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CAVA DE’ TIRRENI (SA). Napoli milionaria: un’emozione che attraversa le generazioni … e genera poesia

In scena al Teatrino dell’ex Seminario nella bella interpretazione del Piccolo Teatro al Borgo di Mimmo Venditti


Anche solo a nominarlo, Napoli milionaria, il capolavoro teatrale di Eduardo De Filippo, trasmette un’ondata di emozioni.

L’emozione di una storia, della nostra storia. La prima andò in scena quando ancora nel Centro Nord dell’Italia era in atto la guerra di liberazione e a Napoli si leccavano le ferite profonde e laceranti delle bombe, dei crolli e della fame, si sentiva l’eco comunque drammatica della cacciata dei tedeschi, si respirava la presenza deli alleati anglo americani e le speranze della nuova Italia.

La storia di don Gennaro, che torna dalla guerra e trova la sua famiglia arricchita dal mercato nero, ma imbastardita dalla smania del denaro e senza più quell’identità etica che lui aveva cercato, non sempre con successo, di trasmettere, è la storia di Napoli, dell’Italia in macerie e con voglia di rinascita. Una Napoli in attesa che “passi la nottata”, così come don Gennaro e la famiglia devono aspettare che superi la nottata la piccola Rituccia grazie all’antibiotico donato proprio da una vittima dello sciacallaggio da mercato nero esercitato dalla moglie di Gennaro.

Perciò vengono i brividi a ripensare a quella prima rappresentazione del 15 marzo 1945, quando, alla chiusura del sipario, ci fu un eterno momento di silenzio, che fece temere a Eduardo l’onta e il dolore dell’insuccesso, prima che nascesse uno dei più lunghi ed emozionati applausi della storia del teatro, con il pubblico in piedi e in lacrime, che aveva appena assistito allo specchio delle sue piaghe e che stava aspettando anch’esso che passasse la nottata.

Perciò ogni volta che viene messa in scena, per chi è consapevole del suo significato, oltre che della sua bellezza di capolavoro, si scatena quell’ondata di emozioni che accomuna spettatori e attori.

Perciò siamo grati alla compagnia del Piccolo Teatro al Borgo, che più volte l’ha inserita nel suo cartellone e che da due anni ha rinnovato la messa in scena con attori più o meno “new entry”, ai quali bisogna fare grandi complimenti perché si sono dimostrati ben all’altezza del ruolo da ricoprire e degli storici interpreti del Piccolo Teatro al Borgo, a cominciare dalla magnifica Ida Damiani, sanguigna, appassionata e coinvolgente nel parte cruciale di Amalia. Senza contare naturalmente il buon Mimmo Venditti, come sempre gran maestro regista e attore. Nell’applauso aggiungiamo gli “storici” Matteo Lambiase e Raffaele Santoro (il ragioniere e Settebellizze), una garanzia lunga negli anni, e con loro Daniela Picozzi, Carlo Della Rocca, Andrea Manzo, Roberto Palazzo, Enzo Senatore, Titta Trezza, senza dimenticare i fedelissimi collaboratori tecnici Bruno Rispoli (scene e luci) e Anna Maria Venditti Rispoli (costumi).

L’ultima messa in scena è avvenuta il 2 e 3 febbraio scorsi, nell’ambito del cartellone congiunto con i giovani della Compagnia Arcoscenico. È stata l’occasione per riproporre un pezzo della nostra storia anche alle nuove generazioni. Ed è stato fatto centro, come è dimostrato anche dall’allegato canto nella nostra lingua suscitato sulle corde del trentenne Alessandro Bruno, nelle cui parole si avverte l’emozione della scoperta di un’opera capitale, di una recitazione all’altezza, ma anche, vedi le parole finali, lo sconcerto del presente, in cui per i componenti della nuova generazione il tunnel verso il futuro ha di nuovo il sapore di una nottata. Riusciremo a far passare anche questa?… Ai posteri.
(FBVitolo)

 

Napoli Milionaria: Piccolo Grande Teatro al Borgo!

 

Dinto a nu tiatro bello, ma ‘e quatto sorde,

addò ghiacciata era ll’aria,

faceva friddo…e chi s’’o scorda…

ma va in scena Napoli Milionaria!

 

‘A campana sona e a sipario arapruto

tavula apparicchiata e cafettera pe vvinte.

Fore ô vico voce ‘e ggente sparuta

Amedeo nun è pe niente convinto!

 

È sparuto nu piatto ‘e paste e ffasule!

Ll’indiziato è Gennaro ‘o pate, se capisce,

‘a guerra… se sa… te fa sbaglià da sulo

‘e ‘o piatto ‘e pasta… piglia ‘e sparisce!

