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“Camminando a ritroso nel tempo”: la diciottenne Melania Scarpa, aspirante farfalla, presenta le sue poesie alla Libreria Bar Rodaviva
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Una “colorata chiusura a farfalla” per la rassegna culturale natalizia che dal 5 dicembre scorso, tra musica e letteratura, sta affollando le sale del Bar Libreria di Cava de’ Tirreni (Sa), con serate all’insegna della musica e della letteratura.
Venerdì 9 gennaio, il giorno prima del concerto finale degli Scarecrows, alle ore 18.00, si terrà la presentazione del volume di poesie della giovanissima Melania Scarpa, “Camminando a ritroso nel tempo” (Kairòs Edizioni).
L’incontro sarà moderato dal sottoscritto scrivente, con letture a cura di Pietro Paolo Parisi ed intermezzi musicali del chitarrista Pasquale Vitale.
Promettente opera d’esordio della diciottenne artista, antologia di poesie e di acquerelli realizzati tra i nove e i diciassette anni, la raccolta è un viaggio all’insegna della scoperta di quel mondo che si inizia a conoscere da soli, nel passaggio avventuroso ed affascinante dal porto dell’infanzia al mare aperto dell’adolescenza e verso l’oceano della maturità. Non a caso il cammino si svolge a ritroso, quasi a ricercare il sapore delle conquiste presenti nella coscienza più o meno ingenua delle “navigazioni e delle onde” passate.
La giovanissima autrice, in questa ricerca, si distingue per un duplice, significativo aspetto.
Da una parte, pur concentrandosi come è naturale sul suo io, non si ferma a contemplare il proprio ombelico, ma cerca il ponte che lega l’ombelico stesso al respiro della vita ed all’immensità dell’universo, dimostrando così una naturale sensibilità umana e poetica e significative potenzialità di apertura mentale e concettuale.
Dall’altra, rivela un precoce talento poetico, che, più che attraverso versi elaborati e metafore ardite, emerge attraverso la musicale chiarezza delle espressioni e la loro organica strutturazione nelle strofe.
Le tematiche sono in parte quelle classiche della crescita: la voglia di coccole e di rassicurazione, il timoroso desiderio di andare avanti, gli scricchiolii della fragilità, la ricerca di appigli fuori e dentro, la scoperta di se stessa, il desiderio di diventare colorata e libera farfalla, la gioiosamente chiaroscurale energia della vita.
Tuttavia, nel momento in cui lei si definisce solitaria comitiva e si sente anima vibrante, creatura volante, dolore costante, sognatrice incessante e cerca di illuminarsi d’immenso pur se oscurata da lampi di abisso o di incomunicabilità, e si porge le domande grandi sul senso dell’esistenza, contemporaneamente emarginando in toto i dichiarati fermenti amorosi tipici della sua età, ci rendiamo conto di trovarci di fronte ad una giovane adulta ricca di un’elettricità interiore pronta ad esplodere in mille e non tutte prevedibili vibrazioni.
Con quest’elettricità, la sentiamo già pronta per accendere in futuro tutte le sue già brillanti luci di artista. E l’attendiamo con uno speranzoso e affettuoso sorriso.
Occhio al candidato Sindaco (n.1): a colloquio con Vincenzo Servalli (PD): “Meno sprechi, servizi efficienti, attenzione massima alla sicurezza ed alla solidarietà”
Per far conoscere più da vicino i vari candidati che concorreranno alla poltrona di Sindaco nelle prossime elezioni di primavera, Vivimedia pubblicherà una serie di interviste individuali, con una cadenza di due settimana di distanza al massimo tra l’uno ed il successivo ed offrendo uno spazio simile ad ognuno di loro.
La serie è aperta da Enzo Servalli, candidato del Partito Democratico (consigliere comunale e capogruppo PD nella consiliatura in corso), che ha conseguito la candidatura prevalendo nelle primarie cittadine di fine ottobre su Enrico Bastolla, Raffaele Fiorillo (ex Sindaco di Cava) e Antonio Palumbo.
La prossima intervista riguarderà Armando Lamberti, candidato dell’Associazione Per Cava, e sarà pubblicata lunedì 12 gennaio.
Partiamo dalla carta d’identità e dallo stato civile?
Sono cavese doc, di nascita e residente, ho 47 anni, sono coniugato con Maria Vitale, ho due figli, Alfonso di 12 anni e Mariano di 8.
Attività lavorativa?
Svolgo attività di brokeraggio assicurativo. Sono un professionista indipendente, gestisco una rete di collaboratori. In altre parole ogni giorno molte decisioni da prendere.
Insomma, ti alleni per quando dovresti decidere da Sindaco…
Se devo prendere come un augurio, ti dico di sì… Se è solo una constatazione, ti dico di sì lo stesso, perché l’augurio me lo faccio da me.
Risposta arguta, da comunicatore… Ma torniamo alla scheda personale. Titolo di studio?
Laureato in Scienze Politiche, il che mi offre una base di competenza fondamentale per le mie aspirazioni. Alle Superiori mi sono diplomato geometra, il che mi ha offerto la necessaria concretezza per supportare le mie aspirazioni e, spero, la mia futura attività di Sindaco.
E sei di nuovo andato “a pallino”, il che offre l’immagine di una passione viva per supportare le tue aspirazioni … A proposito di passioni, quali sono i tuoi hobby?
Il principale è la lettura. Quando ero più giovane mi ero innamorato dei grandi classici, soprattutto italiani, poi,crescendo, ho capito l’importanza della lettura come formazione non solo personale ma anche sociale e mi sono appassionato saggistica, alla storia, all’economia.
Sul tuo podio ideale, quali libri collochi?
