Maggio, 2020

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CAVA DE’ TIRRENI (SA). INFORMACITTÀ COVID-19: aggiornamento del sindaco Vincenzo Servalli di sabato 23 maggio

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Coronavirus e canzoni di giovinezza: la musica di una vita

Su You Tube, un canale con le canzoni di Marco Criscuolo, docente in Piemonte e cavese doc.


Marco Criscuolo, docente di lettere in Piemonte, quarantenne o giù di lì, cantautore e poeta, fresco protagonista con la sua chitarra e le sue canzoni di un canale tutto suo, una finestra aperta su You Tube nei giorni della quarantena.

È stato un piacere, una bella emozione, rivederlo, riascoltarlo, ritornare col pensiero fino a vent’anni fa e oltre, tra i banchi di scuola e non solo, sorridere a sentirlo ripescare nel passato per alleggerire il presente e occhieggiare al futuro.

Marco oggi è piemontese di adozione,ma è cavese doc e, prima che collega, mi è stato “compagno di scuola” come alunno, in una solare terza, quarta, quinta A del Liceo Scientifico “Genoino”. Di fine secolo scorso. Ed è da lì che partono, come flash, le note dei ricordi.

Marco con la chitarra, con la musica e la poesia ci è cresciuto, alimentando per di più la sua creatività in una classe talentuosa multitasking, dove, solo per citare il “suo” campo, si sono formati, tra gli altri: Valeria Monetti, poi attrice e cantante, esplosa a venti anni nel primo Amici di Maria De Filippi (allora chiamato Saranno famosi) e subito dopo protagonista al Teatro Brancaccio di Roma nel musical Sette spose per sette fratelli; Roberto Senatore, che proprio nei giorni della maturità arrivò in finale come avatar di Vasco Rossi nello show Momenti di gloria di Maike Bongiorno. E aggiungiamo anche Giovanna Rispoli, che a più riprese ha coltivato la sua passione per la poesia con riconoscimenti significativi ben oltre i confini della nostra città.

Marco già allora amava cantare e comporre, tanto è vero che alcune delle canzoni da lui presentate su You Tube sono state battezzate proprio in quegli anni ruggenti. Già allora con le sue performance si faceva apprezzare dai compagni e qualche volta è venuto in classe proprio con la sua chitarra.

Con quella chitarra si è presentato addirittura all’esame di maturità, introducendo il suo colloquio con Ehi uomo!, uno dei quattro assi (e più) del fresco poker-scala reale su You Tube.

Con quella chitarra qualche volta ci ha accompagnati nei gruppi di ascolto, dove era protagonista con le sue storie e le sue esperienze a battito di cuore… e di cuori, in linea sia con la sua dimensione di ragazzo i cui ormoni ballavano l’aerobica e che lasciava le ragazze “sotto la botta impressionate”, sia anche con la sua interiorità lirica e sognante, sensibile verso le problematiche e le contraddizioni della società e del mondo di allora.

Come dimenticare la sua “chitarrata” in una lezione-gruppo di ascolto svolta addirittura in riva al mare di Vietri in un solare primo pomeriggio di primavera? E come dimenticare che in quella stessa aula dove si era formato e aveva sognato e fatto sognare, in quella stessa aula dove aveva trasformato il fuoco distruttivo di Cecco Angiolieri in una poetica carezza bionda, proprio in quell’aula trascorse il suo primo giorno di tirocinio all’insegnamento, sviluppando un filo rosso tra le canzoni medievali e l’animo moderno e poi facendosi ammirare come aspirante prof cantautore alla Vecchioni?