 

Gennaro Jovine, un Venditti che gran colpi sferra,

incarna paro paro il buon padre di famiglia

purtanno ‘ncuollo ‘a fatica di una guerra

è tutto puteca, casa, mugliera e ffiglie!

 

Ma ‘e ccose a Napule nun ggirano a dduvere,

‘a mugliera, ‘Onna Amalia, superbamente interpretata,

è trasuta ‘e preputenza dinto ‘a borza nera

aumentanno ‘o prezzo d’ ‘a rrobba… ca tene accuata!

 

È una Napoli sotto ‘e bbumbardamente

nu via vai ‘e persone suspettose

‘a sirena sona tutte ‘e mumente

e pe campà se trovano mille scuse!

 

Pecchè è guerra pure int’ ‘a famiglia ‘e Gennaro

e ‘a guerra te cagna ‘nzino e dint’ a ll’osse.

Pecchè quanno nun ce sta ‘o denaro

faje ‘e tutto pe nun te scavà ‘a fossa!

 

E senza Gennaro, ma cu ‘a sacca chiena ‘e sorde,

‘a famiglia se scorda d’ ‘o bbene ‘e ll’ammore

nun s’accorge d’ ‘o dulore ca porta

e ce ne vo’ pe truvà dignità e calore.

 

La compagnia di Venditti fa vedere tutto questo:

hanno battagliato pe ddoje ore

hanno interpretato a meraviglia tutto il testo.

per il piccolo Teatro al Borgo grande onore!

 

Pecchè nun è ffacile pe nniente

a tenè ‘e spettature appassiunate!

E pe tutto ‘o tiempo chelli ggente

scurdannese d’ ‘ friddo se so’ arrecriate!

 

‘A Cumpagnia ha tenuto sempe aveta ‘a pressione

so’ passate da ‘e bomme a nu murtorio accamuffato.

Se vede ca ce metteno assaje core e tanta passione.

‘A Cumpagnia ‘e Venditti emozioni ha regalato!

 

È forte forte assaje… ‘a fine ‘e sta cummedia…

P’ ‘a famiglia, pe’ Napule e l’Italia è ‘a stessa traggedia!

‘O miereco ha ditto: ‘a nuttata ha da passà

ma…

simmo sicure ca mo nun ce sta n’ata nuttata da passà?
(Alessandro Bruno)

“Costretti a fare Miseria e Nobiltà”: la stagione del Piccolo Teatro al Borgo è iniziata con una brillante contaminazione da Scarpetta

CAVA DE’ TIRRENI (SA). C’è chi, con un brillante neologismo anglicheggiante e assonante con renaissance-rinascita, l’ha chiamata greynaissance, cioé rinascita del grigio, dell’età in grigio, quindi della terza età. A dire la verità, il termine si adatta oggi di più alle donne, che ad un certo punto, per circostanze ora liete ora difficili della loro vita, si trovano a vivere non per qualcuno o per qualcosa, ma per dimostrare se stesse ed essere se stesse. Gli uomini, soprattutto in passato, erano da sempre abituati ad essere in prima fila fin dai tempi infantili delle “coccole da figlio maschio”.

Oggi il termine assume un valore più ampio, magari riferito alla pensione oppure a quell’età in cui si può essere più facilmente liberi di liberarsi o di “togliersi gli sfizi”.

Mimmo Venditti appartiene in parte a questa categoria. Non è cambiata certo la sua identità: in scena da sempre, sul palco e a volte non solo sul palco. Eppure tante volte bisognava e bisogna anche scendere a piccoli e grandi compromessi col pubblico, che per lui è sempre stato un interlocutore privilegiato. Segnali di piccole trasgressioni ogni tanto ne ha lanciati, comunque: la contaminazione de Il medico dei pazzi, la commedia non tradizionale di Santanelli, la cornicetta socialeggiante del Viviani di Fatto di cronaca

Negli ultimi tempi però si è tolto qualche sfizio in più. Prima la formazione della strana coppia in cartellone con i ragazzi di Arcoscenico (della serie “voialtri volete procedere svincoli e sparpagliati? E io non ci sto!”) e adesso, nell’ambito della Rassegna teatrale 2018-19 del Piccolo Teatro al Borgo di Cava de’ Tirreni da lui diretto, la “vendittizzazione” di un superclassico come Miseria e nobiltà, commedia scarpettiana scolpita nell’immaginario popolare soprattutto nella resa cinematografica del grande Totò, più che in quella teatrale di Scarpetta o dello “scarpettiano” Eduardo.