Con riferimento alle letture giovanili, senz’ altro il libro “Cuore”, mitico “vangelo” dell’identità di tante generazioni. Quanto alle letture dell’età matura, mi ha entusiasmato a suo tempo “Dei delitti e delle pene”, di Cesare Beccaria, che ha aperto un varco fondamentale verso il recupero in chiave illuministica e liberale della Dignità umana. E poi, quanto a saggezza di vita, il De senectute (La vecchiaia), un inno alla saggezza del grande Norberto Bobbio.
Bene. Ora possiamo scendere, o salire, nel campo della politica. I tuoi modelli ideali, di oggi, ieri, di sempre?
Non ho dubbi. Di oggi, Matteo Renzi, per il tentativo di fondere dinamicamente pensiero e azione e la capacità di andare anche controcorrente; di ieri Walter Veltroni, per la pulita forza degli ideali e la capacità di innovazione (non dimentichiamo che il Partito Democratico è nato dalla sua iniziativa); di sempre, Sandro Pertini, per l’ integrità morale, la coerenza, il senso dello Stato, il coraggio della lotta e del rischio in nome dei propri ideali, lo spirito del socialismo più sano.
A proposito, tu alla politica ti sei avvicinato proprio attraverso il Partito Socialista, ai tempi di Craxi e Martelli.
E, a Cava, di Bove, Panza, Altobelli, Agrusta, Cosimo Maiorino… è stato un tempo controverso, ma comunque ricco di idee e di spirito di modernità.
Dato che stai facendo riferimenti specifici ai valori, mi dici quali sono secondo te le tre qualità più importanti per un politico?
Non ho dubbi: Eticità, Capacità di Azione, Umanità. Tre valori diversi ma strettamente connessi e connettibili tra di loro per creare una figura ideale di politico. A queste aggiungerei la capacità di “essere popolo” e saper parlare con il popolo.
Tu non sei nuovissimo alla politica. Oltre che uno dei leader dell’opposizione, sei stato per un certo periodo assessore al Commercio nel periodo della Giunta Gravagnuolo. Ritieni di essere stato allora “uomo del popolo”?
Penso proprio di sì. Del resto, io sono sempre uomo del popolo, perché vengo da una famiglia di onesti e sani lavoratori. Credo di aver stretto legami importanti con artigiani e piccoli commercianti e di aver lasciato una scia solida, rispetto alla dispersività dei miei successori
Perché dispersività?
Beh, ad esempio, basta considerare il Centro Commerciale Naturale, che è stato una nostra creatura. Non mi pare che sia stato coltivato come si doveva. Eppure era, ed è, una fonte potenziale di grande benessere e dinamismo economico per la Città.
Ma con i tempi che corrono, come pensi di poter rivitalizzare questo Centro Commerciale?
Tutto il tratto da Piazza Amabile a San Francesco deve diventare un fermento di iniziative, di proposte, di offerte. Ed uno sforzo in più deve essere fatto per inserire Cava nel giro degli escursionisti delle Crociere e nell’ indotto del movimento per le Luci d’artista: un’opportunità che è stata finora poco sfruttata.
Vuoi diventare un Fra Gigino laico?
Perché no? Ma, come sarebbe opportuno fare sempre anche con Fra Gigino, ogni iniziativa deve e dovrà essere correttamente regolamentata e diretta.
Le iniziative non bastano. Occorre anche garantire tranquillità e sicurezza. Sai bene che questi sono temi sempre molto caldi e sentiti.
Indubbiamente. Ma sfondi una porta aperta. Anzi, colgo l’opportunità per ricordare che quando sono stato assessore ho dato inizio ad un piano di videocontrollo della Città, non solo nel Borgo ma anche nelle frazioni, troppo spesso dimenticate. E Santa Lucia, Pregiato, Passiano, Annunziata sono stati i primi beneficiari. Ma poi, anche qui, qualcosa si è rotto. Il progetto è stato ora trascurato ora abbandonato. Ma da Sindaco sarà una delle mie priorità.
Vale come promessa e come impegno. A proposito di priorità, quale sarebbe la tua prima mossa in caso di elezione a Sindaco?
Quella che ho annunciato sia in sede di campagna per le primarie sia in occasione della presentazione della mia candidatura. La riduzione delle tasse e l’abbattimento degli sprechi.
In che settore pensi si possa agire?
Nomineremo un commissario alla revisione della spesa. Durante le primarie ho parlato di un Cottarelli cavese che dovrà dirci come operare. Penso ad esempio, all’utilizzo più marcato della posta certificata via web. Risparmieremmo tonnellate di carta, e sarebbe anche una bella scelta ecologica. E poi, sviluppare l’utilizzo diffuso dell’illuminazione a LED. Una spesa d’investimento all’inizio, tanto risparmio in seguito.
Che fine farebbero i soldi risparmiati?
Diminuzione delle tasse ed investimenti nei settori legati alla solidarietà sociale, in primo luogo.
A proposito di solidarietà, nei dieci punti del tuo programma, la solidarietà ha un ruolo molto significativo, accanto all’impegno di fare finalmente di cCva la Città della Solidarietà. Mi pare però che anche Galdi avesse proclamato le stesse cose e che lui stesso abbia poi mostrato attenzione verso i disabili e le Associazioni che li rappresentano. Ad esempio, ha rivitalizzato l’Osservatorio, ha anche indetto un Consiglio Comunale monotematico sull’argomento.
È vero, e all’occorrenza anche noi dell’opposizione abbiamo dato una mano. Però, di fatti se ne sono visti pochi. Questo settore è una delle tante promesse mancate da Galdi.Ad esempio, le barriere architettoniche sono rimaste più o meno tutte.
Dato che stiamo parlando di Marco Galdi, mi dici secondo te quali sono le principali differenze tra te e lui?
