Archivio
ricerca per autore
Franco Bruno Vitolo | 5 Giugno, 2014
Giusella De Maria, profetessa in patria. La scrittrice cavese ha presentato con successo il suo romanzo ai giurati del Badia, ai concittadini ed a “Incostiera.it”
CAVA DE’ TIRRENI (SA). A Modena, dove attualmente insegna italiano agli stranieri, Giusella De Maria se ne è tornata più arricchita, più sorridente, più riscaldata…e ancora meno ipocondriaca. Se l’è goduto, il blitz promozional-affettivo che tra il trenta maggio e l’1 giugno le ha permesso di presentare, finalmente, alla sua città di origine, di scuola e di famiglia, il suo primo romanzo Mondadori, Io non sono ipocondriaca, con cui dal 25 marzo si sta divertendo a divertire e ad emozionare “sul serio” una bella fetta di lettori italiani.
La mattina del 30 maggio è avvenuto l’approccio simbolicamente più significativo, nella Biblioteca Comunale di Cava de’ Tirreni, dove ha incontrato gli studenti giurati del Premio Badia 2014, lei che da studentessa aveva vinto l’edizione 2002 e da scrittrice non ancora Mondadori, con Suona per me (Avagliano Editore) si era piazzata sul podio nell’edizione 2012, lanciandosi poi nell’Olimpo nazionale, prima romanziera cavese ad avere un tale onore.
È stata una conversazione allegra ed empatica, ricca della sua storia di gabbiano in volo e delle “speranze studenti” con gabbianismo incorporato. Era lei la star: forse mai è stata finora più star agli occhi degli studenti, ma forse mai si è sentita meno star, collocata come era tra persone di pochissimo più giovani, provenienti da quel fertile giardino scolastico in cui poco tempo fa lei, brillante promessa del Liceo “Genoino”, riempiva le sue prime pagine ricche di humour e di brillanti fantasie.
La conversazione è stata agile, favorita anche dalla freschezza delle signore della Biblioteca, la Direttrice Teresa Avallone e la Coordinatrice amministrativa del Premio Mena Ugliano, dal paterno abbraccio del Prof. Antonio Avallone (ex Presidente del Distretto ed uno dei patron storici del Premio), dalla sorridente complicità della coetanea Clelia Ferrara (assessore all’istruzione anche lei con un gabbiano nel motore dei sogni), dall’attenzione ammirata di Barbara Cussino, Dirigente della Biblioteca Provinciale, dai carezzevoli applausi dei docenti e degli studenti, che festeggiavano la scrittrice vicina al porto ma nello stesso tempo coccolavano quella festa personale della lettura che rimane per tutti il Premio Badia.
La sera del giorno 30, salto con l’asta verso Amalfi, dove, inaugurando la rassegna Incostiera.it, che per due mesi circa inonda la costiera di iniziative culturali, ha incassato non solo applausi e consensi ma anche la chicca di un premio mica male: il riconoscimento come migliore scrittrice emergente, che le sarà consegnato ufficialmente l’11 luglio p.v. nello stellare scenario maremontino di Villa Guariglia, durante la cerimonia finale della Rassegna.
La gongolata finale è giunta la sera dell’1 giugno, quando nello spazio teatrante della Libreria Bar Rodaviva, in via Montefusco, ha celebrato la prima presentazione ufficiale del suo libro, intervistata dal sottoscritto, con il supporto di classe (al Liceo Genoino le loro aule erano adiacenti…) e di alta classe di Valeria Monetti, attrice e cantante di livello nazionale, lanciata una decina di anni fa dal primo Amici, allora denominato Saranno famosi, quando bisognava essere veramente talenti versatili e completi. E Valeria lo era, e lo è, altroché…
È stata, questa serata, un viaggio intelligente nelle talentuose policromie del romanzo ed una finestra tenera sulla sua “cavesità” e sulle vibrazioni affettive di stampo familiare che hanno formato il suo cuore e dato colore alla sua penna. Un ulteriore punto di partenza, un rinnovato soffio di vento sulle vele dei suoi sogni …
E che l’ipocondria sia benedetta, gabbiana Giusella …
Pubblicato in cultura & sociale, eventi & appuntamenti | Commenti disabilitati su Giusella De Maria, profetessa in patria. La scrittrice cavese ha presentato con successo il suo romanzo ai giurati del Badia, ai concittadini ed a “Incostiera.it”
Franco Bruno Vitolo | 2 Giugno, 2014
P.P.& friends, la compagnia teatrale del Club Universitario Cavese, debutterà il 27 giugno con “Premiata Pasticceria Bellavista”, di Vincenzo Salemme
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Gianluca Pisapia, Luigi Sinacori, Mariano Mastuccino, Lucia Molino, Serena Avagliano, Miriam Ferrara, Maria Francesca Sica, Tiziana Memoli: sono queste le “otto ali dell’otto volante” pronto a decollare al comando di Capitan P.P. , alias Pietro Paolo Russo, nella vita nuova del gruppo teatrale P.P&Friends, che il 27 giugno p.v. debutterà presso il Club Universitario Cavese, del quale rappresenta la compagnia ufficiale, con Premiata Pasticceria Bellavista, uno dei pezzi più noti di Vincenzo Salemme.