Il titolo, Costretti a fare Miseria e nobiltà, già induce il pensiero alla contaminazione, con la curiosità di capire il perché della costrizione. E c’è subito un doppio d’ambiguità. “Costretti” nella vita reale, perché è stato espressamente richiesto alla compagnia del Piccolo Teatro al Borgo di rifare l’esperimento, a suo tempo di grande successo, de “La vera storia del medico dei pazzi”, con un prologo esterno che introduceva il famoso testo scarpettiano, comunque rispettato nella sua sostanza. “Costretti” nella finzione teatrale, perché la compagnia protagonista dello spettacolo, per poter recitare e di conseguenza mangiare, deve subire la prepotenza di un assessore interessato a far dare una parte alla bella Gemma, sua “raccomandata” diletta, o di letto che dir si voglia.

E qui il doppio esplode, soprattutto nel primo atto, diretto e condotto con un ritmo galoppante, da apllausi. La vita reale del gruppo recitante si mescola con la finzione delle prove e della miseria che deve emergere. Mimmo Venditti si è veramente divertito a rimescolare le carte, facendo e non facendo “Miseria e nobiltà”, in un gioco di intrecci nella sceneggiatura che è una vera goduria per teatrofili. Ad esempio, le battute sulla fame sofferta dai protagonisti del teatro vengono trasferite al gruppo recitante, che la fame la soffre veramente, al punto da non avere neppure la possibilità di procurarsi gli spaghetti veri per la famosa scena del finale del primo atto. E così anche la vendita del paltò, con la serie dei famosi “desisti”, che diventa un duetto per i big Mimmo Venditti e Matteo Lambiase nel loro ruolo di guitti (la classe non è acqua…) e non in quello degli sgarrupati disoccupati del testo. E il tormentone “bellezza mia…” del marchesino Eugenio (l’attor giovane Marco Coglianese) si trasforma nell’intercalare del vero spasimante della ragazza che interpreta Pupella (Titta Trezza), ricco ma impossibilitato a usare le sue ricchezze. E che dire della litigiosissima accoppiata delle due donne, moglie e concubina, che viene trasferita, con molte delle battute del testo, alle due attrici, anche loro moglie e concubina, e che determina momenti trascinanti di rabbiosa comicità, grazie anche alle spumeggianti ondate di energia generate dalle due attrici vere (Ida Damiani e Daniela Picozzi). Sarebbe lungo citare tutte le corrispondenze, ma come dimenticare l’invenzione dell’assessore (un Raffaele Santoro convincentemente marpione) e del prologo, che Venditti si è sentito quasi “costretto” ad inserire. Nel prologo, infatti, svolto quasi in penombra, come segno di distacco rispetto al resto, il colloquio tra l’assessore e il custode del teatro (un disinvolto Roberto Palazzo, a suo agio anche come il cuoco arricchito papà di Gemma) svela la miseria della situazione e la mancanza di nobiltà con cui si gestiscono beni pubblici di interesse culturale. Lì, con il garbo del teatrante ma con il cruccio del cittadino, Venditti si toglie sassolini, pietruzze e vetrini dalle scarpe denunciando la mancanza di un teatro vero in città e le difficoltà che una compagnia di qualità incontra per essere profeta in patria, soprattutto quando è riuscita tante volte a “profetizzare” fuori città ed anche fuori regione ed anche fuori nazione. Non solo si è divertito, ma si è anche sfogato… ah, Venditti, tremendo Venditti!…

Tornando alla logica del doppio, quasi tutto il secondo atto della commedia è poi dedicato alla recita che nella commedia reale i guitti devono fare per fingere di essere i nobili parenti del marchesino. Qui, nonostante qualche ricercato richiamo alla situazione reale della compagnia, vengono di più seguiti, al di là dei tagli, il testo e lo spirito del copione scarpettiano. Ma lo spettacolo procede comunque gradevole, grazie al convincente affiatamento della squadra in scena.

E si arriva al finale tradizionale con la piena disponibilità del rispettabile pubblico a donare il suo consenso e i suoi applausi… ed a partecipare con l’ascolto e con le parole all’incontro doposcena che Venditti non manca mai di organizzare e che costituisce un arricchimento ed a volte anche uno spettacolo a sé.