Innanzitutto, io sono un uomo del popolo ed un esempio di mobilità sociale: pur provenendo da famiglia non certo ricca, ho avuto la possibilità di effettuare studi qualificati e perfino di specializzarmi alla Scuola di direzione Aziendale della Bocconi. Conosco quindi sia l’opportunità della qualificazione professionale sia il valore del sacrificio. Di Galdi, che comunque è una degnissima persona, non si può certo dire che è in questo senso un “uomo del popolo”.
Altre differenze?
Non si può certo dire che Galdi sia stato un uomo di squadra, o un leader capace di costruire una squadra forte e stabile. Basti pensare ai 25 assessori in quattro anni.Per di più, su alcuni punti, credendo di stare nel giusto (e i piedistalli non gli sono mai mancati….), ha preso decisioni poco discusse ed alla fine avventate e dannose. L’acquisto della COFIMA insegna…
Io per natura sono uomo del dialogo e della squadra. Alzi la mano chi ha colto in me atteggiamenti autoritari. Cercherò di fare lo stesso da Sindaco. Autorevole, ma non autoritario. Però esigente nel rispetto del cammino una volta che la “squadra” ha preso una decisione.
La parola decisione compare spesso nel tuo vocabolario, accanto alla parola “concretezza”. Renzismo o servallismo?
Tutti e due, credo, ma soprattutto senso di fare la cosa giusta. Partendo da quelle minime, beninteso. Rispetto alla Pubblica Amministrazione, io mi considero, e mi considererò, un Medico di pronto Soccorso, non un luminare dei Congressi.
Non pensi che con queste tue affermazioni, pur corrette, sottovaluti il ruolo di leader forte, che pure è auspicato dalla gente e che finora non sembra essere stata una delle tue caratteristiche primarie?
Si può essere forti in tanti modi, anche senza gridare. Se saprò essere una guida sicura di un convoglio ben affiatato, sarà quella la mia forza. Penso che la dote principale di un Sindaco sia quella di avere una chiara idea di città e perseguirla con determinazione, equilibrio, serietà.
Non è questo il momento di parlare del programma dettagliato, perché mi sembra di aver capito che, fatte salve le linee guida, lo realizzerai dopo una consultazione ampia di cittadini ed associazioni. Però, qualcosa sulle alleanze e sulle discriminanti la possiamo dire.
Non sono d’accordo con chi dice “Né destra né sinistra, ma avanti”. Per me il campo del centro-sinistra rimane irrinunciabile, almeno come obiettivi e valori. Chi li condivide e lavora per perseguirli, può essere ben accetto. Ma c’è alleanza ed alleanza, c’è appoggio e appoggio…
Corretto, ma un po’ vago…
Non si può andare oltre, in questa fase.
E per quanto riguarda la moralità di cui abbiamo parlato prima?
Posso dire con convinzione che una discriminante non può essere l’indagine giudiziaria. Vale la presunzione di innocenza fino al giudizio definitivo. Naturalmente, esiste poi l’opportunità politica legata ad ogni singolo caso.
Anche qui, un colpo al cerchio ed uno alla botte…
L’alternativa sarebbe un radicalismo miope e pregiudiziale, non ti pare?
Forse, ma vedremo coi fatti.
E confermeremo coi fatti che questa è la svolta buona.
A proposito, sarà questo il tuo slogan definitivo? Non richiama un po’ troppo il vento del cambiamento di Galdi, che poi è stato più bonaccia che tempesta?
Anche questo lo dimostrerò coi fatti. Però, tanto per chiarire, non è detto che sarà questo lo slogan definitivo. La vera campagna deve ancora partire…
Come pensi, in sede di primo turno e di eventuale ballottaggio, di superare i rivali non tanto di Centrodestra, quanto del Centrosinistra? Per esempio, come riaprire un dialogo con Città Democratica, dopo che sei stato uno dei più duri con Gravagnuolo ai tempi del distacco dal partito?
Partiamo dal Pd ma parliamo a tutta la città. Per città intendo i cittadini non pezzi di ceto politico. Quanto a Città Democratica da quel poco che ho capito mi pare di poter dire che l’elemento unificante, direi la mission del gruppo sia la critica feroce ai limiti dell’odio politico al Pd. Io non mi nutro di tali sentimenti. Sono un uomo d’amore.
E con l’opposizione all’interno del partito, che pure non si può sottovalutare, come pensi di comportarti?
Il partito democratico conto proprio di trovarlo il più possibile unito a sostenermi. Grazie alla forza delle idee e delle proposte, che comunque genereremo insieme.
Anche gli ex avversari delle primarie?
La porta è aperta per una costruzione comune.
Il problema è che bisogna attraversarla, quella porta. E bisogna vedere anche quanto è aperta e chi si trova dall’altra parte. Comunque, prendiamo atto della disponibilità e vedremo. E i voti della gente, quelli che contano per l’elezione e che vanno guadagnati anche oltre gli schieramenti?
Credo di partire da una base buona. Sono stimato e benvoluto da molti e sono considerato una persona affidabile. Rappresento una novità, nella Città e rispetto al fallimentare Galdi. Prometto cambiamenti, ma non salti nel buio. Non mi sembra poco.
Ora bisogna convincere sull’affidabilità dell’eventuale squadra. A proposito, perché non fai come Fiorillo ai tempi vincenti di Alleanza di Progresso e dichiari già i nomi di almeno due o tre assessori?
Ci penserò. Mi sembra un’idea interessante.
E quanto alle capacità leaderistiche e di immagine?
