Marzo, 2019

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CAVA DE’ TIRRENI (SA). E’ del Maestro cavese Ettore Senatore l’Ostensorio multicolore

ostensorio-colorato-ettore-senatore-cava-de-tirreni-vivimediaVerso la fine dell’estate dello scorso anno e con l’approssimarsi dei Festeggiamenti in Onore del Santissimo Sacramento, il Maestro Ettore Senatore, eletto figlio di questa nostra Città di Cava de’ Tirreni, realizzò il multicolore Ostensorio, rappresentato in foto, consigliando al Presidente dell’Ente Montecatello, Mario Sparano, e al Segretario Francesco Loffredo di farlo preparare per la 363ª edizione – anno 2019 – perchè svettasse sul terrazzo inferiore del Colle di Sant’Adjutore.

Come si può vedere, il Maestro Senatore ha colorato i raggi dell’Ostensorio con quelli degli otto Casali dei Trombonieri, che qui riportiamo in senso orario (da sinistra verso destra): Casale Monte Castello, Sant’Anna all’Oliveto, Sant’Anna, Senatore, Santissimo Sacramento, Santa Maria del Rovo, Filangieri e Borgo Scacciaventi-Croce, l’ultimo a destra testimonia i colori dell’Associazione Amici di Monte Castello 1999.

Quante assurde polemiche ed illazioni, nonché pessime interpretazioni ha suscitato l’ammirevole Ostensorio del Maestro Senatore, ascoltate nel percorrere e ripercorrere il Borgo porticato, all’insaputa dell’artista, irriguardosi verso chi tanto si adopera per dare lustro agli eventi cittadini.

Facciamo ammenda e rivolgiamo un corale grazie alla lunga filantropica opera del Maestro Ettore Senatore.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Napoli milionaria: un’emozione che attraversa le generazioni … e genera poesia

In scena al Teatrino dell’ex Seminario nella bella interpretazione del Piccolo Teatro al Borgo di Mimmo Venditti


Anche solo a nominarlo, Napoli milionaria, il capolavoro teatrale di Eduardo De Filippo, trasmette un’ondata di emozioni.

L’emozione di una storia, della nostra storia. La prima andò in scena quando ancora nel Centro Nord dell’Italia era in atto la guerra di liberazione e a Napoli si leccavano le ferite profonde e laceranti delle bombe, dei crolli e della fame, si sentiva l’eco comunque drammatica della cacciata dei tedeschi, si respirava la presenza deli alleati anglo americani e le speranze della nuova Italia.

La storia di don Gennaro, che torna dalla guerra e trova la sua famiglia arricchita dal mercato nero, ma imbastardita dalla smania del denaro e senza più quell’identità etica che lui aveva cercato, non sempre con successo, di trasmettere, è la storia di Napoli, dell’Italia in macerie e con voglia di rinascita. Una Napoli in attesa che “passi la nottata”, così come don Gennaro e la famiglia devono aspettare che superi la nottata la piccola Rituccia grazie all’antibiotico donato proprio da una vittima dello sciacallaggio da mercato nero esercitato dalla moglie di Gennaro.

Perciò vengono i brividi a ripensare a quella prima rappresentazione del 15 marzo 1945, quando, alla chiusura del sipario, ci fu un eterno momento di silenzio, che fece temere a Eduardo l’onta e il dolore dell’insuccesso, prima che nascesse uno dei più lunghi ed emozionati applausi della storia del teatro, con il pubblico in piedi e in lacrime, che aveva appena assistito allo specchio delle sue piaghe e che stava aspettando anch’esso che passasse la nottata.

Perciò ogni volta che viene messa in scena, per chi è consapevole del suo significato, oltre che della sua bellezza di capolavoro, si scatena quell’ondata di emozioni che accomuna spettatori e attori.

Perciò siamo grati alla compagnia del Piccolo Teatro al Borgo, che più volte l’ha inserita nel suo cartellone e che da due anni ha rinnovato la messa in scena con attori più o meno “new entry”, ai quali bisogna fare grandi complimenti perché si sono dimostrati ben all’altezza del ruolo da ricoprire e degli storici interpreti del Piccolo Teatro al Borgo, a cominciare dalla magnifica Ida Damiani, sanguigna, appassionata e coinvolgente nel parte cruciale di Amalia. Senza contare naturalmente il buon Mimmo Venditti, come sempre gran maestro regista e attore. Nell’applauso aggiungiamo gli “storici” Matteo Lambiase e Raffaele Santoro (il ragioniere e Settebellizze), una garanzia lunga negli anni, e con loro Daniela Picozzi, Carlo Della Rocca, Andrea Manzo, Roberto Palazzo, Enzo Senatore, Titta Trezza, senza dimenticare i fedelissimi collaboratori tecnici Bruno Rispoli (scene e luci) e Anna Maria Venditti Rispoli (costumi).