I saluti sono pieni di di promozione e di promesse. Viene chiamato sul palco Luigi Sinacori, il capocomico e sceneggiatore di Arcoscenico, con cui il PTB ha creato una coppia di fatto, e viene preannunciato per il mese di gennaio il ritorno di Hope, la pièce più matura di Sinacori. Infine, in periodo di Avvento, viene creata l’attesa per il tradizionale avvento dell’eduardiano Natale in casa Cuopiello, che Venditti ha realizzato in chiave filologica, fermandosi, come nella prima stesura dell’opera, ai primi due atti: quindi, da “Lucarié, scitate!” a “Tu scendi dalle stelle, Concetta mia…” Non vedremo morire il buon Luca Cupiello né sentire Tommasino finalmente ammettere che ‘o presebbio gli piace, ma la torta è gustosa anche senza la ciliegina finale…

Casa Cupiello in due atti, lanciata anni fa, era una sfida rischiosa, ma il buon Mimmo è riuscito a vincerla, con un bel ghigno di soddisfazione. Ah, Venditti, tremendo Venditti …

“anemAncora” in scena al teatro Immacolata

1-anemAncora-maggio-2016-napoli-vivimediaNAPOLI. Interessante lavoro quello andato in scena il 13 e 14 maggio al teatro Immacolata di Napoli. Una commedia musicale dal titolo anemAncora, un percorso attraverso le migliori e mai scontate canzoni di Napoli ed una trama tipicamente partenopea. L’opera realizzata dalla Stradafacendo Events, associazione con esperienza decennale in organizzazione di eventi. Scritta e diretta da Luca Pinto che ha beneficiato della collaborazione del direttore artistico Rino Cirillo, vede in scena 25 artisti quasi tutti debuttanti in ambito teatrale e la maggior parte talenti canori afferenti ai talents “io canto”, “ti lascio una canzone” “the voiceof italy” o provenienti dalla stessa cantera Stradafacendo che da anni indice il concorso “una voce un sogno”. Sono tutti artisti dai 16 ai 24 anni, con tanta voglia di fare ed emozionare. Il pubblico li ha accolti tutti calorosamente.
La storia è ambientata in un imprecisato dopoguerra, il conflitto armato ha separato i due protagonisti, che si vedono coinvolti in storie di fame e camorra, il finale è sospeso, non sapremo se i due riusciranno a superare le ostilità che hanno addirittura minato il loro rapporto. Sappiamo soltanto che si ritroveranno, con lo stesso spirito che li vide insieme da fanciulli per condire la vita con una buona dose di sentimento.
La messinscena tra le altre vede il contributo di recupero di antichi personaggi della tradizione popolare partenopea interpretati dallo stesso regista. Luca Pinto, laureato in Storia delle Tradizioni Popolari al Suor Orsola Benincasa di Napoli, ha ottenuto dalla presidenza della facoltà di Lettere il patrocinio dello stesso istituto universitario, che ha riconosciuto il lavoro di ricerca svolto.
2-anemAncora-maggio-2016-napoli-vivimediaLo spettacolo ha goduto del patrocinio morale della quinta municipalità di Napoli Vomero Arenella, il cui consigliere Marco Gaudino è stato invitato sul palco a ritirare un premio conferitogli dalla Stradafacendo Events per l’impegno profuso nel sostenere un gruppo così giovane. Sul palco sono salite Miriam Rigione (cast Stelle a metà di Sal da Vinci) e Rosa Chiodo.
Quest’ultima, astro ormai affermato della canzone partenopea, “ambasciatrice” napoletana in America e vincitrce di svariati premi canori, uno su tutti il premio Mia Martini. Ha creduto vivamente nel progetto del direttore artistico Rino Cirillo, tanto da concedere che il suo singolo “Si vo’ Dio” diventasse la colonna sonora dello spettacolo e da esibirsi insieme al cast di anemAncora.
Questo singolo appartiene all’album omonimo in cui Rosa da sorprendente prova della sua capacità di rivisitare in maniera del tutto nuova il patrimonio musicale partenopeo, avvalendosi di musicisti di caratura internazionale e della sua straordinaria e abilmente calibrata voce.
Ritornando alla Stradafacendo Events è interessante sottolineare come un’organizzazione con un piccolo nucleo direttivo e una serie di collaboratori ( si fa menzione di Angela Lavanga, Marianna D’Aquino, Luca Cirillo, Alfonso Cesarano, Francesca Cerchia, Simona Lavanga, Mario Balzano) sia riuscita a mettere in piedi uno spettacolo di una certa rilevanza.
“Le scenografie realizzate da Giovanni Balzano e Domenico Cirillo ormai da anni leder nel settore erano ricche eterogenee e appropriate, gli abiti di scena (forniti dalla costumista Maria Pennacchio) il più realistici possibili, la grafica pubblicitaria curata dal presidente Cirillo in prima persona, hanno fatto si che lo spettacolo fosse confezionato in maniera perfetta.” Questo il parere del regista Luca Pinto che sottolinea di star lavorando a questa sceneggiatura da più di un anno, asserendo che ancora apporterà modifiche frutto del lavoro di osservazione dopo questa ulteriore messinscena.
Inoltre una riflessione da sottolineare è che finalmente si realizza un sodalizio tra due compagnie storiche del vesuviano il gruppo Boomerang ed il gruppo teatro della Scodella, background di appartenenza del presidente e del regista della compagnia, finalmente teatro e canzone, direzione artistica e sceneggiatura trovano un punto di incontro.
Ulteriore chicca sulla torta è stato il disegno luci, frutto di un accorto lavoro supportato dall’instancabile Nicola Salvo che ha messo a disposizione della compagnia uno dei teatri più funzionali finora incontrati a detta degli addetti ai lavori, il teatro Immacolata.
Dietro le quinte un artista boschese si è poi fregiato di un piccolo e prezioso contributo di aiuto regia, nonostante il suo impegno televisivo pervasivo, si tratta di Pio Piscicelli anch’egli proveniente come il direttivo da Boscoreale e protagonista della famosa serie televisiva RAI “Braccialetti rossi”.
A proposito di telecamere, la regia teatrale dell’evento è stata curata da Armando Polacco, che innamorato dello spettacolo ha subito provveduto ad un immenso lavoro di promozione.
I ringraziamenti sul palco da parte del regista Luca Pinto sono andati in primis allo staff, agli artisti in scena ma soprattutto a coloro che con il loro amore che parte da lontano, da svariati anni fa, hanno reso possibile questo fantastico incontro tra i giovani artisti e il maestro, dunque i genitori.
Si parla di maestro perché l’associazione, ormai fucina di talenti e come abbiamo detto già esperta nel settore in quanto organizzatrice del concorso “una voce un sogno”, tiene ormai da un anno un corso di preparazione alla messinscena, volta a formare i propri artisti e le nuove leve al mondo del teatro in particolare e dello spettacolo in generale. Un mondo fatto di regole non scritte e di emozioni a cui dare un nome.
Il teatro è la passione che muove questa immensa macchina: ci auguriamo che continui a far brillare gli occhi e a scaldare gli animi di tutti.