Te l’ho già detto. Non sono un novellino. Saprò parlare alla mente, al cuore e alla “pancia” degli elettori. E vincerò, ci credo fortemente. Anzi, vinceremo tutti. Perché alla fine è il noi che io voglio realizzare. E quel noi non è solo il Pd. Quel noi siamo tutti i Cavesi …
- Enzo Servalli durante un discorso pubblico
- Vincenzo Servalli con il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Occhio al candidato N. 6 Marco Galdi (Sindaco uscente). I miei risultati migliori? Trincerone, Ospedale, Mediateca, Metellia, lavori pubblici, risanamento amministrativo … e il meglio può ancora venire
Sesto appuntamento nel nostro viaggio alla scoperta dei candidati a Sindaco per le elezioni di primavera. Dopo Servalli, Lamberti, Marco Senatore, Stefano Cicalese e Michele Mazzeo, ecco Marco Galdi, Sindaco uscente, non più candidato di tutta l’area del Centro Destra, ma di uno schieramento di Centro gravitante intorno all’UDC.
Di prossima pubblicazione, l’intervista a Cettina Capuano (sinistra), prima donna candidata a Sindaco nella storia della nostra Città.
Partiamo dall’anagrafe e dall’attività lavorativa?
Sono nato a Salerno il 25 dicembre del 1965 da Ciro Galdi, medico e Ufficiale Sanitario della nostra Città, e da Maria Lippolis, farmacista. Sono professore di Istituzioni di Diritto Pubblico presso l’Università di Salerno. Ho svolto la professione di Avvocato, fino all’inizio del mio mandato di Sindaco (aprile del 2010), allorché ho deciso di dedicarmi esclusivamente all’amministrazione della Città.
Titoli di studio?
Laurea in giurisprudenza, conseguita presso l’Università di Salerno con il massimo dei voti e la lode all’età di ventun’ anni; dottorato di ricerca in Diritto costituzionale, conseguito presso l’Università di Bologna.
Hobby principali?
In questi anni ho avuto poco tempo da dedicare alle mie passioni, perché assorbente è stato l’impegno politico e amministrativo. Di rado, però, suono ancora la mia chitarra (da ragazzo ho frequentato il Conservatorio) e, sia pure per pochi minuti, non passa un giorno senza sfogliare un libro.
Sul podio ideale, quali libri e perché?
Mi verrebbe da mettere al primo posto la Bibbia … Ma è molto più che un libro …
Quindi, ne elenco tre:
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Indagine su Gesù, di Antonio Socci: lo consiglio a chi nutre dubbi sulla storicità del Cristo. E sulla Sua natura divina …
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Il mercante di luce, di Roberto Vecchioni: pur nella consapevolezza della precarietà e brevità della vita, la profondità e la bellezza della cultura possono illuminare i nostri percorsi.
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Le città invisibili, di Italo Calvino: dimostra che la città è fatta prima di tutto di uomini e poi di mura, strade, servizi, spazi …
E quali film e perché?
Senza alcun ordine di graduatoria, direi:
1. “La vita è bella” di Roberto Benigni: poetico, sa affrontare una storia terribile con leggerezza e mai banalità. Dimostra come in ogni condizione l’uomo può continuare a vivere i sentimenti e la libertà, che sono l’essenza stessa della Sua dignità.
2. “Mediterraneo” di Gabriele Salvatores: si respira tutta l’umanità del popolo italiano, che incontra la vita semplice ed i ritmi sempiterni delle isole greche.
3. “Al di là delle nuvole“ di Michelangelo Antonioni e Wim Wenders: quattro storie che interpretano modi diversi, talora drammatici, talaltra tragici, di ricerca della felicità.
Quali sono i tre cardini dell’etica di Marco Galdi persona?
Premetto che considero l’etica fondamentale nelle relazioni umane. E, purtroppo, come Paese del “fine che giustifica i mezzi” non ne siamo certo ricchi: i problemi fondamentali dell’Italia, dall’evasione fiscale alla corruzione, sarebbero certamente sotto controllo se, come italiani, dessimo tutti più peso all’etica.
Al primo posto, direi, il rispetto per le persone, a partire da chi ha più bisogno, soprattutto il rispetto per la loro libertà. Questo “cardine”, in una stagione di profondo cambiamento economico e di sconvolgimenti sociali, sta incidendo molto anche sul mio stesso modo di intendere la politica.
Sullo stesso piano l’onestà, che non vuol dire solo “non rubare”, ma anche sincerità, lealtà, dire la verità, non illudere le persone, mantenere la parola data …
Infine, ma non per ultima, la solidarietà: la parola di un amico, la mano tesa nel bisogno, la responsabilità reciproca, sono forme di umanità diversa cui dovremmo sempre tendere.
I modelli ideali in politica?
Non vorrei dare l’impressione di andare troppo indietro … Ma non posso esimermi dal citare Pericle nell’Atene del V secolo a.C.: ha cambiato la storia dell’umanità introducendo l’idea di democrazia, di merito, di diritto alla cultura, rafforzando il concetto di “isonomia” come uguaglianza davanti alla legge (invero categoria già risalente a Clistene) … insomma un genio !
Per venire più vicino a noi, Alcide De Gasperi: credente ma rispettoso di tutti e soprattutto capace di determinare in Italia le condizioni per la nascita di un partito laico, seppure radicato nei valori della tradizione cattolica, condivisi da larga parte del nostro popolo.
E, se guardo al presente, sono affascinato da Barack Obama… La sua storia è stupefacente: afroamericano di seconda generazione, presidente della Harvard Law Review; professore di diritto costituzionale alla Law School dell’Università di Chicago; per due volte Presidente degli Stati Uniti d’America; Premio Nobel per la Pace nel 2009… Una personalità eccezionale, che sta affrontando, con grande coraggio ed attenzione agli ultimi, temi difficili in contesti molto delicati … Credo che, con il tempo, sarà generalmente riconosciuto come il più grande Presidente della storia americana.