L’ultima messa in scena è avvenuta il 2 e 3 febbraio scorsi, nell’ambito del cartellone congiunto con i giovani della Compagnia Arcoscenico. È stata l’occasione per riproporre un pezzo della nostra storia anche alle nuove generazioni. Ed è stato fatto centro, come è dimostrato anche dall’allegato canto nella nostra lingua suscitato sulle corde del trentenne Alessandro Bruno, nelle cui parole si avverte l’emozione della scoperta di un’opera capitale, di una recitazione all’altezza, ma anche, vedi le parole finali, lo sconcerto del presente, in cui per i componenti della nuova generazione il tunnel verso il futuro ha di nuovo il sapore di una nottata. Riusciremo a far passare anche questa?… Ai posteri.
(FBVitolo)

 

Napoli Milionaria: Piccolo Grande Teatro al Borgo!

 

Dinto a nu tiatro bello, ma ‘e quatto sorde,

addò ghiacciata era ll’aria,

faceva friddo…e chi s’’o scorda…

ma va in scena Napoli Milionaria!

 

‘A campana sona e a sipario arapruto

tavula apparicchiata e cafettera pe vvinte.

Fore ô vico voce ‘e ggente sparuta

Amedeo nun è pe niente convinto!

 

È sparuto nu piatto ‘e paste e ffasule!

Ll’indiziato è Gennaro ‘o pate, se capisce,

‘a guerra… se sa… te fa sbaglià da sulo

‘e ‘o piatto ‘e pasta… piglia ‘e sparisce!

 

Gennaro Jovine, un Venditti che gran colpi sferra,

incarna paro paro il buon padre di famiglia

purtanno ‘ncuollo ‘a fatica di una guerra

è tutto puteca, casa, mugliera e ffiglie!

 

Ma ‘e ccose a Napule nun ggirano a dduvere,

‘a mugliera, ‘Onna Amalia, superbamente interpretata,

è trasuta ‘e preputenza dinto ‘a borza nera

aumentanno ‘o prezzo d’ ‘a rrobba… ca tene accuata!

 

È una Napoli sotto ‘e bbumbardamente

nu via vai ‘e persone suspettose

‘a sirena sona tutte ‘e mumente

e pe campà se trovano mille scuse!

 

Pecchè è guerra pure int’ ‘a famiglia ‘e Gennaro

e ‘a guerra te cagna ‘nzino e dint’ a ll’osse.

Pecchè quanno nun ce sta ‘o denaro

faje ‘e tutto pe nun te scavà ‘a fossa!

 

E senza Gennaro, ma cu ‘a sacca chiena ‘e sorde,

‘a famiglia se scorda d’ ‘o bbene ‘e ll’ammore

nun s’accorge d’ ‘o dulore ca porta

e ce ne vo’ pe truvà dignità e calore.

 

La compagnia di Venditti fa vedere tutto questo:

hanno battagliato pe ddoje ore

hanno interpretato a meraviglia tutto il testo.

per il piccolo Teatro al Borgo grande onore!

 

Pecchè nun è ffacile pe nniente

a tenè ‘e spettature appassiunate!

E pe tutto ‘o tiempo chelli ggente

scurdannese d’ ‘ friddo se so’ arrecriate!

 

‘A Cumpagnia ha tenuto sempe aveta ‘a pressione

so’ passate da ‘e bomme a nu murtorio accamuffato.

Se vede ca ce metteno assaje core e tanta passione.

‘A Cumpagnia ‘e Venditti emozioni ha regalato!

 

È forte forte assaje… ‘a fine ‘e sta cummedia…

P’ ‘a famiglia, pe’ Napule e l’Italia è ‘a stessa traggedia!

‘O miereco ha ditto: ‘a nuttata ha da passà

ma…

simmo sicure ca mo nun ce sta n’ata nuttata da passà?
(Alessandro Bruno)

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Torna la vittoria sulla ruota di Cava

cavese-siracusa-cava-de-tirreni-marzo-2019-vivimediaDopo la serie di pareggi che avevano lasciato l’amaro in bocca e gettato ombre sul futuro di Modica alla guida della squadra finalmente torna a sorridere il pubblico amico grazie alla doppietta di Fella e un buon secondo tempo nella sfida con gli aretusei.