Teatro di qualità a Cava de’ Tirreni, dal 17 luglio ritorna il “Premio Li Curti”

premio-li-curti-V-edizione-cava-de'-tirreni-luglio-2015-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Nuovo appuntamento a Cava de’ Tirreni (Sa) con la Rassegna Teatrale “Premio Li Curti”, che gode della direzione artistica di Geltrude Barba. Dal 17 luglio al 2 agosto 2015 la Corte Rinascimentale di Casa Apicella, sita in via Carlo Santoro 71, ospiterà la V edizione della kermesse dedicata al grande Totò. In cartellone 5 imperdibili spettacoli, messi in scena da compagnie ed artisti di assoluto prestigio, tra cui la cavese doc Irene Maiorino. L’apertura venerdì 17 luglio con la rappresentazione “Francischiello. Un Amleto re di Napoli”, a cura di CRASC Teatro di ricerca, in collaborazione con il Centro ArtgarageTeatro e con la regia di Carmine Borrino

5 rappresentazioni teatrali, una storica location e rinomati attori che hanno calcato palcoscenici internazionali. Ritorna a Cava de’ Tirreni (Sa) la Rassegna Teatrale “Premio Li Curti”, che da venerdì 17 luglio a domenica 2 agosto 2015 vivrà la sua V edizione presso la Corte Rinascimentale di Casa Apicella, sita in via Carlo Santoro 71. La direzione artistica della kermesse, come di consueto, sarà a cura di Geltrude Barba, che è riuscita ancora una volta a richiamare nella città metelliana artisti di grande livello. Condurrà la manifestazione la presentatrice Carmela Novaldi.

Dopo le anteprime del 9 luglio (“Non mi dire te l’ho detto” del “Gruppo del Pierrot”) e del 16 luglio (“Family Match” con Pippo Cangiano), si riaccendono dunque a Cava de’ Tirreni i riflettori sul teatro di qualità. Al via l’edizione numero 5 della rassegna dedicata al grande Totò, che si narra avesse degli antenati nella frazione metalliana Li Curti.

Il cartellone degli eventi si aprirà venerdì 17 luglio, alle ore 20.30. Il Centro ArtgarageTeatro, con la regia di Carmine Borrino, presenterà “Francischiello. Un Amleto re di Napoli”, uno studio che parte dall’approfondita ricerca sulla figura di Francesco II di Borbone ed approda alla sovrapposizione “spettrale” col giovane principe di Danimarca. In scena i rapporti drammaturgici dell’Amleto di Shakespeare si fanno pre-testo per raccontare, combaciando alla perfezione, ciò che accadeva alla corte di Napoli nell’estate del 1860. Con musiche di Lino Cannavacciuolo, lo spettacolo è una produzione CRASC Teatro di ricerca.