Il gruppo P.P. & Friends, dalla denominazione volutamente “pavarottiana”, non è una compagnia di primo pelo, ma ha già quasi dieci anni di vita. È nato infatti nel 2006 per opera di Pietro Paolo Russo e del diacono Gianfranco Passaro come attività oratoriale della Comunità parrocchiale di S. Lorenzo Martire, con l’intento di vivificare l’esortazione di San Filippo Neri a stare insieme in allegria e contestualmente di offrire un’opportunità concreta di crescita culturale e sociale, nel rispetto di educative regole di vita collettiva, con l’umile entusiasmo di una creatività artigianale, sincera, propositiva. E aperta.
Infatti il gruppo ha accolto tra le sue file giovani e adulti, che si sono prestati al gioco del teatro con entusiasmo e dedizione, generando e rafforzando sentimenti di amicizia, di stima, di rispetto.

I PP&friends si scatenano anticipando in bellavista alcune figure sceniche di Premiata Pasticceria Bellavista
La tipologia degli spettacoli messi in scena finora è stata varia (dalla commedia eduardiana alla farsa scarpettiana, dal teatro di costume napoletano alle finestre sui classici, dal teatro musicale di ispirazione etico-religiosa al cabaret satirico o di puro divertimento, etc…). La scelta è stata sempre gratificata dalla presenza di un pubblico variegato, folto e sempre soddisfatto e prodigo di complimenti, così come non sono mancati neppure i complimenti degli addetti ai lavori.
Tra i lavori messi in scena, il gruppo assapora ancora il profumo della vittoria conseguita nel 2012 con Il settimo si riposò, di Samy Fayad, alla prima rassegna di teatro parrocchiale Insieme…con il teatro, in memoria di Enzo Lamberti, organizzata dall’Associazione Oratorio di San Vito.
Alla stessa rassegna, l’anno successivo, se non è arrivato il primato, la soddisfazione è stata garantita dal premio speciale della critica assegnato allo spettacolo di cabaret Teatro a pezzi, formato appunto da pezzi d’autore assemblati dagli stessi componenti del gruppo.
L’anno scorso, PP e alcuni friends(Pietro Paolo Russo, Gianluca Pisapia, Mariano Mastuccino, Luigi Sinacori) hanno collaborato con il gruppo I Cavoti, gestiti e diretti da Annamaria Morgera, nella messa in scena dello spettacolo Paese mio, con testo della regista stessa.
Recentemente, i friends hanno offerto una nobile prova di amicizia, collaborando con l’Istituto di Villa Alba, centro di riabilitazione per persone con disabilità, nella realizzazione del progetto Mosaico, promosso dalla Dott. Pamela Gagliardi, e nella messa in scena di Gennareniello di Eduardo de Filippo, in collaborazione con la compagnia di Roccapiemonte Il vernacolo.
Ora, sono pronti per la nuova fase, che rappresenta una discontinuità nella continuità. Da una parte, infatti, continuano ad esercitare la passionaccia per il teatro, che li anima a pari livello di innamoramento sia che abbiano superato gli anta, come Pietro Paolo Russo (deus ex machina del gruppo e regista scherzoso, paterno ed esigente, oltre che disinvolto attore a più corde), sia che siano solo al di sopra degli enti, a cominciare da Gianluca Pisapia, Mariano Mastuccino e Maria Francesca Sica, già scaltrite volpi del teatro scolastico e, soprattutto i primi due, già sottoposti a svariate prove di scena e quindi con un simpatico avvenire dietro le spalle.