E nella storia della politica cittadina?
Personalmente sono persuaso che la nostra Città abbia avuto nei secoli trascorsi personaggi di grandissima levatura: intellettuali, persone che hanno viaggiato e portato in città la propria esperienza… Nel corso del XX secolo il discorso è cambiato, ma non per questo sono mancate personalità di rilievo, da Riccardo Romano ad Eugenio Abbro, da Vincenzo Giannattasio a Roberto Virtuoso, per citarne solo alcuni.
Una qualità da imitare rispetto ad ognuno dei Sindaci post Abbro …
Raffaele Fiorillo: capacità di coinvolgere la società civile.
Alfredo Messina: grande competenza.
Luigi Gravagnuolo: capacità di comunicare.
Ovviamente, ometto di giudicare il Sindaco Galdi …
Quali sono le tre qualità più importanti per un politico?
Credo che la risposta cambi a seconda della natura dell’impegno politico. Se ci riferiamo all’amministrazione locale direi:
1. Saper progettare lo sviluppo stando al passo con i tempi e cogliere tutte le opportunità coerenti con il disegno.
2. Saper incassare anche i colpi bassi e andare diritto sulla propria strada, guardando solo all’interesse della Comunità.
3. Avere cultura, che è sì competenza, ma anche umanità.
Quali sono le tre principali qualità del Galdi persona e del Galdi politico?
Se proprio non posso esimermi…
1. Sono certamente un grande lavoratore: lo sa bene la mia famiglia cui sottraggo tantissimo tempo…
2. Ho fermezza, quando occorre; ma anche disponibilità al dialogo e ad ammettere gli errori (da cui nessuno che opera è immune).
3. Credo di avere un discreto equilibrio, che conservo nonostante le esperienze difficili vissute in questi anni ed il contesto in cui svolgo la mia funzione.
A mandato concluso, quali sono le scelte e le realizzazioni di cui il Sindaco Galdi va più fiero? Ce ne dice almeno cinque, in ordine di importanza?
Al primo posto collocherei la difesa dell’Ospedale.
Forse ci si è dimenticati che all’inizio del mio mandato stavamo dicendo addio all’Ospedale, tanto che per difenderlo dovetti compiere un atto eclatante, come incatenarmi con la fascia di Sindaco davanti alla sede della Regione Campania.
La difesa dell’ospedale era il primo punto del mio programma elettorale e, nonostante alcuni “predicatori di sventure” lo diano per morto, le porte del nostro nosocomio sono e rimarranno aperte …
Quando si parla di Ospedale, si parla però anche del flop derivante dall’acquisto della COFIMA.
Potrà sembrare strano, ma io ancora oggi lo considero tutt’altro che un flop. Anzi, una speranza ancora aperta. Per due buone ragioni. Rimane il vantaggio di aver acquistato dal Tribunale Fallimentare a prezzo ridotto (circa tre milioni e mezzo) un’area che ne valeva, e ne vale, almeno quindici (così la perizia del CTU Pellegrino). L’acquisto dell’area all’uscita dell’autostrada, di recente è stato dichiarato legittimo dal TAR Salerno, e quindi potremo nella prossima consiliatura, risolti finalmente i problemi urbanistici, lavorare concretamente alla realizzazione del nuovo ospedale. A favore di questa prospettiva militano i numeri: il Decreto istitutivo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria prevede 1037 posti letto. Attualmente circa 600 si trovano al San Leonardo, 140 a Mercato San Severino, 60 al da Procida e 100 sono stati previsti per il S. Maria Incoronata dell’Olmo nel piano aziendale inviato dal Direttore Viggiani per l’approvazione alla Regione. Visto che la matematica non è un’opinione, mancano all’appello ancora 137 posti letto… Ora, dico io, è più economico e funzionale abbattere il San Leonardo per costruire un nuovo Ospedale a Salerno – come vorrebbe De Luca – oppure ristrutturare il plesso di Salerno e realizzare, invece, il nuovo ospedale, con duecentocinquanta posti letto, a Cava nell’area della Cofima, per di più collocata in posizione ottimale (vicino all’autostrada), a meno di dieci chilometri dal plesso di Salerno?
E allora, lo consideriamo ancora un flop?
Andiamo avanti. Al secondo posto cosa inseriamo?
Direi i tanti lavori pubblici portati a termine, di cui alcuni fondamentali e attesi. Parlo soprattutto del Trincerone, già funzionante anche se ancora da rifinire; della zona pedonale estesa fino alle Scuole Mazzini; di oltre 270 case già consegnate dalla mia amministrazione agli occupanti dei prefabbricati (ulteriori 24 appartamenti saranno consegnati a giorni); della terza corsia all’uscita dell’autostrada; della nuova illuminazione del nostro corso porticato; della sistemazione della viabilità cittadina intorno al Comune; del nuovo parcheggio alle spalle della Chiesa di Santa Lucia; della ristrutturazione di molte ville comunali; alle case dell’acqua… E parlo dei lavori in corso d’opera come Piazza Bassi ai Pianesi, Viale Gramsci, Piazza Abbro; il restauro ed il completamento di importanti contenitori (l’ex Convento di San Giovanni; l’ex Eca, con la sala teatrale, il museo civico e il museo dedicato a Mamma Lucia; ecc…). Altri, infine, stanno per partire, come Piazza San Francesco e la sistemazione superficiale del Trincerone, entrambi gli interventi con relativo parcheggio interrato e il mercato del pesce di Viale Crispi.