Il secondo appuntamento si terrà domenica 19 luglio, con inizio fissato sempre alle ore 20.30. L’Associazione culturale “I Pensieri di Bo’” metterà in scena “Filumè. Una voce e mille pensieri”, di e con Franco Di Corcia jr e con la regia di Mario Matteoli. Liberamente ispirato a “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo, il monologo nasce dal desiderio di sperimentare la Voce, dando ad essa il ruolo di protagonista ed affidandole l’onere di esplorare i sentimenti umani. Ad interpretare Filumena Marturano sarà un uomo vestito da uomo, eppure il pubblico non se ne accorge nemmeno, tanto è rapito dalla Voce e dalla voragine dei sentimenti che essa produce.

Alle ore 20.30 di mercoledì 29 luglio, poi, la Compagnia Avamposto Teatro presenterà in anteprima nazionale lo spettacolo “Virginia e sua zia”, con la regia di Davide Sacco, già apprezzato sul palco del “Premio Li Curti” durante la scorsa edizione invernale. La rappresentazione narra la storia di Virginia, una donna che non si è mai aspettata, e continua a non aspettarsi, niente dalla vita. Svolge un lavoro oscuro dietro le quinte di uno spettacolo televisivo. Ogni sera ad attenderla a casa, sulla sedia a rotelle, c’è la zia. Ma Virginia ha un’arma forte che la spinge ad andare avanti ed a confidare, per sé e per la zia, in una svolta che possa “rimetterle in gioco”: è il suo lato ironico, a cui la donna affida la volontà di sopravvivere e di uscire dall’anonimato in cui versa insieme alla zia.

Il quarto spettacolo della Rassegna Teatrale è in programma venerdì 31 luglio, alle ore 20.30. Nella Corte Rinascimentale di Casa Apicella sarà la volta della drammaturgia “Madame Misère”, scritta ed interpretata a quattro mani da Maria Luisa Usai e dalla cavese doc Irene Maiorino. Sul palco le due protagoniste (la mendicante Yasmina e la prostituta Mezzanotte) cercano una via di fuga dalla metropoli dove tutti si accalcano e nessuno sa bene cosa cercare. Nonostante l’evidente differenza umana e caratteriale, le due donne finiscono col tenersi compagnia, decidendo di condividere l’attesa ed il sogno di cambiare vita, cercando il modo ed i mezzi per riuscire a farlo. Accecate dal luccichio di metalli e dai semafori rossi decidono di abbandonare la città, dirigendosi verso un posto lontano. Lo spettacolo è una produzione Maiorino Usai e ZanfrettaTeatro.

L’ultimo appuntamento con la V edizione del “Premio Li Curti” si terrà domenica 2 agosto, quando alle ore 20.30 sarà la volta di “Mamma – Piccole tragedie minimali” di Annibale Ruccello, con Rino Di Martino e la regia di Antonella Morea. In scena quattro monologhi in cui mamme malefiche raccontano fiabe e via via si trasformano in figure irrimediabilmente corrotte dai mass-media. Una folla di donne attorniate da ragazzini che si chiamano Deborah, Samanta, Morgan, nelle cui conversazioni si confondono messaggi personali, echi televisivi, slogan di rotocalchi e dove la pubblicità si sovrappone alle confidenze, le telenovelas alla sfera privata e gli inni liturgici alle canzonette di Sanremo.

Il costo del biglietto per ogni singolo spettacolo è pari a € 10,00. Il botteghino aprirà due ore prima delle rappresentazioni. Per prenotazioni e/o maggiori informazioni è possibile contattare Geltrude Barba, Direttore artistico del “Premio Li Curti”, al numero 393.3378060 o tramite email all’indirizzo geltrudebarba@hotmail.it. Ulteriori dettagli ed approfondimenti sulla kermesse sono consultabili sul sito www.premiolicurti.com.

Promossa dal Teatro Luca Barba, l’iniziativa è patrocinata dalla Città di Cava de’ Tirreni, dalla locale Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo

Al via la Settimana Rinascimentale: folklore, musica, teatro, animazioni, show, gastronomia e tanta allegria e cultura. Collegato all’evento un Concorso Fotografico

CAVA DE’ TIRRENI (SA). “Per ragioni di opportunità e di tempo, ci siamo mossi in piena sinergia con l’Associazione Trombonieri e Sbandieratori e ci siamo posti per ora in naturale continuità con la programmazione già operata dal Sindaco uscente Marco Galdi, al quale rivolgiamo un cordiale saluto e ringraziamento. Per il futuro, però, puntiamo con decisione ad un progetto di crescita di tutto il complesso mondo del folklore cavese. Vogliamo e dobbiamo uscire da una dimensione “municipale” per dare una eco nazionale ed europea al grandissimo patrimonio folkloristico e storico della nostra Città. Questi eventi devono diventare un elemento di identificazione, di caratterizzazione, di attrattiva turistica. E un obiettivo del genere presuppone un deciso salto di qualità anche di tutti gli attori del Progetto.”