Dall’altra parte, è importante il connubio con un Circolo storico come il Club Universitario Cavese, che opera da mezzo secolo e che pure deve mantenersi a galla tra venti di destabilizzante direzione, tra crisi dell’associazionismo e difficoltà economiche. Oggi le seconde incombono ancora minacciose ma la prima sembra superata grazie all’attivismo produttivo ed appassionato della Presidente Anna Maria Garofalo, che, aprendo al rapporto con varie organizzazioni di tutte le età, sta riuscendo a fare del Circolo un luogo di circolo di più circoli, in un ampliamento di opportunità di cui si può beneficiare tutta la collettività cittadina.
Ben venga quindi anche la circolazione di P.P. e dei suoi “amici”. Sarà linfa vitale per loro e per un circolo che merita ancora tanta benzina per far parte dell’albero motore della vita culturale cittadina.
Appuntamento allora al 27 giugno. E che la Premiata Pasticceria Bellavista produca tante dolcezze di nuovo tipo …
Pubblicato in cultura & sociale, eventi & appuntamenti | Commenti disabilitati su P.P.& friends, la compagnia teatrale del Club Universitario Cavese, debutterà il 27 giugno con “Premiata Pasticceria Bellavista”, di Vincenzo Salemme
Franco Bruno Vitolo | 29 Maggio, 2014
Passeggiando per Santa Lucia, alla scoperta di una frazione di storia. Il 30 ed il 31 maggio al via la VII edizione
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Quanti, tra i cavesi ed anche tra i luciani, conoscono gli angoli nascosti e la storia di una frazione grande e complessa come Santa Lucia? Una frazione che, per la sua relativa lontananza dal centro e per la specificità del suo terreno e delle sue attività, ha una dimensione quasi di città a parte.
Eppure, il suo legame con Cava, a parte qualche slancio separatista di stampo sette-ottocentesco, è robusto come le corde artigianali che hanno fatto la sua fortuna e, forse, anche quella di Cristoforo Colombo, dato che pare lo abbiano accompagnato, “legando” le sue navi, nel corso delle sue spedizioni, America in primis.
Ben venga allora la VII edizione di Passeggiando per Santa Lucia, promossa dalla Parrocchia di Santa Lucia Vergine e Martire, sotto la spinta usuale del motore turbo di don Beniamino D’Arco.
Si svolgerà sabato 31 maggio,dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle ore 16.00 alle 24.00, e domenica1 giugnodalle ore 17.00 alle 24.00.
Giardini, portoni, suggestivi vicoli e scorci saranno il teatro della manifestazione, con il coinvolgimento protagonistico di ragazzi, giovani, adulti e anziani, delle scuole, dei gruppi associativi e parrocchiali.
Nella zona compresa tra via Trara Genoino, Piazza Olmo, Via Luciano Senatore saranno protagonisti come sempre i mestieri di un tempo e le abilità artigianali che per secoli hanno caratterizzato la vita di tante famiglie luciane.
Ci saranno le bancarelle degli artigiani ed artisti che illustreranno le tecniche della lavorazione della carta, della cera, della ceramica, del cuoio, del legno, dei metalli, della pietra, dei tessuti, del vetro e di altri materiali. Ci saranno stand enogastronomici, angoli di intrattenimento con musicisti, artisti di strada, truccabimbi, prestigiatori, maestri di zumba.
Il programma è così articolato:
Sabato 31 maggio 2014
– Ore 10.00: Artisti di strada accoglieranno, con giochi e animazione, i ragazzi delle scuole
cittadine.
– Ore 10.30/12.30: Apertura dell’itinerario di visita, con la presenza di cantastorie e la
rievocazione di antichi mestieri realizzati nei vari portoni e giardini.
– Ore 16.00: Animazione per i ragazzi in via Trara Genoino.
– Ore 16.00/24.00: Animazione con cantastorie e la rievocazione di antichi mestieri
realizzati nei vari portoni e giardini.
– Ore 21.00 Animazione della serata con la presenza di una scuola di ballo.