Tra quelli citati, almeno due lavori continuano a suscitare perplessità e polemiche, cioè il Trincerone (per lo snodo problematico e la mancanza del Sottovia) e Piazza Abbro (per la sospensione e l’ipotesi della scacchiera).
Nella funzionalità il Trincerone è chiaramente ancora perfettibile: non va dimenticato, però, che quando sono arrivato i lavori erano da lungo tempo fermi e la nostra Amministrazione ha dato una svolta decisiva, anche assumendoci personalmente molte responsabilità. Ci sono problemi, che vengono dal passato e che stiamo risolvendo, come la vertenza con Italia Nostra sulla rampa … Ma credo sia esperienza di tutti quanto il traffico cittadino sia risultato snellito dal completamento della viabilità e dai nuovi parcheggi che occupano l’area del trincerone …
Quanto a Piazza Abbro, mi pare che la querelle sulla “scacchiera” sia superata: si è capito, infatti, si tratti solo di una pavimentazione in pietra non incidente nemmeno per un euro sul costo dell’intervento. La sospensione dei lavori, invece, è stata causata dalla scoperta del rifugio antiaereo. Ma, dopo aver ottenuto il placet della Sovrintendenza, aver predisposto un nuovo progetto esecutivo per conservare e rendere visitabile il rifugio ed approvato la necessaria variante, a giorni i lavori riprenderanno e, sono certo, procederanno velocemente …
Parliamo ancora di speranze relative al rapporto con la Regione. Non sembra che sia stato sempre tutto oleato, come si sperava all’inizio, nonostante la filiera del Centro Destra …
Purtroppo, nella fase iniziale del mandato abbiamo avuto a che fare con l’Assessore di Fratelli d’Italia Marcello Taglialatela, che, sulla programmazione dei lavori finanziati con fondi comunitari, ha bloccato il bloccabile… pessimo! Da quando al suo posto c’è l’Assessore Russo, la macchina procede alla grande. E non dimentichiamo che Giovanni Baldi sta facendo un grande lavoro di raccordo e di sponda …
Torniamo alla “classifica”. Terzo posto?
Aver attivato realizzazioni precedenti che però erano rimaste inutilizzate: dalla Mediateca al forno crematorio (solo nel 2014 ha fatto oltre 1.500 cremazioni) …
La Mediateca, già: grande struttura, grande riferimento culturale, ma anche tante polemiche dei commercianti sull’affitto basso e sulla concorrenza sleale.
Grande struttura e grande opportunità culturale, come dici tu, ma anche grande infondatezza per le polemiche. La Mediateca è stato uno dei fattori di rivitalizzazione di una movida che oggi come oggi è tra le più vive della Regione. E poi, chi adesso critica, perché non ha partecipato al bando pubblico?
Ma anche grandi polemiche degli abitanti …
Le esigenze degli abitanti vanno indubbiamente rispettate … Ma lo slancio economico offerto dalla movida è necessario e insostituibile.
La classifica è ancora aperta. Quarto posto?
Lo sviluppo turistico e culturale. L’accorpamento di tante manifestazioni nella Settimana Rinascimentale, ad esempio, è tutto merito della nostra Amministrazione ed ha dato ottimi frutti.
Nonostante le tensioni e le critiche montanti su alcune realizzazioni?
Quelle fanno parte del gioco. E di una crescita comunque in atto. Però, sarebbe difficile negare che Cava sia un pullulare di manifestazioni. Ed alcuni eventi, come le Corti dell’Arte (da noi sempre sostenute) sono un costante richiamo verso l’esterno. D’altra parte, parlano i fatti. E i fatti dicono che cinque anni fa le strutture ricettive turistiche contavano venticinquemila presenze annue; al 31 dicembre 2014 siamo arrivati a 70.595 pernottamenti in un anno. Non mi sembra un dato da poco, soprattutto in un periodo di crisi come il nostro.
Manca ancora un punto, nella nostra classifica.
Questo è più amministrativo e meno visibile. Parlo del risanamento della Metellia, che ad inizio mandato abbiamo dovuto mettere in liquidazione perché aveva oltre 500.000 euro di debiti e che oggi registra un attivo di oltre un milione e mezzo di euro: dati documentabili al di là delle polemiche strumentali.
A proposito della Metellia. Che fine ha fatto il processo di trasferimento del servizio di raccolta differenziata di carta e vetro dal Consorzio di Bacino alla Metellia?
Ci abbiamo creduto ed abbiamo lavorato sodo da novembre ai primi di febbraio … Eravamo arrivati a siglare l’accordo sindacale che avrebbe consentito il passaggio di cantiere, ma alla fine il liquidatore del Consorzio, Fabio Siani, dopo mesi di trattative, si è tirato indietro facendo sfumare, per il momento, l’operazione e la conseguente riduzione dei costi complessivi del servizio, stimata dai nostri uffici, in circa 750.000 euro all’anno… una grande occasione persa per ridurre la bolletta della Tari alle famiglie cavesi e per migliorare in termini di efficienza l’igiene urbana. Un vero peccato! In questi giorni, la conversione in legge del “decreto milleproroghe” ha ulteriormente prorogato i consorzi di bacino fino al 31 dicembre 2015, chiudendo definitivamente la finestra che si era aperta e che avrebbe consentito di operare il passaggio di cantiere. Ovviamente l’unificazione del servizio in capo ad un unico gestore rimane un obiettivo primario per il futuro…
Ora capovolgiamo la classifica e vediamo invece le critiche più forti. La più dura è la mancanza di autonomia rispetto a poteri esterni e forti, Cirielli in primis …
Effettivamente io sono stato candidato da una coalizione molto forte e ampia, cementata intorno al Centro Destra e ad Edmondo Cirielli, che ne era il leader. Effettivamente, pur rispettando le mie prerogative di Sindaco, in alcune scelte, soprattutto di uomini, ho, come è logico in politica, tenuto in debito conto i suggerimenti dello schieramento di riferimento. Ma non mi pare che si possa dire lo stesso dell’intero mandato. Oggi, per fortuna, sono cresciuto in esperienza e libero da vincoli.