Con quelle canzoni e con la sua band partecipò alle rassegne giovanili, tra cui, sempre con Ehi uomo!, a Mille chitarre contro la guerra. Era forte, ed è tornato forte il suo grido contro l’autolesionistica tendenza dell’uomo, per l’avidità di bigliettoni fatti vendendo fumo nero e discariche di grande quantità, ad uccidere se stesso e la natura macchiando così la miracolosa bellezza della vita che è a sua piena disposizione. Questa polemica, estesa alle ingiustizie sociali, poi è proseguita più virulenta in un’altra aggressiva canzone riproposta ora su You Tube, Merda e sangue, con un titolo che buca l’orecchio ed un testo rock rombante che esprime tutto il disagio dei giovani per il mondo corrotto di imbrogli e infamità, di mani sporche e vaccinate, di luride anime che producono merda e sangue nei nostri cuori, luce nera tra i colori.

Musica di protesta, perché egli era fermamente convinto della forza ideale insita nei giovani pronti a cambiare il mondo. Lo conferma in Quale libertà?, canzone non ancora edita sul web: Tra fucili e canzoni noi combattiamo con le nostre canzoni… Non puoi credere nella libertà, se pensi che nel mondo qualcosa cambierà e se qualcuno… resta là!

Come si vede, i brani da lui presentati oggi su You Tube vengono da lontano. E li ha riportati alla luce perché guardano lontano e lui stesso vuole guardare lontano, sia rimettendosi in pista personalmente sia per creare il ponte di conoscenza verso suo figlio che ora sta crescendo che vorrà, dovrà conoscere il padre come persona che ha una storia, e vorrà, potrà capire che cosa sta veramente succedendo in questi mesi di pandemia e di rivoluzione del mondo e dei cuori.

Lo spunto primario dell’affacciata di Marco su You Tube è stato infatto offerto proprio dal Coronavirus e dai tempi del Covid. Infatti al figlio dedica il suo video più attuale, composto nei primi tempi della quarantena, quando lo slogan era Tutto andrà bene, ma intanto la paura di non farcela, le colonne di camion pieni di bare e i numeri in salita ci svangavano il cuore e già tra i letti d’ospedale svolazzavano quegli angeli in corsia pur sempre troppo umani a sostenere il volo dei malati, sia verso la guarigione che verso la solitaria chiusura degli occhi per l’abbraccio della morte. Nonostante tutto, non si indebolisce il grido di speranza di Marco. Tutto andrà bene! Un grido lanciato non a caso all’aperto, in mezzo ad un verde giardino. un grido cantato con il suo caratteristico stile: ritmo intenso e incalzante, chitarra battente, voce squillante con semitoni alla Battisti.

La summa del Marco di ieri e di quello di oggi la si ritrova in una quarta canzone, cioè Solitudine, scritta da lui vent’anni, cantata, ottimamente, dall’amico Guglielmo Sansonna. Vi si sentono la sensibilità musicale e il ricamo lirico del giovane che, dopo un’adolescenza rombante, ricca di luci ed ombre emozionali ed esistenziali, gravida di socialità e di protezioni affettive, si trova ad affrontare il grande salto verso una vita nuova, fuori dal porto. E non può evitare dubbi, striscianti malinconie, speranze e timori, la necessità di fare i conti con se stesso. Del resto la stessa riproposizione oggi è la voglia di un primo bilancio dopo quelle vaghe nebbie giovanili…

Di me che sono nessuno adesso, resterà almeno il riflesso? … Questi mondi,il verde, le case e poi… chissà se un giorno le rivedrò mai… e lei starà con me?… mi perdeò nel vento? Dalla finestra del mondo non si vede fino in fondo… La vita continua a ridere… ma… un attimo e poi il silenzio c’è dentro te: Solitudine”. Belle parole di ieri, in un video ben montato oggi, tutto da assaporare, emozionato ed emozionante, arricchito da immagini di silhouette in contro luce, di famiglie felici e di un Marco meditabondo, di nostalgiche immagini della “sua” Cava, della “sua” famiglia”, della “ua” classe, del “suo mondo”.