Domenica 01 giugno 2014
– Ore 17.00 Animazione per i ragazzi in via Trara Genoino
– Ore 17.00 / 24.00 Apertura dell’itinerario di visita lungo via Trara Genoino, Piazza
Olmo e Via Luciano Senatore con la presenza di cantastorie e la rievocazione di antichi mestieri realizzati nei vari portoni e giardini.
– Ore 21.00 Animazione della serata con la presenza di una scuola di ballo.
Il ricavato della manifestazione sarà destinato alla realizzazione del nuovo complesso parrocchiale.
—————————
Le foto sono tratte dal volume “Le strade di Cava” o dal suo archivio
Pubblicato in ambiente & territorio, eventi & appuntamenti | Commenti disabilitati su Passeggiando per Santa Lucia, alla scoperta di una frazione di storia. Il 30 ed il 31 maggio al via la VII edizione
Franco Bruno Vitolo | 28 Maggio, 2014
Da Cava al mondo con colore. Venticinque artisti di cinque nazioni in esposizione a Santa Maria del Rifugio
CAVA DE’ TIRRENI (SA). Una mostra ad ampio respiro ha inaugurato l’inserimento felice nella vita di Cava de’ Tirreni dell’Accademia Internazionale Arte e Cultura Michelangelo Angrisani di Castel San Giorgio. Venticinque artisti di cinque nazioni (Italia, Romania, Spagna, Brasile, Israele) hanno esposto le loro opere nel complesso di Santa Maria del Rifugio dall’11 al 25 maggio. L’Accademia da venti anni promuove l’attività territoriale, scopre talenti, lancia corsi di formazione, stabilisce contatti con artisti di altre nazioni, ma per vari motivi solo quest’anno ha aperto un canale strutturale con Cava, che è la città dove da tempo vive il Presidente Michelangelo Angrisani, artista di vaglia, recentemente insignito a Cortona di un Premio alla carriera dedicato al grande Gino Severini.
Nell’esposizione, significativamente intitolata Le voci del segno e del colore, sono varie le tecniche, le scelte cromatiche e figurative, le tematiche, anche la qualità (l’Accademia è inclusiva per definizione di tutti i livelli di abilità), ma comune è la passione, comune è la voglia di parlare e poetare con pennelli e colori.
In viaggio, dunque, alla scoperta di un mondo, anzi, di tanti mondi.
Accolgono il visitatore le sensuali volute di Giuseppe Di Mauro, che stavolta rinuncia alle amate e chiaroscurali sensualità in bianco e nero per abbandonarsi alle colorate suggestioni di atmosfere comunque sensualmente chiaroscurali. Spicca, tra i tre lavori, La lettura, che descrive una donna mollemente concentrata con un libro su un divano: un gioiellino di semplicità che mette a nudo più dei nudi la magistrale padronanza del disegno dell’artista cavese.
Accanto alle mollezze di Di Mauro, i volti femminili torniti e baroccheggianti del brasiliano Carlos Queriros. Scuola sudamericana, senza la luce dei colori forti ma con la figura che emerge netta dalla tela e trasmette il senso di una voluttuosa ricerca della bellezza.
Di tutt’altro genere le tele della casertana Paola Paesano: due pecore in primo piano, una finestra rustica. Suggestiva l’espressività dei due volti animali, a testimonianza di una mano ferma nel disegno. Più vaga l’apertura della finestra rustica, e forse per questo maggiormente in grado di stimolare l’immaginazione verso un mondo più slow.
Nella sala grande d’ingresso, sono di forte impatto visivo le tele della lanzarese Adriana Ferri. A parte un intimo paesaggio ed un plastico gruppo angelico, spicca in particolare la triade tutta dedicata alla donna, in cui l’emersione di volti ora dolcemente ben torniti, ora pensosamente avvolti su se stessi, ora mascherati dal colore rosso delle labbra si fonde con il gioco pensante della concentrazione sul sé, intrisa di conflittuali ingombri e di sognanti fantasie, ingombranti e catartiche nello stesso tempo.
Intenso è anche l’impatto con le dense cromie delle ceramiche di Rosa Salsano, pregne di una luce propria, in una varietà avvolgente di forme e di riflessi che trova la sua migliore espressione nel blu di un magnifico piatto, in cui si intravede il discreto intreccio delle inquiete stilizzazioni e delle figure (ali, uccelli, pesci, alberi) che hanno caratterizzato le recenti ricerche dell’artista e che qui si fondono in una sintesi di composta e nello stesso tempo turbinosa eleganza.