Già, due anni fa al Congresso PD il Sindaco Galdi dichiarò fallito il progetto politico da cui proveniva e si dichiarò disposto ad un’alleanza, più o meno organica, anche con le forze dell’opposizione…
Lo confermo. E’ lì che è iniziato il mio percorso civico. Ma, se devo essere sincero, io avevo cominciato a sentire un forte disagio già quasi due anni prima, quando mi resi conto, da certi segnali forti su temi delicati, che non ero circondato da tutte persone “leali” e che o facevo lo strumento o non andavo bene.
Non sarebbe stato più opportuno, per non dire dignitoso, dimettersi già un paio d’anni fa?
Io credo che conservare una guida per la città, e per di più una guida non inerte (avremo pure fatto degli errori, ma nessuno può accusarci di inattività) abbia determinato una stabilità di fondo di cui la Città aveva profondamente bisogno, dopo i piccoli e grandi terremoti istituzionali da cui proveniva.
La critica diffusa che dipinge un Sindaco tanto attaccato alla poltrona da cambiare dieci volte la Giunta potrebbe allora anche essere capovolta come un elogio ad un Sindaco che sa mantenere il timone nonostante le tempeste?
Eugenio Abbro diceva sempre che la prima qualità di un politico è quella di saper incassare. E io ne ho dovuto incassare, di colpi… Ma non ho mai perso la calma, neppure quando mi trovai una mattina alle cinque i carabinieri in casa. Alle nove ero tranquillamente al mio posto di combattimento… Credo che quando si opera con onestà e si ha la coscienza a posto, non si deve aver paura di nulla. Ma, tornando ai cambiamenti di giunte e di amministratori: sono stati anni difficili, nei quali abbiamo dovuto assecondare gli equilibri politici che maturavano in Consiglio comunale. Nonostante tutto, però, posso dire che l’indirizzo politico è stato sempre portato avanti con determinazione e le cose fatte lo testimoniano. Anche perché persone competenti e di buona volontà non sono mancate.
Non sono mancati neppure tanti interventi giudiziari. Mai tanti. E per la Città, che non vi era abituata, è stato pesante.
L’hai detto. Mai tanti. Ma posso gridare a piena voce che nessuno mi ha potuto mai colpire con qualche imputazione concreta o con un rinvio a giudizio. E ricordo che legalmente il rinvio a giudizio avviene anche solo in presenza di un dubbio di reità. Anche i miei più duri avversari e critici devono ammettere che sono una persona onesta.
A parte le lotte intestine, che bilancio facciamo del rapporto con l’opposizione?
Corretto e leale. In questa legislatura abbiamo registrato varie decine di deliberazioni assunte all’unanimità in Consiglio, e questo anche grazie all’equilibrio e alle capacità di mediazione del Presidente del Consiglio comunale, Avv. Antonio Barbuti. In particolare, un ruolo di responsabilità, con critiche costruttive e mai pregiudiziali muro contro muro, l’ha giocato il PD. In più di una situazione non mi è mancato un giusto appoggio ed in altre ho saputo fare tesoro delle loro critiche.
Per esempio?
Nella questione dei sampietrini. Mi stavo incaponendo su una scelta che oggi non esito a definire sbagliata. Mi hanno fatto riflettere e li ringrazio.
Facciamo un pensiero malandrino. Del PD Marco Galdi parla tanto bene da far pensare che alle elezioni Galdi e Servalli potrebbero anche trovarsi sulla stessa barca…
Stimo tutti i miei avversari sul piano personale. Ma credo che Servalli, sul piano politico, avendo fatto un percorso, sia fra tutti quello più consapevole dei problemi di Cava. Dopo di me, ovviamente…
Prima di chiudere, vorrei sentire un’autocritica di Marco Galdi rispetto al Sindaco Galdi. O la definizione di un suo difetto.
Alcune autocritiche mi pare di averle fatte già nel corso dell’intervista. E, quanto ai difetti, ne ho certamente, ma non sono il tipo adatto a trovarli. E neppure a cercarli.
A proposito del Sindaco Galdi, in che misura l’essere Sindaco ha cambiato l’uomo Galdi?
In misura irrilevante. Ho i capelli più bianchi, dieci chili e tanta consapevolezza in più. Ma posso dire di non essermi mai “sentito” Sindaco. Io ho semplicemente “fatto” il Sindaco, cercando di rimanere me stesso. E, naturalmente, vorrei continuare a farlo anche per i prossimi cinque anni …
Roberto Salsano colpisce ancora. Nella Cattedrale di Amalfi il suo candelabro “magico”
AMALFI, CAVA DE’ TIRRENI-VIETRI (SA). Dopo aver arricchito due mesi fa il Duomo di Vietri con un suo magnifico “candelabro-mosaico” in legno, Roberto Salsano, ultrasettantenne falegname in pensione, cavese di origine e vietrese di residenza, “dito d’oro e poeta del legno”, si è moltiplicato, con un nuovo candelabro ancora più raffinato, quasi “magico” per la raffinatezza e l’originalità della tecnica usata. Una tecnica il cui segreto egli afferma orgogliosamente che si può scoprire “solo chiedendo direttamente a Dio”.
Infatti l’8 dicembre scorso, giorno dell’Immacolata Concezione, al termine del solenne Pontificale celebrato dall’Arcivescovo Mons. Orazio Soricelli, ha consegnato alla bellissima e storica Cattedrale di Amalfi, consacrata a Sant’Andrea, uno straordinario candelabro pasquale in mosaico di legno, tutto fatto con le sue mani, che è stato collocato in una grande Cappella alla sinistra dell’Altare Maggiore.