Parole poetiche, di un animo che non vuole rinunciare alle vibrazioni del verso puro, che mostra dita aperte alla luna ancora lontana, che sente l’ispirazione anche grazie ai grandi della letteratura, i morti amici che da pagine bianche parlano, con le loro illustri parole che lo spingono lontano dalla giovinezza, a contemplare l’infinito tra terra e cielo.

Un animo che non ha rinunciato a sognare e far sognare ed ha riaperto un ponte tra il suo mondo di oggi e quello di ieri, con la speranza forse di aprirsi praterie verso il mondo di domani. Un mondo, quello “d.C.” (non “dopo Cristo”, ma “dopo Corona”) che purtroppo è ancora pieno di incognite, ma che ci auguriamo sia meno pieno di “merda e sangue” e che in esso si possa gridare “Ehi uomo!” per sorridere ed abbracciare il fratello e non per urlare al fratello che uccide il fratello. ..

Intanto il nostro Marco il suo tassello di poesia, musica della vita, di rinnovamento sociale e personale lo sta mettendo. E viene naturale un abbraccio. Non virtuale, ma reale. Un abbraccio forte, che dia slancio a lui… e anche a noi…

Grazie, Marco… e buon viaggio nella tua vecchia vita nova!

CAVA DE’ TIRRENI (SA). Riaprono le attività mercatali di mercoledì e sabato

Il Sindaco Vincenzo Servalli ha emesso questa mattina 22 maggio, le Ordinanze sindacali n° 172 e n° 173 del Registro Generale, relative alla riapertura delle attività mercatali alimentari e non alimentari, del mercoledì e del sabato, sull’Area Mercatale di via Palatucci.

A partire dalla prossima settimana, infatti, sarà possibile la riapertura dei tradizionali mercati del mercoledì e del sabato, nel pieno rispetto delle norme nazionali e regionali anti contagio.

Queste le prescrizioni: l’accesso all’area dovrà essere presidiato, anche tramite associazioni di volontariato operanti nel campo sanitario; rilevare la temperatura corporea a mezzo di termoscanner e tutte le persone che avranno un valore pari o superiore ai 37,5 gradi non potranno accedere all’area e saranno invitati a rivolgersi al proprio medico; l’accesso e uscita dall’area mercatale dovrà avvenire nel rispetto dei seguenti orari:

per gli operatori economici: ingresso: dalle ore 6,30 alle ore 7,30; uscita: non oltre le ore 14,00;

per il pubblico: ingresso: dalle ore 8,30 – uscita: non oltre le ore 13,00.   

L’accesso e l’uscita dall’area mercatale dovrà avvenire da C.so Palatucci a mezzo di percorsi pedonali appositamente individuati e delimitati dal servizio viabilità della Polizia Locale, assicurando la priorità di accesso ai disabili ed alle donne in stato di gravidanza.

Gli altri ingressi all’area mercatale saranno presidiati e liberi per esigenze di emergenza; in prossimità degli ingressi al mercato e delle postazioni del personale di vigilanza sarà messa a disposizione soluzione idro-alcolica igienizzante.

L’accesso degli operatori economici sarà limitato ai soli concessionari con espresso divieto di accesso per i cosiddetti “spuntisti”;  ogni operatore economico, in prossimità del proprio stallo di vendita, è tenuto a delimitare percorso per la fruizione ordinata ed unidirezionale del pubblico in modo di evitare assembramenti.

Il numero massimo di persone (pubblico) all’interno dell’area è stabilito, per il mercato del mercoledì in 100 unità contemporanee; mentre per il mercato del sabato in 40 unità, sarà garantita l’attività di raccolta rifiuti, nonché la pulizia dell’area mercatale, da parte della Metellia Servizi, nelle ore precedenti l’apertura (dalle ore 5,00 alle ore 06,30).

Il servizio Protezione Civile, invece, provvederà alla disinfezione dell’area; Operatori, cittadini e visitatori saranno adeguatamente informati in ordine alle misure precauzionali adottate mediante posizionamento di cartelli a cura della Polizia Locale ed in collaborazione con il SUAP e adeguata pubblicità istituzionale.