Con queste premesse, il neo Sindaco eletto Vincenzo Servalli venerdì 26 giugno, nell’aula consiliare di Palazzo di Città ha introdotto la conferenza stampa di presentazione della Settimana Rinascimentale, tenuta insieme con il Presidente dell’Associazione Trombonieri e Sbandieratori di Cava de’ Tirreni (ATSC), Paolo Apicella, che da parte sua ha ringraziato il Sindaco per il rispetto accordato alle scelte già fatte ed ha auspicato il cammino comune verso il salto di qualità, che però sarà proporzionale alla concordia che animerà l’Associazione, troppo spesso dilaniata da lacerazioni e litigi ad onde lunghe che ne compromettono l’azione.

Ci fanno piacere queste intenzioni, perché effettivamente abbiamo sempre vissuto come una fastidiosa prigione la riduzione, a volte colposa, di tanti eventi alle sole mura della Città, lì dove con altre forme di diffusione e /o strombazzamento mediatico (che però tante volte sono sottoposte a foraggiamenti di conoscenze dirette o pur legittimi finanziamenti pubblicitari) potrebbero godere di ben altri riflettori regionali ed anche nazionali.

Il Sindaco, al riguardo, ha invitato cittadini e operatori dell’informazione a creare loro la prima base promozione attraverso il classico passaparola: oggi è anche più facile grazie ai social del web.

Sacrosanto invito, che facciamo nostro ed estendiamo immediatamente. Ma ricordiamo anche che proprio da tali potenziali di partenza a volte non è partita la promozione giusta, perfino per grandi eventi. Per esempio, la mostra su Chagall è vero che ha avuto un grande riscontro, grazie soprattutto ai social del Marte, ed ha visto la partecipazione di migliaia di studenti, grazie anche alle letture avvolgenti di Giuseppe Basta, ma è stata incerto il sostegno dei media locali e soprattutto nebulosa la partecipazione di tanti adulti cavesi, magari anche di quelli appartenenti alla cosiddetta classe colta e/o che preferiscono correre a vedere le mostre d’arte, purché si tengano fuori città. Tra i ricordi “perplessi”, mettiamo comunque in primo piano lo strafalcione da Guinness dei primati di due anni fa, quando la presenza alla mostra su Cesare da Sesto a Santa Maria al Rifugio della riproduzione fedele di otto macchine di Leonardo da Vinci (grande attrazione dovunque siano state esposte) oltre che di un suo presunto autoritratto, fu non solo ignorata ma addirittura cancellata dai manifesti e da molti comunicati. E dire che per l’inaugurazione era venuto dalla California il più grande leonardologo vivente…

Ma torniamo alla Settimana Rinascimentale, che è partita ieri, avrà il primo top & stop domenica 6 luglio con la classica Disfida dei Trombonieri e godrà di strascichi importanti tra la fine di agosto e l’inizio di settembre,con il posticipo delTrofeo “Città Fedelissima”, la gara di coreografie dei Casali dei Pistonieri, salvaguardata nonostante i timori e le polemiche. Esso anzi avverrà alla grande, in coincidenza con l’inaugurazione della nuova Piazza Abbro e della Piazzetta del Tromboniere, gratificata di una denominazione buona e giustamente promozionale.

Il programma della Settimana, come sempre, è interessante, e quest’anno arricchito anche da gustose novità.

Venerdì 26 giugno, alle ore 20.00, in Piazza Amabile (ex Lentini), si è aperta la Taverna del Tromboniere a cura del Casale Archibugieri SS. Sacramento, unitamente alla “Putea cavese”, organizzata dagli Sbandieratori Cavensi.

Domenica 28 giugno, in scena il Gruppo Trombonieri Borgo Scacciaventi Croce, che alle 19 farà animazione sotto i portici con le sue Voci dal Borgo ed alle 20 presenterà le classicissime Nozze di Florinella, rievocazione fedele di un matrimonio del 1423.

Giovedì 2 luglio, alle 21,30, nel chiostro di Santa Maria al Rifugio grande prima del musical Romeo e Giulietta, a cura dell’Associazione Gloomin Peace Company e con la regia di Carla Russo e Agostino Giordano. Lo spettacolo sarà poi replicato martedì 7 luglio.