Sfumata è invece l’eleganza degli scenari naturali della ravennate Liliana Scocco Scila, che coniugano con delicata armonia l’apparizione di forme ben precise e la loro quasi contemporanea sparizione attraverso l’emarginazione ai lati e la sognante destrutturazione dello sguardo. Il tutto crea evanescenze di turneriana memoria, in un effetto di straniamento visivo, che genera leggere onde dell’immaginario.
Solo in apparenza più pietrificate le donne mosaicate della toscana di Cortona Marzia Dottarelli, raffigurate con una tecnica raffinata che evoca antichità bizantine o pompeianeggianti, ma poi vivificate, attraverso l’integrazione del vetro con il tassello siliceo, da coloriture semicalde e da una postura del corpo staticamente vitale, che evoca un plastico rovello interiore, rivelato dalla vivezza degli occhi, vagamente contrastante con l’amara disarmonia delle labbra.
Vaga lontano invece la doppia figura femminile del cosentino Marcello La Neve, che, forte di una mano ferma e “morbida”, è un cultore della ritrattistica e del volto in primo piano. Nell’opera presentata alla mostra, la polarità contrastante del colore e del bianco e nero crea un intrigante e intercambiabile flusso tra ideale e reale, in cui il volto della ragazza sembra prigioniero di un sogno, in una prigione non lacerante ed anche un po’ ambigua, perché non è chiaro quale delle due parti sia effettivamente il sogno e quale il reale.
La stanza intermedia è tutta scultura, con le interessanti e gradevoli opere del cavese Angelo Spatuzzi, artigiano marmista, che ama andare oltre il suo mestiere ed immergersi artisticamente nella modella zione di plastiche figure classicheggianti o ben tornite composizioni religiose, comunque espressioni di una mente, e di una mano, che vuole ancora volare e sognare.
Nel grande salone interno spiccano nell’angolo le vivaci e colorate danze di colori organizzate da Rosanna Ferraiuolo, che nei momenti migliori, come nella grafica di uno sfavillante gioco marino di pesci, riesce a trasmettere con l’intreccio delle tinte forti un’armonica energia esistenziale.
Un’intensa sensibilità di cromie tonali emerge dalle deliziose figure semiottocentesche dell’israeliana Dina Zilberberg, ispirate alla tradizione impressionistica e vivacizzate dai baluginii di un’intrigante sfumato di sfondo.
Se la Zilberberg è impressionata dall’impressionismo, la sorrentina Anna Esposito risente di echi del surrealismo, con una rosa rosso shocking che fa da centro di gravità visivo su uno scenario deserteggiante, in un’elettrica accoppiata che ha il sapore esistenziale della reattività e dell’energia, che per essere spesa ha bisogno di essere percepita e assaporata.
Energia che viene riproposta a pieno pennello anche dalla laziale di Velletri Daniela Conti con le sue figure puntillate a macchie policrome colte nella magmatica dinamicità di uno stato d’animo elettrico. Vi si associa la salernitana Anna Orilia in tre acrilici con tematiche diverse, ma con la comune ricerca di un quid potenziale offerto dai colori forti e dall’elettricità che nasce nel tentativo di conciliare il dominio delle geometrie con l’ansia delle linee rotonde (che non è un fatto solo formale).
Interessanti le proposte della rumena Liliana Lubescu e della calvanichese Anna Sessa. La prima emerge con una locusta stilizzata con la tecnica del monotipo, cioè dell’unica stampa su base dipinta a mano: un’immagine suggestiva, una finestra su uno dei gruppi internazionali dell’Accademia più originali, stimolati e stimolanti nella loro ricerca di sperimentazioni tonali e strumenti alternativi. La seconda, che si mostra attenta al corpo delle donne ed alle loro espressioni, si fa notare per un volto coperto dal velo rosso, ma con due occhi sporgenti che bucano la tela, ad esprimere la sensibilità interiore e, crediamo, a polemizzare contro la vitalità velata ed imprigionata.
In questa galleria quasi tutta al femminile spiccano gli scenari naturali della spagnola Pilar Segura Badia, in cui il realismo complessivo dell’immagine si stempera in un incantato e sfumato gioco di ombre e di luci, per cui il dipinto riescono a cogliere il silenzioso incanto visivo di un istante ed a trasmetterlo con poetica emozione narrativa.
