lotta per i propri sogni.”

Noi ne siamo convinti, così come sappiamo che in un futuro non molto lontano saranno ancora più famosi i teatri che ti vedranno protagonista. E allora ribadisco un piccolo pensiero. Metti nel tuo sogno un po’ di forza in più. Dagli credibilità in modo che non passi inosservato nell’esposizione della tua già ricca e meravigliosa mercanzia. Ma il manufatto originale, va valorizzato ancora di più.

Noi aspetteremo, perché il premio che ci regalerai sarà fantastico. (Paola La Valle)

 

 

 

foto di Gianina Maria Volpe