Il candelabro, realizzato in sintonia con lo stile artistico della Chiesa, è alto quasi due metri ed è formato da oltre centocinquantamila pezzi, uno per uno piallati e limati.
La particolarità più evidente, ed anche la più innovativa, è rappresentata dalla base su cui è poggiato il tronco, che è formata da alcuni cubi assemblati tra di loro senza colla, con la sola tecnica dell’incastro e della pressione: nonostante la mancanza di collante, è stata testata per supportare senza problemi un peso fino a trenta chili.
L’omaggio alla Cattedrale di Amalfi è l’omaggio al simbolo di un territorio come la Costiera che, a parte la straordinaria dimensione storica, è per lui un vero e proprio luogo dell’anima, come dimostrato anche dai numerosi mosaici ad essa dedicati, tutti composti di centinaia di migliaia di pezzi, uno per uno tagliati e modellati a mano dalui stesso. E tutti, uno per uno, in legno massello integrale, tale che la figura è visibile addirittura anche dal retro.
Sono opere affascinanti e suggestive, che colpiscono per la qualità e la tonalità delle immagini, oltre che per la bellezza delle figure rappresentate. È un lavoro in cui Salsano è specializzato, tanto è vero che un suo ritratto di Padre Pio si trova oggi nella Sacrestia di San Giovanni Rotondo ed uno scenario dei trulli di Alberobello due anni fa ha stravinto proprio sul posto, in una mostra – concorso.
E così, con le sue opere già in esposizione in luoghi storici e con quei tesori d’arte artigiana che egli gelosamente conserva e può contemplare nella sua casa – studio – museo di Vietri, possiamo dire che Salsano non solo si sta dimostrando un artista che illumina il suo territorio, ma sta anche costruendo, tassello su tassello, massello su massello, un personale “candelabro della memoria”, che lo esalta in vita e, ben oltre il tempo limitato della sua esistenza, gli prenota un posto nel tempo futuro, nel Paradiso del ricordo e dell’ammirazione di coloro che verranno …
- Roberto Salsano in posa con la moglie Maria Giovanna accanto a Mons. Orazio Soricelli dopo la consegna del candelabro
- Roberto Salsano insieme con la consorte discorre del candelabro con don Antonio, che mirabilmente ha presentato il candelabro durante la solenne cerimonia
- Roberto Salsano con lo scrivente e l’amico pittore Stefano Trapanese preparano la consegna del candelabro
- Roberto Salsano mostra orgoglioso la base super del suo candelabro
- Il candelabro fa bella mostra di sé nella Cappella laterale della Cattedrale di Amalfi
Genitori insieme all’Open Nido Comunale di via Carillo, per un presepe targato WathsApp
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Gli asili nido sono nati in Emilia Romagna come movimento alternativo e di base, come un sostegno materiale ai genitori che lavorano ma anche come propulsori di formazione e di interazione dinamica e continua tra le tre componenti: allievi, docenti e genitori. Poi, sono diventati soprattutto luoghi di parcheggio formativo per i bambini: non certo da rifiutare, ma lasciando sempre la sensazione di qualcosa che si poteva dare di più.
In questa direzione si sono mossi, con un’iniziativa semplice ed originale, i genitori dell’Asilo Nido Comunale di via Carillo, che, nel corso di una delle riunioni mensili di confronto, hanno proposto e deciso di fare il presepe insieme, non solo come azione comune particolare, ma con l’obiettivo generale di favorire un incontro di loro che andasse oltre le forme dell’ufficialità e di creare un progetto parallelo a quello che i loro bambini, pulcini della primissima età, stanno affrontando con i loro maestri.
Mentre questi ultimi, in attesa del Natale, spiegano ai piccoli cosa è la Natività e li inducono a farla propria attraverso figure e disegni, nello stesso periodo i genitori, oltre a parlarne a casa con i figli, prendono carta, colla, legno, forbici, colori &C. e allungano e santificano il periodo dell’Avvento incontrandosi per appuntamenti mirati (e coordinati grazie alla benefica ragnatela di contatti di WhatsApp) e a gruppi diversi, a seconda delle possibilità di ognuno, per realizzare la storia della Natività.
Un cammino parallelo, ma anche convergente, che trova il suo sbocco naturale nelle grandi feste di auguri prenatalizi. Alla fine, però, non saranno stati partoriti solo il presepe o le immagini di una storia, ma anche conoscenze più feconde tra i singoli genitori, che in quelle ore di lavoro avranno avuto modo di scambiarsi chiacchiere e confidenze legate all’educazione dei figli, e non solo.
Si crea così un flusso di condivisioni e conoscenze che poi avrà ricadute naturali ed efficaci nel dialogo con i bambini e con le maestre. Il tutto all’interno dell’istituzione scuola e, cosa che non guasta, senza spese contrarie alle dilaganti spending revue, ma solo con piccoli acquisti e ricicli regalati dalla soffitta di casa, dalla passione del fare e del comunicare e dall’amore della famiglia. Così la luce che illumina i cuori dei singoli ed i rapporti reciproci sarà un po’ più splendente di rima. Pronta a riaccenderci per un’altra iniziativa, perché è cominciato un cammino al quale è umanamente difficile rinunciare, a dimostrazione di quanta ricchezza potenziale, e purtroppo non sempre sfruttata e a volte trascurata o maltrattata, ci sia nelle istituzioni pubbliche legate all’età prescolare.
Insomma, una stella cometa un po’ particolare. Non è anche questo un piccolo grande modo di essere Natale?