Venerdì 3 luglio, alle 18,30, nella Sala Consiliare di Palazzo di Città, Giuramento di fedeltà dei Regi Capitanei dei Trombonieri dei Quattro Distretti, seguito alle 18,30 dal Corteo Imperialedi Carlo V a cura del Gruppo Trombonieri Santa Maria del Rovo e quindi alle 21,00, presso il Chiostro di Santa Maria al Rifugio, dalla messa in scena della Farsa Cavajola Ricevuta de lo Imperadore de La Cava, a cura de “La combriccola biancoverde” del Gruppo Pistonieri Santa Maria del Rovo.

Dopo le performance dei singoli gruppi, tutta l’Associazione Trombonieri e Sbandieratori sarà in scena nei due giorni finali della Settimana. Sabato 4 luglio, alle 18,30, lungo il Corso, con partenza da Piazza Amabile, il gran Corteo Storico della Pergamena Bianca, che avrà un intermezzo in Duomo alle 19 con la celebrazione della Santa Messa e con il sorteggio dell’ordine di sparo degli otto casali, che si sfideranno a colpi di archibugio nella classica Disfida dei Trombonieri, in programma domenica 5 luglio, alle 19,30, presso lo Stadio Simonetta Lamberti.

Sabato 11 e domenica 12 luglio, Castello show con Le notti al Castello, organizzate dall’Ente Monte Castello, con spettacoli, performance in costume, musica e tanti stuzzichini moderni dal sapore antico, oppure antichi dal sapore moderno. Comunque, tutti da gustare…

Tutto pronto e tutti pronti, quindi per i grandi botti della Settimana. Con l’augurio naturalmente che, quest’anno e nei tempi a venire del grande rilancio, non si senta il suono schiattato di nessuna fetecchia …


Il concorso Fotografico

Il concorso fotografico, alla sua seconda edizione, è promosso da Papillon communication in partnership con Assostampa Cava-Costa d’Amalfi e con l’Associazione Trombonieri, Sbandieratori e Cavalieri di Cava de’ Tirreni e non ha scopo di lucro, ma solo di diffusione culturale, i scambio di idee, in un’ottica di conservazione e sharing del patrimonio folkloristico cavese.

È indetto con il patrocinio del Comune,dell’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo e dell’Associazione Confesercenti di Cava de’ Tirreni.

L’iniziativa invita a raccontare, attraverso gli scatti, la storia e le tradizioni della città di Cava de’ Tirreni, in un’ottica di promozione territoriale e rivalutazione della cultura popolare. Gli scatti dovranno contenere gli attimi rubati alle giornate di rievocazioni storico-culturale in onore dei festeggiamenti del Santissimo Sacramento e della Settimana Rinascimentale, tra il 6 giugno e il 5 luglio 2015. La mostra vuole sottolineare il grande valore culturale delle manifestazioni storico culturali di Cava de’ Tirreni e l’importanza del racconto.

Ogni partecipante potrà inviare un massimo di quattro fotografie. La partecipazione al concorso richiede la compilazione e la consegna del modulo di iscrizione (Allegato A), unitamente alla stampa su carta fotografica dell’immagine scelta, in dimensioni 35×40 cm.

La partecipazione al concorso è totalmente gratuita. È aperta a tutti i fotografi, professionisti e non, senza limiti d’età né discriminazione alcuna (per i minori è d’obbligo l’autorizzazione di un genitore/tutore legale). Sono esclusi dalla gara i soggetti o le fotografie che non rispettino il presente regolamento o le norme del buon costume.

La foto deve essere stampata su carta fotografica in dimensioni 35×40 cm, non deve recare alcuna firma né segno grafico. Per il formato digitale, la foto deve essere in JPEG (.jpeg), PNG (.png) o JPG (.jpg), salvata ed inviata in massima qualità. Non sono ammesse opere realizzate al computer. Le fotografie dovranno essere inedite. Ogni immagine deve avere numero progressivo ed essere titolata sul retro. Le immagini non conformi alle specifiche non verranno prese in considerazione.

La consegna delle opere, unitamente alla compilazione del modulo di iscrizione, deve avvenire con le seguenti modalità entro il giorno 30 luglio 2015:

La consegna può avvenire via posta o a mano presso lo studio di Papillon communication, in via A. Balzico, 60, di Cava de’ Tirreni.

Le fotografie migliori saranno premiate con l’esposizione in una mostra l’11, il 12 e il 13 settembre 2015 presso i locali di Santa Maria al Rifugio, nei pressi di Piazza San Francesco, luogo di grande visibilità a Cava de’ Tirreni.

Le foto in concorso saranno inoltre messe a disposizione del pubblico sulla pagina Facebook e il numero dei ‘like’ che riceveranno saranno tenuti in considerazione dalla giuria, insieme ai seguenti criteri (in ordine sparso): tecnica, emozione, forza comunicativa, grado di folklore.