Pregni di meditata emozione sono i dipinti della cavese Maria Raffaele, che da anni vive e raffina se stessa in un cammino progressivo di ricerca e di maturazione: dall’originario figurativo in vivaci ma accademiche spatolate alle attuali forme vaghe, leggermente increspate e materizzate, ricche di tonalità cromatiche delicate, attraversate da leggeri geometrici recinti che mettono ordine e nello stesso tempo aprono nuovi spazi, in un gioco di specchi che alleggerisce e fa lievitare le sognanti e soggioganti contraddizioni dell’anima.
Tra tante donne alle prese con le vibrazioni dei colori, un uomo, il sangiorgese Giuseppe Citro, con due istallazioni vagamente inquietanti e provocatorie: un cerchio con un equilibrista in forte bilico ed una scritta inneggiante al made in Italy, ma con le lettere decisamente gualcite. Forse, e senza forse, è un intrigante riflesso di una crisi sociale e morale: una giusta presenza, a ricordarci che l’arte può essere anche denuncia.
Nell’ultima stanza con semplicità e sensibile umiltà il battipagliese Felice La Sala si avvicina agli scenari della natura, foreste tropicali o file di alberi che siano. Di rimando, non rinuncia al gioco di penetrazione nel paesaggio, non alieno dalla possibilità di immergervi dei volti, la cavese Francesca Vitagliano, che, con sensibilità e progressiva maturazione nei contrasti di colore, si sforza di dare corpo alle personali vibrazioni di fronte ad uno scenario naturale e all’interrogazione degli sguardi: la magia rimane un vagheggiamento, ma lascia la scia leggera di un sogno ad occhi aperti.
Le fanno compagnia i giochi visivi di Cristiano Verde, appassionato cultore di scenari urbani, in particolare delle stazioni, che descrive con spontanea semplicità e ponderata ingenuità, cogliendole nel movimento che evocano e nei sogni che suscitano.
Di tutt’altro genere, le figure religiose di AntonioSantucci, di tradizionale impianto figurativo, ma intrise di una moderna vitalità che le umanizzano negli slanci della vita quotidiana, come è dimostrato soprattutto dalla risata aperta di un San Pio per una volta non misticheggiante.
Tra i tanti adepti dell’Accademia non poteva mancare la presenza del Presidente fondatore, Michelangelo Angrisani, che ha esposto una dozzina delle sue opere più significative e si è finalmente fatto conoscere nella sua compiutezza anche dai concittadini di quella che è oramai da quindici anni la “sua” Città. Tanta la curiosità, notevoli gli apprezzamenti per le sue opere, in particolare per l’originalità del colore del colore del legno e per la sua “pittura-messaggio”. Angrisani infatti crea dal disegno stesso e dalle increspature materiche, specificamente del legno, le linee, le sfumature e le vaghezze capaci di esprimere le sue permanenti inquietudini e la sua ricerca di una religiosità che vada oltre le forme rituali, dolorosamente gioiosa e pacatamente egualitaria. Al riguardo, spiccano opere come La famiglia, con il senso del Padre, della Madre e del Figlio germogliati in un ovale di legno ad esprimere unità ed amore, o la Crocifissione, con il Cristo che è Uomo tra gli uomini e Dio per l’intera umanità, vista in un cammino di riscatto dal dolore attraverso la fraternità ed il senso di uguaglianza (con volti non belli, perché davanti a Dio non ci sono i belli ed i brutti).
Molti di questi artisti torneranno in scena tra un mese circa, in occasione della prima edizione del Concorso Arte e Cultura, sempre organizzato dall’Accademia, che quest’anno per la prima volta si svolgerà a Cava.
Insomma, non solo una vita nuova per l’Accademia, ma anche linfa nuova per la nostra Città. E senza tagli significativi al portafoglio, ma semplicemente uno scambio opportuno di disponibilità: della serie kennediana non chiedere solo quello che la collettività può fare per te, manche quello che tu puoi fare per la collettività …
Pubblicato in cultura & sociale, eventi & appuntamenti | Commenti disabilitati su Da Cava al mondo con colore. Venticinque artisti di cinque nazioni in esposizione a Santa Maria del Rifugio
Franco Bruno Vitolo | 23 Maggio, 2014
Piccoli giornalisti crescono … e vanno alla carica. Presentato in Comune il giornalino PON del II Circolo “La carica dei giornalisti”
Di giornalini scolastici non è il primo e non sarà nemmeno l’ultimo, però per certi versi dobbiamo dire che questo, prodotto dal II Circolo nell’ambito di un PON Competenza di Cittadinanza, ha una carica in più.