I compiti di presidiare e regolamentare gli ingressi nonché di vigilare in merito al rispetto delle presenti disposizioni è affidato alla Polizia Locale.

Le prescrizioni a carico del titolare del posteggio sono: pulizia e igienizzazione quotidiana delle attrezzature prima dell’avvio delle operazioni di mercato di vendita;  obbligatorio l’uso delle mascherine, mentre l’uso dei guanti può essere sostituito da una igienizzazione frequente delle mani, messa a disposizione della clientela di prodotti igienizzanti per le mani in ogni banco; rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro; rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro dagli altri operatori anche nelle operazioni di carico e scarico.

In caso di vendita di abbigliamento: dovranno essere messi a disposizione della clientela guanti monouso da utilizzare obbligatoriamente per scegliere in autonomia, toccando la merce.

In caso di vendita di beni usati: igienizzazione dei capi di abbigliamento e delle calzature prima che siano poste in vendita.

Prescrizioni per gli operatori alimentari: ogni singolo operatore dovrà attrezzare un punto di distribuzione di guanti monouso non forati e un dispenser per l’igienizzante mani, oltre che bidoni con coperchio, presso il proprio posteggio; assoluto rispetto dei principi generali e speciali in materia di autocontrollo (HACCP) ai fini della sicurezza degli alimenti; uso di guanti, da mantenere sempre integri o cambiare all’occorrenza (sono consigliati guanti in nitrile di colore blu); controllo assiduo affinché i clienti non tocchino gli alimenti se privi di guanti; i banchi espositori di alimenti, a meno dell’ortofrutta, devono essere dotati di barriera di materiale non poroso e sanificabile; le superfici in generale delle strutture di vendita devono essere sottoposte a pulizia e disinfezione ricorrente; ogni esercente dovrà sensibilizzare la propria clientela al rispetto delle distanze sociali di almeno un metro ed al divieto di assembramento; l’ingresso di fornitori esterni nell’area mercatale è consentito solo per reali necessità e senza possibilità di accesso agli spazi produttivi per alcun motivo; informazione ai clienti sulle misure da osservare, anche mediante posizionamenti di cartelli.

I clienti: non devono sostate nell’area mercatale o attardarsi negli acquisti, se non per il tempo strettamente necessario, evitando assembramenti; obbligatorio l’uso di guanti e mascherine anche durante il periodo di attesa in fila.

Per tutti è fatto divieto di fumare, sussistendo obbligo della mascherina.

Coronavirus. La Voce dei Poeti: Réservé di Paolo Romano

Réservé

Come quando un cameriere

lascia cadere un bicchiere

tutti quei cristalli infranti

piccoli diamanti

per l’infinito stupore

d’essere vivi

alternativi

inseriti in un’antologia d’amore

che il calice ha richiamato

un brano di vetro soffiato

un bacio appena dato

un trionfo privato

apparecchiato al tavolo

della sera incommensurabile

fosse una vita cantabile

sarebbe una nostalgia

piena di melodia.

Ma ho perso tutto dalle tasche

rimangono pochi sorrisi

dimenticanze

cosa da nulla

il loro tutto confortante.

La voce tua distante.

Paolo Romano

Una poesia questa da leggersi tutta d’un fiato, senza pause, condotta saggiamente per mano dal ritmo cadenzato che lo avvolge godendo di un’interessante tessitura ritmica. Benché sia un’unica strofa, per comodità d’analisi, la suddividerei in due parti. La prima parte risulta costituita da ripetute rime tra baciate e alternate (A A B B A CC A D D D D – F F G G) che accompagnano melodicamente il lettore nella veloce “narrazione” che si va rappresentando di cui, come poi vedremo, il poeta è spettatore. La seconda parte è costituita da soli sei versi: il poeta, non racconta più l’accaduto ma il suo stato d’animo che, formalmente non richiede più l’ausilio di rime (assente nei seguenti quattro versi). Il suo è un prorompere duro, di dolorosa riflessione su quanto narrato prima: uno sfogo istantaneo, diretto. E’ solo negli ultimi due versi che ritorna la rima, baciata, ma crudele nella dolorosa contrapposizione di un “tutto confortante” ad una “voce tua distante”. La tristezza del canto è papabile e aggettivi “dolorosi” stanno a sottolinearlo: da cristalli infranti, a infinito stupore, a trionfo privato“ a “fosse una vita cantabile/sarebbe una nostalgia/ piena di melodia” e poi “pochi sorrisi”… “cosa da nulla”. In chiusa: “La voce tua distante”.