Ma da dimenticare i primi 45 minuti di black out di gioco, emozioni e idee. Ma veniamo alla cronaca. Al 6’pt Favasuli dal limite serve un buon pallone per l’accorrente Migliorini ma la conclusione di quest’ultimo finisce abbondantemente a lato. Al 18’pt è Sainz-Maza che chiude male una triangolazione stretta al limite dell’area di rigore sparando fuori da posizione favorevole. Dal 24’pt al 25’pt due occasioni ghiotte per gli aquilotti sui piedi di Tumbarello e sulla testa di Silvestri.

Ma resta inviolata la porta ospite. Nella prima azione Tumbarello, un paio di metri all’interno dell’area siciliana, spara in porta ma Crispino vola e sventa in angolo. Nella seconda occasione Silvestri su angolo di Sainz-Maza incorna sul palo lontano ma la sfera scivola a fondo campo tra le imprecazioni generali.

Pochissime emozioni nei primi 45 minuti e Siracusa totalmente assente sul taccuino ad eccezione di una conclusione sotto porta finita fuori di Tiscione, occasione nata per una errata valutazione della traiettoria di un cross di Daffara ad opera di Bacchetti.

Il duplice fischio di Curti manda le squadre negli spogliatoi tra i mugugni di gran parte dello stadio amico.

Nella ripresa dopo probabilmente la strigliata di Modica la Cavese sembra ingranare la marcia giusta. Scende fisicamente l’avversaria e sale in cattedra il centrocampo bleu foncé. All’8’st conclusione sotto misura di Sainz-Maza su traversone da sinistra di Ferrara che finisce sul fondo dopo aver attraversato tutta l’area di porta. Ferrara al 14’st ci prova dalla distanza ma non inquadra lo specchio della porta.

Il Siracusa si rifà vivo solo al 16’st ma capitan Catania non riesce a dare forza alla sua conclusione. Sul capovolgimento di fronte la Cavese passa in vantaggio. E’ il 18’st. Una palla vagante al limite dell’area di rigore ospite viene calciata al volo da Migliorini che però schiaccia troppo la conclusione che non centra lo specchio della porta ospite. Sulla traiettoria però si fa trovare pronto Fella che buca Crispino.

Esplode di gioia il Simonetta Lamberti. E si bissa dopo undici minuti. Questa volta è Sainz-Maza ad andarsene benissimo sulla fascia sinistra. Il cross è teso e basso, la retroguardia siciliana dorme e Fella sulla linea di porta insacca anticipando il suo marcatore.

Per il Siracusa è notte fonda, praticamente ammainando bandiera definitivamente quando per un fallaccio si becca la seconda ammonizione Bruno che abbandona così anzitempo il terreno di gioco. All’ultimo secondo però il Siracusa potrebbe trovare il gol della bandiera ma Cognigni spara addosso a De Brasi che chiude benissimo lo specchio della porta.

Altri tre punti in saccoccia per la Cavese che la proiettano ai bordi della zona playoff. Ma ora sulla sua strada, al Menti, nel prossimo turno di campionato ci sarà la capolista ad attendere i metelliani, la Juve Stabia.


CAVESE 1919 SIRACUSA CALCIO 2-0

CAVESE (4-3-3): De Brasi, Palomeque, Silvestri, Migliorini (22’st Pugliese), Favasuli, Fella (42’st De Rosa), Bacchetti, Tumbarello, Ferrara (40’st Filippini), Magrassi (42’st Castagna), Sainz-Maza (40’st Agate). A disp. Trapani, Manetta, Buda, Logoluso, Heatley, Bruno, Nunziante. ALL. Giacomo MODICA

SIRACUSA (4-2-3-1): Crispino, Fricano (30’st Cognigni), Ott Vale, Palermo, Catania (41’st Vasquez), Daffara, Di Sabatino, Bertolo, Tiscione (41’st Parisi), Bruno L., Talla Souare (30’st Russini). A disp. D’Alessandro, Boncaldo, De Col, Talamo, Mustacciolo, Tuninetti, Rizzo, Lombardo. All. Ezio LOMBARDO.

ARBITRO: Davide CURTI (Milano). Assistenti: Vitale, Ricciardi (Ancona).

RETI:. 18’st e 29’st Fella (C ),

NOTE: Spettatori circa 1500, di cui una ventina di fede aretusea in curva nord . Espulso al 37’st Bruno (S) per somma d’ammonizioni.Ammoniti: Silvestri (C ) . Angoli:5 a 1 per la Cavese. Recuperi: 0′ pt, 4’st.