A cominciare dal titolo, La carica dei giornalisti, efficace connubio di gioco e di energia, capace di stimolare la voglia di esserci e di fare, per continuare con l’insegnamento “alla grande” di Imma della Corte, vicepresidente dell’Ass. Giornalisti Lucio Barone (di cui ha offerto una tessera ai giornalisti in erba, con la speranza che fiorisca il giusto amore per un’attività tutta da amare), Maestrissima Pon Pon ed inesauribile distributrice di Benzina in Bit, per finire con la presentazione ufficiale, niente meno che nella magnifica Sala di Rappresentanza del Comune di Cava, sotto la guida della stessa Maestra Pon Pon, del Dirigente Alessandro Ferraiuolo e dell’Ass. Vincenzo Lamberti, facente le funzioni del Sindaco Marco Galdi, che pure ha lasciato lo zampino nella pubblicazione.
E continuiamo poi con lo spirito e le modalità degli argomenti trattati: non pompose ripetizioni degli articoli dei grandi, con cui del resto non potrebbero competere, ma tematiche comunque legate al vissuto, o dell’Istituto oppure della società. Tematiche sviluppate con articoli giornalisticamente sintetici e chiari, semplici ed efficaci, tali da superare anche il tradizionale muro di sbarramento che afferra un ragazzo, o un adulto purtroppo, quando le pupille devono scorrere su articoli più lunghi di dieci righi.
A rendere questi più appetibili, un’impaginazione agile, tutta colorata, vivace e coinvolgente, grazie anche alle immagini piene dei volti dei giornalisti in erba e dei loro compagni.
In semplici pagine A 4 a volte ci sono anche tre o quattro articoli, a testimonianza di questa agilità, ulteriormente favorita dall’accorpamento per argomenti e dallo spazio lasciato alle voci ed alle firme degli autori. Si comincia con le note libere sulla vita scolastica, comunque accettata o amata, alle critiche sulle tante cose che mancano all’istituto (strumenti, wi fi, lavagne, etc…) alle osservazioni sulla riduzione delle spese quando si tratta di Cultura (mentre i politici…). E poi tante note color mimosa sull’uguaglianza dei sessi e sul ruolo e i problemi della donna nella società moderna. E poi, addirittura una pagina di medicina, dove spicca una poesiola sulla postura giusta, utile da imparare e soprattutto da applicare.
Una volta aggiustati orecchio, cuore, denti, occhio e spina dorsale, giusto muoversi un po’ e sparare con rapidità giornalistica le proprie preferenze sportive, prendendo per fortuna a calci lo strapotere del calcio e giocando allegramente tra danze e canestri e schiacciate da pallavolo e intriganti finestre sul misterioso mondo del Taekwondo.
Nel momento culminante del finale travolgente, occhio alla vita del Circolo, tra Presepi viventi e visite alle cartiere e soprattutto una chiacchierata a tu per tu con il Dirigente Ferraiuolo, affrontato inizialmente con tutta la timidezza fantozziana di fronte al megadirettore galattico ma poi risolta con la scioltezza di chi capisce che Lui non è solo il capo che dà le direttive e può far arrivare wi fi e strumenteria bella, ma anche il compagno che sta sulla stessa barca, tifa Napoli ed ha tutto l’interesse a “crescere insieme”.
Chiusura alla grande senza frontiere, con tre fotopagine in inglese e/o dedicate all’Inghilterra, con annesso invito finale alla preferenza dell’Healty food contro il Junk food, alias frutta e verdura contro patatine fritte e merendine. Anche se abbiamo qualche dubbio che la vittoria arrida alle prime, sappiamo che l’importante è dirlo e ridirlo. Qualcosa succederà.
Nell’attesa, citando il saluto del Dirigente, non possiamo dire altro che bravi!
Pubblicato in cultura & sociale, eventi & appuntamenti | Commenti disabilitati su Piccoli giornalisti crescono … e vanno alla carica. Presentato in Comune il giornalino PON del II Circolo “La carica dei giornalisti”