I terribili momenti che stiamo vivendo, la nostra scoperta fragilità di uomini diventa una poderosa immagine icastica nei versi di Paolo Romano: l’uomo, un vetro fragile che va rompersi in mille “cristalli infranti” quasi come “piccoli diamanti” che si appropriano, inaspettatamente, di una propria vita nascosta. Compressi a dar forma ad “un bicchiere” di vetro, nascono come cose a se stanti, autonome e nuove, continuità e diversità insieme. Il bicchiere, finito in frantumi, ha portato con sé un’intensa sconosciuta ma prevedibile storia, testimone d’incontri d’amore, di labbra sfiorate, di successi o sconfitte per un canto che “sarebbe una nostalgia/piena di melodia”. Sembra il momento della riflessione o forse del conto finale, dei ripensamenti o forse dei rimpianti… In questi giorni ognuno di noi è messo a nudo davanti alla sua stessa vita, non può barare, la sua vita distratta, fino ad ieri, da mille quotidianità potrebbe presentargli il conto finale. Il bicchiere si è rotto, è andato in mille frantumi… segni belli o tristi, vicende di vita inesorabilmente andate per sempre. Si ritrova solo, l’uomo, insieme a tanti altri uomini soli ma tutti legati da un unico destino: una quarantena che isola ma anche affratella, che fa ritrovare una forza e un vigore forse inaspettato. Ecco l’uomo che sente di possedere più nulla, ha “perso tutto dalle tasche” gli rimangono soltanto “pochi sorrisi/”dimenticanze/cosa da nulla”. Un’ infinta tristezza lo pervade. Nella sua solitudine, la mancanza di una voce “voce tua distante”, lo fa piombare nell’angoscia. E mai come in questi giorni si fa prorompente il bisogno di una voce, familiare, amica, o perfino lontana che arriva a noi tramite mezzi mediatici o da un vicino cortile, dall’ attiguo terrazzo cantando o urlando un messaggio di speranza, di coraggio. Riscoprire il valore balsamico della voce, di un’altra voce che non sia la nostra che serva per infondere coraggio a noi stessi e a quanto a loro volta aspettano la nostra voce in questi attoniti silenzi di una comune anima.

Paolo Romano, giornalista professionista, già in forza a Rai-Giubileo, è redattore di TDS Salerno. Collabora con il quotidiano “Il Giornale del Sud”. Ha realizzato documentari in India, Tunisia, Germania, Israele, Egitto, Giordania. Ha vinto il premio Giornalistico “Città di Salerno” (2006) e il Premio “ Media e Territorio”(2010). Tra le sue pubblicazioni: “Menti perdute” (Ripostes 1995); “Circo-stanze” (Ripostes 2000): “Il Dio della valigia” (Il grappolo 2004); “Mille quadri non dipinti” Pref.di Erri De Luca, 2017; “La storia di Salerno dalle origini ai giorni nostri” Editrice Typimedia,Roma, 2019. Una silloge di sue poesie è stata tradotta in inglese e pubblicata negli Stati Uniti su “Gradiva-Internazional Journal of Italian Poetry”.

CAVA DE’ TIRRENI (SA). INFORMACITTÀ COVID-19: aggiornamento del sindaco Vincenzo Servalli di lunedi 18 maggio